|
|
| Home
| Che cos'è Pax Christi
| Chi siamo
| don Tonino Bello
| Monte Sole
| Attività
| Appelli/Campagne
| Agenda pace
| I Link
| |
|
|
OTTOBRE 2000
"E'
molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è
molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo." Cosi dice Zorba " un gatto grande
nero e grosso" alla gabbianella.
Di solito aprivamo la nostra lettera ricordando sia le date più significative che hanno caratterizzato maggiormente i sentieri della pace, sia la nascita e morte di alcuni profeti che hanno solcato, le coscienze, il vivere e il pensare, di cristiani e non, rispetto temi inerenti la pace, la nonviolenza, la convivialità delle differenze; profeti che hanno agito, sperato, lottato, per una chiesa, in cammino come popolo di Dio, che si faceva sempre più carico delle Croci, che gravano sull'umanità, in particolare sui più oppressi. Non ce la siamo sentita di riproporre in questa lettera gli "anniversari di questi mesi". Il lavoro di tanti operatori di pace si è offuscato in questi mesi estivi. Diciamolo francamente, vi sono stati una serie di avvenimenti , una serie di "pugni allo stomaco" che ci hanno lasciati increduli. Per farci male, ma soprattutto per prenderne maggiore coscienza ve ne elenchiamo i maggiori: La beatifìcazione di PIO IX , che ai più è sembrata un'esplicita mossa per "equilibrare" e contenere il significato della beatifìcazione del padre del Concilio Vaticano II. Già negli anni passati fu posto il problema della beatifìcazione di PIO IX e numerosi studiosi di università ecclesiastiche, la sconsigliarono in ragione delle polemiche che avrebbe suscitato, e del risentimento della comunità ebraica. Significativo al riguardo il commento del gesuita p. Martina, per anni docente alla pontifìcia università Gregoriana di Roma e grande conoscitore di PIO IX, (a cui ha dedicato una monumentale opera di quasi 2000 pagine); "Con la beatificazione di questo papa è stata sconfìtta la linea ecclesiale più vicina al Concilio Vaticano II'' e "la beatificazione di PIO IX era appoggiata dalla destra conservatrice che voleva svalutare il Concilio Vaticano II e, al contrario, rivalutare il Concilio'' Vaticano I e, dal momento che non poteva chiedere la beatificazione di mons. Lefevbre, decise di puntare su PIO IX per raggiungere lo stesso scopo senza provocare troppe polemiche." Il documento " Dominus lesus", il documento del cardinale Ratzinger ribadisce alcune affermazioni storiche del1a Chiesa cattolica, ma il momento scelto per sottolinearle e il linguaggio adoperato sono parsi a molti osservatori un tentativo per rilanciare l'idea di una Chiesa cattolica come unico strumento di salvezza per l'uomo. Tanto più che, quasi contemporaneamente, il cardinale aveva inviato ai vescovi una lettera nella quale si invitava a non parlare più impropriamente di "Chiese sorelle" nel dialogo ecumenico, in quanto si tratterebbe in ogni caso di gruppi di cristiani che errano. Le altre Chiese cristiane si sono parecchio risentite dicendo, che un grave colpo al dialogo ecumenico era stato inferto. Una protesta, cui nei giorni successivi, è sembrato associarsi anche il cardinale Edward Cassidy, presidente del Pontificio consiglio l'unità dei cristiani, che aveva criticato i toni del documento di Ratzinger: "Noi - aveva detto - lo avremmo scritto differentemente". Il padre benedettino M. Barros ha così commentato il documento: "Nella Lettera che annunciava il Giubileo (Tertio millennio adveniente) il Papa sognava di giungere all'anno 2000 con passi decisivi e nuovi per l'unità delle Chiese. Questa Dichiarazione i11vece pare essere tm antidoto contro tale rischio. Il Papa desiderava convocare un incontro con tutti i credenti delle religioni abramiche. Questo testo ne impedirà la realizzazione per lungo tempo. Quando leggo in questa Dichiarazione che il valore del dialogo inter-religioso si risolve in una strategia per potenziare l'annuncio della dottrina cattolica, penso me il Documento contraddica decine di affermazioni del Papa e due documenti del Pontificio Consiglio per il Dialogo inter-religioso, uno dei quali citato nella Dichiarazione (nota 7). Pretendendo di assolutizzare ununica espressione di fede e identificando il Regno di Dio con la Chiesa Romana, invalida il Concilio Vaticano II, nonostante ne usi qualche espressione. Leggendo questo documento molti si chiederanno se il Decreto del Concilio sull'Ecumenismo (Unit3tls Redintegratio) e l'Enciclica del Papa Giovanni Paolo II Ut unum sint conservano ancora il loro valore. " La nota pastorale dell'Arcivescovo Biffi. Non commentiamo in questa sede la nota pastorale e le successive esternazioni dell'Arcivescovo, rimandiamo alla nota di Pax nazionale e alla nota pastorale del Card Martini (del 1990 ) circa il rapporto tra cattolicesimo e islam (pubblicate di seguito ). Due interessanti e significativi commenti sono pubblicati sull'ultimo numero di Mosaico di pace a firma di p. Alex Zanotelli e Mons. Bettazzi. Condividiamo quanto don Riboldi, vescovo di Acerra, ha detto al riguardo: " Ma stiamo scherzando? Se cominciamo a selezionare gli immigrati per religione. cosa faremo dopo: passeremo alla razza ° al colore della pelle? Francamente mi sembra una cosa priva di senso. E per di più. in netto contrasto con la linea di questo papato". Monsignor Antonio Riboldi, il vescovo delle battaglie in favore dei più deboli, fatica a credere che l'idea di favorire gli immigrati cattolici rispetto a quelli di fede musulmana rechi in calce la firma del cardinale Biffì. Anche se una spiegazione riesce a darsela. "Purtroppo. in alcuni settori del clero. s'è fatta strada la paura
