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IN QUESTO NUMERO

Ponti e non Muri

A te...che ti sforzi di dirigere i tuoi passi sulle strade difficili della pace...

Parlano di pace con i soldi dei «mercanti di morte»

Il grande abbraccio di Allah

Ritornino i bisognosi

La dittatura è alle porte. Fermiamola!!!

I prossimi appuntamenti e altro...

 

GENNAIO 2005

CHIESA - ESERCITO - MISSIONE

L’anno nuovo come sempre ci ha portato i calendari che ci accompagneranno per 365 giorni. Ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti: da quelli più conosciuti (Frate Indovino) a quelli ‘scandalosi’; da quelli paesaggistici a quelli religiosi; …

Ma un calendario particolare sta girando in alcune zone: qui accanto  trovate l’immagine della copertina:

-     Un calendario ecclesiastico? Certo, c’è un vescovo!

-     Un calendario militare? Certo, c’è la foto di una messa da campo!

-    Un calendario missionario? Certo, c’è la firma delle Pontificie Opere Missionarie!

C’è qualcosa che non quadra…

Nota di Pax Christi Italia a proposito del calendario edito dall'Ordinariato Militare in Italia in collaborazione con le Pontificie Opere Missionarie

Sandali e anfibi

Le raccomandazioni di Gesù ai primi apostoli che venivano inviati come "missionari" nei villaggi della Palestina risuonarono chiare ed esplicite: "Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa". (Luca 10, 3-5). Lo stile e il contenuto dell'annuncio sono inequivocabilmente improntati alla povertà e alla pace. Ci sono uomini e donne che nel corso dei secoli non hanno mai smesso di prendere sul serio quelle parole e hanno continuato a fidarsi del Nazareno andando di villaggio in villaggio per annunciare la pace di Cristo alle case degli uomini e delle donne del loro tempo. Per questa ragione, ci lascia sconcertati l'iniziativa intrapresa dall'Ordinariato Militare in Italia di produrre e diffondere un calendario in collaborazione con le Pontificie Opere Missionarie. Le immagini che vengono proposte di mese in mese mostrano uomini in tuta mimetica che offrono doni ai bambini, aerei da combattimento che sorvolano croci e messe da campo cui partecipano battaglioni in armi. Esattamente  il contrario di quello che Cristo, il Principe della pace, ha vissuto e insegnato. Più volte abbiamo espresso la nostra convinzione che, l'assistenza spirituale e pastorale che va garantita agli uomini e alle donne arruolati nelle forze armate, può avvenire ad opera di sacerdoti che svolgono il loro servizio ministeriale al di fuori dell'esercito, senza indossare divise, senza assumerne i gradi e soprattutto senza godere dei medesimi privilegi riservati alle autorità militari.

Ma a lasciarci particolarmente costernati è l'abbinamento e l'allusione fuorviante e diseducativa, antievangelica, strumentale e violenta che emerge dall'accostare la figura del missionario a quella del cappellano militare e del militare stesso. Non c'è un solo passo del Vangelo in cui il Cristo sembra dare una pur lontana giustificazione all'uso della forza. Al contrario sono frequenti i brani che esortano alla nonviolenza e la indicano chiaramente come un distintivo cristiano. "A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica" (Luca 6, 29). Ai responsabili dell'Ordinariato Militare in Italia e delle Pontificie Opere Missionarie chiediamo di aiutarci a cogliere il senso di questa operazione e di indicarci se davvero ritengono che l'Ad gentes possa realizzarsi affiancandosi alle armi e al loro potenziale di morte, ovvero se ritengono possibile rispondere indossando gli anfibi della guerra all'invito del maestro di annunciarlo a piedi scalzi.

Crediamo che proprio il Monte Calvario, riproposto nel cale-ndario mentre viene sorvolato da aerei portatori di morte, continui ad essere nei secoli la più antica e nobile università della nonviolenza. Nei giorni scorsi sono stati molti tra missionari e missionarie a segna-larci il calendario e a sollecitare una nostra presa di posizione.  Anch'essi/e si uniscono alla nostra voce. A loro va tutta la nostra stima e il nostro riconoscimento per l'opera instancabile dell'annuncio del Vangelo della pace in tante parti del mondo.

Pax Christi Italia           20 dicembre 2004

 

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