PAX CHRISTI PUNTO PACE BOLOGNA |
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IN QUESTO NUMERO Pax Christi: facciamo memoria di
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APRILE 2005 OGM In
questo periodo Avvenire, come altre testate stanno cercando di fare
un informazione nel dettaglio del confronto sulla legge della procreazione
assistita...
Sono un aderente a Pax Christi e partecipando alla vita del gruppo locale di Bologna ho notato come è facile dare giudizi sulla pace e sulla guerra divaricando il metro di misura. Lottare per mantenere la libertà di un popolo o liberarlo da un oppressore, non può essere giusto o sbagliato a seconda se è un esercito o un gruppo di partigiani, di movimento di liberazione, di fronte di miliziani, ecc. Sia una parte che l'altra hanno un origine comune: "io combatto con le armi... con le armi uccido... e raggiungo il mio obiettivo di libertà, ecc" In tutti i casi, allora, la valutazione può essere una sola: giusta, o sbagliata! Se l'obiettivo della libertà non lo mettiamo in discussione, il nostro metro di misura che ci rimane è il metodo: la violenza, le armi. Così sull'esempio della violenza, ho l'impressione che in questi tempi il rischio di divaricare argomenti connessi tra loro per farli sembrare diversi e anzi contrapposti, sia forte anche nei confronti della manipolazione genetica. Per esempio, "Bologna Sette" di domenica 6 febbraio mi ha dato proprio questa sensazione. Sulla procreazione assistita bisogna essere per una legge severa e proibitiva, mentre per gli ogm si è più lassisti: "perché salverebbero dalla fame il terzo mondo". Allo stesso modo in campo ambientalista, sono per una legge severa e proibitiva per gli ogm, è più lassisti poi per la procreazione assistita: "perché tutelerebbero il diritto della donna". Questa divaricazione la sento come se da ambo le parti ci siano in atto "due pesi e due misure". Sia da una parte che dall'altra si giustifica la maggior libertà verso l'altro argomento con una difesa d'ufficio: "è morale...". Mentre quando si parla del proprio argomento diventa morale la proibizione, perché c'è in gioco la legge della natura, la legge della vita. Sul proprio argomento quindi si ritorna a giustificare il proprio giudizio in difesa di una "salvaguardia", grazie alla fonte comune che li ha generati: la natura, la vita... Il discorso ovviamente, sarebbe molto più complesso, ma ciò che mi preme con questa breve lettera è evidenziare che il futuro scientifico di questi temi continuerà a svilupparsi dalla scoperta che gli accomuna: il DNA. In entrambi i casi però, ci si dimentica che la teoria di Crick sul "dogma centrale" è sbagliata. Nel mondo scientifico è stato accertato che modificando un gene le proteine che si creano non ricevono un messaggio uguale a quello modificato, anche se apparentemente sembra che abbia raggiunto il suo risultato. (vedi ad esempio: la clonazione della pecora dolly, o la modificazione delle patate) Sia per gli ogm che per la procreazione assistita ci sono motivi economici che prevaricano qualsiasi buona intenzione di diritto alla vita e di sfamare il mondo e che ancor più oggi accolgono a onore scientifico una teoria rivelatasi falsa. Ancor prima di personali valutazioni di fede, vi sono analisi di convivenza umana che credo che debbano farci temere i scenari di liberismo come ad esempio i radicali auspicano sul tema della procreazione assistita. E la stessa analisi di forte obiezione deve avere valore anche per il liberismo sugli ogm. Bisogna comprendere da ambo le parti che i temi hanno una natura comune e lasciarli distanti e contrapposti è forse figlia di una vecchia visione ideologica che non ha spazio in un III millennio per chi vuole impegnarsi a costruire un futuro sano e di pace per le nuove generazioni. Infine mi immagino che qualcuno ( Si) potrebbe giustamente obiettare che non si può mettere sullo stesso piano la modificazione genetica dell'uomo con quella della natura, ma sono altrettanto convinto che per il credente pensare a una propria superiorità su tutto il creato come fonte ispiratrice per giustificare qualsiasi azione di trasformazione sul creato e su tutte le creature diventa la negazione stessa della propria fede. Probabilmente non sono teologicamente molto ortodosse le mie impressioni, ma credo che ci sia una relazione intrecciata tra tutto il creato da cui il credente non può immaginare di estraniarsi come modello unico e solitario, perché altrimenti perderebbe la sua stessa relazione con Dio. Gentile lettore, gli
ogm sono il risultato di reale manipolazione genetica. La loro
criminalizzazione frutto di ideologia. Ciò non significa la rinuncia ad un
costante ricorso al «principio di cautela», anche per tenere a bada
divergenti interessi economici. Nella fecondazione artificiale ad essere
manipolati non sono i geni, ma più grossolanamente le cellule sessuali
maschile e femminile, con produzione manifatturiera di un embrione, cioè di
«un essere umano in una fase inizialissima di sviluppo» (G. Edwards, decano
dei «procreatici»). Sottolineo: un essere umano! Ciò spiega il dovere
di tenere separate le due questioni sui piano etico. Quella, importante,
questa, essenziale: di fronte al rispetto totale della vita umana anche la
scienza deve fermarsi. Questo almeno è il principio irrinunciabile del
personalismo ontologico, al quale Bologna Sette per sua stessa natura non
può fare a meno di aderire toto corde.
Avvenire Domenica 20 febbraio 2005
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