dell'lslam. Ed il terrore. spesso. impedisce alla ragione di analizzare lucidamente le
cose. L 'Italia va incontro a ùn pluralismo di religioni. E' un fenomeno
inevitabile e riguarda l'Europa intera". E infatti, il più grande fans. del Cardinale è diventata la Lega Nord, ( della quale conosciamola tolleranza verso i diversi, negri, meridionali extracomunitari ) che ha, nei giorni scorsi, effettuato una manifestazione per impedire la costruzione, a Lodi, della moschea regolarmente autorizzata dal consiglio comunale. Per di più è stata effettuata una messa ( !!! ) in riparazione. Il vescovo locale non ha autorizzato nessun sacerdote locale a celebrare la messa dichiarando: " C'è la libertà religiosa e da parte ecclesiastica non vi sono difficoltà che i mussulmani abbiano la loro moschea" considerando un diritto la scelta dei mussuIrnani di venire in Italia a diffondere l'Islam " Così come noi abbiamo il diritto come cristiani di annunciare Cristo in tutto il mondo" ( repubblica 15 ottobre 2000). - Lattuale clima nella Chiesa Quello che più ci preoccupa è l'attuale clima di intransigenza e di mancanza di dialogo su questioni che non intaccano i pilastri fondamentali della nostra fede Così il card Biffi arriva a dire: "Più ancora, ho paura dell'insipienza di troppi cattolici. acculturati e loquaci". Così nel piccolo si arriva a dire: Tralasciamo quel povero prete. degno più che altro di pietà. che è corso in aiuto dei mussulmani d'ltalia. scomunicando addirittura il Cardinale Bffi. Ma cosa dire della Caritas nazionale. mostratasi incapace perfino di leggere per intero la Nota del Vescovo? O di Pax Christi ( povero Cristo! ). che ha preteso di dare al Cardinale sgangherate lezioni di vangelo. Che cosa dire di un segretario di un partito sedicente erede di don Sturzo. che ha dichiarato: "Questa volta Biffì l'ha fatta grossa!". Ma Il Cardinale lo aveva previsto. quando in conferenza stampa ha detto che lo scontro sarà non tra I'islam ed il Cattolicesimo. ma tra I'lslam e il niente: perchè se la Chiesa è indefettibile. come Cristo che ne è il Capo. i cattolici Si stanno mostrando ampiamente. ripetutamente. vilmente defettibili (M. Zanini). Nel macro si arriva a deridere l'incontro della rete di Lilliput a Massa comparso su Avvenire del 8 ottobre " Il primo sconcerto viene infatti dal tono arrogante e beffardo con cui il giornalista tratta delle persone che si stanno impegnando per cercare vie di sviluppo alternativo ad un sistema economico che miete milioni di vittime in tutto il mondo....../1 secondo sconcerto mi viene dall'etichetta di "sinistra" dato a quanti non sposano questo sistema genocida " ( don Alberto responsabile coordirnamento Nord di Pax Christi). ~ E si arriva così, alla vicende di "Segno sette" settimanale di Azione Cattolica. Sono stati rimossi, il direttore e il caporedattore, nonchè un monsignore ottantenne che faceva il "censore" della rivista. Le loro colpe : un servizio fàvorevole al dialogo con l'lslam, un'intervista allo storico A. Melloni che per parlare bene di Giovanni XXIII, critica alcune prese di posizione dell'attuale pontifìcato e alcune considerazioni sull'ultimo documento della (Congregazione per la dottrina della fede). Da ciò, nasce la necessità di un impegno maggiore di tutti noi che crediamo in una Chiesa "non come museo da custodire ma giardino da coltivare " (papa Giovanni XXIII), i cui frutti siano la lotta contro la sofferenza, l'impegno di fraternità e pace, solidarietà con i crocifìssi del nostro tempo. Veniamo ora alle note positive: La beatificazione di Giovanni XXIII, ci riempe il cuore di gioia e risponde ad una
lunga speranza ed attesa. Poi il giubileo degli esclusi organizzato dai Missionari Comboniani. Abbiamo partecipato come gruppo, sia all'incontro con padre Alex Zanotelli che si è tenuto a San Lazzaro di Savena, sia agli incontri conclusivi che si sono tenuti a Verona al palazzo dello Sport. Siamo stati presenti in entrambi i casi con un banchetto, dove era possibile prendere visione di pubblicazioni inerenti l'educazione alla pace e le varie pubblicazioni di Pax.. L'incontro di Verona è stato particolarmente significativo per aver riportato alla ribalta una Chiesa che si preoccupa delle sorti degli oppressi, in sintonia con quanto "predicava " don Tonino Bello" Forse è giunto il momento di implorare il Signore perchè riconduca oggi i credenti a una nuova presa di coscienza che, cioè, l'ingiustizia contro i poveri, le emarginazioni razziali, la difesa dei privilegi dei popoli ricchi, il mantenimento di schemi che distribuiscono gli uomini in categorie egemoni e in categorie subalterne... sono le vere eresie di un "subordinazianesimo" che oggi tutti siamo chiamati a combattere." E' stato entusiasmante vedere un intero ordine religioso ( i comboniani) fermamente deciso su questo cammino. E poi l'accoppiata p. Alex e Beppe Grillo è stata fantastica. Abbiamo condiviso e fatte nostre le dichiarazioni finali :'E ora tocca a noj"
