Nel centenario
della nascita vogliamo ricordare
della nonviolenza:
un altro testimone
Lanza del VastoDino (del Movimento degli Amici
dell'Arca),ci ricorderà la vita e gli insegnamenti, di questo singolare personaggio
definito il "profeta dell'ecologia globale.
Giovedì 24 Maggio alle ore 21
presso lo Studentato delle Missioni
Riportiamo, per una prima conoscenza, sulla vita e le opere di Lanza del Vasto,
l'articolo, comparso su Famiglia Cristiana
n. 15/2001 |
S ono cent'anni dalla nascita di Giuseppe Lanza del Vasto e vent'anni dalla sua
morte, 1901-1981. Perché ricordo un uomo dell'altro mondo e dell'altro secolo? Perché ha
predicato cose giuste anche per questo mondo e questo secolo, anzi adesso capiamo a nostre
spese quanto fossero giuste. Lui parlava di "ecologia globale" e gli scienziati
analitici dei suoi tempi la consideravano una bizzarria. Insegnava un'agricoltura
nonviolenta, una economia nonviolenta, una energia nonviolenta, una educazione
nonviolenta. E ora ci siamo in mezzo, molto più in là di quanto egli potesse prevedere.
Da rilevamenti sul mio orto, in questo risveglio pasquale della natura, noto le sfasature.
Le mimose sono appassite molto prima di Pasqua, i mandorli hanno saltato il sonno
invernale e si sono coperti anzitempo di germogli, sull'insalata gironzolano le coccinelle
che di solito non apparivano prima di maggio. Dunque arrivo alle stesse conclusioni dei
meteorologi del Cnr, massimo organo di ricerca italiano; dei cento esperti di cambiamenti
climatici dell'Onu, riuniti la settimana scorsa a Nairobi; dell'Ocse, l'organizzazione dei
Paesi industrializzati. Tutti denunciano il surriscaldamento della terra, il cambio del
ciclo delle stagioni. La concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera è la più
alta da 20 milioni di anni, le temperature sono le più elevate degli ultimi mille anni,
il livello dei mari è dieci volte più alto che negli ultimi tremila anni. Converrà
ripassare Lanza del Vasto. E chi vuole saperne di più, sappia di due incontri organizzati
per il suo centenario: uno dal 1' al 3 agosto a San Benedetto Belbo (Cuneo) si intitola
"La critica della scienza", ed è riservato a studiosi e ricercatori; l'altro,
detto "Campo dell'Arca", è per tutti, dal 9 al 26 agosto a San Vito dei
Normanni (Brindisi).
Lo incontrai a Milano nel '75, un bel vecchio con gli occhi azzurri e la barba
bianca. Era poco noto in Italia, notissimo in Francia e in altri Paesi dove aveva fondato
le comunità dell'Arca, e già il nome evocava la sopravvivenza nel diluvio universale.
Lui e i suoi seguaci erano reduci da storiche battaglie contro le centrali nucleari; da
cortei di protesta contro le torture dei parà francesi in Algeria; da digiuni pubblici
contro gli espropri dei contadini nel Larzac, decisi dal governo francese per lasciar
posto a campi di esercitazioni militari. Mi sembrò un personaggio un po' strampalato, un
patetico Don Chisciotte. Ma lo ascoltai, lessi i suoi libri e capii che era un profeta.
Era nato a San Vito dei Normanni, cittadina in provincia di Brindisi fondata dal suo
antenato Boemondo Normanno. Nella sua famiglia abbondavano titoli nobiliari e proprietà,
così dopo la laurea in Filosofia scelse occupazioni da privilegiato, la musica, la
pittura, i viaggi in giro per il mondo. A 37 anni, capitò in India e incontrò Gandhi,
l'apostolo della nonviolenza. Fu la svolta di una vita svagata, ne nacque un rapporto
maestro-allievo, padre-figlio. Gandhi gli dette il nome di Shaiitidas, significa
"servo di pace" e così l' hanno chiamato quando anche lui divenne un maestro
mondiale della nonviolenza.
Dopo aver assorbito l'insegnamento di Gandhi, Shantidas andò in Francia,
sposò la musicista Simone Goebelin, e insieme fondarono la prima delle tante Arche, in
Linguadoca, tra Millau e Béziers. Visi stabilirono 130 famiglie, oggi credo siano molte
di più, in una comunità "nonviolenta, rurale, artigianale, ecumenica". Vivono
del proprio lavoro, coltivano la terra, si dedicano alla tessitura, sono vegetariani; in
maggioranza cattolici e protestanti con un forte senso religioso, ma accolgono anche
fedeli di altre religioni. Non accumulano capitali: ciò che avanza va donato, e per il 24
giugno, san Giovanni Battista, le casse e i magazzini devono restare vuoti, Rispettano la
terra, l'aria, le acque, insegnano che l'ambiente è l'unica casa che abbiamo, un
condominio da proteggere contro gli egoismi individuali e le rapine dei popoli ricchi
infatuati del progresso a ogni costo.
Mi disse Lanza del Vasto: "Siamo isole di un mondo nuovo dentro i cocci del mondo
vecchio". E aggiunse una metafora su come si rovina il nostro pianeta: <'Vuoi
schiacciare questo bruco? Ecco fatto, non era difficile. Ma ora rifà il bruco".
Franca Zambonini |