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2° CAMPO NAZIONALE  "VANGELO E NONVIOLENZA" MONZUNO 25/08/2000 - 02/09/2000

 

Il programma del campo:

Venerdì 25/08/2000:
"Beati gli afflitti perché saranno consolati"
(Mt 5,4)
Beatitudini: utopia?
Conoscenza e affinità del gruppo

Sabato 26/08/2000:
"Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci"
(Is 2,4)
Il valore della nonviolenza
- Di fronte all'estremo
- Alcune basi morali
- Spunti di strategie
Si prenderà spunto da alcuni testi di Gandhi, M.L. King, J. Goss, H. Mayr, A. Capitini, G. Dossetti

Domenica 27/08/2000:
"A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra"
(Lc 6,29)
Da un massacro può nascere la nonviolenza?
Visita guidata a Monte Sole con don G. Cova dell'Associazione "Terra, Memoria e Pace"

Lunedì 28/08/2000:
"Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora,  il  regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono"
(Mt 11,12)
Il conflitto internazionale (teoria dell'azione di Gene Sharp):
La politica dell'azione nonviolenta "Potere e Lotta"
La natura e il controllo del potere politico.
La base strutturale per il controllo dei governanti.
La paura della repressione

Martedì 29/08/2000:
"Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati. Perdonate e vi    sarà perdonato"
(Lc 6,37)
Il conflitto internazionale (teoria dell'azione di Gene Sharp):
La politica dell'azione nonviolenta "La dinamica della lotta nonviolenta"
Preparazione.
Strategie e tattiche.
Azione.
Conversione, accomodamento e coercizione nonviolenta. 

Mercoledì 30/08/2000:
"Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno"
(Ps 85,11)
Giornata di deserto a Monte Sole
La memoria di un conflitto nel vissuto delle nuove tragedie di oggi:  la solitaria scelta nonviolenta di una persona che si trova immersa in uno scenario completamente invaso dalla violenza, perde la sua validità politica e morale?

Giovedì 31/08/2000:
"Se ho parlato male, dimostrami dove è il male ma se ho parlato bene, perchè mi perseguiti"
(Gv 18,23)
Il conflitto interpersonale (teoria di Pat Patfoort - 1a parte):
Il conflitto: occasione di crescita
Fondamenti della nonviolenza
Meccanismi della violenza
Comunicazione. 

Venerdì 01/09/2000:
"Beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio"
(Mt 5,9)
Il conflitto interpersonale (teoria di Pat Patfoort - 2a parte):
Il conflitto: occasione di crescita
Gestione del conflitto, che si crea intorno a noi, in modo violento
Trasformazione del conflitto in crescita.

Sabato 02/09/2000:
"<<Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi>>. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: <<Ricevete lo Spirito Santo!>>. A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete non rimessi resteranno."
(Gv 20,21)
Verifica e condivisione della settimana.

 

Giornata tipo:

ore   8,00  momento di preghiera
  "    8,30  colazione
  "    9,15  training
  "  12,30  pranzo
  "  15,00  training
  "  19,30  cena
  "  21,15  serata insieme
  "  22,45  preghiera davanti all'Icona della Trinità

 

Metodologia:

Ricordiamo che la metodologia che verrà utilizzata si fonda sulla partecipazione attiva di ognuno e sulla valorizzazione del gruppo come risorsa per l’apprendimento: si tratterà quindi di mettere in gioco la propria esperienza ed il proprio punto di vista. Si utilizzeranno molteplici strumenti e tecniche, dai giochi di ruolo ai lavori di gruppo, incontri-testimonianze, films; cercando di curare tanto l’aspetto cognitivo quanto quello emotivo-relazionale.
Proprio per quanto detto sopra, si ricorda che il corso sarà aperto ad un massimo di 20 partecipanti.

