PAX CHRISTI

PUNTO PACE BOLOGNA

 

 

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IN QUESTO NUMERO

Commento al messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di papa Benedetto XVI "Nella verità, la pace"

Una lettera ad Avvenire

I prossimi appuntamenti e altro...

 

 

FEBBRAIO 2006

CIAO FRANCESCA

Quando Pino mi ha telefonato e mi ha detto della morte di Francesca, ho reagito in maniera assolutamente "laica": ho sentito un colpo dentro e la mia mente è corsa alla ricerca di un perché. Non vedevo Francesca da tanto, ma l'avevo perfettamente presente davanti. Francesca: un grande dono del Signore. E allora perché il Signore ci fa dei doni così belli e poi ce li porta via così: improvvisamente, troppo velocemente perché possiamo staccarci da loro con dolcezza, troppo presto perché possiamo goderne fino in fondo? Non aspettatevi delle risposte da me: la mia mente ha semplicemente girato a vuoto per ore e alla fine è ricorsa all'aiuto della preghiera: il salmo 15. Leggetelo anche voi: non vi sembra il ritratto di Francesca? La mattina l'ho recitato, andando al lavoro, perché la preghiera funziona davvero: non trova le risposte, ma dà sollievo al cuore.
Andando al funerale, però, la mente girava a vuoto di nuovo.
Poi sono entrata in chiesa e sono rimasta spiazzata: una chiesa grande e luminosa: non adatta a pensieri di "sepolcro". E poi quanta gente! Non sono riuscita a contare i sacerdoti sull'altare e la folla intorno a me era così eterogenea. E si preparava a CELEBRARE il funerale. Sottolineo la parola "celebrare" perché è difficile (almeno nella mia esperienza) trovare un funerale davvero celebrato. Normalmente ho l'impressione di assistere all'apposizione di un timbro sul "passaporto per il paradiso": il sacerdote ha già assistito a troppe morti e cerca un aneddoto per personalizzare l'omelia, i familiari sono a pezzi, molti dei partecipanti mettono piede in chiesa solo per battesimi, matrimoni e funerali e si vede benissimo, e c'è quello che si informa col sacrestano su quanto deve dare al prete per questa messa.
Invece per Francesca trovavo familiari, amici e consorelle (si dice così anche per le consacrate laiche?) che davvero celebravano la partenza di Francesca e contribuivano attivamente perché questo saluto fosse proprio su misura per lei.
Quando le consorelle di Francesca si sono messe in cerchio intorno alla sua bara a cantare il Magnificat avevo l'impressione di assistere ad una danza nuziale e il mio spirito era in uno stato completamente nuovo rispetto a poche ore prima.
E poi Annarita aveva ripescato la Canzone degli Amici: la bara era già sul carro funebre, ma l'impressione era di salutare una Francesca che sì, stava partendo per un viaggio lungo e non la rivedremo per un po', ma la rivedremo, eccome!
Poche settimane fa, ad un ritiro, un padre gesuita spiegava che l'espressione "resurrezione dei corpi" non intende solo il corpo fisico, ma anche la dimensione delle relazioni che una persona ha intrecciato nella sua vita. Non tutte le relazioni risorgeranno: solo quelle vissute nell'amore, perché quelle vissute nell'egoismo o nella malevolenza non possono risorgere e sono destinate alla morte. Così, esortandoci ad avere cura delle nostre relazioni terrene, concludeva tra il serio e il faceto: "Facciamo attenzione a non risorgere troppo dimagriti!".
Ragazzi, ma ve l'immaginate come sarà cicciona Francesca quando risorgerà???
                                                                                                                                                                     
 Sara

Francesca,

 Francesca, una preghiera la chiediamo tutti noi a te.
Tu Francesca che conosci qualche cosa in ognuno di noi,
perché con ognuno di noi, di questa mensa eucaristica, hai condiviso
dei passi insieme, dei respiri di vita nel ventre materno di Dio,
ora tu Francesca che non sei più feto di questo mondo come noi,
ora che sei uscita dal grembo di Dio per divenire creatura nuova, ora che sei nel Verbo Incarnato,
stacci accanto, facci sentire i tuoi passi,
il tuo respiro insieme ai nostri,
perché ora tu sei quella parte di legame tra noi,
che meglio di tutti noi,
vede con occhi nuovi il fermento, la vitalità, la forza della costruzione del Regno di Dio.

                                                                                                                                Paolo

 

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