Da
Avvenire
26 aprile 2005
Il vescovo Valentinetti ha chiuso a Napoli il
congresso nazionale attingendo anche alle parole di Benedetto XVI
Le sfide: spiritualità, formazione, servizio alle diocesi
Pace e diritti: ecco, al
termine delle quattro giornate congressuali di Napoli, la bussola del
cammino di Pax Christi.
Pace e diritti: ecco, al termine delle quattro giornate congressuali di
Napoli, la bussola del cammino di Pax Christi. Filo conduttore la
spiritualità, riassunta nell'icona dei discepoli di Emmaus, come indicato
nell'intervento conclusivo dal vescovo di Termoli-Larino Tommaso
Valentinetti, da due anni presidente del movimento.
«Su questa strada, dobbiamo incamminarci tutti con più decisione», scandisce
Valentinetti ricordando alcuni passi dell'omelia d'insediamento di Benedetto
XVI «che vanno nella direzione di questa spiritualità». Qualche esempio?
«Abbiamo tutti bisogno della pazienza di Dio. Il Dio, che è divenuto
agnello, ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso e non dai
crocifissori. Il mondo è redento dalla pazienza di Dio e distrutto
dall'impazienza degli uomini». Questa e altre frasi di Papa Ratzinger - come
quelle sui deserti interiori ed esteriori del nostro tempo, che il Pastore
animato dalla santa inquietudine di Cristo deve attraversare -sono risuonate
nell'incontro napoletano di Pax Christi.
Ripartire da qui «costituisce un buon itinerario perché la nonviolenza possa
essere interiorizzata e la teologia della pace aprire nuove strade», ha
commentato Valentinetti; strade da mettere «a disposizione delle Chiese
locali», per «proporre una vera teologia della pace nelle comunità diocesane
come luoghi di formazione presbiterale e laicale, su cui la Chiesa sta
reinvestendo grosse potenzialità, con una revisione del suo progetto
formativo nei seminari e nelle comunità».
La spiritualità è una dimensione essenziale per ritrovare le radici, il
significato, il coraggio dell'impegno. Pax Christi - movimento
internazionale da oltre cinquant'anni impegnato nella diffusione della
cultura della pace, della giustizia e della convivialità tra i popoli - è
presente nelle comunità locali con i Punti Pace, 47 in Italia, considerati
il cuore pulsante del movimento anche in relazione alle realtà diocesane.
Il rapporto da instaurare con le Chiese locali diventa perciò una necessità
impellente anche riguardo ai giovani. Valentinetti ha proposto che Pax
Christi, con i suoi Punti Pace, si ponga come «interfaccia con le realtà
ecclesiali che lavorano nella direzione della pace, come la Caritas o la
Commissione Giustizia e Pace. Ritessere un tessuto ecclesiale dove di
concreto si lavori per la pace è diventato ineludibile. La società
interpella Pax Christi ed essa - con la Casa della Pace, la rivista Mosaico
di Pace, il Centro Studi e Formazione - deve saper rispondere e lavorare sul
territorio nazionale con un progetto di formazione globale». Si tratta di
indicazioni alle quali il nuovo consiglio nazionale, eletto a Napoli, dovrà
rispondere con prassi adeguate e nuove strade, anche rispetto alle sfide da
sempre connaturate a Pax Christi: la spiritualità della pace, la promozione
di politiche di pace, lo studio e l'educazione alla pace.
Don Alberto Vitali, confermato coordinatore per il Nord, precisa: «Compito
di Pax Christi nella Chiesa è la diaconia della pace, cioè far circolare il
magistero della pace. È lo stare di sentinella per scrutare ogni segno
positivo o negativo che appare all'orizzonte della storia. È sollecitare con
discrezione e fermezza il passo dei fratelli quando arrancano sui sentieri
di Isaia e far loro da megafono quando le voci si assottigliano».