e ci pare che l'impegno come gruppo e come singoli sia un'efficace risposta al modo
dilagante di essere cristiani annacquati. E ORA TOCCA A NOL.. Tocca a noi anzitutto sviluppare una spiritualità giubilare che affonda le sue radici nella tradizione biblica, ebraica e cristiana, tradizione che sta dalla parte degli esclusi perchè il Dio di Mosè, il Dio di Gesù, non è il Dio del faraone e dell'impero romano, ma è il Dio degli schiavi e dei crocifissi. Una spiritualità che si alimenta di contemplazione e di Parola. E nella contemplazione scopre e assume il Sogno di Dio, sogno di una economia e di una società alternative all'impero. Concretamente, ci impegniamo a dare tempo alla lettura e all ' ascolto della Parola, alla contemplazione, al silenzio, alla preghiera. Tocca a noi migliorare la nostra formazione con un impegno personale e comunitario, per conoscere e riflettere sulle situazioni del mondo e capirne i meccanismi e trovare modi di intervento per cambiarne la logica. Ci impegniamo a leggere strumenti di informazione alternativa, ( es.come Mosaico di Pace), e a prendere sul serio campagne di sensibilizzazione. Ci impegniamo a resistere all'impero del denaro e del mercato, consumando solo lo stretto necessario (definito coi criteri dei poveri), sia nel mangiare, sia nel vestire, sia nel viaggiare, Coltivando la cultura del limite nell'uso delle cose e della sobrietà, adottando la metodologia dei bilanci di giustizia e usando preferibilmente i prodotti del commercio equo e solidale Ci impegniamo a consumare in modo critico, rifiutando di essere complici di ogni sfruttamento dell'uomo, della donna e dei bambini. Ci impegniamo a guadagnare il nostro denaro onestamente, fuggendo ogni tipo di speculazione finanziaria. Ci impegniamo a non accumulare, dando ai poveri ciò che supera lo stretto necessario. Ci impegniamo a investire saggiamente i nostri risparmi, impedendo che servano a produrre armi e altri fattori negativi per la vita dell'umanità; per questo mettiamo i nostri risparmi nella Banca Etica o comunque in circuiti trasparenti e puliti. Ci impegniamo a far conoscere queste realtà nel nostro ambiente, ad amici e conoscenti. Ci impegniamo a riconoscere e promuovere la dignità di ogni uomo e di ogni donna; noi vogliamo osare I'accoglienza: per questo collaboriamo perchè gli immigrati abbiano lavoro e casa - non solo lavoro, ma lavoro e casa, perchè possano vivere una vita normale Ci impegniamo a promuovere la pace sempre e ovunque, ad essere sentinelle attente e pronte a gridare contro ogni ingiustizia, a denunciare con forza il delitto continuo delle guerre volutamente dimenticate dalle grandi agenzie di informazione che sono nelle mani dell'impero. Un mezzo concreto di pressione è oggi la Campagna Break the silence. Ci impegniamo perchè la chiesa italiana assuma come istanza propria la nonviolenza attiva Ci impegniamo a lottare contro una politica che rende i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, non solo nel nostro paese, ma in tutto il mondo; vogliamo invece una politica attenta alle fasce più deboli e impegnata in relazioni internazionali tese a creare un mondo solidale, dove i beni sono distribuiti equamente. Diciamo no ad una politica che è a servizio di un'economia di sfruttamento che arricchisce solo i ricchi Concretamente ci impegniamo a chiedere ai candidati alle elezioni, politiche o amministrative, cosa intendano fare riguardo a problemi come le povertà, le nuove schiavitù, le relazioni con i paesi impoveriti, l'economia liberista.. E ci impegniamo a rifiutare il nostro voto a candidati che propongono una politica che continua a favorire i ricchi e a impoverire i poveri, in Italia come nel resto del mondo. Ci impegniamo a collaborare sul territorio con tutte le realtà cristiane e laiche che condividono gli stessi ideali, lo stesso Sogno di Dio per un mondo più bello e fraterno Ci impegniamo a dare la nostra adesione alla rete locale di Lilliput Noi non ci rassegniamo a questa situazione del mondo: resisteremo e lotteremo insieme. Noi resteremo uniti: isolati, saremo presto assorbiti dall'impero che continua a divorare i poveri, anzi rischiamo di diventarne complici. Insieme saremo forti e riusciremo a produrre qualche crepa nell'edificio dell'impero che oggi appare solido e vincente. Per restare uniti siamo pronti ad usare ogni mezzo, anche le moderne tecnologie informatiche. Noi continueremo a riunirci per aiutarci a conoscere, a riflettere e ad agire come veri discepoli di Gesù Cristo affinchè tutti siano riconosciuti figli dello stesso Padre chiamati a vivere da fratelli. Solo allora sarà festa! Solo allora sarà giubileo degli oppressi e millennio senza esclusi.