 

 

Hanno scritto sul campo:

Come per l’estate scorsa anche quest’anno abbiamo ripetuto il campo su Vangelo e Nonviolenza. Il campo trova la sua origine e forza da un luogo, in cui il punto pace di Bologna, si sta scoprendo legato anche come una delle fonti di energia del proprio impegno nel territorio. Il luogo si chiama Monte Sole e si trova negli Appennini bolognesi. I fatti accaduti a Monte Sole sono riportati nei testi di storia sotto il nome di strage di Marzabotto. (Il 29 settembre del ’44 le S.S. circondarono il territorio di Monte Sole e procedettero allo sterminio dell’intera popolazione. L’operazione portò all’uccisione di 770 persone di cui 216 bambini e 316 donne).

Il cammino in punta di piedi con cui come gruppo ci stiamo avvicinando a quei posti, ci sta facendo maturare il desiderio che il campo "Vangelo e Nonviolenza", non debba essere solo una sporadica iniziativa che per qualche anno il punto pace riesce a realizzare , ma che nel tempo riesca a consolidasi e diventare così un’occasione di incontro di ogni estate.

Probabilmente per riuscire a realizzare questo "sogno" dobbiamo creare al nostro  interno una rotazione di persone che durante il tempo abbiano modo di sperimentarsi in compiti, in competenze , e impegni diversi. Questo dovrebbe favorire nel tempo una maggiore facilità organizzativa grazie alle competenze diffuse che il gruppo matura.

Il campo Vangelo e Nonviolenza si pone come obbiettivo quello di essere un campo base sulla nonviolenza, che non si fermi al suo concetto etico-filosofico-religioso, ma partendo da questo ci si interroghi e dia spunti sulla concretezza del come agire con la nonviolenza nella vita quotidiana e nei grandi avvenimenti. Monte Sole e l’icona della Trinità sono i due livelli per intessere meglio la riflessione cristiana tra Vangelo e Nonviolenza. Gli altri contenuti sono sviluppati (soprattutto con il metodo training) su 3 livelli di analisi della nonviolenza: la nonviolenza e le basi morali, la nonviolenza e il conflitto internazionale, la nonviolenza e il conflitto interpersonale. Questo campo quindi non è un corso che ogni anno propone e sviluppa temi diversi, ma cerca invece di realizzare un appuntamento estivo dove ci sia la possibilità di lavorare per avere un piccolo quadro base sulla teoria e pratica della nonviolenza in relazione al vangelo. L’obiettivo è comunque molto ambizioso, nove giorni sono pochi per i contenuti che si vogliono sviluppare, ma si cerca di riuscire a lavorare per avere almeno degli spunti sui vari aspetti.

Quando è nata l’idea del campo pensavamo che i partecipanti fossero, prevalentemente, persone che si avvicinassero per la prima volta verso questi temi e invece anche quest’anno ci siamo ritrovati con persone (provenienti da varie parti d’Italia) cariche di esperienze e impegno attivo nelle varie pieghe delle società. Ognuno a suo modo esprime un nascosto carattere pieno di grinta sui fatti della vita. Grinta che passa anche per delle sconfitte, che però non è presa dallo sconforto di vedersi impotenti, ma che ha invece consapevolezza del proprio potere e grazie a questo trova nuova energia nel portare avanti il proprio impegno. Anche quest’anno, quindi, è stata una settimana ricca di scambio e di spunti reciproci e anzi i partecipanti potevano loro stessi fare a noi (organizzatori) un corso.

