|
||
| Home
| Che cos'è Pax Christi
| Chi siamo
| don Tonino Bello
| Monte Sole
| Attività
| Appelli/Campagne
| Agenda pace
| I Link
| |
||
|
NOVEMBRE 2000 5 novembre1977: muore a Firenze, all'età di 73 anni, Giorgio La Pira, uno dei padri costituenti, più famoso per aver anticipato, come sindaco di Firenze, il dialogo internazionale di pace in tempi di guerra fredda. Criticato anche ferocemente - lui e i suoi seguaci furono definiti "comunistelli di sacrestia" - è ora proposto per la sua beatificazione.
8 novembre 1987: In tre referendum sul nucleare, traumatizzati dall'effetto Chernobil, gli Italiani scelgono con maggioranze dal 70 al 80 per cento la fine dell'energia atomica a fini civili 9 novembre 1938: " Notte dei Cristalli " in Germania contro il negozio degli ebrei. 9 novembre 1989: Germania: viene abbattuto il muro di Berlino
11 novembre: Memoria di San Martino militare romano nonviolento del IV secolo, vescovo.
Nel settembre 1982 risuonarono durante il Convegno Nazionale della Caritas Italiana queste parole: "Dobbiamo sfidare il potere a non costruire più armi, con i soldi
del contribuente. L'invito fu poi fatto proprio da tutta lassemblea con una mozione approvata per acclamazione. Ci uniamo, a quanti in questi giorni, stanno portando avanti la battaglia affinché il S. Padre e i Vescovi delle varie diocesi del mondo convochino alla Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 200I, tutte le persone che in questi anni hanno cercato con la vita, in OBBEDIENZA alla loro COSCIENZA e al VANGELO, strumenti efficaci ma NONVIOLENTI di risoluzione dei conflitti nazionali ed internazionali. Come gruppo rimaniamo convinti di "essere sentinelle scomode in un mondo violento" il tipico sassolino nella scarpa che fa riflettere i benpensanti. E' un compito impegnativo, faticoso, che a volte sembra non pagante. E tuttavia non ci scoraggiamo affatto perché, per citare un'espressione cara a Vittorio Bachelet, "quando l'aratro alza le zolle della storia non è tempo di paure, ma è tempo di semina" .
I nostri prossimi appuntamenti: Innanzitutto: Sabato 16 dicembre alle ore 17,00 presso laLa rivista di Pax Christi ha sempre avuto l'intelligenza profetica di percorrere i tempi, offrendo un'informazione trasparente e critica, e strumenti formativi inerenti alle espressioni di chiesa, attenta agli umili e a tutto ciò che è in cammino per la pace. Ripetere, che mai come oggi, è uno strumento prezioso da difendere e diffondere "dalle Alpi alle Piramidi", non è retorica ma una verità. Basti pensare alla fine di molte riviste di impegno nella società civile e nella Chiesa. Far vivere periodici che non vengono dominati dalla logica del profitto, che difendono la solidarietà e cercano di essere voce dei poveri, capace di "cantare" anche fori dal coso, è oggi giorno, impresa ardua. E basti pensare alla fine di Avvenimenti, e in campo ecclesiale quella della rivista SIAL (SERVIZIO INFORMAZIONI AMERICALATINA) e più recentemente quella di "Segno Sette" settimanale di Azione Cattolica. Troverete l'amaro addio del direttore del settimanale, dove afferma: "il clima ( nei vertici della chiesa) è cambiato" . Un motivo di più, come appartenenti al Popolo di Dio, per far conoscere maggiormente e sostenere una rivista come" Mosaico di Pace" Il suo unico sostegno sono unicamente gli abbonamenti. Pertanto tocca a noi.
Percorso formativo 2000-2001 Quest'anno, all'interno del nostro gruppo di Pax Christi è nata la
necessità di compiere un percorso formativo a partire dai fondamenti evangelici della
pace e della nonviolenza. Siamo partiti da alcune domande di fondo: cosa ci dice il
'Vangelo su tali temi? In che cosa consiste la pace cristiana? Che cammino di conversione
Gesù ci chiede per essere uomini di pace?