Veniamo ora ai prossimi appuntamenti. Innanzitutto la ormai tradizionale veglia in ricordo dell' incontro interreligioso di Assisi del 1986 Anche questo è un momento per riaffermare il nostro desiderio di dialogo.!!!!! Ouindi ci vediamo tutti : Domenica 29 ottobre ore 20, 45 Basilica di s. Francesco " Pace è il nome di Dio" Incontro di preghiera ecumenico L'iniziativa è in collaborazione con il S.AE. e il gruppo di Taizè Diffondete l'iniziativa.
"Voi non vi rassegnerete" Nell'anno del Giubileo gli obiettori di coscienza s'incontrano per riflettere e pregare per la pace Borgo San Lorenzo - Barbiana (FI) Sabato 4 novembre 2000 Pax Christi Italia in collaborazione con la Lega Obiettori di Coscienza e l'Associazione Obiettori Nonviolenti invita tutti gli obiettori di coscienza (in attesa, in servizio, in congedo) ma anche quanti e quante condividono i valori della nonviolenza, del rifiuto delle armi e della solidarietà a un incontro nazionale. Luogo significativo d'incontro è Barbiana, per una sorta di "pellegrinaggio" alle radici dell'obiezione di coscienza, della sua storia italiana e dei suoi fondamenti validi ancora oggi. Insieme a tanti ospiti e testimoni che hanno segnato la strada dell'affermazione del diritto all'obiezione e della nonviolenza avremo momenti di festa, di riflessione e di preghiera. Informazioni: Pax Christi Italia 0803953507 paxchristi@tiscalinet.it Il programma di massima prevede il raduno a Borgo San Lorenzo (arrivi ore 8.30-9.30 presso l'auditorium del Liceo) dove si terrà il primo momento della giornata con riflessioni, testimonianze e musica. Dopo il pranzo al sacco, è previsto lo spostamento a Barbiana, per un pellegrinaggio a piedi con sosta e visita. Ritorno a Borgo e (ore 17.00-18.00) Veglia di preghiera conclusiva nella Pieve. Nei prossimi giorni verranno fornite notizie più dettagliate sia sul programma della giornata sia sulla possibilità di pernottare in loco (sistemazione in sacco a pelo) la notte di venerdì 3 e/o la notte di sabato 4.
Avremo inoltre un momento di festa e di riflessione parlando di Mosaico di pace .....ci potrebbero essere delle variazioni di programma telefonateci A presto.... lungo i sentieri della pace Se vi venisse la "stravagante" idea di incontrarci noi ci troviamo il secondo e il quarto giovedì di ogni mese presso lo Studentato delle Missioni v. S. Vincenzi 45 e precisamente nei giorni. 9 novembre 23 novembre 14 dicembre
IL NOSTRO CAMPO "VANGELO E NONVIOLENZA" Dal 25 agosto al 2 settembre 2000 il nostro gruppo di Pax Christi Bologna ha organizzato e partecipato un campo che aveva per titolo " Vangelo e nonviolenza " ,che si è svolto a Monzuno terra quanto mai propizia ad uniniziativa del genere considerato che don Marco Pieri è parroco lì e considerata la vicinanza al parco storico di Montesole . Il progetto del campo era ambizioso : affrontare , usando il metodo training , le basi della nonviolenza facendo riferimento a vari autori come Gandhi, King, Capitini, Lanza del Vasto, Tolstoj ecc. ; misurarsi poi con Gene Sharp e i suoi studi sulla gestione nonviolenta del conflitto internazionale ; per finire alla gestione nonviolenta del conflitto interpersonale di Pat Patfoort. Tutto ciò senza dimenticare il luogo in cui eravamo : Montesole che ci ha offerto la possibilità di conoscere e confrontarci con la memoria di eccidi perpetrati durante la 2^ guerra mondiale, di meditare ciò e di rapportarlo con il nostro cammino sperimentale della nonviolenza. Questa è la descrizione per sommi capi del nostro campo, vorrei però soffermarmi su alcune caratteristiche fondamentali che lhanno caratterizzato e ne hanno fatto unesperienza unica :
Vorrei sottolineare infine, il metodo usato quello training che pur nella sua lentezza ci ha permesso di estrapolare ed elaborare singolarmente e collettivamente i contenuti , permettendoci così di sperimentare in prima persona le teorie e le pratiche della nonviolenza e di rapportarle ognuno con la sua vita . Il proverbio dice : " non cè due senza tre " chissà se , vista la
duplice esperienza positiva, il prossimo anno
repetita iuvant !
