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IN QUESTO NUMERO:

La prima pagina

Con le mani bianche alzate

A Genova c'erano anche intere famiglie il racconto di una di loro

Che cosa ci insegna Genova?

La lezione di Genova

Un mondo diverso è possibile

Cosa è capace di fare l'uomo che sussurrava ai lacrimogeni

«Chi non si schiera sta dalla parte dei ricchi» intervista a Mons. Diego Bona

Ma la violenza e le bugie non fermeranno i sognatori

I prossimi appuntamenti e altro...

 

SETTEMBRE 2001

 IL DOVERE DI MANIFESTARE
"QUELLI CHE CL CONSIDERA DEI PERDITEMPO" 

È il titolo di copertina del numero estivo, di "Mosaico di pace", la rivista mensile promossa da Pax Christi e diretta da padre Alex Zanotelli. I 'perditempo', ovviamente, sarebbero coloro che hanno manifestato a Genova contro i G8 e gli effetti perversi della globalizzazione.
E l'editoriale non poteva non essere la risposta della rivista alle dichiarazioni del Presidente della Compagnia delle Opere, G.  Vittadini, che aveva definito sia il G8 sia il popolo di Seattle come istanze borghesi. "Innanzitutto è inaccettabile mettere sullo stesso piano il G8 (e ciò che esso esprime) e quanti contestano i meccanismi perversi della globalizzazione." Il movimento dei contestatori più che borghese, sarebbe politico: "e certo non alla maniera di Berlusconi, Formigoni e Buttiglione. È questo che infastidisce CL?"
"Il fondamentalismo è gran brutta cosa. Quello cattolico, in più, è tanto pragmatico nello stringere alleanze con i poteri forti e quelli emergenti, quanto incapace di leggere i segni dei tempi. Che ai poveri ci pensino solo i vertici della Chiesa è una tragica barzelletta. E che il metro di giudizio diventi l'8 per mille è offensivo per i poveri e per il Vangelo". E poi: "Vittadini esprime in realtà la medesima visione dei Grandi che sono persino disponibili a qualche piccolo ritocco purché non si modifichi l'esistente".

Al G8 sono pure dedicati due contributi di altrettanti vescovi. Il primo è quello di Mons. Diego Bona,  Presidente di Pax Christi Italia che commenta la notizia dell'inizio dei lavori di costruzione della nuova portaerei italiana, avvenuta qualche giorno fa alla presenza delle autorità proprio a pochi passi da Genova e alla vigilia del Vertice.
"Ne avevamo proprio bisogno?" S'interroga mons. Bona, che scrive: "Per noi, e pensiamo anche per tanti, quel taglio di lamiera costituisce un'ennesima  sconfitta della pace. Quella che verrà costruita, infatti, resta un'arma da guerra (e di quella fatta alla grande, da superpotenza), uno strumento di morte". Come si  fa a conciliare la lotta alla povertà e lo stesso disarmo di cui i Grandi discuteranno a Genova, con lo sperpero di tanti soldi nella costruzione di nuove armi proprio da parte di quei Grandi, dallo scudo spaziale di Bush al cacciabombardiere europeo e alla nuova portaerei italiana? "Quanto debito estero di potrebbe 'comprare' o condonare con simili cifre?" è la domanda senza risposta che si pone il Presidente di Pax Christi.

Anche mons. Luigi Bettazzi, ex-presidente di Pax, si chiede se le sorti del mondo debbano e possano essere decisi solo da pochissime persone, che fanno professione di fede nella democrazia. "In realtà il luogo primario della democrazia mondiale è l'Onu, ed è lì dove i grandi problemi
 

della globalizzazione dovrebbero essere affrontati e risolti. Ma nell'Onu ci sono anche i paesi poveri e sono in stragrande maggioranza, e allora i paesi ricchi fanno le loro riunioni, in cui decidono le grandi linee del governo del mondo, garantendo che i propri interessi non vengano compromessi." Secondo mons. Bettazzi, i contestatori hanno "portato i Governi, a cominciare dal nostro, ad aprirsi al dialogo" e anche "la presenza di tante tempo, associazioni cattoliche ha dato un segnale importante all'opinione pubblica".

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