IN QUESTO NUMERO
C come Chiesa
Pax Christi ai parlamentari: non votate la missione militare in Iraq
Fare memoria: veglia di preghiera per i Martiri di Monte Sole
La nonviolenza approda in Vaticano
Lettera aperta ai parlamentari sulla missione militare italiana in Iraq
I prossimi appuntamenti e altro...
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FEBBRAIO 2004
PER
ONORARE DAVVERO TUTTI I CADUTI.
SOSTEGNO AL VESCOVO NOGARO
di
Tonio Dell'Olio (coordinatore
nazionale di Pax Christi)
Abbiamo vissuto un giorno di lutto, di silenzio, di vicinanza con tutte
le famiglie di tutte le vittime civili e militari. Tutte
vittime di una violenza cieca e assurda che è sempre “alienum a ratione”
(estranea alla ragione, roba da folli) per dirla con l’Enciclica Pacem in
terris di cui quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario. In questo
senso il dolore che colpisce una famiglia del nostro condominio deve
educarci piuttosto a farci sentire vicini al lutto delle famiglie che
abitano in tutta la strada ed evitare che distrazione, ignoranza,
connivenza, superficialità, indifferenza, possano arrecare dolore a
chiunque altro.
A queste vittime va riservato il rispetto che si deve a coloro che hanno
pagato con il prezzo più alto questa follia della violenza, del terrorismo
e della guerra.
A nessuno è consentito di speculare sui loro nomi, sul loro sacrificio,
sulla loro morte e sul dolore di chi resta… per riproporre
trionfalisticamente la stessa logica di guerra che ha tolto loro la vita.
A nessuno deve essere permesso in queste ore di approfittare del dolore
dell’intera nazione per ripresentare alla grande la retorica del più
becero patriottismo di ritorno.
A nessuno di arrogarsi il diritto di nascondere le altre morti –
altrettanto dolorose – dietro il clamore dei morti di cittadinanza
italiana.
A nessuno di usare questi momenti per nascondere la verità dei fatti: i
reparti del nostro esercito non sono legittimati dal diritto internazionale
alla presenza sul suolo iracheno al fianco delle forze di occupazione
anglo-americane.
Le parole del Santo Padre Giovanni Paolo II che tante volte sono risuonate
ferme e chiare nei mesi scorsi, non hanno smesso di essere valide ancora
oggi: “La guerra non è mai una fatalità; essa è sempre una sconfitta
dell’umanità. Il diritto internazionale, il dialogo leale, la solidarietà
fra Stati, l’esercizio nobile della diplomazia, sono mezzi degni
dell’uomo e delle Nazioni per risolvere i loro contenziosi". (Discorso
al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede, 13 gennaio 2003).
D’altra parte Giovanni Paolo II non aveva mancato di ammonire i capi dei
governi dicendo: “Di fronte alle tremende conseguenze che
un'operazione militare internazionale avrebbe per le popolazioni dell’Iraq
e per l'equilibrio dell’intera regione del Medio Oriente, già tanto
provata, nonché per gli estremismi che potrebbero derivarne - dico a tutti:
c’è ancora tempo per negoziare; c'è ancora spazio per la pace; non è
mai troppo tardi per comprendersi e per continuare a trattare”. (Angelus
del 16 marzo 2003)
Tutto il sostegno possibile allora al Vescovo di Caserta Mons. Raffaele
Nogaro che, nella stessa linea, afferma: “Fenomeni come il terrorismo non
si combattono con le armi. Bisogna fare attenzione a non esaltare il culto
dei martiri e degli eroi della patria strumentalizzando la morte di questi
nostri giovani per legittimare guerre ingiuste".
Questa sorta di religione civile, che è andata snodandosi con le sue
ritualità da quel tragico 12 novembre non può contare tra i suoi accoliti
coloro che credono nella nonviolenza. Hanno tentato di sostituire gli
arcobaleni dai balconi con il tricolore ponendoli in opposizione, di
riempire le strade gareggiando con il 15 febbraio. Mi dispiace: è un
esercizio squallido che non mi appartiene e dovrà fare a meno di me. Con
Pax Christi da anni siamo in continuo contatto con la Chiesa caldea che non
è mai fuggita. È rimasta lì, accanto alla gente durante gli anni
terribili delle guerre in Iraq, nel gennaio 1991, negli anni dell’embargo
e nei mesi di questa guerra che sembra non avere più fine.
Con loro continuiamo a dire che non sarà la forza delle armi a liberare dal
terrore quella terra.
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