Abbiamo aderito all'appello della Comunità dell'Arca La Comunità "L'Arcobaleno" , una delle
Comunità dell'Associazione Arca di Jean Vanier , sta per nascere a Bologna e precisamente
a Quarto Inferiore, nella Parrocchia di Don Massimo Ruggiano, (da noi ben conosciuto, per
la condivisione di molte iniziative), che tra l'altro sarà l'assistente spirituale di
questa Comunità.
La spesa per fare tutto ciò supera il miliardo e quindi per realizzare questo progetto
l'Arca ha bisogno dell'aiuto di tutti. Per il momento, pur contando solo sulle forze della
Comunità, si è deciso di dare inizio ai lavori affidandosi un po' alla Provvidenza. IV NOVEMBRE: NON PER COMMEMORARE LA GUERRA MA PER AFFERMARE IL PRIMATO DELLA COSCIENZA Pax Christi Italia, l'Associazione Obiettori Nonviolenti e la Lega Obiettori di
Coscienza, Con il contributo della Caritas Diocesana di Firenze-Settore Pace e
Mondialità, hanno organizzato il 4 novembre scorso il "GIUBILEO DEGLI OBIETTORI
DI COSCIENZA". L'incontro ricchissimo, di testimonianze e riflessioni, memorie e
proposte, preghiera e vitalità, si è tenuto a Borgo S. Lorenzo e Barbiana: i luoghi dai
quali don Milani con i suoi scolari hanno affermato con coraggio che "l'obbedienza
non è più una virtù", ma che quel che conta è il primato della coscienza. (ANSA) - BARBIANA (FIRENZE), 4 NOV - Chiedono di incontrare il Papa e il capo dello Stato gli obiettori di coscienza riuniti oggi a Barbiana, dove ha operato e riposa don Lorenzo Milani, per il loro Giubileo promosso da Pax Christi con la collaborazione dell'Associazione obiettori non violenti e la Lega obiettori di coscienza. "Ci siamo riuniti nell'anno del Giubileo - si legge nella lettera inviata al Santo Padre - perché siamo convinti che per costruire una cultura di pace sia necessario smilitarizzare i cuori e le menti. Vorremmo per questo che, anche le nostre chiese, osassero di più, fossero cioè più aperte e disponibili alla voce dello spirito della pace che solo può sanare dall'odio e dalla violenza anche se questo dovesse comportare la perdita di qualche privilegio e delle stellette". Durante la mattinata, aperta dal cardinale arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli, sono intervenuti obiettori storici come Alberto Trevisan e Antonio De Filippis. Nella tavola rotonda con i politici il presidente della commissione antimafia, Giuseppe Lumia, ha ringraziato coloro che hanno offerto con il servizio civile un grosso contributo nella lotta alla mafia nei quartieri a rischio. Dopo il pellegrinaggio alla chiesa di Sant'Andrea di Barbiana i giovani si sono ritrovati a Borgo San Lorenzo per una veglia di preghiera presieduta da monsignor Diego Bona, presidente di Pax Christi. (ANSA) . Lettera inviata al Papa Santo Padre, ci siamo riuniti oggi a Barbiana (Firenze) per riflettere e pregare per la pace, nell'anno del Giubileo. Molti di noi sono obiettori di coscienza al servizio militare. Tutti, comunque, condividiamo le ragioni profonde della nonviolenza, della pace, della giustizia e della solidarietà. È per questo che abbiamo fatto nostro il messaggio da Lei affidato ai giovani della GMG 2000 quando ha detto loro: "Voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. . . . . " Noi tutti siamo convinti che la pace si può conquistare solo con la pace e che la soluzione dei conflitti possa e debba essere ricercata senza far ricorso alle armi e, anzi, ripudiando la guerra che in nessun caso può essere ammessa e giustificata. Guerra che pertanto non deve nemmeno essere preparata con la costituzione di un esercito. (..) Siamo convinti che, per costruire una cultura di pace, sia necessario disarmare i cuori e le menti. Vorremmo per questo che anche le nostre Chiese osassero di più, fossero cioè più aperte e disponibili alla voce dello Spirito della pace che, solo, può sanare dall'odio e dalla violenza. Anche se questo dovesse comportare la perdita di qualche privilegio. Ci siamo riuniti a Barbiana, vicino alla tomba di Lorenzo Milani che nel corso del suo ministero sacerdotale ha sofferto l'incomprensione e l'isolamento anche della sua Chiesa e proprio a causa della pace e della giustizia. Ci chiediamo se non sia giunto il momento che anche il Magistero possa riconoscere lo spirito profetico e sinceramente evangelico di questo suo figlio, riabilitando la sua memoria e le sue opere. A Lei, Santità, chiediamo di continuare a predicare in tutto il mondo il Vangelo della Pace e della Nonviolenza. In questa importante missione, La sosteniamo con la nostra preghiera e con la nostra quotidiana e umile testimonianza. A Lei, Santità, va il nostro saluto di pace, nell'attesa di poterLa presto incontrare. Pax Christi Italia Ci sconcerta Con Cristo a difesa della giustizia e della pace", è questo il motto con il quale
domenica prossima saranno convocati in Piazza San Pietro migliaia di militari di diverse
parti del mondo. Proprio a partire dal tema di questo Giubileo dei militari come Pax
Christi Italia, pensando di interpretare il sentimento genuino di tanti operatori di pace,
vogliamo esprimere qualche interrogativo e qualche riserva.