Le considerazioni dei nove giorni possono essere tante e nella valutazione finale il gruppo ci ha dato molti spunti di riflessione su come migliorare, trasformare e andare avanti. Le valutazioni del gruppo dell’anno passato ci sono state utili per migliorare alcuni aspetti, però non abbiamo voluto prendere in considerazione delle osservazioni che anche quest’anno sono riemerse. Anche nel gruppo di quest’estate è emerso da parte di qualcuno la proposta di dividere il campo in due livelli. Un campo base e un successivo di approfondimento. Oppure si proponeva di incentrare un campo soprattutto sull’approfondimento del Vangelo,o farne un altro per approfondire l’aspetto del conflitto interpersonale o farne un altro per analizzare meglio dei fatti storici sulle lotte nonviolente, o studiare il pensiero di alcuni personaggi, ecc. Certo che anche dalle altre considerazioni emerse, si potrebbe sognare di proporre più campi con tematiche e approfondimenti diversi, ma già per noi (per le poche forze che abbiamo) far diventare questo campo un appuntamento fisso dell’estate è impegnativo. È vero, pure, che se riuscissimo a organizzare più proposte sarebbe un buon modo per il punto pace di sperimentarsi in vari ruoli e migliorare le ns competenze, per facilitare con il tempo la rotazione delle risorse del gruppo. Probabilmente queste tipologie di campi non coinvolgono grandi numeri di persone, ma trovano l’interesse attento di piccoli gruppi di partecipanti che stanno decidendo di impegnarsi o sono già attivi verso questi temi. Può diventare quindi una risorsa molto interessante sia per lo scambio reciproco che per la stessa vitalità di altri punti pace che del movimento stesso di Pax Christi.

Due campi ovviamente sono un percorso brevissimo e non sappiamo se l’iniziativa avrà un futuro solido, ma da queste piccole esperienze si ha anche l’impressione che qualche partecipante potrebbe essere interessato a continuare un discorso di formazione e diventare lui stesso formatore di Pax Christi, in altri campi che il movimento magari propone. Chiaramente noi non siamo in grado di dare uno sviluppo simile, ma magari, se qualche altro Punto Pace ha idea di realizzare dei campi estivi, forse con il tempo si potrebbe verificare se è possibile un coordinamento delle attività per dare soprattutto corpo ad un percorso formativo a quei partecipanti che avrebbero voglia di provare a diventare loro stessi formatori.

Oltretutto questa può essere un'altra strada da affiancare a quelle già esistenti per aumentare la varie opportunità di aiutare, chi incomincia coltivare una simpatia per Pax Christi, a non lasciare perdere un occasione di approfondire e conoscere meglio la possibilità di farsi coinvolgere in modo più attivo nel movimento.
                                                                                                                                 Paolo

 

Il nostro campo "Vangelo e nonviolenza "

Dal 25 agosto al 2 settembre 2000 il nostro gruppo di Pax Christi Bologna ha organizzato e partecipato un campo che aveva per titolo " Vangelo e nonviolenza " ,che si è svolto a Monzuno terra quanto mai propizia ad un’iniziativa del genere considerato che don Marco Pieri è parroco lì e considerata la vicinanza al parco storico di Montesole .

Il progetto del campo era ambizioso : affrontare , usando il metodo training , le basi della nonviolenza facendo riferimento a vari autori come Gandhi, King, Capitini, Lanza del Vasto, Tolstoj ecc. ; misurarsi poi con Gene Sharp e i suoi studi sulla gestione nonviolenta del conflitto internazionale ; per finire alla gestione nonviolenta del conflitto interpersonale di Pat Patfoort. Tutto ciò senza dimenticare il luogo in cui eravamo : Montesole che ci ha offerto la possibilità di conoscere e confrontarci con la memoria di eccidi perpetrati durante la 2^ guerra mondiale, di meditare ciò e di rapportarlo con il nostro cammino sperimentale della nonviolenza.

