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OTTOBRE 2002
FERMARE LA MACCHINA DELLA GUERRA
Vi chiediamo di aderire e di far diffondere il presente
appello al fine di (per quanto possibile) scongiurare la guerra.
Pax Christi Italia chiede al Presidente del
Consiglio e ai componenti il Governo del nostro Paese di adoperarsi in
tutti i modi nel contesto internazionale e nelle alleanze di cui siamo
parte per far prevalere lo spirito del nostro dettato costituzionale che
all'Art. 11 dichiara solennemente:
"L'Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali". Altri governi europei stanno svolgendo
da tempo quest'azione.
Quanti vorranno sottoscrivere l'appello
potranno far pervenire la loro adesione in posta ordinaria presso:
Pax Christi (segreteria nazionale) Via Petronelli, 6 - 70052 Bisceglie
(BA)
fax 080/395.34.50 o e-mail: info@paxchristi.it
Lenta e inesorabile, la macchina della guerra si è messa in moto per
colpire ancora una volta il territorio iracheno. Come movimento di Pax
Christi abbiamo seguito le sorti della popolazione irachena sin
dall'agosto del 1990, quando la comunità internazionale decise di mettere
in atto il più intransigente degli embarghi che la storia recente
ricordi. A giudicare dai danni e dal numero di vittime che questa misura
ha provocato, soprattutto tra i bambini e le fasce più deboli in questi
12 anni, può a ragione essere considerata una vera e propria guerra e
pertanto vede la netta contrarietà di tutte le agenzie umanitarie
internazionali. A queste, da sempre si aggiunge la nostra voce che chiede
di porre fine a questa insopportabile agonia. Oltre ai gravi danni causati
dall'embargo, ancora oggi non è possibile calcolare con esattezza gli
"effetti collaterali"della Guerra del Golfo del gennaio 1991. La
strage di soldati lungo la cosiddetta autostrada della morte rappresenta
uno dei più gravi massacri della storia, le più di 300 vittime civili
del rifugio di Al Almirya alla periferia di Baghdad attendono ancora di
capire il perché del loro tragico coinvolgimento in quel conflitto,
l'uranio impoverito e le altre armi sperimentate dagli strateghi americani
continuano a far sentire i loro effetti sui nascituri.
Le ragioni che portano gli Stati Uniti a decidere oggi un attacco militare
nei confronti dell'Iraq vengono giudicate pretestuose da molti dei più
attenti analisti ed esperti. Come per altre vicende, la lotta al
terrorismo internazionale e alla proliferazione di armamento chimico e
batteriologico nascondono ragioni economiche legate soprattutto alla
gestione della risorsa del
petrolio. Sul piano del diritto internazionale è grave che la
dichiarazione di guerra venga assunta in violazione con quanto disposto
dalla Carta delle Nazioni Unite e in contrasto anche con il pensiero più
tradizionale della dottrina morale cristiana.
A nostro avviso il problema riguarda soprattutto lo strumento stesso della
guerra che anche in questo secolo in cui sembrano raggiunti importanti
traguardi di civiltà, viene considerato inevitabile per perseguire la
pace! Ricorrono nei prossimi mesi i 40 anni dalla Pacem in Terris e
vorremmo farcene eco per dare corpo alle speranze di Giovanni XXIII.
D'altra parte, come non ricordare oggi le numerose prese di posizione di
don Tonino Bello - vescovo presidente di Pax Christi - che nel 1991, ci
ricordava che "Non si spunta la spada del tiranno urtandola con un
acciaio meglio affilato"?
Al contrario oggi assistiamo ad un triste ritorno della logica della
guerra e nelle stesse ore in cui Giovanni Paolo II a Toronto si rivolgeva
ai giovani di tutto il mondo dicendo: "A voi Dio affida il compito,
difficile ma esaltante, di collaborare con Lui nell'edificazione della
civiltà dell'amore", il Presidente degli USA George W. Bush parlava
di preparasi ad una guerra
lunga e difficile.
Ai pastori delle Chiese, alle donne e agli
uomini che accolgono il Vangelo di Gesù Cristo come misura della propria
vita e a tutte le persone di buona volontà, noi chiediamo di schierarsi
con determinazione e coraggio dalla parte di coloro che vogliono costruire
la civiltà dell'amore basata sul dialogo, sulla comprensione e sulla
fiducia. valori che non possono convivere con la guerra.
Per queste ragioni chiediamo:
- Al Presidente del Consiglio e ai componenti il Governo del nostro Paese
di adoperarsi in tutti i modi nel contesto internazionale e nelle alleanze
di cui siamo parte per far prevalere lo spirito del nostro dettato
costituzionale che all'Art. 11 dichiara solennemente: "L'Italia
ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali". Altri governi europei stanno svolgendo da tempo
quest'azione.
- Alle donne e agli uomini che siedono nei due rami del Parlamento della
Repubblica di dichiarare preventivamente che mai daranno il proprio
consenso ad un eventuale coinvolgimento dell' Italia nel conflitto che si
va preparando.
- Ai parlamentari europei e a tutte le istituzioni europee di
intensificare l'opera di mediazione tra le parti e scongiurare il
conflitto.
Pax Christi Italia
28 agosto 2002
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