UN APPUNTAMENTO IMPORTANTE DA METTERE E' uno dei momenti più
importanti per il movimento, da Sabato 28 Aprile a lunedì 1° NEL NOSTRO CALENDARIO Zanotelli e Beppe Grillo p. Alex Zanotelli e Beppe Grillo hanno fatto lultimo intervento del Convegno di
Verona. AL GIUBILEO DEGLI ESCLUSI. L'hanno fatto insieme (un duo veramente unico e
speciale.. quasi irripetibile!) Parlando prima uno e poi l'altro hanno a loro modo (con
lumorismo l'uno e con la forza dello testimonianza l'altro) lanciato un messaggio
forte e chiaro Alex Zanotelli: Prima di tutto mentre Grillo parlava stavo un attimo riflettendo sul significato di questo incontro e cercavo di capire che razza di accoppiata è mai successa stamattina, mi sembra che quando un ragazzino e una ragazzina si ritrovano dicono che Dio li fa e poi li accoppia, non so se questo vale anche per Grillo ed Alex! E' vero quanto ha raccontato sul nostro incontro, lui mi aveva cercato in giro per l'ltalia e ha fatto di tutto, sarà stato i11996, ad un certo punto ha telefonato a casa mia e c'era la mia nipotina che dice: "Pronto", "Pronto", dice lui "Sono Beppe Grillo", "Non prendermi in giro" e gli sbatte in faccia la cornetta. Alla fine mi ha trovato e mi ha detto: "Vieni perché io devo parlarti" e sono andato a Genova. lo sono entrato come si entra nei grandi santuari: una bellissima villa con piscina e mi son seduto un po' imbarazzato e lui lo era ancora più di me e dice: "Sai io mi sento imbarazzato davanti a te, però cos'è che possiamo fare?". lo gli ho detto: "Guarda io non mi aspetto da te che tu faccia il monaco, ma penso che sia importante in questo momento che facciamo girare determinati messaggi e quindi se tu puoi portare in giro per l'Italia e ho visto che c'è gente che ha voglia di una cultura alternativa, per favore datti da fare. Poi sul tuo stile di vita ci ritorneremo sopra". Oggi penso potrebbe essere il momento di tornarci su dato che siamo insieme. . . ..La domanda che Grillo mi faceva era quali speranze dal basso. Direi che a livello politico ed economico non ci sono speranze. Le cose vanno sempre peggio per i poveri. E' inutile che vi dia delle statistiche, basta vivere a Korogocho dalla mattina alla sera, stiamo arrivando a Nairobi al 50% di bambini che non possono entrare in prima elementare perché costa troppo e non nelle scuole private, quelle che voi state di nuovo sventolando in giro come bandierine pericolosissime, ma nella scuola pubblica, dove secondo la Carta dei diritti dell'uomo firmata dagli stati del mondo, ogni bimbo ha diritto a un'educazione elementare senza pagare. Sono d'accordo con Grillo quando dice che il debito non tratta. Tutte le campagne che sono state fatte almeno aiutano a riflettere, si parla soltanto di ciò che si vede, ma le cause profonde non vengono affrontate. Anche una campagna seria come Jubilee 2000 non affronta il problema degli aggiustamenti strutturali. Quando il FMI rimette i debiti, impone che una nazione segua i dettami degli aggiustamenti strutturali, sono proprio quelli che affamano e questo è un tradimento. Ecco perché dobbiamo appoggiare le campagne, ma essere anche critici e capire quello che sta dietro ogni cosa. Dal basso non è che ci siano chissà quali cose, i poveri stanno sempre peggio. Ecco perché mi fa male venir fuori da Korogocho, perché io ho abbandonato quella gente, perché io me ne posso andare e loro rimangono e soffrono, sono volti non statistiche. Vi dico però che c'è speranza e viene da questi poveri che hanno una forza d'animo che non riesci a capire. Tutti questi bambini che ti si aggrappano addosso, che saltano, che ballano, che mi dicono: "Alex jiu!", che non vuol dire giù, ma su, perché hanno una voglia matta di vivere. Questa gente fa rinascere dentro di te la voglia di danzare la vita. e quindi se riesco