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GIUGNO 2005

PACE, DIRITTI E DEMOCRAZIA CRESCONO INSIEME

Di fronte allo sgretolarsi del diritto, all'attacco ai diritti anche più elementari nel mondo e in Italia; preoccupati per i processi di riduzione o di svuotamento della democrazia anche nelle piccole
realtà locali; convinti che pace, diritti e democrazia sono complementari tra loro e che, quindi, la mancanza anche di uno solo di questi elementi fa sì che tutti non siano attuali,  gli aderenti al gruppo di lavoro "Pace, diritti e democrazia camminano insieme" ritengono opportuno offrire alcune indicazioni operative per il Movimento:

1. mobilitarsi per fermare la proposta di distruzione della Costituzione e dell'ordinamento democratico, che annulla il ruolo del Parlamento e i diritti dei cittadini. A tal fine è utile sostenere progetti informativi e formativi di conoscenza della Costituzione (ad esempio "La Costituzione a scuola");
2.   mobilitarsi per evitare la dissoluzione dello "stato sociale", del principio secondo cui lo scopo della politica è l'esercizio della libertà, della giustizia e della solidarietà, intervenendo sulla formazione delle leggi finanziarie (tramite, ad esempio, la campagna "Sbilanciamoci") e l'attivazione di politiche sociali nelle quali emerga con evidenza che il titolare dei diritti è la persona, che la vera cittadinanza è quella umana e multiculturale. Politiche di cittadinanza si affermano, ad esempio,tramite il superamento della Bossi-Fini, la chiusura dei Centri Territoriali di Permanenza, leggi per il diritto d'asilo, la smilitarizzazione dei corpi di polizia e di sicurezza, il mancato vincolo tra adesione a forze armate e inserimento automatico nel mondo del lavoro. Il diritto al lavoro sta all'inizio della Costituzione italiana (articolo 1);
3.  favorire percorsi nonviolenti per il superamento della mentalità e dei sistemi mafiosi, collaborando con Libera alla costruzione di una rete di esperienze atte a radicare iniziative sociali di resistenza e di costruzione creativa, sperimentando metodi di intervento nonviolento in varie realtà del paese. Il "progetto Legalità" può essere, al riguardo, uno strumento educativo praticabile;
4.  sostenere il Comitato per la promozione e la protezione dei Diritti Umani secondo le indicazioni dell'ONU e della sua "Carta dei difensori dei diritti umani" (1998). In tale contesto, diventa necessario costruire il Comitato per l'ONU dei popoli e sperimentare l'adozione di un popolo e campagne per i diritti umani, per tessere rapporti fraterni e solidali tra scuole, gruppi, parrocchie, Enti locali;
5. produrre e partecipare ad attività legate allo sviluppo di un'informazione democratica e completa che osservi il mondo dalla parte dei deboli, delle vittime delle violenze, degli impoveriti e degli oppressi;
 6.  opporsi alle direttive europee e ad ogni tentativo di mercifi-cazione dei beni comuni universali e fondamentali (acqua, aria,salute,istruzione,biodiversità). Il nostro mondo, la vita, la terra non sono in vendita;
 7  ripudiare qualunque ipotesi di riconoscimento giuridico della tortura e sostenere campagne internazionali per l'abolizione della tortura e della pena di morte;
 8.   favorire lo sviluppo del coordinamento degli Enti locali per la pace, la rete delle città per la pace in Italia e in Europa, diffondendo la pratica del bilancio partecipativo nei Comuni. Rendere i cittadini consapevoli dei loro diritti. Sostenere l'idea che il volontariato non diventi tappabuchi o supplenza dell'impegno politico e istituzionale ma una forma di servizio e di aiuto alle persone, orientato a far emergere una coscienza civica comune e progetti di cambiamento sociale, di convivenza civile e di partecipazione democratica;
 9.   sostenere "Restituisco", la campagna nazionale, promossa da "Popoli e culture" di Lecce, per la restituzione delle tasse alle associazioni o gruppi che vengono sempre più privati di risorse economiche per continuare a lavorare al servizio dei più deboli e
 dei più poveri;
10.    operare a favore della dignità nell'esecuzione della pena e della vivibilità delle carceri, opponendosi alla loro privatizzazio-ne e a provvedimenti governativi volti ad abolire i servizi
 sociali della giustizia nelle carceri trasformandoli in meri uffici amministrativi e di controllo;
11.   esprimere la nostra fedeltà al Vangelo di Cristo e la nostra corresponsabilità ecclesiale proponendo e sostenendo attività diocesane di promozione dei diritti soprattutto sui temi della povertà, dell'ingiustizia, dell'emarginazione e del disagio. E'  necessario promuovere una vera e propria Pastorale dei diritti umani volta a informare e a formare sui grandi temi ecumenici della pace, della Giustizia e della Salvaguardia del creato tramite percorsi di cittadinanza responsabile. Anche nelle parrocchie è utile nascano gruppi attivi nel territorio e in campo internazionale che possono, tra l'altro, facilitare lo sviluppo di metodi partecipativi e democratici anche nelle strutture della Chiesa. E', quindi, possibile tramite le Pastorali diocesane del lavoro, della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato, conoscere operativamente l'ampio e ricco magistero della Chiesa riguardante la dottrina sociale e il rapporto etica-politica e rilanciare la trilogia della Conferenza episcopale italiana proposta nel 1991 ("Educare alla legalità", nel 1995 ("Educare alla socialità") e nel 1998 ("Educare alla pace") integrandola con iniziative di Educazione alla cittadinanza attiva e responsabile nella nonviolenza, coscienti , come osservava Giovanni Paolo II durante la Giornata mondiale della pace del 1999, che "Nel rispetto dei diritti umani sta il segreto della pace vera".

 

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