IN QUESTO NUMERO
Le querce di Monte Sole: dalla memoria alla vigilanza
Alcune considerazioni sull'eccidio di donne e bambini nella scuola di Belsa
Armi e armi ancora
Tanti evviva per il nuovo strumento di morte
Lettera aperta a George W. Bush
I prossimi appuntamenti e altro...
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SETTEMBRE 2004
QUELLA
BENEDIZIONE È UNA BESTEMMIA!
Quella
benedizione è una bestemmia!” lo
afferma Tonio Dell’Olio in un articolo
sull’ultimo
numero di Mosaico di pace, il mensile di Pax Christi
Questa
mattina, 20 luglio 2004, viene varata la portaerei Cavour, la più grande
della flotta militare italiana. Ma il Card. Bertone la benedice.
Tonio Dell'Olio 20 luglio 2004
Con in testa il Presidente della Repubblica, e a
seguire il Ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore della Marina,
oggi a Genova inaugurano la nuova e più grande portaerei della Marina
Militare italiana. La presenza del Presidente della Repubblica dice da sola
della solennità che si vuole conferire al momento. Dice anche
dell’importanza e del significato di questa scelta che farà spendere
all’Italia un bel mucchio di soldi: 900 milioni di euro solo per il
momento. La portaerei infatti viene varata ma non ancora consegnata alla
Marina Militare. La consegna avverrà nel 2007, allorquando la nave sarà
attrezzata di tutto punto dei suoi temibili strumenti di morte e potrà
solcare i mari per “essere impiegata in importanti missioni
all’estero” dice laconicamente il dispaccio del Ministero.
D’ora in poi anche la Marina
Italiana potrà vantarsi di “poter finalmente puntare a missioni
internazionali a largo raggio”. Aggiungendo poco dopo che la portaerei
“sarà in grado di ospitare anche i velivoli a decollo orizzontale, come i
nuovissimi Joint strike fighters (…) e un sottosistema missilistico
Saam-It Aster 15, due cannoni 76/62 "Davide" per difesa a corto
raggio, tre mitragliere da 25 millimetri Oto-Breda (…)”. Come si vede si
tratta di armamenti che sono molto lontani persino dal normale impiego nelle
cosiddette “missioni di pace” e che non potrebbero in nessun modo essere
considerate armi di difesa del territorio, quanto di attacco.
Il “pregio” di una portaerei infatti consiste proprio nella possibilità
di avvicinarsi all’obiettivo permettendo l’operatività degli strumenti
aeronautici giudicati insostituibili per le guerre moderne e quelle del
futuro. Il Capo di Stato Maggiore della Marina, l'ammiraglio Sergio Braghi,
dopo aver descritto le particolari tecnologie ultrasofisticate
dell’imbarcazione (velocità, capacità di alloggio, adattabilità alle
diverse condizioni…) ha esemplificato dicendo che “può raggiungere
velocemente le coste del Golfo Persico senza bisogno di rifornimento lungo
il tragitto e spendendo solo il 50% del carburante a sua disposizione”. Ma
tutto questo rientra nella più classica della retorica militare. Se
rivedessimo oggi i filmati del Duce che inaugura i “temibili” armamenti
dell’epoca in dotazione al nostro esercito, rideremmo. Noi speriamo
sinceramente che anche i nostri nipoti un giorno potranno ridere amaramente
di noi commiserandoci.
Fin qui la retorica che speravamo definitivamente superata e che invece
ritroviamo puntuale e aggiornata. Una grande bandiera tricolore da record
avvolgerà lo scafo al momento del varo che vedrà come madrina di eccezione
una nobildonna discendente di Cavour.
Ma al di là della retorica il cerimoniale compassato prevede anche la
presenza dell’Arcivescovo di Genova, il Cardinal Tarcisio Bertone, già
Presidente della Commissione CEI Giustizia e Pace. Avrei sperato fosse lì
costretto esclusivamente dal dovere istituzionale dell’ospitalità nei
confronti del Presidente della Repubblica e invece, ancora il rigido
cerimoniale prevede la benedizione della portaerei.
Ho il vantaggio di scrivere quando l’evento non si è ancora consumato e
per questo lasciate che per un attimo mi lasci andare al sogno, al desiderio
di vedere finalmente i segni tangibili di una Chiesa che vive per intero la
profezia della pace.
Lasciate che pensi che il presule possa avere uno scatto di fierezza
evangelica e rifiutarsi di compiere quel gesto perché non si benedicono mai
gli strumenti di morte in nome del Dio vivente.
Il varo di una portaerei che sarà armata di tutto punto non è un segno di
fiducia e di speranza nel domani. E’ una minaccia verso i popoli del
Mediterraneo e verso tutte le nazioni alle quali dovremmo piuttosto aprirci
con fiducia e senso di amicizia.
Non si benedice una portaerei perché è destinata a portare distruzione
e morte, esattamente come Sua Eminenza si rifiuterebbe certo di benedire la
sala ospedaliera in cui si praticheranno le interruzioni di gravidanza.
Il comandamento: Tu non uccidere, non ammette deroghe o cedimenti perché
sarebbe la negazione stessa della vita in cui splende la presenza di Dio. In
questo caso quella benedizione suonerebbe come una bestemmia!
Non si benedice uno strumento di morte che ha già ucciso tutti coloro
che sarebbero stati salvati dalla morte per fame o malattia se quei 900
milioni di euro fossero stati investiti in programmi di sviluppo.
La benedizione cristiana poi in questo senso sarebbe di certo una
contraddizione più grande di una portaerei.
Nel nome del Padre che è il creatore si benedirebbe forse un simbolo tanto
potente della de-creazione?
Nel nome del Figlio che ci salva dalla morte offrendo se stesso alla morte e
perdonando i suoi uccisori, si benedice uno strumento che pretende di
salvarci arrecando la morte agli altri?
Nel nome dello Spirito Santo che vivifica e sostiene il mondo intero, si può
mai benedire ciò che sopprime ogni alito di vita?
Per queste ragioni voglio continuare a sperare e a pregare affinché il
Card. Bertone scelga piuttosto di pronunciare un discorso e una preghiera a
favore della pace, della comprensione tra i popoli, del rispetto dei diritti
e della giustizia, della promozione e del riconoscimento della dignità di
ciascuna donna e ciascun uomo che abitano questo pianeta. Questa vita, delle
donne e degli uomini che lavorano, sperano, si affaticano, amano, sorridono,
danzano e cadono il Signore si degna ancora di ricolmare di benedizioni.
Mosaico
di pace
Rivista
mensile promossa da Pax Christi
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