ad andare avanti e a danzare la vita è grazie ai poveri. I poveri si stanno organizzando. Ho qui il proclama della campagna per la terra e dicono: "Noi riaffermiamo la nostra umanità, siamo persone". La domanda fondamentale è: davvero oggi due miliardi e mezzo di persone hanno sì e no il diritto di esistere. Questi due milioni di baraccati costretti a vivere nell'1,5% della terra di Nairobi si sono messi assieme e domandano almeno il diritto alla terra. Questo davvero apre delle speranze grosse. Ecco come i poveri si organizzano e parlo anche della lotta contro la Del Monte. Non ci sono mai andato alla Del Monte, perché avevo paura che mi spedissero fuori immediatamente. Un mese fa mi hanno invitato i lavoratori a partecipare ad un incontro: bellissimo. Un migliaio di lavoratori con una forza d'animo, una gioia, una solidarietà con il loro responsabile: Daniel Olchulè, un uomo che hanno cercato di corrompere. Ad un certo punto i lavoratori avevano visto sulla bacheca della compagnia una noticina: "Cercasi posto o nuovo lavoro al posto di Daniel Olchulè". Abbiamo spedito la notizia a Gesualdi che l'ha fatta entrare nel circuito internazionale. La reazione è stata immediata: il direttore generale internazionale telefona al direttore e dice: "Ma voi siete matti, ma sapete cosa vuol dire licenziarlo in questo momento in cui c'è il boicottaggio? Vi do un'ora per ritirare tutto". Chiamano immediatamente Olchulè e gli dicono: "Ma che razza di amici hai in giro per il mondo; ma chi ti sta sostenendo in questa maniera! Scusaci e va avanti con il tuo lavoro". Ecco la vostra forza e la forza enorme che hanno i poveri Beppe Grillo Si sono radunati questi grandi a Cernobbio e hanno ipotizzato che la vita almeno di qua possa essere vincolata a una forrnuletta matematica: una banca centrale che aumenti dello 0,25 il tasso di sconto e noi staremo automaticamente meglio. lo credo che ci sia una malattia mentale, è gente che parla di economia senza più sapere cosa sia l'economia, come i pesci sono gli unici che non sanno cos'è l'acqua, loro non sanno più di cosa stanno parlando e vedo tutti questi messaggeri di economia del Terzo Millennio di 80 anni che parlano del Prodotto Interno Lordo, il PIL, la crescita e sento questa parola che mi fa rabbrividire: la competitività. Dobbiamo competere, io devo insegnare ai miei sei figli che la loro vita sarà una competizione straordinaria. Non glielo voglio insegnare, non gli serve, io voglio che il futuro sia per 10 meno un pochino più divertente che non la competitività.Hanno cambiato il presidente della Confindustria e ci hanno messo un napoletano: D'Amato, un giovane, e ho detto: "Almeno dai napoletani si dirà qualcosa di straordinario!", la prima cosa che ha detto è stata: "Bisogna andare avanti, la macchina non si deve fermare!". Un napoletano che parla così o l'hanno modificato geneticamente o non si sa cosa. Pensavo che perlomeno un giovane avesse una visione che oltrepassasse i tre mesi, invece la visione dell'economia e del mondo sta diventando a tre mesi che è il tempo in cui pagano i dividendi. Abbiamo una visione del mondo a tre mesi: pazzesco! E allora tutti i problemi li demandiamo a qualcun altro che deve ancora venire. Noi facciamo un debito che pagheranno quelli che verranno tra 50 anni, noi stiamo pagando dei debiti che hanno fatto 50 anni fa. . . . Un'altra parola che mi fa rabbrividire è privatizzare, una parola che non vuol dire niente. La parola privato è straordinaria, perché sei tu, hai un nome, un cognome, un indirizzo, una casa, un odore, si sa chi è il privato, siamo noi i privati. Guarda cos'è diventato il privato: una società anonima, di chi è non si sa. Ma dove sta? Alle Bermuda, alle Barbados, alle Isole Figi e cosa fa non si sa, è responsabile sì, ma limitatamente, molto