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25 APRILE 1999:
6° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI
DON TONINO BELLO
CHIESA DEL BARACCANO - 25 Aprile 1999 -
VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACE
IN RICORDO DI DON TONINO BELLO
NEL 6° ANNIVERSARIO DEL SUO RITORNO AL PADRE
CANTO- TUI AMORIS (Durante il canto vengono accese tutte le candele)
Saluto del celebrante
ATTO PENITENZIALE
Cel. Carissimi fratelli e sorelle, come ci presentiamo innanzi al
Signore, dobbiamo sentirci peccatori. Riconosciamo i nostri peccati e la nostra lontananza
dal Signore. Un cuore senza grazia di Dio è un cuore inquieto. Non possiamo essere
strumenti di pace e di comunione fraterna, se non siamo prima riconciliati con il Signore.
Pausa di silenzio.
Ad ogni richiesta di perdono rispondiamo con il canto MISERICORDIAS
DOMINI.
- Signore, perdona le nostre violenze, i nostri odi, le nostre mancanze di amore e di
fedeltà, le nostre omissioni e le nostre mancanze di generosità.
- Signore, perdonaci per non aver riconosciuto la presenza del peccato nelle strutture
oppressive che dominano e schiacciano i popoli, le razze, le nazioni.
- Signore, perdonaci per non aver combattuto abbastanza per superare le condizioni che
condannano alla fame, alla violenza, alla povertà, alla guerra tante popolazioni
- Signore, perdonaci perché troppe volte ci adagiamo nel nostro benessere senza pensare
che tutto ciò che possediamo è solo frutto di un'ingiusta distribuzione delle ricchezze
della terra
- Signore, perdonaci per non esserci chinati verso chi è in difficoltà, per tutte le
volte che non abbiamo riconosciuto il tuo volto nei nostri fratelli che soffrono.
Durante il canto Misericordias Domini il Celebrante asperge I'assemblea
con l'acqua benedetta.
Introduzione al brano di Don Tonino fatta da Martina.
PERCHÈ NON SI ROVESCI IL SOGNO DI ISAIA (don Tonino Bello).
Dichiariamo subito il più profondo rispetto per le istituzioni che
rappresentate, la fiducia nel vostro impegno umano, la stima sincera per la vostra
persona. Siamo anche certi che il vostro desiderio di costruire la pace non sia meno
generoso del nostro.
Ma' sentiamo pure il bisogno di dirvi che da tempo la nostra coscienza di cittadini di
Puglia è turbata da inquietudini profonde e da oscuri presentimenti.
Dietro la cortina dell'indifferenza, avvertiamo la sensazione che sta avvenendo un
mutamento preoccupante nel nostro paesaggio regionale.
Non con i piani di sviluppo delle aeree interne.
Non con i progetti di rilancio dei nostri beni ambientali.
Non con le regole che salvaguardino il nostro mare,
Non con le idee trainanti per una produttività ecologica e moderna.
Alla domanda di sviluppo, per un lungo tempo inevasa, sembra stia per giungere ben altra
risposta. Amara. Priva di orizzonti di speranza. II cui prevedibile scenario d'attuazione
è la guerra con i poveri.
II destino della nostra assenza dalla storia del progresso sembra oggi capovolgersi. Ma
con un protagonismo distorto. Incombe su di noi la dissolvenza in negativo del testo di
Isaia che dice: <Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci, e non si
eserciteranno più nell'arte della guerra>.
D'ora in avanti diventerà davvero difficile tradurre in atto questo passo profetico sul
nostro suolo pugliese, che una contro-vocazione perversa destina a palestra per le
"esercitazioni nell'arte della guerra".
Ci sovrasta, infatti, l'ombra di un minaccioso anti-Isaia, dove sono i vomeri a
trasformarsi in spade e le falci in lance. Nelle lance degli aerei Tornado a Gioia del
Colle. Nelle spade della prima portaerei d'Italia, la "Garibaldi", che si
specchierà nell'ingrandito porto di Taranto. Nelle fionde dei caccia d'attacco AMX a
Brindisi. Ma saranno specialmente gli aratri distrutti sugli oltre diecimila ettari di
terreno della Murgia a non produrre più credito ne' per il sogno di Isaia, ne' per i
bilanci della nostra già avara economia.
Staranno solo a significare che oggi ci viene imposto un ruolo "tragico" come
nei teatri greci, un tempo così numerosi nella nostra terra. Un ruolo che non ci
appartiene ne' per vocazione di Dio, ne' per tradizione degli uomini. Un ruolo che
vorrebbe ridurci al compito di garantire, con la nostra pelle, la sicurezza di potenti che
stanno lontano. Un ruolo che ci fa considerare gendarmi di rincalzo nel Mediterraneo per
il servizio di controllo, se non di repressione, sulle folle disperate del terzo e del
quarto mondo.
A questa storia ci sentiamo estranei. E coloro che si prestano come comparse a intervenire
nella trama dell'olocausto planetario sappiamo che forse stanno provocando il disgusto di
Dio e la rabbia dei poveri.
