IN QUESTO NUMERO
Ma cosa abbiamo fatto?
Caro Francesco
Ci vuole un supplemento di profezia, nella Chiesa e nella politica
Congresso di Pax Christi: intervento di Piovanelli
Pax Christi: il mandorlo fiorito spoeranza di riconciliazione
Giuseppe Lazzati: «Un cristiano nella città dell'uomo»
A voi lettori...
I prossimi appuntamenti e altro...
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DICEMBRE 2001
SALUTO FINALE DI MONSIGNOR DIEGO
BONA
Al termine del Congresso di Pax Christi Italia, il
primo del nuovo millennio, vogliamo confessare la nostra lode a Dio per
questo momento di benedizione e grazia.
Ogni Congresso viene preparato con cura (contenuto - logistica - inviti) e
viene vissuto all'inizio con una certa apprensione, attesa e speranza.
Credo di poter affermare che questo Congresso è riuscito al di là di
quanto ci aspettavamo.
I motivi sono tanti: la vostra convinta partecipazione, la capacità di
coloro che l'hanno condotto (relazioni e gruppi), la disponibilità
costante e accogliente della segreteria, la presenza di tanti bambini e di
tante famiglie giovani, la felice scelta del posto, la forte presenza
degli amici.
Tanto la prima giornata, più orientata alla vita interna del Movimento,
quanto la seconda, centrale, sul tema del Congresso, del risalire alla
sorgente per attingere ispirazione e indicazioni, sono stati momenti
significativi.
All'inizio del Congresso esprimevo la sensazione, che personalmente
provavo e sentivo largamente condivisa, di una stagione alquanto povera di
speranza e profezia, dominata da un pragmatismo e da una sostanziale
indifferenza, e di come ci proponevamo di risalire alla sorgente (il ramo
di mandorlo che fiorisce) per ricominciare a correre, come i discepoli nel
mattino di Pasqua.
La vostra partecipazione consistente e il vostro interesse convinto, hanno
testimoniato questa attenzione e questa "voglia".
In particolare, mi ha sorpreso:
la capacità di pregare e lo spessore delle motivazioni (negli interventi
e nella presentazione dei candidati al Consiglio).
Ora le indicazioni di marcia sono chiare e percorribili, i responsabili
nel nuovo Consiglio sono incaricati di tradurle conformi alle situazioni
che questi anni a venire ci riservano.
La strada si apre per i prossimi quattro anni.
Sento il dovere di esprimere un grazie vero e commosso al Consiglio che ha
operato in questi anni passati, al Coordinatore nazionale, a mons.
Bettazzi, alla segreteria.
Su questa strada aperta Pax Christi deve essere nella Chiesa un elemento
di stimolo, con la propria ricerca e testimonianza, perché i passi della
Chiesa siano sempre di più i passi del Vangelo (dalla relazione del
Cardinale Piovanelli).
Una vocazione a guardare avanti, ad essere avanti, senza pretendere che
tutto sia risolto, senza aspettarsi che tanti le diano ragione. Quello che
conta è che tu risponda perché gli altri rispondano: una passione
diventa indicazione di percorso. Buon cammino.
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