I relatori e i partecipanti al Convegno
"«PER UNA DIFESA SENZA LE ARMI» proposte
politiche-economiche" tenutosi a Bologna il 27 ottobre
scorso, organizzato dal punto pace Bologna di Pax Christi
Italia e dal G.A.V.C.I. hanno deliberato la seguente
Mozione Finale
I
partecipanti al convegno del 27/10/12 ‘Per una difesa senza
le armi’, promosso da Pax Christi Bologna e GAVCI, vedono
due segni dei tempi:
1) la
prossima giornata mondiale per la pace che è intitolata ai
Beati i costruttori di Pace, cioè alla beatitudine più forte
sul tema della pace, la più precisa indicazione evangelica.
2)
l'invio della missione di alti prelati guidati da Mons.
Bertone in Siria per aprire nuove possibilità di pace in una
guerra dalle molte fazioni internazionali e nazionali.
Vediamo
in questi segni la volontà della comunità ecclesiale
cattolica di tornare ad impegnarsi fortemente sul tema della
pace, quale tema che caratterizza l'impegno profetico del
cristiano che non delega tutti i conflitti alle istituzioni,
ma sa entrarci per contribuire con la nonviolenza alle loro
soluzioni positive.
La
missione programmata per questi giorni è stata poi rinviata;
ma testimonia la volontà della Chiesa di impegnarsi in una
politica di pace al di là dei canali ufficiali della vie
diplomatiche; proprio quell'impegno che ormai in Italia si è
radicato in attività continuative di interposizione
nonviolenta nelle aree di crisi internazionale.
Incoraggiati da tale volontà di impegno ecclesiale alla
pace, noi, partecipanti al convegno:
---
chiediamo al Magistero della Chiesa una dichiarazione
esplicita e formale che chiuda in modo definitivo con la
dottrina della guerra giusta; se infatti il Concilio
Vaticano II ha intenzionalmente fatto cadere quella
tradizionale dottrina, successivamente il Catechismo della
Chiesa cattolica ne ha riproposto la validità, elencando le
condizioni che ancora giustificherebbero una legittima
difesa con la forza miliare. Di fronte a tale
contraddizione, chiediamo dunque al Magistero che riveda
radicalmente l’articolo 2309 del Catechismo.
---
chiediamo una revisione della attuale figura del cappellano
militare, affinché torni ad essere come fu Papa Giovanni, al
servizio esclusivo della truppa come semplice Miles
Christi (2Tm 2,3) invece che come "Miles (ufficiali
graduati) di una nazione sola", e che torni ad essere
sacerdote diocesano assieme agli altri, dedicandosi magari
anche ai giovani in servizio civile che, per legge, hanno
come prima finalità "il concorrere alla difesa della Patria
con mezzi ed attività non militari".
--- auspichiamo
che, in accordo all'invito della commissione mondiale
Justitia et Pax dei francescani, anche le Pontificie
Università di Roma istituiscano corsi per la Pace
(corsi che, nelle Università cattoliche all'estero, sono già
numerosi);
---
chiediamo alla CEI di continuare a versare contributi alle
iniziative di interposizione nonviolenta all'estero, così
come è avvenuto dal 1999 verso le attività della Caritas in
questo senso, allargando il sostegno anche ad altre
associazioni cattoliche, che siano specifiche per questi
interventi;
---
auspichiamo che - come negli anni '80 è nato un movimento di
religiosi (laici) Beati costruttori di Pace che ha saputo
compiere interposizioni nonviolente nella guerra in
ex-Jugoslavia, come durante la guerra dell'Irak del 1992 il
salesiano Don Pratesi partecipò ai ‘Volontari nel Medio
Oriente’ e a Locri si interpose nei conflitti con la
'ndrangheta, come nel 2002 i Francescani della Chiesa della
Natività per due mesi resistettero all'assedio senza acqua e
cibi per voler difendere 200 palestinesi - così si formi un
gruppo di "Caschi Bianchi" religiosi che collabori con le
associazioni di interposizione, fino a comparteciparne le
iniziative, seguendo così l'esempio del vescovo di Pax
Christi, Don Tonino Bello, che nel 1992 lanciò e guidò la
missione dei 500 a Sarajevo.
---Ci
rivolgiamo poi ad ogni cattolico sensibile al tema della
pace, invitandolo a sollecitare ogni anno la CEI - anche con
semplice invio di lettera- affinché destini la sua opzione
dell’8 per mille a favore della difesa nonviolenta.
--- Ci
rivolgiamo infine al mondo della politica, esortando il
ministro Riccardi ad aprire l'albo degli obiettori e
obiettrici di
coscienza alla guerra a tutti coloro che ne facciano
richiesta, in modo da costituire il data base per
quelle attività contro la guerra attraverso l'impegno di
persone qualificate dalle loro motivazioni personali
riconosciute dallo Stato.
Bologna, 27 ottobre 2012 |