Vorremmo creare a Bologna la rete di Lilliput Come primo passo con i nostri poveri strumenti (la nostra lettera) Diffondere le iniziative di altri gruppi che si occupano di pace e solidarietà E un invito a queste associazioni a mettersi in rete
Centro Documentazione Mondialità - Centro Poggeschi promuovono il XII Seminario di educazione .alla mondialità UOMO chi AMA TERRA Quale futuro sostenibile per il pianeta Terra ? martedì 24 ottobre quale giustizia fra l'uomo e l'ambiente? Risponde un teologo Enrico Chiavacci (teologo) martedì 31 ottobre C'è un'economia per l' ecoterra Andrea Trevisani (economista} martedì 7 novembre La terra ha la febbre. Il bollettino della sua salute. anno 2000 Gianfranco Bologna (segretario generale WWF - ltalia} martedì 14 novembre ... Si può ancora curare... Nuovi stili di vita Luca Cremonini (Bilanci di giustizia) - Francesco Dradi martedì 21 novembre 'Oro blu'; I'acqua un diritto di tutti ? Giuliana Martirani (docente in geografia - Università. di Napoli) martedì 28 novembre Alexander Langer: un testimone. due voci Grazia Francescato (portavoce Verdi) Roberto DallOlio (autore di "Entro il limite. La resistenza mite in A/ex Langer) Tutti gli incontri si svolgeranno a partire dalle ore 18 presso il Centro Poggeschi
Ultim'ora!!!! Siamo nella gioia insieme a Maurizio e Alessandra
Una domenica insieme diventa occasione per un momento di riflessione sul nostro essere gruppo Cinque anni fa rinasceva a Bologna l'attuale gruppo di Pax Chirsti. E' stato un incontro anche un po' casuale di persone provenienti da esperienze diverse, ma con un desiderio comune: quello di impegnarsi per una maggiore coscienza attiva verso una decisa e consapevole scelta di pace. Di cammino insieme ne abbiamo fatto e stiamo continuando a farne. Probabilmente se potessimo rivedere il "filmino" dei primi incontri del '95, ci accorgeremo che le idee che ognuno di noi aveva di come sviluppare il gruppo neo-nato, sono diverse dalla cose effettivamente fatte. E' la forza viva di un gruppo che riesce a crescere con una rielaborazione comune. Una tappa che stiamo sviluppando e che ci sta portando a nuovi stimoli, è il campo estivo su Vangelo e Nonviolenza. I contenuti del campo sono sviluppati su 3 livelli di analisi della nonviolenza: la nv e le basi morali, la nv e il cft internazionale, la nv e il cft interpersonale. Insieme a questi 3 livelli ce ne sono altri due che hanno il compito di intessere meglio la riflessione sulla relazione tra Vangelo e Nonviolenza: Monte Sole e l'icona della Trinità. La visita di domenica 18 giugno è stata pensata soprattutto per darci la possibilità di capire meglio questa realtà. Abbiamo chiesto a don Gianni Cova ( dell ' ass. "terra, memoria e pace") di farci da guida. Ci siamo trovati su a Monte Sole e con qualche disguido su auto "seminate" e perse lungo la strada (cè chi andava troppo veloce!), sul punto di ritrovo, ci siamo ritrovati in un piccolo gruppetto che andava da Domodossola fino a Faenza. Con noi c'erano appunto altri amici, che provenivano da fuori Bologna. Abbiamo visitato S.Martino, e Casaglia, poi qualcuno nel pomeriggio si è "avventurato" chi verso la cima di Monte Sole e Caprara e chi all'oratorio di Cerpiano. Si respira un'aria particolare lungo i sentieri di Monte Sole. E' strano come quei luoghi parlino con il silenzio, come riescono a gelarti con la sola lettura ad esempio di una lapide posta in ricordo di un determinato fatto di quella lontana barbarie del sett. del '44. Sono luoghi particolari che ti catturano... Una persona magari sale su quei monti per fare un giro in muontan-bike, ma non riesce a scendere senza chiedersi almeno per un attimo: "Perche?". Noi ci stiamo avvicinando ai quei luoghi per capire meglio che cosa è successo e avere appunto così anche qualche elemento in più per quel campo, su Vangelo e Nonviolenza, che vorremmo che diventasse un appuntamento fisso di ogni estate. Stiamo a ns modo facendo un giro in muontan-bike, ma ogni volta che ritorniamo a valle ci segue sempre con più insistenza il grido del silenzio di quella gente che ha lasciato la propria esistenza in quei luoghi: "Perche?" . A don Gianni Cova abbiamo chiesto di spiegarci un po' gli eventi della strage, ma anche lui si sofferma poco sui fatti storici e preferisce scambiare due chiacchere sulla memoria. Sembra quasi che voglia seguire il silenzio dei ruderi, che hanno la capacità di non parlare dei fatti, ma di farci nascere del domande infinite: tra la giustizia e l'ingiustizia, tra la libertà e l'oppressione, tra il coraggio e la codardia, tra la vita e la morte, tra l'amore e l'odio, tra il perdono e la vendetta, tra la riconciliazione e la violenza... tra il Vangelo e la Nonviolenza... Don Gianni ci spiega che questi luoghi non sono mai più stati abitati dopo il' 44, a differenza di altri posti, sparsi per l'ltalia, dove hanno conosciuto le stesse tragiche stragi. Ci racconta anche il lento processo di come le istituzioni, la chiesa, le varie associazioni, la gente, ha mutato il proprio sguardo nei confronti di Monte Sole. La consapevolezza del parco, come si presenta ora, non è la risposta che si è voluta dare negli anni successivi alla strage. C'è stato un lento percorso di autocoscienza che tuttora sta facendo i suoi passi con l'evolversi della