PAX CHRISTI

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IN QUESTO NUMERO

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GIUGNO 2005

CONGRESSO NAZIONALE DI PAX CHRISTI LE SFIDE: SPIRITUALITÀ, FORMAZIONE, PACE, DIRITTI

Spiritualità, formazione pace e diritti: ecco, al termine delle quattro giornate congressuali di Napoli, la bussola del cammino di Pax Christi.

Quattro giornate intense, dove senza interventi di personalità al di fuori del movimento, si è puntato sulla ricerca di nuove strade per la diffusione della pace.

Significativamente tutte le mozioni “politiche” o meglio quelle che impegnano il cammino di Pax nei prossimi quattro anni, sono state votate alla quasi unanimità.
Il chè, testimonia un movimento unito e determinato sui principali temi che riguardano Pace, Chiesa, Difesa della Costituzione, Nonviolenza, Impegno nella società

La relazione introduttiva ai circa 200 delegati presenti è stata tenuta dal coordinatore nazionale don Antonio Dell'Olio, il quale ha intrecciato l’analisi del movimento con la narrazione evangelica dei discepoli di Emmaus e con il richiamo all'insegnamento di don Tonino Bello. Per Tonio Dell'Olio, sono due, in particolare, i limiti di Pax Christi: quello di non avere coltivato in maniera determinante la spiritualità della pace ("se non si prega anche i maggiori sacrifici non bastano") e quello della debolezza organizzativa di Pax Christi (Pax Christi non riceve alcun contributo dalla Cei e deve autofinanziarsi). I Punti-pace ( le strutture di base del movimento) sono 47; gli aderenti sono più di 700, anche se ben più vasta è la sua area di opinione e di influenza; la struttura organizzativa è molto leggera (il che è un valore, fondandosi quasi ogni attività sul volontariato, ma anche una debo-lezza). Ma, citando don Tonino, Tonio ricorda che "tutti i censimenti sono sospetti, creano identità e logiche organizzative". Pax Christi nazionale ha tre strumenti a sua disposizione: il mensile Mosaico di Pace; la Casa per la Pace a Tavarnuzze alle porte di Firenze, dove ha sede la segreteria nazionale e dove si svolgono, in una villa (ereditata), seminari e corsi di formazione; infine, il Centro Studi, che ha il compito di elaborare ricerche su questioni relative al diritto internazionale, alla pace e alla guerra.
Malgrado le difficoltà, il movimento, è riuscito a "contare" in questi anni difficili, aprendosi ad ogni collaborazione e intrecciando azioni a tutto campo. Pax Christi partecipa alle più importanti Campagne (sul debito estero, sulle banche armate, contro le armi leggere, sul Sudan, sulle mine antiuomo, contro il muro in Israele, ecc.); fa parte della Rete di Lilliput, di Libera, di "Chiama l'Africa"; ha promosso con la Caritas l'Osservatorio sui conflitti dimenticati; insieme a "Missione oggi" e "Nigrizia" ha richiesto ai candidati al Parlamento europeo un impegno esplicito a favore della pace e del Sud del mondo (tra i molti che hanno accettato, quattordici sono stati eletti a Strasburgo). E ancora: ha organizzato con il Sae un incontro ecumenico dei giovani a Firenze in gennaio; ha stabilito uno stretto rapporto di colla-borazione con i vescovi caldei in Iraq; ha promosso con altre organizzazioni seminari ai Forum sociali europei di Firenze, di Parigi e di Londra, ha organizzato con le Chiese locali le marce della pace a fine anno, un convegno sulla Pacem in terris a Bergamo ed ovviamente è  sempre protagonista delle marce Perugia-Assisi.
Sui rapporti con la gerarchia ecclesiastica, Tonio non nasconde le difficoltà che esistono e che sono state ripetutamente sottolineate al Congresso: sono molti i vescovi che non vogliono entrare nel merito dei problemi posti da Pax Christi e quindi il compito del Vescovo Tommaso (presidente di Pax) non risulta certo agevole.

