CONGRESSO NAZIONALE DI PAX CHRISTI LE
SFIDE: SPIRITUALITÀ,
FORMAZIONE, PACE, DIRITTI
Spiritualità, formazione pace e diritti: ecco, al
termine delle quattro giornate congressuali di Napoli, la bussola del
cammino di Pax Christi.
Quattro giornate intense, dove senza interventi di
personalità al di fuori del movimento, si è puntato sulla ricerca di nuove
strade per la diffusione della pace.
Significativamente
tutte le mozioni “politiche” o meglio quelle che impegnano il cammino di Pax
nei prossimi quattro anni, sono state votate alla quasi unanimità.
Il chè, testimonia un movimento unito e determinato sui principali temi che
riguardano Pace, Chiesa, Difesa della Costituzione, Nonviolenza, Impegno
nella società
La relazione
introduttiva ai circa 200 delegati presenti è stata tenuta dal coordinatore
nazionale don Antonio Dell'Olio, il quale ha intrecciato l’analisi
del movimento con la narrazione evangelica dei discepoli di Emmaus e con il
richiamo all'insegnamento di don Tonino Bello. Per Tonio Dell'Olio,
sono due, in particolare, i limiti di Pax Christi: quello di non avere
coltivato in maniera determinante la spiritualità della pace ("se non si
prega anche i maggiori sacrifici non bastano") e quello della debolezza
organizzativa di Pax Christi (Pax Christi non riceve alcun contributo dalla
Cei e deve autofinanziarsi). I Punti-pace ( le strutture di base del
movimento) sono 47; gli aderenti sono più di 700, anche se ben più vasta è
la sua area di opinione e di influenza; la struttura organizzativa è molto
leggera (il che è un valore, fondandosi quasi ogni attività sul
volontariato, ma anche una debo-lezza). Ma,
citando don Tonino, Tonio ricorda che "tutti i censimenti sono sospetti,
creano identità e logiche organizzative". Pax Christi nazionale ha tre
strumenti a sua disposizione: il mensile Mosaico di Pace; la Casa
per la Pace a Tavarnuzze alle porte di Firenze, dove ha sede la
segreteria nazionale e dove si svolgono, in una villa (ereditata), seminari
e corsi di formazione; infine, il Centro Studi, che ha il compito di
elaborare ricerche su questioni relative al diritto internazionale, alla
pace e alla guerra.
Malgrado le difficoltà, il movimento, è riuscito a "contare" in questi anni
difficili, aprendosi ad ogni collaborazione e intrecciando azioni a tutto
campo. Pax Christi partecipa alle più importanti Campagne (sul debito
estero, sulle banche armate, contro le armi leggere, sul Sudan, sulle mine
antiuomo, contro il muro in Israele, ecc.); fa parte della Rete di Lilliput,
di Libera, di "Chiama l'Africa"; ha promosso con la Caritas l'Osservatorio
sui conflitti dimenticati; insieme a "Missione oggi" e "Nigrizia" ha
richiesto ai candidati al Parlamento europeo un impegno esplicito a favore
della pace e del Sud del mondo (tra i
molti che hanno accettato, quattordici sono stati eletti a Strasburgo). E
ancora: ha organizzato con il Sae un incontro ecumenico dei giovani a
Firenze in gennaio; ha stabilito uno stretto rapporto di colla-borazione con
i vescovi caldei in Iraq; ha promosso con altre organizzazioni seminari ai
Forum sociali europei di Firenze, di
Parigi e di Londra,
ha organizzato con le Chiese locali le marce della pace a fine anno, un
convegno sulla Pacem in terris a Bergamo ed ovviamente è sempre
protagonista delle marce Perugia-Assisi.
Sui rapporti con la gerarchia ecclesiastica, Tonio
non nasconde le difficoltà che esistono e che sono state ripetutamente
sottolineate al Congresso: sono molti i vescovi che non vogliono entrare nel
merito dei problemi posti da Pax
Christi e quindi il compito del Vescovo Tommaso (presidente di Pax)
non risulta certo agevole.
Il dibattito congressuale
Il dibattito
congressuale è stato convogliato nei otto gruppi di lavoro, due incentrati
sulla ricerca di un miglior assetto interno del movimento e gli altri su
come approntare le sfide che interpellano Pax Christi nella chiesa e nella
società ( dialogo con le fedi, pace e democrazia, chiesa e profezia della
pace, per una economia disarmata….)