ns attuale storia di vita. Con quest'ultimo passaggio don Gianni ci saluta, quasi a volerci lasciare dei nuovi spunti per la discesa con la "Mountan-bike". Ma l'attenzione attuale della storia che stiamo vivendo com'è sensibile verso i fatti accaduti nella seconda guerra mondiale e soprattutto qual e la sensibilità attuale delle istituzioni, della chiesa, del mondo dell'associazionismo, della gente sui fatti di Monte Sole? C'è un senso diffuso di ricordo per stare allerta che non accada mai più? O c'è la vivacità di creare dalla memoria nuovi sviluppi di semi di pace? Oppure c'è il desiderio di lasciar riposare ciò che è stato, perchè ormai di tempo n'è passato. . . ? Sono tre possibili scenari del futuro di Monte Sole. . . e noi come gruppo di Pax Christi come ci poniamo di fronte a queste possibilità? (Pax Christi è nato dalla volontà di internati francesi e tedeschi in un campo di concentramento della Il guerra mondiale ). Vogliamo e dobbiamo interessarci maggiormente a Monte Sole? Quale potrebbe essere il ns impegno, tenendo conto delle poche possibilità che abbiamo? Anche questo è un percorso che stiamo facendo vedremo dove ci porterà. . . intanto scendiamo a valle. Ritorniamo in città con la domanda "perche?"... Queste montagne portano i segreti di fatti che non verranno mai raccontati, perchè si sono persi nel tempo e la storia ufficiale non ha trovato posto per raccontarli. Queste montagne non di più di sessanta anni fa hanno visto gli orrori di eserciti contrapposti da una linea gotica. Queste montagne hanno assistito alla scelta di alcuni di vivere in clandestinità e combattere per la "libertà". Queste montagne hanno ascoltato le parole di timori, paure, angosce, sofferenze, speranze, di gente che viveva nella zona della linea gotica e che diveniva per loro, a secondo degli eventi, una linea sottile tra la vita e la morte. Forse ci sono stati anche tanti gesti di amore (in un contesto così pieno di orrore) che non verranno mai ricordati nella ns. storia scritta, ma rimarranno un segreto tra le persone che l'hanno condiviso e la natura circostante. . . Paolo Sulla Nota pastorale del card. Biffi 17 settembre 2000 II Consiglio Nazionale di Pax Christi, riunitosi a Firenze nei giorni 16 e 17 settembre, non ha potuto fare a meno di soffermarsi sulla recente Nota pastorale dè1 card. Biffi e sul dibattito che si è sviluppato sulla stampa. Sentiamo di esprimere la nostra totale adesione alle affermazioni che evidenziano il primato dell'evangelizzazione. Crediamo anche noi che l'annuncio del Vangelo è il compito primario di ogni cristiano. Lo stesso Maestro inviando i discepoli dice: " . . in qualunque casa entrate prima dite: Pace a questa casa" (Lc 10,5). Ci pare questo il nucleo essenziale dell'annuncio stesso. Annuncio vuoI dire donare la pace e, nella tradizione biblica: soccorrere l'orfano e la vedova oppure, come ricorda il Salmo 114: Il Signore libera i prigionieri, ( . . . ) ridona la vista ai ciechi, ( . . . ) rialza chi è caduto, ( . . . ) ama i giusti, ( . . . ) protegge lo straniero, Egli sostiene l'orfano e la vedova". La persona viene guardata con benevolenza da Dio soltanto per la sua condizione di ultimo. La Chiesa è chiamata al medesimo servizio gratuito e fraterno che non fa preferenze di persona se non in base alle necessità e alle urgenze e mai in riferimento alle appartenenze etniche, razziali e tantomeno religiose. La Chiesa in Italia ha già fatto una scelta chiara e definita a riguardo quando ha definito la sua missione pastorale "a partire dagli ultimi". Gesù stesso indica abbondantemente e con chiarezza la strada dell'essere vicini al lontano e al diverso. La samaritana, la donna cananea, l'adultera, i segni messianici della guarigione di sordi, ciechi e storpi, la parabola del buon samaritano... sono altrettante icone dell'universalità della missione del Cristo, Questo ha scandalizzato il potere religioso e politico di quell'epoca! La croce è stata innalzata per difendersi in modo intransigente e timoroso da Colui che non nasce nella città imperiale e muore fuori dalle mura di Gerusalemme. E' lo stesso atteggiamento di chi sente la presenza dei lontani e dei diversi come un attacco alla propria sicurezza sociale, economica, culturale... ed ora anche religiosa. Dovremmo scandalizzarci piuttosto per il fatto che tante sorelle e fratelli scappano da situazioni create dall'economia di ingiustizia di Paesi che pure si dicono immersi in una cultura cristiana. Sono gli stessi Paesi che occupano le prime posizioni nelle statistiche della vendita di armi nelle guerre combattute nei luoghi più poveri della terra. In conclusione come non ricordare le sofferte parole pronunciate da don Tonino Bello, presidente di Pax Christi, nel dicembre 1992 a Sarajevo - città non cattolica, ne santa ma città martire - : "La pace è la convivialità delle differenze". Questa è la sfida che ci sentiamo di proporre alle chiese e alla società italiane. Il consiglio nazionale di Pax Christi Italia Lettera aperta ai politici italiani L'Assemblea Nazionale di Pax Christi, riunita a Prato dal 6 al 9 Luglio, mi ha chiesto di richiamare la vostra attenzione su alcune preoccupazioni relative alla crescente ideologia militare e alla mancanza di tutela dei diritti civili delle persone più deboli.