limitatamente. Erano meccanismi che andavano bene per la ricostruzione dopo la guerra, fare macchine, autostrade, la crescita ci doveva essere, eravamo distrutti, ma adesso non funziona più come idea, non si può più fare 33 milioni di automobili e poi dire: "Bisogna fare delle strade in più", è da dementi, perché come aumenti una strada aumenti anche il traffico, i posteggi e così va avanti fino a che poi arriva un punto che cambia un po' tutta la situazione. Il PIL è una parolaccia di per se. Oggi si parla di logistica. di qualità totale, ISO 9000, oggi c'è il più grande capitalismo di sinistra che io abbia mai visto, è il capitalista che non rischia più, che mette i soldi e li rivuole tutti indietro, è il capitale bolscevico. L 'inserimento di questo terzo incomodo che è la pubblicità che falsa il mercato della domanda e dell'offerta.. lo sento un calciatore che prende 60 miliardi e dico: "Chi glieli dà, il presidente della società, Cragnotti assolutamente no. Cragnotti ha una fedina penale lunga così. Cragnotti è uno che in Canada lo hanno interdetto. a vita a fare qualsiasi tipo di operazione. Associazioni a delinquere, evasioni fiscali, si compra le azioni che sono sue e poi se le rivende da solo, fa un casino, ci guadagna, si presta i soldi e se li ridà indietro, e diventano tutti presidenti di società di calcio, ma chi è che dà 60 miliardi a un calciatore, glieli dà il tifoso, quello che va allo stadio. lo pago Ronaldo 60 miliardi quando vado a cambiare le gomme della mia macchina. Allora dovè il libero mercato? Il libero mercato sarebbe che se mi piace Ronaldo lo finanzio, invece lo finanziamo in modo obbligatorio e non ce lo dice nessuno. lo ho visto una cosa bellissima in Germania, il ministro della famiglia e c'era un casino per le trasmissioni violente alla televisione. Questa signora è andata in un talk-show è si e presentata con le mani dietro la schiena e ha detto: "Vorrei parlare per 30 secondi, per cortesia. Noi facciamo tutto sto casino per le trasmissioni violente per i nostri ragazzi, allora vi dico solo due parole, questa è una marca di birra che finanzia le trasmissioni violente alle 8 di sera, per cortesia compratene un'altra marca. Grazie buongiorno" e se n'è andata. Ma questo non l'ha fatto un verde: questa è politica seria. Quando la Shell ha minacciato di affondare le proprie piattaforme facendo un casino coi PCB, noi sentiamo parlare ogni tanto di PCB e poi leggiamo sul giornale che 30 orsi al polo nascono ermafroditi col PCB . La Shell dice: <Io affondo le piattaforme" e c'era il rischio della rovina totale del pesce, perché sono 400 da affondare. Qual è stata la risposta? Kohl è andato in televisione e ha detto: <Io non faccio più benzina alla Shell, loro capiscono solo il regime del fatturato". La gente ha cominciato a non fare più benzina alla Shell, la Shell ha detto: "Ci siamo sbagliati, la recuperiamo".E' chiaro che nel nostro piccolo fare boicottaggi diventa un dramma, perché solo la Nestlè ha 500 prodotti. Vedo quelli coriacei che vanno a fare la spesa con manualetto e dicono: "Ma di chi è l'Orzoro, di chi è?". Non ti puoi ricordare tutto, ma è questa la politica vera, è non farci prendere per i fondelli con il prezzo della benzina. Quello che abbiamo perso di vista è che ci sono energie alternative al petrolio che funzionano già: l'idrogeno, il sole, pompe a calore, l'alcol; se noi pensiamo che stia aumentando la benzina è una bugia, da 30 anni quello che è veramente aumentato non è la benzina, ma è il pane che è triplicato di prezzo, l'acqua è decuplicata di prezzo. Ora, della benzina ne posso fare a meno, domani mattina ci metto I'aIcol, ma il pane e l'acqua non li posso sostituire
