IN QUESTO NUMERO
È
tempo di impegno e partecipazione
Tornano
i mercanti di morte
Ultim'ora
(dalla Segreteria Nazionale di Pax)
Difendiamo
la 185/90 dalla lobby delle armi
Diario
di una giornata particolare
"Non
coltivate pensieri di precauzioni"
Ripensando
Scuola
di vita
Lettera
a Caracciolo
Dall'Inghilterra
manifestano contro l'intervento armato in Afghanistan e ci scrivono...
Solidarietà
ai magistrati da Pax Christi
I prossimi appuntamenti e altro...
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FEBBRAIO
2002
È GIOVANE LA BANDIERA DELLA
PACE
Da Avvenire del 25 gennaio 2002
Molti si «arrampicano». I ragazzi di Pax
Christi per issare il vessillo con l'arcobaleno.
Altri,come Matteo sul sicomoro, per vedere meglio il palco
In piazza e in preghiera anche
loro protagonisti della giornata
ALESSANDRO ZACCURI
Assisi. La più
severa è Mascia:
«Prima ero protestante,adesso credo in Dio e basta», dice tutto d'un
fiato. Pero è anche la più ottimista: «Mi piace il clima che si respira
qui, mi sembra che ci sia unione», osserva. Volto scurissimo,i tratti
marcati ricevuti in eredità dagli antenati africani, Mascia è nata ad
Haiti, ma ora vive a Perugia.
E da Perugia vengono anche le sue amiche, come lei sul filo dei diciotto
anni : Vanessa, cattolica, e Roberta, che ha il padre siriano e tiene il
capo coperto secondo quanto prescritto dalla tradizione mussulmana.
Finora non avevano mai partecipato a un incontro con il Papa e proprio per
questo, forse, hanno deciso di venire ad Assisi, ma senza aggregarsi a
nessun gruppo.
Per esserci, punto e basta.
Un'eccezione? Può darsi, ma dl sicuro era rivolto anche a loro l'invito
che il Papa ha destinato ai giovani, esortandoli una volta di più a
essere «sentinelle» della pace sull'esempio di Francesco.
Anche ieri, nella piazza inferiore della basilica, sono stati i giovani i
veri protagonisti. E più ancora lo sono stati nella notte precedente la
grande preghiera per la pace, quando a centinaia hanno vegliato nella
chiesa di San Rufino, rinunciando al sonno e lottando contro la fatica.
Molti, fra di loro, esibivano ancora come un trofeo la borsa o lo zainetto
della Giornata mondiale della gioventù del 2000. E moltissimi erano anche
i francescani, giovani anche loro, i piedi scalzi nonostante la pioggia e
il cappuccio del saio sollevato sulla testa in modo da ripararsi dal vento
che più volte, nel corso della mattinata, ha fatto tremare l'enorme
tendone teso sopra la piazza.
Giovanissimo anche Mark
Steadman,un seminarista anglicano che in questo periodo si trova a Roma
per perfezionare gli studi in una prospettiva, neanche a dirlo, ecumenici.
«Una giornata come quella di oggi -sottolinea-
dimostra quanto la religione possa insegnare alla politica in termini di
tolleranza e rispetto reciproco». Annuisce anche il suo compagno di
studi, intabarrato a sua volta nell'elegante talare della Chiesa di
Inghilterra: un ragazzone grande e grosso, con una vistosa coda di cavallo
fùlva che lo fa somigliare a un guerriero celtico. A renderlo ancora più
imponente contribuisce il fatto che, come molti qui in piazza, ha deciso
di segui le fasi salienti dell'incontro stando in piedi sulla sedia.
Matteo e il suo sicomoro hanno fatto scuola.
Passano le ore e gli arrampicatori si moltiplicano, magari scegliendo di
scalare una delle transenne che sostengono il famoso e sballottatissimo
tendone. Salgono in vetta i ragazzi di Pax Christi, che vogliono issare
ancora più in alto la loro
bandiera arcobaleno, mentre in un altro angolo della piazza gli studenti
di una scuola cattolica di Losanna, in Svizzera, esibiscono orgogliosi il
loro gonfalone.
Nelle retrovie intanto, una donna si tiene appoggiata un bastone sui quale
ha fissato un'immagine del Sacro Cuore. Lo sguardo assorto, accompagna con
una preghiera ininterrotta e sommessa le testimonianze dei leader delle
diverse religioni. ………………..
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