l. La scelta operata in favore dell'esercito professionale, sempre ispirata al Nuovo Modello di Difesa, proprio "non ci piace", come sottolineato nel nostro precedente comunicato stampa del 15 giugno u.s. 2. Gli interventi "umanitari" o "missioni di pace" nelle zone di conflitto debbono essere condotti rigorosamente sotto la responsabilità dell'ONU. 3. La nostra Costituzione afferma che tutti i cìttadini sono uguali. Appare anticostituzionale la corsia preferenziale per l'impiego pubblico tra coloro che hanno svolto un periodo di ferma nell'esercito professionale. 4. L 'abolizione di fatto del servizio civile alternativo alla leva militare ci sembra in contrasto con quanto stabilito dalla Corte Costituzionale nel 1985 che riteneva tale servizio uno dei modi per compiere il sacro dovere di "servire la Patria". 5. L 'apertura del servizio militare anche alle donne non ci sembra affatto una conquista.
Alla luce di quanto scritto nel documento dei Vescovi italiani "Educare alla legalità" del 1991, "È un appello a riflettere non tanto su come gli altri rispettano il principio di legalità, quanto su come noi cristiani e cittadini lo viviamo, in ordine a sviluppare una rinnovata cultura della norma", siamo preoccupati per alcuni segnali che emergono nell'attuale contesto sociale e politico del nostro Paese. La legittima preoccupazione per la sicurezza dei cittadini apre però la strada all'introduzione di norme repressive in contrasto con la Costituzione e la Dichiarazione dei Diritti Umani. Pensiamo ad. esempio all'espulsione automatica degli immigrati che commettono reati; alla persistente confusione delle norme per il rilascio dei permessi di soggiorno e ai tempi di attesa per il rinnovo; all 'incapacità di trovare soluzioni per il recupero delle persone carcerate. Un ordinamento clemente verso i reati commessi dai ricchi e persecutorio verso i reati commessi dai poveri e dalla gente comune, facilita la degenerazione di uno stato di diritto in stato di polizia. Conforme alla sua tradizione di denuncia e di impegno a favore dei diritti umani (vedi Vietnam, Cile, Argentina, Centro America, Sud Africa, Sudan, Kossovo, Cecenia, . . . ) Pax Christi richiama l'attenzione dei responsabili della politica e l' opinione pubblica sui pericoli di involuzione del vivere civile che sono in atto oggi in Italia, che porta preoccupanti fenomeni di intolleranza, razzismo e risorgente nazionalismo. La vera sicurezza ed il reale progresso della nostra nazione si otterranno solo con il doveroso rispetto della dignità e dei diritti fondamentali di ogni persona di qualsiasi condizione, nazionalità o co1ore della pelle Mons. Diego Dona presidente
Riportiamo qui di seguito, (per non appesantire la lettera, estrapoliamo solo una parte del Discorso del Card. Carlo Maria Martini alla Chiesa ed alla Città di Milano, nella vigilia della festa di sant'Ambrogio, il 6 dicembre 1990) le parole del Card. Martini che, ci pare dia una corretta ed evangehca interpretazione all'accoglienza del diverso: "Quale dialogo è possibile oggi (con l'islam n.d.r.) quale deve essere l'atteggiamento della nostra Chiesa a questo proposito? Mi pare opportuna una distinzione tra dialogo interreligioso in generale e dialogo tra singoli credenti. Il primo è quello che si svolge a livelli più ufficiali, tra rappresentanti religiosi di ambo le parti. Esso ha le sue regole indicate nel Vaticano Il e poi in documenti come le norme edite dal Segretariato per il Dialogo Interreligioso (in particolare L 'atteggiamento della Chiesa di fronte ai seguaci di altre religioni, 1984). Da noi a Mi!ano esiste la Commissione.diocesana per l'Ecumenismo e il dialogo; in questo senso lavora anche la Segreteria per gli Esteri ed è stato creato recentemente un Centro Ambrosiano di Documentazione per le Religioni, con attenzione speciale per il mondo mussulmano. Sono pure da menzionare le presenze di istituti missionari come il PIME che hanno ormai una lunga tradizione di conoscenza e di dialogo con queste realtà. Tale dialogo è riservato piuttosto ai competenti. Vorrei spendere una parola per quel dialogo che si svolge a livello quotidiano a contatto con i musulmani che incontriamo oggi sempre più frequentemente. Va tenuto presente il fatto che non sempre la singola persona incarna e rappresenta tutte le caratteristiche che astrattamente designano un credente di quella religione. Come avviene per i cristiani, così anche per i musulmani non tutti aderiscono in pratica e con piena coscienza ai precetti e alle dottrine prescritte e ciò probabilmente anche a causa dello scarso retroterra culturale di molti immigrati di recente. Il problema non è tanto di fare grandi discussioni teologiche, ma anzitutto di cercare di capire quali sono i valori che realmente una persona incarna nel suo vissuto per considerarli con attenzione e rispetto. Si potranno trovare, non di rado, molte più consonanze pratiche di quanto non avvenga in una disputa teologica. Ciò vale soprattutto per i valori vissuti della giustizia e della solidarietà. Tuttavia questa considerazione individuale deve sempre tener conto delle dinamiche di gruppo. Infatti l'islam non è solo fede personale, bensì realtà comunitaria molto compatta e una parola d'ordine lanciata da qualche voce autorevole al momento opportuno può ricompattare e ricondurre a unità serrata anche i soggettivismi o i sincretismi religiosi vissuti da un singolo individuo. Per quanto riguarda più in generale l'atteggiamento della nostra Chiesa e le attitudini che si raccomandano a tutti i nostri cristiani, vorrei richiamare brevemente l'attenzione su alcuni punti che derivano dai principi sopra esposti: l. Occorre accogliere motivando cristianamente il perchè della nostra accoglienza, dicendolo in una lingua "comprensibile", che è più spesso quella dei fatti e della carità, dando ai musulmani il senso dello spessore religioso che pervade la nostra accoglienza. 