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SETTEMBRE 2003

SAN DANIELE COMBONI DIREBBE NO...

SAN DANIELE COMBONI DIREBBE NO ALLA BOSSI-FINI. E I COMBONIANI PROTESTANO DAVANTI A MONTECITORIO

ROMA-. Un modo diverso di celebrare il carisma del proprio fondatore appena elevato agli onori degli altari: nel pomeriggio di domenica 5 ottobre, dopo la canonizzazione avvenuta a San Pietro di Daniele Comboni, i missionari e le missionarie comboniane si sono ritrovati, insieme a circa 400 persone (tra le quali, oltre a molti immigrati, c'erano, tra gli altri, anche rappresentanti di Pax Christi, di Peacelink, del Centro Astalli e della Rete di Lilliput), davanti a Montecitorio per un incontro di preghiera pubblico contro la legge Bossi-Fini. L'iniziativa era stata lanciata già a luglio dalla Commissione Giustizia e Pace dei comboniani, per dare seguito alla clamorosa iniziativa del mese precedente - quando due missionari si incatenarono davanti alla prefettura di Caserta (v. Adista nn. 45, 47, 49, 51/03) - ed alla manifestazione del 27 giugno davanti a 22 prefetture italiane, ed aveva ricevuto l'esplicito sostegno dei comboniani riuniti per tutto il mese di settembre nel loro XVI Capitolo generale (durante il quale, il 26/9, i missionari hanno eletto padre Teresino Serra nuovo Superiore generale della Congregazione). All'iniziativa ha preso parte anche Maria Pia Garavaglia, vice sindaco di Roma, che ha portato ai presenti l'adesione e i saluti del sindaco Walter Veltroni.
Oltre a ribadire l'impegno del modo missionario per un rinnovamento radicale dell'attuale linea politica, italiana ed europea, nei confronti dell'immigrazione, la singolare protesta ha voluto
sottolineare l'ideale linea di continuità che unisce questa battaglia di civiltà all'esperienza terrena di Comboni. Lo sottolinea, sul sito www.nigrizia.it, padre Alex Zanotelli: "Molto spesso tendiamo a mettere questa gente, che si è battuta per degli ideali, sugli altari, gli mettiamo l'aureola attorno e li riponiamo nella nicchia. Comboni era un uomo molto pratico. Si è impegnato, ha pagato di persona per poter dare una mano all'Africa nel XIX secolo. Penso che se oggi Comboni fosse qui sarebbe davvero orgoglioso di vedere coloro che hanno preso il suo posto dire: "noi non siamo d'accordo con la legge Fini-Bossi. Non siamo d'accordo perché è una legge razzista, che non riconosce gli immigrati come soggetti di diritto, che li riconosce soltanto finché servono al capitale, come manodopera a basso prezzo rispedita poi al mittente". Zanotelli ha poi invitato la Chiesa ad esprimersi in maniera netta sulle questioni dell'immigrazione: "La Chiesa - dice padre Alex - prima di tutto deve schierarsi. Già qualche cosa ha fatto in questi giorni, ma non basta una mezza parola. Qui bisogna davvero che dica no in modo deciso a questa legge. La Chiesa non può accettare il modo in cui vengono trattati gli immigrati, non può accettare che dei politici parlino di ricevere questa gente a cannonate. Di fronte a questo la Chiesa deve avere il coraggio di dire pubblicamente 'noi non lo accettiamo'".

(da Adista del 18 ottobre 2003)

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