IN QUESTO NUMERO
Sostegno a Pax Christi
Zanotelli ai missionari: salviamo le leggi 185 e 209
Mons. Tommaso Valentinetti nuovo presidente di Pax Christi Italia
Il terrorismo non si vince con la guerra
Fiaccolata per la pace a Rastignano
Cremona capitale della pace
Non possiamo più starcene semplicemente a guardare...
...e la bandiera della pace dà fastidio
I prossimi appuntamenti e altro...
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DICEMBRE 2002
IMPEGNARSI PER LA PACE
Riportiamo
questa riflessione di Martina della Compagnia Missionaria, che per lungo
tempo ha condiviso con noi l'impegno per la Pace.
Ora,
è in partenza per il Mozambico, certi del suo continuo impegno per la Pace
anche in questo paese, le saremo vicino con la preghiera e le nostre
riflessioni.
Auguri
Martina. !!!!!!!
La pace, dono prezioso che
ci è donato e che possiamo ricercare assieme a tutte le persone di buona
volontà.
La pace può essere anche
il nuovo nome della missione. Pace
personale, comunitaria e fra tutti i popoli.
Mi colpisce profondamente la convinzione generale che, le
guerre, anche quelle attuali abbiano una causa prevalentemente religiosa.
Posso rispondere che sono i fondamentalismi religiosi che possono creare
alcune delle cause delle guerre. Però scorgo in queste affermazioni la
richiesta a noi come credenti perché riflettiamo domandandoci se crediamo
veramente alla Parola quando Cristo ci dice che Lui è la nostra pace e
soprattutto in quale modo lo crediamo.
Infatti se parliamo a livello personale possiamo essere
abbastanza d'accordo tutti sulla richiesta di Gesù ad ognuno di noi di
"porgere l'altra guancia", salvo poi fare molte distinzioni...
Ma se
passiamo dal livello personale a quello collettivo ed a quello dei principi,
ci rendiamo conto che le nostre convinzioni profonde cominciano a vacillare
e facciamo tanti distinguo...
Devo
dire che a livello personale mi sono avvicinata maggiormente a questi temi
dopo aver partecipato ad Assisi nel 1993 ad un convegno che ricordava i
trent'anni dalla promulgazione della Pacem in Terris di Giovanni
XXIII. Quell'incontro è stato l'inizio di una sensibilità più concreta al
tema della pace e della nonviolenza. Le azioni concrete e le riflessioni in
atto su questo tema sono veramente impegnative. A livello ecclesiale abbiamo
bisogno di approfondire sempre di più cosa vuol dire impegnarsi per la pace
e credere alla nonviolenza. Continuando poi a partecipare a Bologna al
piccolo gruppo di Pax Christi (dal 1994 ad oggi) e a varie iniziative per
la pace in Kosovo, in Sudan, nei Grandi Laghi, in Congo ecc... mi sono resa
conto che non è così scontato per me e per noi che siamo veramente persone
portatrici convinte di pace. Il primo frutto di questa mia partecipazione è
stato quello di essermi resa
conto che nelle mie relazioni e nelle mie convinzioni ero molto più
violenta di quello che pensavo. E poi praticare fino in fondo la
mansuetudine, la benevolenza, vuol proprio dire credere che la pace inizia
prima di tutto nel mio cuore, nella mia vita personale. Ma vuol dire anche
che se applico a livello personale certe convinzioni, non posso poi fare un
ragionamento diverso a livello collettivo... Invece succede che quando siamo
davanti a delle scelte concrete ci è molto difficile capire quali azioni
portano veramente alla pace in quelle situazioni o circostanze ben precise.
Come per la missionarietà anche per la pace vale
molto la vita di testimoni che con la loro esistenza ci additano
possibilità impensate: penso qui a persone come S. Francesco di Assisi, Don
Milani, M.L. King, a Ghandi, Bonhoeffer, Hetty Hillesum per citarne alcuni
più noti... Le loro riflessioni e le loro scelte fanno ancora storia oggi
per coloro che ne vogliono accogliere il messaggio. Per vari di loro il
Vangelo e la vita di Cristo sono stati fondamentali per fare delle scelte
coraggiose a livello personale e per incidere profondamente nella storia del
loro tempo e dei loro popoli.
C'è ormai anche un'altra convinzione che sta entrando
nelle nostre comunità cristiane, ed è quella che dobbiamo cambiare
profondamente i nostri stili di vita perché
l'ordine ingiusto di cui siamo partecipi fa si che noi del nord del mondo
diventiamo sempre più ricchi a scapito dei sud del mondo che iniquamente
sono depredati dall'economia perversa che ci avvolge tutti.
Unire la nostra riflessione e le nostre scelte con tante
persone di buona volontà che come noi vogliono costruire un mondo più
bello, più giusto e più solidale. Unirci vuoi dire dialogare vuol dire
scegliere insieme e continuamente favorire con le nostre scelte personali e
comunitarie tutte quelle iniziative che salvaguardano il creato, difendono i
diritti umani, danno il proprio piccolo contributo alla pace. Mi piace qui
citare parte di una poesia di David Maria Turoldo con il titolo: ORMAI SIAMO
UOMINI SENZA RIMORSI
….Sono uno tra la moltitudine degli indifferenti.
Donami
almeno la capacità di un rimorso.
Una
società di peccatori coscienti restituiscimi ai rimorsi.
Eppure l'uomo non chiede che la fede poiché la notte è
sempre più buia e la scienza è
sempre più scienza di morte né la ragione la fa più
felice.
Anche
su un altro testo edito dalla Meridiana con il titolo
"Attivi per la pace" ho ritrovato alcune osservazioni sulla
nostra difficoltà a credere alle nostre possibilità reali di incidere
nella storia attuale. Parlava
appunto del pericolo di diventare passivi e di assumere atteggiamenti di
"impotenza acquisita" cioè
di non credere sufficientemente alla nostra possibilità di incidere anche
con piccoli gesti quotidiani sui cambiamenti sia personali che collettivi.
E, personalmente aggiungo che se crediamo alla forza della preghiera e della
nostra offerta quotidiana a livello spirituale tanto più possiamo credere
ed impegnarci a livello concreto con piccole cose che paiono insignificanti
per incidere concretamente sulla realtà E' logico che ci è chiesto il
discernimento per accogliere ed aderire, secondo le nostre possibilità
unendoci con coloro che lavorano per la il conciliazione e la pace.
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