Lo scorso 13 ottobre la Sala dei Notai si è riempita come nelle occasioni più importanti. richiamando all'incontro su "Giovanni XXIII: dal Concilio una speranza per tutti" tanti fra coloro, aclisti e non aclisti. che quarant'anni fa vissero con grande passione gli anni del Concilio, ma anche molti giovani che considerano le novità del Concilio un dato di fatto, una precondizione, e per i quali è quasi inconcepibile pensare alla Chiesa come era prima che venisse "un uomo chiamato Giovanni". "Modo" per mons. Catti è la parola centrale di questa parte del discorso. Ha osservato che tra "modo" e "moggio" (modus e modius in latino) c'è una consonanza non casuale. Gesù fa riferimento più volte al moggio per esprimere una "misura generosa": se si pigia il grano nel moggio, questo ne contiene di più! Per Giovanni XXIII i Padri conciliari dovevano quindi applicarsi generosamente al modo, "perché se si dovevano produrre altre formulazioni non sarebbe stato necessario convocare un concilio". L'importante non era e non è, infatti formulare ma comunicare. Per il relatore era poi "furbamente" collegato con lallocuzione inaugurale il discorso improvvisato, e per questo un po' "temuto" dai segretari e dai cardinali, della sera dell'11 ottobre 1962. Anche in quella magica sera, in cui forse più di centomila persone gremivano Piazza S. Pietro, per Papa Giovanni non era stato tanto importante "formulare", e quindi usare un testo già scritto e lungamente pensato, quanto "comunicare". Le parole del Papa "Persino la luna si è affacciata stasera" mossero lintera piazza all'applauso verso la luna; un fatto eccezionale dal punto di vista poetico e quindi della comunicazione. Il " discorso sulla luna", anche se non contiene esplicite citazioni bibliche, ha per mons. Catti "il senso della Bibbia: il senso della luna, biblico, il senso della pace, che è dono" e possiede poi lo stesso ritmo della Lettera di Giacomo. Infine c'è nel discorso improvvisato di Papa Giovanni il rispetto profondo per il ritmo giorno-notte: la sera e la notte sono fatte per riposarsi; la luna è venuta per dare il segnale. li rispetto per i piccoli, i bambini, e in fondo anche per tutti gli altri popoli, i popoli nativi, quelli che più hanno sofferto per la nostra violenza esercitata, prima che sui loro corpi, anche e soprattutto sui loro ritmi. La terza relatrice, la prof. Matteuzzi, era una giovanissima liceale quando si aprì il Concilio. Su suggerimento della sua professoressa di storia iniziò a seguire e a collezionare gli articoli del Resto del Carlino che parlavano del Concilio e quindi di Papa Giovanni. la sua relazione è stata un rilettura e un commento di quei vecchi ritagli di giornale, che ancora conserva gelosamente e a volte consulta. Rileggendo gli articoli dei primi giorni del giugno 1963, i giorni dell'agonia e della morte del "Papa buono", ha fatto tornare alla memoria come fosse allora stata tangibile la realizzazione dell'unità tra tutte le Chiese cristiane: tutte le Chiese si trovarono unite intorno alla figura del Papa e pregarono insieme per lui; anche gli Ebrei si unirono alla preghiera e in tutto il mondo si seguì lagonia del Papa con una partecipazione popolare che mai si era conosciuta prima. Quell'unità fra le Chiese, anche se raggiunta solo per un breve momento, sembra oggi qualcosa di molto e ancora più lontano per la prof. Matteuzzi, che partecipa attivamente al movimento ecumenico e che confessa lattuale grande fatica nel camminare insieme in avanti. In un articolo del 4 giugno 1963 sono citate le parole dette in Piazza Maggiore dal cardinal Lercaro immediatamente dopo la morte di Papa Giovanni: 'Il nostro Santo Padre, dopo lunghe sofferenze, è entrato con la morte nella gloria di Cristo, risurrezione e vita [...] Siamo tutti colpiti [. . .] dall'ammirazione di questo tramonto così sereno ed illuminato da tanta effusione di bontà"; così