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GIUGNO 2005
COMUNICATO AI MEDIA
Roma, 26
Maggio 2005
Solitarietà
da parte della
Rete Italiana per il Disarmo alla giornalista Nunzia Vallini e alla
redazione del Corriere della sera per il grave attacco al diritto di
informazione da parte della Guardia di Finanza che ieri, su ordine della
Procura di Brescia, ha perquisito la redazione milanese del Corriere della
Sera. Dichiara Riccardo Troisi, del Board di coordinamento della campagna
Control Arms rilanciata dalla Rete in Italia: "Non crediamo che per
verificare la provenienza delle notizie contenute nell'articolo apparso ieri
sul quotidiano milanese sia davvero necessario andare a perquisire la sede
del giornale stesso. Non solo la perquisizione contravviene alle regole del
libero giornalismo ma è del tutto ingiustificata anche nel merito in quanto
l'articolo in questione non rappresenta violazione del segreto delle
indagini".
La Rete Disarmo ringrazia invece per il proprio lavoro i giornalisti
del Corriere, che hanno portato alla luce un episodio grave ed emblematico
della situazione esplosiva ed incontrol-labile che caratterizza il mercato
di armamenti mondiali. Un vero e proprio "far west" grazie al quale armi
potenti e pericolose circolano liberamente per le mani di criminali o di
gruppi politici violenti, mentre produttori ed intermediari si
arricchiscono. Un pericolo per la sicurezza di tutti da sempre stigmatizzato
dalle organizzazioni che si adoperano per il disarmo e messo in evidenza con
numerosi studi ed analisi. "Siamo di fronte ad un problema di politica e di
controllo generale - afferma Maurizio Simoncelli di Archivio Disarmo
(aderente alla Rete) - e non crediamo che ci si possa difendere dietro i
fragili paraventi della legalità delle transazioni.
Non è questo il
punto:
se esportazioni e licenze di produzione (favorite spesso dagli accordi
militari fra stati) divengono così pericolose forse è necessario ripensare
complessivamente tutto il sistema di controlli e di autorizzazioni.
Facendolo divenire sempre più di respiro internazionale e condiviso".
"Vorremmo sapere se la Procura di Brescia è stata altrettanto
tempestiva nell'ordinare un'ispezione presso la Beretta di Gardone
Valtrompia, o presso il Banco di Prova sempre di Gardone Valtrompia testa e
registra tutte le armi prodotte in Italia, in parti-colare quelle definite
"ad uso civile"(come le Beretta 92 di questo caso particolare) o alla stessa
Camera di Commercio di Brescia. Ente che conserva gli atti di tutte le
esportazioni di"armi, sistemi d'arma e munizioni" dalla Provincia di
Brescia, tra cui ad esempio appaiono quelle dirette agli Emirati Arabi Uniti
per oltre 30 milioni di euro solo negli ultimi tre anni" – dichiara
Giorgio Beretta attivo nell'ambito della Rete Disarmo e del
comitato scientifico di OPAL, l'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere.
con sede a Brescia.
Una questione delicata, quella del giro d'affari delle armi leggere, e
cheinveste direttamente il nostro Paese. Elisa Lagrasta (ricercatrice
pressol'Archivio Disarmo) ha appena terminato la ricerca "Le armi del Bel
Paese" (Ediesse Edizioni) trovando che "Secondo dati ISTAT, risultano nel
quinquennio 1999-2003 esportazioni di armi leggere ad uso civile per
1.568.894.729 euro, di cui parte verso paesi palesemente in guerra o con
conflitti interni come la Colombia, la Russia, l'Algeria, l'Eritrea,
l'Etiopia, Israele. È difficile stupirsi poi di certe notizie, che escono
magari a "scoppio ritardato", ma testimoniano una totale carenza di
controllo e conoscenza su un tema delicato come quello degli armamenti, in
particolare quelli leggeri".
La Rete Disarmo chiede che il Governo dia una risposta tempestiva sulla
questione, prescindendo dai tempi dell'istruttoria aperta dalla Procura di
Brescia. A nostro parere, è ormai tempo che l'Italia si doti di una
normativa rigorosa ed efficace per quanto riguarda l'esportazione armi "ad
uso civile, sportivo e per corpi di polizia" attualmente regolamentata dalla
legge 110 del 1975, assolutamente inadeguata alla situazione attuale in cui
l'Italia è il secondo esportatore mondiale nel campo delle armi leggere e di
piccolo calibro.
Una delle risposte della Rete Disarmo è quella della Campagna internazionale
Control Arms, che tutti gli organismi della Rete stanno rilanciando nel
nostro Paese.
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