2. Occorre ricercare insieme un obiettivo comune di tolleranza e di mutua accettazione. Non mancano per questo i testi anche nel Corano. Dobbiamo sfatare a poco a poco il pregiudizio in essi radicato che i non musulmani sono di fatto non credenti. Solo quando ci riconosceremo nel comune solco della fede di Abramo potremo parlarci con più distensione, superando i pregiudizi. 3. Dobbiamo far cogliere loro che anche noi cristiani siamo critici verso il consumismo europeo, l'indifferentismo e il degrado morale che c'è tra noi; far vedere che prendiamo le distanze da tutto ciò. Data la loro abitudine a veder legate religione e società e anche in forza delle esperienze storiche delle crociate, essi tendono a identificare l'occidente col cristianesimo e a comprendere sotto una sola condanna i vizi dell'occidente e le colpe dei cristiani. Bisogna far comprendere che siamo solidali con loro nella proclamazione di un Dio Signore dell'universo, nella condanna del male e nella promozione della giustizia. 4. Il dialogo con i musulmani sarà in particolare per noi un'occasione per riflettere sulla loro forte esperienza religiosa che tutto finalizza alla riconsegna a Dio di un mondo a lui sottomesso. In questo, il nostro giusto senso della laicità dovrà guardarsi dall'essere vissuto come una separazione o addirittura opposizione tra il cammino dell'uomo e quello del cristiano. Vi sono due posizioni errate da evitare e una posizione corretta da promuovere. Prima posizione errata: la noncuranza del fenomeno. Il limitarsi a pensare all 'islam come a una costellazione remota che ci sfiora soltanto di passaggio o che ci tocca per problemi di assistenza, ma che non avrà impatto culturale e religioso nelle nostre comunità. Da tale posizione si scivola facilmente a sentimenti di disagio e quasi di rifiuto o di intolleranza. Seconda posizione errata: lo zelo disinformato. Si fa di ogni erba un fascio, si propugna 1'uguaglianza di tutte le fedi senza rispettarle nella loro specificità, si offrono indiscriminatamente spazi di preghiera o addirittura luoghi di culto senza aver prima ponderato che cosa significhi questo per un corretto rapporto interreligioso. Al riguardo saranno necessarie norme precise e rigorose, anche per evitare di essere fraintesi. La posizione corretta è lo sforzo serio di conoscenza, la ricerca di strumenti e l'interrogazione di persone competenti. Penso, in particolare, ai casi molto difficili e spesso fallimentari dei matrimoni misti. Esistono ormai nell'ambito della diocesi persone di riferimento, corsi e specialisti che sono a disposizione. Un supplemento di cultura e di conoscenza in questo campo sarà necessario in avvenire, in particolare per i preti. Come è chiaro in quanto abbiamo detto, pensiamo fermamente che il tempo delle lotte di conquista da una parte e delle crociate dall'altra debba considerarsi come finito. Noi auspichiamo rapporti di uguaglianza e fraternità e insistiamo e insisteremo perchè a tali rapporti si conformi anche il costume e il diritto vigente nei paesi musulmani riguardo ai cristiani. perchè si abbia una giusta reciprocità. Conosciamo i problemi giuridici e teologici che i nostri fratelli dell'islam hanno nei loro paesi per riconoscere alle comunità cristiane minoritarie i diritti che da noi sono riconosciuti alle minoranze, ma non possiamo pensare che tali problemi non possano essere risolti affidandosi a quella conduzione divina della storia che è vanto dell'islam aver sempre accettato in mezzo a tante dolorose vicissitudini. Il nostro atteggiamento vuole in ogni caso ispirarsi a quello di san Francesco d'Assisi che scriveva nella sua Regola, al capitolo XVI: Di coloro che vanno tra i saraceni: "I frati che vanno tra i saraceni col permesso del loro ministro e servo possono ordinare i rapporti spirituali in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti e dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani. L 'altro è che, quando vedranno che piace al Signore, annunzino la Parola di Dio... e tutti i frati, ovunque sono, si ricordino che hanno consegnato e abbandonato il loro corpo al Signore nostro Gesù Cristo e che per suo amore devono esporsi ai nemici sia visibili che invisibili ". Nessuna contesa dunque, nessun uso della forza; esposizione sincera e a tempo opportuno di ciò che credono; accettazione anche di disagi e sofferenze per amore di Cristo." |
| Home
| Che cos'è Pax Christi
| Chi siamo
| don Tonino Bello
| Monte Sole
| Attività
| Appelli/Campagne
| Agenda pace
| I Link
| |