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1° CAMPO NAZIONALE "VANGELO E NONVIOLENZA"
MONZUNO 28/08/1999 - 05/09/1999
Il programma del campo:
Sabato 28/08/1999:
"Beati gli afflitti perché saranno consolati"
(Mt 5,4)
Beatitudini: utopia?
Conoscenza e affinità del gruppo
Domenica 29/08/1999:
"Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci" (Is 2,4)
Da un massacro può nascere la nonviolenza?
Visita guidata a Monte Sole con don G. Cova dell'Associazione
"Terra, Memoria e Pace"
Lunedì 30/08/1999:
"A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra" (Lc 6,29)
Il valore della nonviolenza
Fondamenti della nonviolenza partendo da Gandhi, M.L. King, J.
Goss, H. Mayr
Martedì 31/08/1999:
"Il regno dei cieli soffre violenza i violenti se ne impadroniranno" (Mt 11,12)
Il conflitto internazionale:
La politica dell'azione nonviolenta (teoria dell'azione di Gene Sharp - 1a parte)
La natura e il controllo del potere politico.
La base strutturale per il controllo dei governanti.
Mercoledì 01/09/1999:
"Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati.
Perdonate e vi sarà perdonato"
(Lc 6,37)
Il conflitto internazionale:
La politica dell'azione nonviolenta (teoria dell'azione di Gene Sharp - 2a parte)
L'azione nonviolenta: una forma attiva di lotta.
Giovedì 02/09/1999:
"Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno" (Ps 85,11)
Giornata di deserto a Monte Sole
La memoria di un conflitto nel vissuto delle nuove tragedie
di oggi: la solitaria scelta nonviolenta di una persona che si trova immersa in
uno scenario completamente invaso dalla violenza, perde la sua validità politica e
morale?
Testimonianze sulla guerra in Kossovo
Venerdì 03/09/1999:
"Se ho parlato male, dimostrami dove è il male ma se ho parlato bene, perchè mi
perseguiti" (Gv 18,23)
Il conflitto interpersonale:
Il conflitto: occasione di crescita (teoria dell'azione di Pat Patfoort - 1a parte)
Fondamenti della nonviolenza
Meccanismi della violenza
Comunicazione.
Sabato 04/09/1999:
"Beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5,9)
Il conflitto interpersonale:
Il conflitto: occasione di crescita (teoria dell'azione di Pat Patfoort - 2a parte)
Gestione del conflitto, che si crea intorno a noi, in modo
violento
Soluzioni nonviolente, nella vita quotidiana.
Azione dei movimenti che si impegnano sulla pace in
Italia:
Pax Christi, i suoi percorsi i suoi
sogni, i suoi impegni: incontro con don TONIO DELL'OLIO
coordinatore nazionale di Pax Christi.
Domenica 05/09/1999:
"<<Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi>>. Dopo
aver detto questo, alitò su di loro e disse: <<Ricevete lo Spirito Santo!>>.
A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete non rimessi
resteranno." (Gv 20,21)
Dalla teoria alla concretezza: come ognuno di noi può
agire
Valutazione della settimana e confronto con testimonianze di
impegno per la pace.
Giornata tipo:
ore 7,00 sveglia
" 7,45 preghiera con meditazione
" 8,30 colazione
" 9,15 training
" 12,30 pranzo
" 15,00 training
" 19,30 cena
" 21,15 serata insieme
" 22,45 preghiera davanti all'Icona
della Trinità
Metodologia:
Training:
- simulazione di conflitti
- giochi interattivi
- tecniche nonviolente
Incontri e testimonianze
Meditazioni e spunti biblici
Contemplazione dell'Icona della Trinità
Films
Hanno scritto sul campo:
Se
assaggi unesperienza saporita ed arricchente, vorresti anche saperla raccontare. Il
campo di PAX CHRISTI punto pace Bologna che si è svolto alla "Casaccia" di
Monzuno dal 28 agosto al 5 settembre ha avuto lalchimia di una ricetta riuscita.
