IN QUESTO NUMERO
Ma cosa abbiamo fatto?
Caro Francesco
Congresso di Pax Christi: intervento di Piovanelli
Pax Christi: il mandorlo fiorito speranza di riconciliazione
Saluto finale di Mons. Diego Bona
Giuseppe Lazzati: «Un cristiano nella città dell'uomo»
A voi lettori...
I prossimi appuntamenti e altro...
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DICEMBRE 2001
CI VUOLE UN SUPPLEMENTO DI
PROFEZIA, NELLA CHIESA E NELLA POLITICA
MARINA
DI MASSA ADISTA.
Cosa
vedi Geremia? Vedo un ramo di mandorlo. Hai visto bene perché io vigilo
affinchè la mia parola si compia" (Ger 1, 11-12). È un invito alla
speranza il tema del Congresso di Pax Christi, tenutosi a Marina di Massa
da sabato 28 aprile a martedì 1 maggio. Quasi trecento sono stati i
presenti di cui 150 aderenti a pieno titolo in rappresentanza dei 30
"Punti pace", le strutture di base dell'associazione diffuse su
tutto il territorio nazionale.
Al Congresso di Massa, radicato nell'ispirazione tradizionale di Pax
Christi (il richiamo diretto alla parola di Dio e, in modo indiretto e
senza alcuna enfasi, al magistero della Chiesa, l'ispirazione nonviolenta,
la sensibilità terzomondista, la preoccupazione per il proprio ruolo di
educatori alla pace e l'esplicita presa di distanza da quella parte della
Chiesa che si oppone nei fatti all'attuazione del Concilio riaprendo
"antiche ferite e rischiando di allontanare la Chiesa dagli altri
credenti in Dio e dalle società contemporanee"), si è manifestata
la consapevolezza dell'inverno in cui ci troviamo: "la violenza,
infatti, è sempre più accettata come strumento atto a risolvere i
problemi internazionali"; aumenta la spesa militare; l'esercito si
professionalizza e viene presentato a molti giovani come una valida
opportunità professionale; viene reintrodotta la parata militare per la
festa della Repubblica.
Ispira Pax Christi l'azione ed il pensiero di don Tonino Bello, il
carismatico Vescovo di Molfetta scomparso nel '94. Attuale residente è il
vescovo di Saluzzo mons. Diego Bona mentre mons. Luigi
Bettazzi (ex presidente di Pax Christi internazionale) è il
responsabile del Centro di Studi Economico Sociali per la Pace, che fa capo all'associazione.
La relazione introduttiva è stata tenuta dal segretario nazionale Tonio
Dell'Olio. Pax Christi deve rispondere, in una situazione difficile,
ad una domanda di speranza - ha detto - e deve impegnarsi a fondo perché
rimangano evidenti le radici evangeliche della pace anche in
contraddizione con l'eccessiva diplomazia delle Chiese. Pax Christi ha
cercato di caratterizzarsi - ha aggiunto - anche per iniziative esemplari
come il Giubileo celebrato non a Roma ma in Salvador, nel ventesimo
anniversario dell'assassinio di mons. Romero, ed a Città del
Guatemala, in ricordo di mons. Gerardi; oppure in novembre con la
marcia degli obiettori a Barbiana, in ricordo di don Milani, mentre
in Vaticano si celebrava il Giubileo dei militari. Dell'Olio ha concluso
ribadendo la preoccupante flessione della sensibilità pacifista, la
necessità di un consolidamento organizzativo e di una maggiore attività
formativa da parte dell'associazione.
Tanti i temi specifici discussi in assemblea e nelle commissioni, alle
quali hanno dato un importante contributo simpatizzanti di Pax Christi
come Massimo Toschi, Enrico Peyretti, Giulio Girardi,
Umberto Allegretti. Mentre sono emerse come linee generali la
necessità di un maggiore approfondimento del tema del macroecumensimo; la
riaffermazione della linea della nonviolenza (anche se sempre attraversata
dal problema della difesa dall'oppressione in condizioni estreme); la
critica verso la disattenzione alle tematiche della pace da parte delle
strutture del mondo cattolico diffidenti nei confronti di Pax Christi; la
consapevolezza di trovarsi, come si legge nel documento conclusivo,
"in un lungo inverno carico di morte, violenza, povertà,
sottosviluppo, discriminazione, con lo spiraglio della
"primavera" aperta dal Concilio vaticano II, dalla vera
attenzione al povero, dalla nonviolenza, in uno spirito di concreto
ecumenismo e di fiduciosa collaborazione con tutte le iniziative ed i
movimenti che lavorano per la pace".
Il card. Piovanelli, vescovo emerito di Firenze, ha sposato,
citando don Milani, La Pira ed il papa, le posizioni di un
pacifismo preoccupato della conversione delle coscienze, di offrire
speranza ma anche di dare indicazioni concrete (sul riarmo, sul debito
estero, sul ruolo dell'ONU). Nel corso del dibattito, rispondendo a quanti
hanno fatto presenti i difficili rapporti col mondo ecclesiale ( "la
prudenza non è più una virtù", "c'è rapporto tra l'Evangelo
ed i Vescovi ?"), Piovanelli ha riconosciuto che nella Chiesa ci sono
sia il carisma e la profezia ("andate avanti"), sia il principio
di autorità (quella dei vescovi); risposta che a qualcuno è apparsa
preoccupata di non considerare la necessità di una
"conversione" anche dei vescovi. Tra gli interventi,
particolarmente importante è stato quello del segretario internazionale Etienne
De Jonghe che ha descritto l'azione di Pax Christi internazionale,
presieduta dal Patriarca di Gerusalemme Michel Sabbah e presente ovunque o
direttamente o con associazioni affiliate.
Quanto alla situazione politica del nostro Paese, il documento finale
afferma che in essa "appaiono fortemente indeboliti gli attori e gli
spazi di partecipazione popolare" e che "la logica
utilitaristica ha contagiato tutti gli schieramenti, omologando programmi
e pratiche politiche", ma invita ciononostante a fuggire la
tentazione dell'astensionismo.
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