Questa è la descrizione per sommi capi del nostro campo, vorrei però soffermarmi su alcune caratteristiche fondamentali che l’hanno caratterizzato e ne hanno fatto un’esperienza unica :

  • i partecipanti, pochi ma fortemente motivati, alcuni con un notevole vissuto nel campo della nonviolenza , tutti comunque generosi e collaborativi , un vero regalo!
  • i sacerdoti, il già citato don Marco che ha guidato anche la giornata di deserto a Montesole; padre Gianluca scj che ci ha guidati in una lavanda dei piedi orante molto speciale; fratel Benedetto monaco della Piccola Famiglia dell’Annunziata che è presenza viva ed incessantemente orante nel parco di Montesole a testimonianza che in un luogo di morte può rinascere la vita, fratel Benedetto ci ha parlato del Silenzio, quello con la S maiuscola; don Cova che ci ha guidato nel parco di Montesole, lui che è referente dell’associazione "Terra Memoria e Pace " ci ha reso più comprensibili sentimenti ed equilibri legati a questo luogo che ha visto tanta violenza; don Tonio, da grande comunicatore qual è ci ha condotti nell’analisi del caso di obiezione di coscienza Jagerstatter ed infine in questo gruppo vorrei citare anche Martina della Compagnia Missionaria che ci ha portato per mano nelle preghiere mattutine e serali con grande sensibilità e propositività.
  • I trainers, che con pazienza hanno condotto ognuno e ciascuno durante questo cammino- studio della nonviolenza cercando di essere attenti alle capacità, ai desideri di tutti, pronti a modificare a seconda delle esigenze l’attività proposta.
  • Gli "aiuti " , persone generose che si sono prestate per la parte pratica ed esterna del campo (cucina, spesa, fotocopie ecc.) e che sono state una presenza silenziosa ma preziosa.

Vorrei sottolineare infine, il metodo usato quello training che pur nella sua lentezza ci ha permesso di estrapolare ed elaborare singolarmente e collettivamente i contenuti, permettendoci così di sperimentare in prima persona le teorie e le pratiche della nonviolenza e di rapportarle ognuno con la sua vita .

Il proverbio dice : " non c’è due senza tre " chissà se , vista la duplice esperienza positiva, il prossimo anno… repetita iuvant !
                                                                                                                                                               
Alessandra

 

Dal 25 Agosto al 2 Settembre di quest’anno si è svolto a Monzuno, nel cuore dell’Appennino bolognese, il campo di lavoro "Vangelo e Nonviolenza", organizzato dal gruppo di Pax Christi – Punto Pace di Bologna, a cui hanno partecipato circa 15 persone provenienti da tutta Italia.

La proposta di percorso – che è stata diligentemente seguita, nonostante i ritmi di lavoro solo eufemisticamente definibili "serrati" – è partita da un lavoro di (ri)scoperta delle basi morali, ideali e storiche della Nonviolenza, attraverso la lettura e il commento di testi di alcuni tra i padri e più accesi seguaci della Nonviolenza (Gandhi, M.L. King, J. Goss, H. Mayr, Lanza del Vasto, A. Capitini, J. M. Muller, solo per fare alcuni nomi).

Abbiamo proseguito affrontando il tema dei conflitti internazionali e delle strategie di azione nonviolenta, seguendo (e integrando con commenti ed attualizzazioni) il modello teorico offerto da Gene Sharp nel suo storico libro "Politica dell’azione nonviolenta" (Edizioni Gruppo Abele).

Negli ultimi giorni, infine, ci siamo concentrati sui conflitti interpersonali, quelli con cui ci scontriamo tutti i giorni, quelli che fanno parte naturale e integrante della nostra vita di esseri sociali e che spesso troviamo difficile gestire e risolvere in maniera creativa e positiva: in un modo, cioè, dove non ci sia nessuno che "vince o perde", ma dove tutte le parti coinvolte sentono di essere di fronte ad un’occasione di crescita. Il testo di riferimento è stato "Costruire la nonviolenza" di Pat Patfoort (Ediz. La Meridiana).

Poiché, come dice Gandhi, "il fine è nei mezzi come l’albero è nei semi", abbiamo scelto di lavorare seguendo il metodo training, cioè in modo partecipato ed attivo, facendo circolare le competenze presenti nel gruppo, attraverso simulazioni, esercizi di facilitazione della comunicazione, riflessioni in piccoli gruppi, così che ciascuno/a si sentisse soggetto attivo e non meramente passivo del processo di apprendimento.

