di ADRIANA
ZARRI
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Il mondo delle associazioni cattoliche è oltremodo
variegato. Si va da organismi di cieca (per fin bieca) conservazione: Opus
Dei, Cielle, Neocatecumenali. Purtroppo sono quelli più amati da papa Wojtyla. E se ne danno
altri, di grande spessore ed apertura, come la Caritas e Pax Christi,
amati più tiepidamente dal Vaticano e fermamente odiati dal governo. Mai
sentito la Lega aggredire l'Opus Dei (e ce ne sarebbe anche motivo) come
ha fatto invece con la Caritas, dove motivo non c'era.
Sul numero di luglio-agosto
di Mosaico di pace (il mensile di Pax Christi) il consigliere nazionale
dell'associazione Sergio Paronetto, firma un editoriale di grande e lucida
durezza nei confronti del governo, a partire dalla recente legge «che
blocca i processi di Berlusconi» e che di fatto «garantisce al capo del
governo l'impunità, distrugge il valore dell'eguaglianza dei cittadini
davanti alla legge, viola il principio dell'obbligatorietà dell'azione
penale» e via dicendo, tanto da giungere a una forma di plutocrazia dove
la sola etica è «piegare la politica al proprio interesse e fare dei
propri interessi una politica». Insomma si è instaurato in Italia «un
sistema di valori fondato sull'esibizione, sull'autocelebrazione,
sull'arroganza, sull'intimidazione verso chi compie il proprio dovere o
dissente».
Denunciar tutto questo è un dovere umano e cristiano. Ciò nonostante Pax
Christi (che è un'associazione religiosa) verrà certo accusata di fare
indebitamente azione politica. Solo se avesse sostenuto il governo sarebbe
stata sul proprio seminato e fatto azione religiosa. Qualcuno ha detto (se
non erro proprio il presidente di Pax Christi) che basta mettersi
evangelicamente dalla parte dei poveri per venir accusati di comunismo.
Non so se oggi l'appartenenza al comunismo sia un'accusa infamante ma tale
è certo ritenuta dal nostro presidente del consiglio che è uno dei pochi
a credere i comunisti pericolosi (magari ce ne fossero un po' di più, di
quelli veri!)
Cristo ha detto «beati i poveri». Se avesse detto «beati i ricchi»
avrebbe avuto più seguaci.
da
"il Manifesto"
del 28/10/2003