come vengono citate le parole del rabbino capo della comunità israelitica bolognese: "Egli fu un giusto, e nel Talmud sta scritto che tutti i giusti delle nazioni fanno parte del mondo futuro". A conclusione dell'incontro il moderatore ha invitato il pubblico a presentare alcune testimonianze. Fra gli altri ha parlato Pierpaolo Pini, uno fra i giovani aclisti degli anni '60, che ha ricordato gli anni di Papa Giovanni e del concilio come "momenti esaltanti per il cambiamento di respiro" che allora sperimentarono i cattolici più impegnati, che si sentivano, e si sentono, semplici "operai di Dio". Pini ha poi osservato che "i tempi vanno cambiando e non nel segno delle nostre speranze": è per questo che il Circolo Giovanni XXIII ha voluto questo ricordo e questa riflessione, per tornare a guardare avanti. Mauro "Noi amiamo distinguerci da chi non professa la nostra fede: fratelli ortodossi,
protestanti, israeliti, mussulmani, credenti o non credenti di altre religioni: chiese
nostre, forme di culto tradizionali e liturgiche nostre. Comprendo bene che diversità di
razza, di lingua, di educazione, contrasti dolorosi di un passato cosparso di tristezze,
ci trattengano ancora in una distanza che è scambievole, non è simpatica, spesso è
sconcertante. Pare logico che ciascuno si occupi di se, della sua tradizione familiare o
nazionale, tenendosi serrato entro il cerchio limitato della propria consorteria, come è
detto degli abitanti di molte città dell'epoca di ferro, dove ogni casa era una fortezza
impenetrabile, e si viveva sui bastioni.
Facendo verità di Piero Pisarra, direttore dimissionario di SEGNO SETTE settimanale di Azione cattolica Quattro anni fa, quando cominciò I' avventura del nuovo "Segno 7", promettemmo ai lettori uno sguardo "altro" sull'attualità, senza cliché e senza pregiudizi: uno sguardo liberò, "capace di scorgere, tra le nebbie dell'attualità e nel groviglio di contraddizioni di cui è fatta la nostra storia, i segni della presenza di Dio". Si trattava, allora come oggi, di "dar voce a tante esperienze che non fanno clamore, a uomini e donne che hanno preso sul serio il Vangelo e che quotidianamente testimoniano la loro fedeltà alla Chiesa". Progetto ambizioso, utopico, irrealizzabile? Forse. In questi anni "Segno 7" è stata una voce fuori dal coro. Con molta fatica per chi, di settimana in settimana (puntualmente, nonostante i ritardi postali), ha lavorato alla redazione del giornale. E non poche incomprensioni. Ma a quel patto, stretto coi lettori fin dal primo numero, abbiamo cercato di essere sempre fedeli. A volte eccessivamente impertinenti per chi è abituato a giudicare le cose del mondo con il metro delle prudenze ecclesiastiche. Altre volte, forse, un po sopra le righe (e di questo ci scusiamo con quanti abbiamo ferito senza volerlo). Sempre attenti, comunque, alle ragioni dell'altro, alla pluralità delle voci e delle opinioni. (...). Resterà il ricordo del dialogo con tanti amici dell'Azione cattolica. E la gioia di tanti nuovi incontri, di nuove amicizie Nelle nostre inchieste e nei nostri speciali (sulla scelta religiosa, sui grandi temi dell'antropologia cristiana, sul riso, Bemanos, Merton, Bachelct...) abbiamo provato a scompigliare le carte, a ripudiare I'ecclesialese e ogni altra tentazione gergale, in linea con I'eredità che avevamo ricevuto da Angelo Bertani e da Vittorio Sammarco. Abbiamo sempre considerato la Chiesa e di riflesso l'Azione Cattolica come una casa di famiglia, una casa patema, nella quale, come diceva Bemanos, "c'è sempre un po di disordine, le tavole sono macchiate di inchiostro, i barattoli di marmellata si svuotano da soli negli armadi". Su questa strada ci sentivamo incoraggiati anche da un altro maestro, Arturo Paoli, che in "Facendo verità", saggio autobiografico del 