Sapendo di non essere un mago nel cucinare parole, mi limito ad elencare gli ingredienti
che vi si sono mescolati.
- I partecipanti.
Una ventina abbondante di persone solari confluite a Monzuno da un
po tutto lo "Stivale", portando ciascuno il suo bagaglio di esperienza e
tutti una grande disponibilità e voglia di stare insieme. E quale varietà! Dal mondo
missionario a quello del servizio civile, dallimpegno ecclesiale a quello laico nel
sociale, passando attraverso le diverse voci dellimpegno per la pace e la
nonviolenza. Una macedonia di mestieri e di condizioni di vita: coppie e sacerdoti, single
e appartenenti a comunità.
- Lo staff.
Numeroso e affiatato, il gruppo che ha ideato e condotto il campo ha
proposto un programma variegato e denso, espressione di molte diverse competenze e della
comune voglia di comunicare. Per Anna, Adriano, Paolo, Pino, Don Marco & Co. non si è
trattato di trasmettere semplici conoscenze, ma di condividere unesperienza di
crescita, un modo di essere; incarnando così gli obiettivi dichiarati della formazione
nonviolenta: il Sapere, il Fare, lEssere.
- Il focolare e il suo angelo.
Sono stati fondamentali lambiente accogliente e
familiare della Casaccia e soprattutto la cura materna con cui, per tutta la durata del
campo, la mamma di Adriano ha cucinato per noi. Il suo lavoro ci ha permesso di non
interrompere i nostri importantissimi giochi,("la zattera e gli squali", o
"il paracadute", o "la principessa fra le nuvole"), se non al grido
di
"è pronto!"; la sua presenza ha accresciuto la sensazione di essere
famiglia.
- Monte Sole.
Monzuno è a pochi chilometri da Monte Sole. Per il nostro
campo non si è trattata di una pura vicinanza geografica: la storia e la testimonianza
delle comunità trucidate nel 44, la memoria e limpegno per la pace vissuto
dalla comunità di Don Dossetti attraverso la preghiera e il silenzio, sono stati un
accompagnamento costante. La lettera di invito al campo riportava un ampio stralcio della
presentazione di Dossetti al libro "Le querce di Monte Sole" e il consiglio di
leggerlo prima della partenza. Fra i molti spunti che se ne coglievano:
1)losservazione di trovarsi di fronte allo sterminio non di singoli, ma di una
comunità in quanto tale, che ha affrontato in modo collettivo ed in tal senso è
testimonianza - una brutalità incomprensibile. 2) Lanalisi dei meccanismi idolatri
della violenza, del razzismo, della guerra, e della mistificazione del pensiero che li
aveva preparati ("lindividuo non ha come tale né il diritto né il dovere di
esistere, poiché ogni diritto e ogni dovere promanano dalla Gemeinschaft
(comunità)" 1934). 3) Il silenzio di Dio davanti alla violenza, che per Dossetti
diventa comprensibile solo alla luce del Dio crocifisso ("Oggi dopo non sarebbe più
possibile fare teologia se Dio stesso non fosse stato ad Auschwitz soffrendo con i
martirizzati e gli assassinati"). 4) Il richiamo alla memoria ("Dalla pura ma
rigorosa ricostruzione dei fatti, alla loro documentazione, rielaborazione e rimeditazione
sul piano storico e sul piano politico, e finalmente su quello filosofico e
teologico(
)Memoria espressa, non occasionale ma costante, nella preghiera,
individuale e comunitaria.(
)per poterci sempre più convincere come e perché, e con
quali complicità, anche nostre, esplicite o implicite, prossime o remote, coscienti e
incoscienti, abbiano potuto verificarsi queste catastrofi "umane". Tutto questo
non può turbare la pace, personale o comunitaria, ma è lunica via autentica per
fondarla ed edificarla stabilmente."). 5) Linvito a mantenere alta
lattenzione contro il rinascere di chiusure nazionalistiche o antisemite che possono
tentare anche le chiese. 6) Il richiamo al silenzio come luogo di verità più puro della
parola ("il silenzio, più della parola, rimane la sostanza e il segno di ciò che fu
il loro universo (dei morti) e, come la parola, il silenzio simpone e chiede di
essere trasmesso". Wiesel).