A voi, politici, di cui pure comprendiamo la sofferenza e intuiamo le perplessità,
chiediamo di mostrare che la rete delle istituzioni non si è scollata dal sentire della
gente. Che a voi preme ancora il bene comune. Che ben altri sono i progetti, in calce ai
quali volete segnare i vostri nomi. Che su più gloriose pagine della nostra storia ambite
figurare come protagonisti. Che l'amore per i poveri e per la loro vita è ancora il
principio architettonico della vostra azione sociale.
Coraggio. La revoca della delibera regionale dell'83, che assegnava gran parte della
Murgia ai poligoni di tiro, significa che il sogno di Isaia è ancora possibile. Ed è
certamente ancora possibile che sulla nostra terra, pur riarsa dal sole e bruciata dalla
sete, il grano della pace diventi pane.
CANTO - DONA LA PACE, SIGNORE
DAL LIBRO DEL PROFETA ISAIA (2,2-5)
Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto
sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti
Verranno molti popoli e diranno: "Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio
del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi
sentieri".
Poi che da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà
giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la
spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra.
Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.
CANTO- DONA LA PACE, SIGNORE
Commento di Don Nildo
CANTO - DONA LA PACE, SIGNORE
Preghiera
Signore, mio Dio, adesso io so, con la morte non
è tutto finito,
nessuno muore per sempre, nessun pensiero è pensato invano,
nessun canto cantato invano; nessuna impotenza invano sentita,
nessuna vita invano vissuta; nessuno vive inutilmente
anche se l'arbitro decreta la morte.
Ma tua hai superato la morte e ci hai donato la pace con tutta la tua vita.
CANTO- IN TE CONFIDO
Testimonianza di Luigi Russo con presentazione di Dario
CANTO - IN MANUS TUAS
Don Nildo introduce il Salmo 72 intercalato dal canto CONFITEMINI
DOMINO
Dio, da al re il tuo giudizio,
al figlio del re la tua giustizia;
regga con giustizia il tuo popolo
e i tuoi poveri con rettitudine. Le montagne portino pace al popolo
e le colline giustizia.
Ai miseri del suo popolo renderà giustizia,
salverà i figli dei poveri
e abbatterà l'oppressore.
Il suo regno durerà quanto il sole,
quanto la luna, per tutti i secoli.
Scenderà come pioggia sull'erba,
come acqua che irrora la terra.
Nei suoi giorni fiorirà la giustizia
e abbonderà la pace,
finché non si spenga la luna.
E dominerà da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra |
Egli libererà il povero che grida
e il misero che non trova aiuto,
avrà pietà del debole e del povero
e salverà la vita dei suoi miseri.
Li riscatterà dalla violenza e dal sopruso,
sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue. Il suo nome duri in eterno,
davanti al sole persista il suo nome.
In lui saranno benedette
tutte le stirpi della terra
e tutti i popoli lo diranno beato.
Benedetto il Signore, Dio di Israele,
egli solo compie prodigi.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre,
della sua gloria sia piena tutta la terra. Amen, amen. |
Ci fermiamo qualche minuto in silenzio
durante il quale ognuno di noi è invitato a scrivere sui cartoncini chi sono stati messi
sulle panche ciò che ha nel cuore e ciò che questa veglia gli ha suscitato. Una
preghiera, un ringraziamento, una frase che ci ha colpito. Alla fine del silenzio durante
il canto BONUM EST CONFIDERE porteremo i cartoncini nel cesto ai piedi dell'altare
come offerta al Signore.
PADRE
NOSTRO
Preghiera finale
Dio della pace, perdonaci!
Siamo solo capaci di sganciare bombe e di goderne lo spettacolo, pieni di ebbrezza,
come fossero fuochi di artificio.
Fumo nero copre la terra. Il fuoco ottenebra la vista e fa trattenere il respiro.
La Madre Terra è squarciata, il deserto ha perso il suo silenzio,
la Creazione è ritornata nel caos.
Dio, fino a quando?
Ci fanno credere che la guerra moderna è intelligente, programmata, calcolata,
fa poche vittime Ma è vero.
Noi Cristiani di questa fine secolo siamo già stati uccisi dentro,
svuotati della nostra Speranza di Pace e di Fraternità Universale.
Un macigno opprime la nostra coscienza e il nostro cuore.
Dio della Pace, perdonaci!
Illumina la tua Chiesa, tutte le Chiese, prima che sia troppo tardi.
Fermate l'olocausto, ora, subito,
tutte unite gridate e pregate in un grande coro ecumenico.
Se tacete, grideranno le pietre,
grideranno le generazioni future, grideranno i martiri di tutti i tempi.
Libera il tuo popolo, Signore, che si credeva civile, progredito
ed invece ha solo sete di egemonia, di potere, di petrolio.
Aiutaci, Signore, a ritrovare il cammino della Speranza,
del dialogo, dell'accordo, dell'intesa fraterna,
umilia il nostro orgoglio con il tuo braccio forte e la tua destra potente.
Madre della Misericordia, intercedi per noi.
CANTO - GLORIA IN EXCELSIS DEO
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