1984, aveva scritto: "Preferisco una casa sempre in disordine e sottosopra perché aperta a ogni ora del giorno agli amici di ogni tipo e di tutte le età, alla stupenda biblioteca svizzera che visitai a San Gallo dove fui costretto a lasciare le scarpe alla porta per accarezzare il pavimento con le pantofole preparate per i visitatori. Questa disposizione mi parve esemplare per una biblioteca, ma non vorrei certo che definisse la forma della Chiesa cui appartengo". Noi amiamo i musei e forse ancora di più le biblioteche. Ma la Chiesa non è un museo e neppure una biblioteca, nonostante i testi splendidi che continua a produrre e a diffondere. È una casa di famiglia, con qualche spiffero di aria fredda e la vita; la vita, con la varietà di esperienze e di opinioni e quella libertà dei figli di Dio che fa orrore ai burocrati della fede. Il clima è cambiato: ve ne sarete accorti. ( sottolineatura e grassetto n.d.r.) E anche per il nostro giornale è arrivato il momento di tirare le somme. Senza rimpianti e senza amarezza. Vorrei ricordare qui i nomi dei compagni di avventura che con entusiasmo hanno fatto di "Segno 7" una voce originale: (...) Un grazie, in particolare, agli amici della Comunità di Bose e al Priore, Enzo Bianchi. Angelo Bertani e Vittorio Sammarco, Paolo Giuntella e Laura Rozza sono stati per noi, in mille occasioni, un riferimento sicuro: di questo siano ringraziati. Un grazie di cuore anche a monsignor Francesco Gambaro, che ha sempre seguito da vicino il nostro lavoro con grande sensibilità e sapienza teologica. Ora questa esperienza continuerà in altro modo; altra periodicità, un altro direttore e un altro coordinatore di redazione. L'Azione cattolica ha avviato una riforma della stampa associativa. Ma è inutile nasconderlo: negli ultimi tempi si sono accumulate le incomprensioni e si è incrinato il rapporto di fiducia tra editore, cioè lAzione cattolica, e la redazione. Alcuni articoli da noi ospitati sono stati giudicati inopportuni. Di altri ci è stata chiesta la non pubblicazione o la sostituzione a stampa già avvenuta. con altri materiali. (sottolineatura e grassetto n.d.r.) Forse non c'è nulla di scandaloso in tutto questo: è nel diritto dell'editore di intervenire sulle scelte redazionali. Nel diritto del direttore é di resistere alle pressioni che si considerano ingiustificate. Da parte di chi scrive la gratitudine verso l'Azione cattolica e i due Presidenti che hanno seguito da vicino la nostra avventura è immutata. Le strade si separano provvisoriamente. Ma nella nostra bisaccia del pellegrino metteremo come doni preziosi le esperienze che abbiamo condiviso.
S i svolgerà ad ASSISI la 33a edizione della Marcia per la Pace della notte di San Silvestro. Per la notte che segna l'ingresso nel nuovo millennio si è pensato ad un luogo significativo che ha segnato la storia, la riflessione e la prassi di quanti traggono ispirazione dal Vangelo di Cristo per il proprio impegno nella costruzione della pace. Gli esempi di vita di Francesco e Chiara illuminano gli umili sentieri di chi cerca la paceIl tema che il Papa ha scelto per il lo gennaio 2000 è . IL DIALOGO TRA LE CULTURE quanti intendono partecipare chiediamo di visitare lapposita pagina segnalata nella nostra home page. La ricorrenza della nascita del Signore nostro Gesù, rinnovi in tutti noi l'impegno, di allontanare dal nostro cuore tutto ciò che è violenza, modificando il nostro stile di vita, rigettando la logica del consumismo e dello spreco, crescendo nella condivisione di ciò che siamo e abbiamo, con chi è nel bisogno.
Quest'anno celebriamo la tua nascita. Sono passoti 2000 anni. ma abbiamo capito dove nasci? |
| Home
| Che cos'è Pax Christi
| Chi siamo
| don Tonino Bello
| Monte Sole
| Attività
| Appelli/Campagne
| Agenda pace
| I Link
| |