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GENNAIO 2003
IL NO ALLA GUERRA DI OSCAR LUIGI
SCALFARO
Fra le tante voci che in
questi mesi si sono levate contro la guerra in Iraq c’è anche quella
dell’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che sul tema è
tornato in diverse occasioni. Una di queste è stata un incontro pubblico
del 26 Novembre scorso organizzato dal Circolo della Margherita centro sul
tema “La pace la guerra, il senso della politica e le sue sfide”.
Piuttosto che tentare un modesto resoconto del suo intervento, preferisco
riportarne alcuni stralci:
“L’Italia ripudia la guerra come offesa ma anche come soluzione delle
controversie internazionali. E poi l’Italia in condizioni di parità
con gli altri Stati, consente le limitazioni di sovranità per la pace,
consente che ci siano delle limitazioni alla sovranità per lo scopo della
pace [il riferimento è alla seconda parte dell’art.11 della Costituzione,
ndr]. Molte obiezioni che sono state fatte mi sembrano ingiustificate.
Qualcuno ha sostenuto in qualche articolo che taluni accordi che noi abbiamo
fatto con le nazioni unite avrebbero qualche elemento contrastante con
l’art.11 e che quindi tale articolo è superato: qui non c’è bisogno di
essere laureati in legge o docenti universitari, ma se noi dovessimo pensare
che un accordo internazionale può modificare la Costituzione, noi siamo
alla follia pura. Se c’è un accordo che non è in assonanza perfetta con
la Carta Costituzionale quell’accordo è fasullo ed è nullo e noi abbiamo
il dovere di dire agli alleati per lealtà, “guardate che il testo fu
firmato in un momento di confusione”.
[…] vorrei che maggioranza e opposizione ricordassero che se non siamo
attenti andiamo contro la Costituzione facendo un fallo di una gravità
enorme: rimane solo come legittima (non lecita!) la guerra di legittima
difesa. Questa è l’unica ipotesi che giuridicamente esce
dall’interpretazione serena dell’art.11. Ma la legittima difesa è
condizione giuridica ben nota, che presuppone limiti, condizioni. […]
Non è che le azioni di guerra creano le premesse per il terrorismo? E le
azioni di “guerra preventiva” sono pensabili? Integrano la legittima
difesa. Non l’integrano, non esiste legittima difesa preventiva! Ma non
esista neanche come capacità di concepirla nel pensiero! E non possiamo
calpestare impunemente la nostra Costituzione, non possiamo.”
Parole chiare, come sempre. Come nel suo intervento in Senato sul medesimo
argomento, come quando disse ai partecipanti del “maxi girotondo”
romano: “Vi ringrazio, vi ringrazio, vi ringrazio!”.
Parole dalle quali traspaiono nitide una nettezza e una preoccupazione che
non possono non colpire. Pensiamo
a come affronta il tema della prevalenza della Costituzione sui trattati
internazionali. Certo, su questo punto occorre essere chiari: le opinioni in
dottrina sono diverse e contrastanti e non esiste una persona che abbia una
parola definitiva a riguardo. Però una cosa è certa: Scalfaro oltre che
essere uomo di estrazione giuridica (è un ex magistrato), è stato padre
costituente: il suo è quindi un parere altamente qualificato. Un parere
reso ancor più pregnante dalla considerazione che il suo passato politico
non è certamente stato “di sinistra” o anti-americano a priori; anzi,
la centralità strategica dell’alleanza con gli USA è per lui
fondamentale anche oggi, come ha più volte sottolineato anche in questo
intervento.
Credo che l’importanza della sua presa di posizione per un movimento come
Pax Christi sia assoluta. Ciascuno di noi di fronte alla martellante
campagna mediatica che ci mostra tutti i capi di Stato del mondo più o meno
accondiscendenti verso una guerra ritenuta “ormai inevitabile” e che
confina il dissenso all’area genericamente e sprezzantemente denominata
“no global” (quasi a significare non-curante della pericolosità reale
del terrorismo internazionale), corre il rischio di tentennare nelle proprie
convinzioni così diverse dalla logica del “mondo”. Ed allora, nei
momenti di incertezza, nei momenti nei quali la nostra coscienza di
costruttori di pace sarà messa a dura prova, potremo rileggere queste
parole e trovare in esse un appiglio ed un sostegno oggettivo. Non possiamo
pretendere, che tutti si convincano subito della bontà della non violenza,
ma possiamo e dobbiamo come cristiani e come cittadini esigere sempre con
rigore assoluto che la politica nazionale e internazionale si pieghi alle
ragioni del diritto.
Michele
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