Ogni sera era previsto un momento di preghiera e di riflessione spirituale, nella consapevolezza che Gesù con la sua Buona Novella è stato il primo a parlarci di Nonviolenza nel Discorso della Montagna, nell’invito ad amare e a perdonare i nostri nemici e con l’esempio della Sua vita stessa.

I momenti che in assoluto ho preferito, però, sono state le due giornate - una di visita guidata e una di ritiro- passate a Monte Sole (non lontano da Monzuno), dove tra il settembre e l’ottobre del 1944 ebbe luogo un agghiacciante eccidio di donne, anziani e bambini - più noto come la strage di Marzabotto - ad opera di una squadra di SS mandata in quelle zone della "Linea gotica" per reprimere, con ogni mezzo, la resistenza partigiana. Quasi ottocento furono le vittime innocenti e assolutamente inermi, compresi quattro sacerdoti che rappresentavano le guide non solo spirituali ma soprattutto umane di quelle piccole comunità montane. Uno di loro, solo per fare un esempio, Don Ubaldo Marchioni, fu ucciso dai tedeschi sull’altare della chiesa di Casaglia dove si era rifugiato a pregare insieme ai propri fedeli, i quali, poi, furono trasportati nel vicino cimitero e quindi fucilati. Ora nel cimitero di Casaglia riposa la salma di Don Giuseppe Dossetti, la cui Comunità di monaci è insediata a poca distanza.

Oggi, dopo le distruzioni della guerra, la zona di Monte Sole è disabitata ("deantropizzata", a voler usare una parola difficile) ed è stata trasformata in un parco storico, dove è possibile ripercorrere i luoghi della memoria che con il suo denso e significativo silenzio chiede di essere ascoltata e meditata. Per questo motivo abbiamo svolto a Monte Sole una giornata di deserto, per riflettere vicino a quei luoghi-simbolo della violenza e della (dis)umanità della guerra sul senso del perdono, della nonviolenza, del silenzio. Molte sono le riflessioni emerse e condivise, difficili da riportare. Mi limiterò a citare alcune delle parole di Etty Hillesum- una ragazza olandese morta ad Auschwitz e che ha scritto un meraviglioso Diario- che mi hanno accompagnata a Monte Sole:

"Il marciume che c’è negli altri c’è anche in noi(...)e non vedo nessun’altra soluzione(...)che quella di raccoglierci in noi stessi e di strappar via il nostro marciume. Non credo più che si possa migliorare qualcosa nel mondo esterno senza aver prima fatto la nostra parte dentro di noi" ;

"Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo" (Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi).

Queste parole, pronunciate da chi ha subito veramente la persecuzione e la violenza fisica e morale, credo si accompagnino perfettamente a questa famosa e straordinaria preghiera di anonimo trovata nel campo di sterminio di Ravensbruck:

"Signore, ricordati non solo degli uomini di buona volontà, ma anche di quelli che hanno cattiva volontà. Non ricordarti di tutte le sofferenze che ci hanno inflitto, ma ricordati dei frutti che noi abbiamo portato grazie alla nostra sofferenza. In questa sofferenza estrema di questo campo noi abbiamo portato frutti di fraternità, lealtà, umiltà, coraggio, generosità, grandezza di cuore, che sono fioriti qui da ciò che noi abbiamo sofferto. E quando questi uomini, nostri nemici e aguzzini, giungeranno al Giudizio, fa’ che tutti questi frutti che abbiamo fatto nascere siano per loro perdono. Amen".

Agli organizzatori e ai trainers del campo "Vangelo e Nonviolenza" un GRAZIE e un arrivederci. A tutti gli "amici della nonviolenza" o aspiranti tali, l’invito a vivere l’anno prossimo quest’esperienza.
                                                                        Elena (di Milano), una partecipante al campo.

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