Significativamente le mozioni presentate, sintesi dei lavori nei gruppi, che
indicano il cammino di
Pax Christi
nei prossimi anni in ambito sociale ed ecclesiale, sono state approvate
all’unanimità, (quelle, cioè, relative all’ impegno politico e ecclesiale;
su come rilanciare una spiritualità della pace; su come testimoniare la pace
a partire dalla Parola di Dio e soprattutto su come porre la nonviolenza
alla base di ogni intervento) Le uniche divergenze registrate, mozioni
approvate a maggioranza, sono state quelle relative agli assetti interni
con la creazioni di nuove figure di riferimento (addetto alla formazione,
addetto stampa) e sul ruolo che devono avere gli strumenti che attualmente
ha a disposi-zione Px (mosaico, casa della
pace).
Da segnalare la relazione del teologo don Mazzillo, sul tema "Cristo
ha abbattuto i muri di separazione": "la liturgia - ha detto - è più facile
della prassi; nei periodi di crisi nella Chiesa aumentano le liturgie; a
fronte della profezia, assumono maggiore importanza il sacerdozio, il
tempio, le icone, le immagini".
L'intervento
conclusivo
di don Tommaso Valentinetti si è soffermato sull'importanza di
intervenire nelle strutture ecclesiali ed in particolare nelle strutture
formative della Chiesa
(seminari,istituti di
scienze religiose ecc.) e sulla necessità di intensificare il rapporti tra il
Consiglio nazionale e i tre strumenti operativi (Mosaico, Casa della Pace e
Centro Studi). “Abbiamo bisogno, ha detto don Tommaso, di elevare i nostri
spazi. i arricchendoli di una dimensione spirituale e teologica. Pax Christi deve essere in prima linea su questo itinerario, e lavorare perché alcuni eletti nel nuovo
Consiglio Nazionale questa elaborazione venga messa a disposizione delle nostre Chiese
locali; perché, finalmente, si possa arrivare a presentare e proporre una
vera teologia della pace alle nostre comunità diocesane.
E quando parlo di comunità diocesane, parlo soprattutto dei luoghi di
formazione presbiterale e di formazione laicale, dentro cui la Chiesa
italiana, oggi, sta per reinvestire le sue grandi potenzialità di impegno.
E' in fase di rielaborazione, a livello di Conferenza Episcopale Italiana,
tutto il progetto formativo che riguarda i seminari, gli istituti teologici
di formazione e gli istituti superiori di scienze religiose. Sono questi gli
ambienti in cui, credo, dobbiamo cercare, sempre di più, di far sentire la
nostra voce, per raggiungere, con una vera teologia della pace, coloro che
operativamente, a livello pastorale, sono gli educatori alla pace. “
Significative le presenze al congresso: don Luigi Ciotti ha parlato
di Libera e dei 2.270 assassinati dalla mafia in dieci anni; Alex
Zanotelli ha evidenziato l'importanza del ruolo di Pax Christi,
esprimendo una totale adesione alle sue battaglie; Umberto Allegretti
ha spiegato cosa c'è in gioco con il progetto di riforma costituzionale (è
stato poi approvato un ordine del giorno che invita a contrastarlo con
grande vigore); il segretario internazionale di Pax Christi Etienne De
Jonghe ha illustrato le attività internazionali, ricordando che quest'anno
ricorre il sessan-tesimo anniversario del movimento; don Luigi Bettazzi,
infine, si è soffermato sul sessantesimo della Liberazione con preziosi
ricordi personali. Significative, inoltre, le presenze della Tavola della
Pace e della Cgil.Il Consiglio nazionale, composto di
quindici membri, le donne sono solo tre tra le quali la nostra Annarita
(alla quale và la nostra riconoscenza per l’impegno preso, e un grosso
Buon Lavoro) mentre quattro sono i sacerdoti eletti.
Dario
Consiglio Nazionale:
Abbate Gina - Bolzano
Bigalli don Andrea - Firenze
Bucci Fulvio - Reggio Emilia
Buggiani Giorgio - Catania
Cenacchi Annarita - Bologna
Cipriani Diego - Roma
Corazzina don Fabio - Brescia
Dell'Olio Antonio (candidato con firme)
Ferè Massimo - Milano
Firrito Giovanni - Ragusa
Novello Gianni (candidato con firme)
Pessina Carla - Milano
Rustico Antonello - Bari
Sallussoia Silvio - Ivrea
Vitali don Alberto - Lecco