Quelli
legati a Monte Sole sono stati momenti di grande intensità anche emotiva: la lettura
della testimonianza di una delle superstiti che Anna ci ha proposto una sera,
lincontro con la comunità dossettiana attraverso la testimonianza di Fratel
Benedetto, la giornata di silenzio vissuta sui luoghi della strage, attualizzata
nellesame del recente conflitto del Kosovo/a e culminata nellEucarestia
celebrata da Don Marco fra i ruderi della chiesa di Casaglia.
- Lo spirito.
Varietà e condivisione hanno caratterizzato anche i momenti dedicati
allo spirito. Nonostante la "Tenda di Abramo", fatta montare da Paolo come luogo
del sacro per noi pellegrini della pace, si sia quasi subito trasformata in un Arca
di Noè sotto la furia degli elementi, le meditazioni proposte (allasciutto!) da Don
Marco incorniciavano le nostre giornate: al mattino partendo da un vecchio testo
pacifista: il Vangelo, alla sera leggendo fra i simboli e i colori dellicona della
Trinità di Rubliev. Un bel regalo ce lha fatto Don Graziano la sera che ha
celebrato messa alla maniera brasiliano-missionaria.
- Le tecniche e i temi.
A questo punto bisognerebbe scrivere unenciclopedia!
Pino, Paolo, Anna e Adriano avevano preparato ingredienti per dieci campi e, nonostante la
nostra ingordigia, credo ne abbiano dovuto surgelare un bel po per le prossime
occasioni. Ha iniziato Paolo spiegandoci il Metodo Training, che avremmo usato per tutto
il campo, e le varie aree di lavoro dellazione nonviolenta. Ci siamo poi occupati
dei fondamenti morali della nv lavorando su quattro aree: Gandhi (con particolare
riferimento alla sua posizione durante la II guerra mondiale), M.L.King, Tecniche della
NV(Goss-Mayr), Storia della NV. Pino, Anna e Adriano ci hanno presentato la Teoria della
NV secondo Gene Sharp il cui merito principale è di aver dato una base scientifica alla
NV, affermando che essa è unopzione non solo possibile, ma anche alla lunga
conveniente dal punto di vista delle perdite umane; ciò che è fondamentale è prepararsi
con rigore allazione nv. Sulla traccia di Sharp ci siamo occuppati di teoria del
potere(come è strutturato, su cosa si fonda, le ragioni per cui si obbedisce). Un altro
testo di riferimento è stato quello di Pat Patford sul conflitto visto come uno
squilibrio destinato ad autoaccrescersi. Attraverso il lavoro singolo, per gruppi o in
plenaria, le simulazioni, gli schieramenti e i giochi di ruolo, abbiamo approfondito i
meccanismi della violenza nel micro e nel macro conflitto, lanalisi della
comunicazione che può essere occasione di scontro come anche strumento di risoluzione,
lanalisi di casi nei quali è stata applicata lazione nv e del perché abbia a
no funzionato (a questo proposito il gruppo ha sentito come molto importante la lettura
del conflitto del Kosovo/a che lo staff ci ha offerto proprio a Monte Sole).
Temo che potrei continuare ancora per molto ad elencare gli ingredienti
irrinunciabili di questa preziosa ricetta, ma mi accorgo che è inutile: nessuno di noi
potrebbe replicarla, la mia speranza è che Anna, Adriano, Pino, Paolo, Don Marco e tutti
i loro complici rimasti a casa causa il lavoro, decidano di utilizzare gli ingredienti
avanzati per preparare qualche altro magico intruglio. In quel caso vi consiglio di non
perdervelo!
Matelda |