Il dibattito congressuale
Il dibattito congressuale è stato convogliato nei otto gruppi di lavoro, due incentrati sulla ricerca di un miglior assetto interno del movimento e gli altri su come approntare le sfide che interpellano Pax Christi nella chiesa e nella società ( dialogo con le fedi, pace e democrazia, chiesa e profezia della pace, per una economia disarmata….)         
Significativamente le mozioni presentate, sintesi dei lavori nei gruppi, che indicano il cammino di Pax Christi nei prossimi anni in ambito sociale ed ecclesiale, sono state approvate all’unanimità, (quelle, cioè, relative  all’ impegno politico e ecclesiale; su come rilanciare una spiritualità della pace; su come testimoniare la pace a partire dalla Parola di Dio e soprattutto su come porre la nonviolenza alla base di ogni intervento) Le uniche divergenze registrate, mozioni approvate a maggioranza, sono state quelle relative agli assetti interni  con la creazioni di nuove figure di riferimento (addetto alla formazione, addetto stampa) e sul ruolo che devono avere gli strumenti che attualmente ha a disposi-zione Px (mosaico, casa della pace).                                                      
Da segnalare la relazione del teologo don Mazzillo, sul tema "Cristo ha abbattuto i muri di separazione": "la liturgia - ha detto - è più facile della prassi; nei periodi di crisi nella Chiesa aumentano le liturgie; a fronte della profezia, assumono maggiore importanza il sacerdozio, il tempio, le icone, le immagini".
L'intervento conclusivo di don Tommaso Valentinetti si è soffermato sull'importanza di intervenire nelle strutture ecclesiali ed in particolare nelle strutture formative della Chiesa (seminari,istituti di scienze religiose ecc.) e sulla necessità di intensificare  il rapporti tra il Consiglio nazionale e i tre strumenti operativi (Mosaico, Casa della Pace e Centro Studi). “Abbiamo bisogno, ha detto don Tommaso, di elevare i nostri spazi.  i arricchendoli di una dimensione spirituale e teologica. Pax Christi deve essere in prima linea su questo itinerario, e lavorare perché alcuni eletti nel nuovo Consiglio Nazionale questa elaborazione venga messa a disposizione delle nostre Chiese locali; perché, finalmente, si possa arrivare a presentare e proporre una vera teologia della pace alle nostre comunità diocesane.
E quando parlo di comunità diocesane, parlo soprattutto dei luoghi di formazione presbiterale e di formazione laicale, dentro cui la Chiesa italiana, oggi, sta per reinvestire le sue grandi potenzialità di impegno. E' in fase di rielaborazione, a livello di Conferenza Episcopale Italiana, tutto il progetto formativo che riguarda i seminari, gli istituti teologici di formazione e gli istituti superiori di scienze religiose. Sono questi gli ambienti in cui, credo, dobbiamo cercare, sempre di più, di far sentire la nostra voce, per raggiungere, con una vera teologia della pace, coloro che operativamente, a livello pastorale, sono gli educatori alla pace. “
Significative le presenze al congresso: don Luigi Ciotti ha parlato di Libera e dei 2.270 assassinati dalla mafia in dieci anni; Alex Zanotelli ha evidenziato l'importanza del ruolo di Pax Christi, esprimendo una totale adesione alle sue battaglie; Umberto Allegretti ha spiegato cosa c'è in gioco con il progetto di riforma costituzionale (è stato poi approvato un ordine del giorno che invita a contrastarlo con grande vigore); il segretario internazionale di Pax Christi Etienne De Jonghe ha illustrato le attività internazionali, ricordando che quest'anno ricorre il sessan-tesimo anniversario del movimento; don Luigi Bettazzi, infine, si è soffermato sul sessantesimo della Liberazione con preziosi ricordi personali. Significative, inoltre, le presenze della Tavola della Pace e della Cgil.

Il Consiglio nazionale, composto di quindici membri, le donne sono solo tre tra le quali la nostra Annarita (alla quale và la nostra riconoscenza per l’impegno preso, e un grosso  Buon Lavoro)  mentre quattro sono i sacerdoti eletti.

Dario

Consiglio Nazionale:

Abbate Gina - Bolzano
Bigalli don Andrea - Firenze
Bucci Fulvio - Reggio Emilia
Buggiani Giorgio - Catania
Cenacchi Annarita - Bologna
Cipriani Diego - Roma
Corazzina don Fabio - Brescia
Dell'Olio Antonio (candidato con firme)
Ferè Massimo - Milano
Firrito Giovanni - Ragusa
Novello Gianni (candidato con firme)
Pessina Carla - Milano
Rustico Antonello - Bari
Sallussoia Silvio - Ivrea
Vitali don Alberto - Lecco

 

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