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Veglie e Preghiere
Incontri e Seminari
Campi
Omelie di mons. Carlo Caffarra
Nel nome di Monte Sole
14 aprile 2007: Visita a Monte Sole con gli amici di Pax Christi Germania e gli obiettori della Casa per la Pace di Firenze
27-29 marzo 2008: Visita a Monte Sole con gli amici di Pax Christi Germania nel 60° del loro anniversario
   

Dal 2000 ad oggi abbiamo organizzato 13 veglie di preghiera per ricordare l'eccidio di Monte Sole.
I momenti di preghiera sono stati ospitati da due comunità parrocchiali, quella di Gesù Buon Pastore e quella di Santa Caterina dal Pilastro, entrambe le parrocchie sono state costruite con una parte dei soldi dei danni di guerra derivanti da Monte Sole; e nel Santuario della Madonna della Pace del Baraccano.

VEGLIE E PREGHIERE
     

 

 

Due sono gli incontri che ci hanno visti coinvolti in questo 60° anniversario anniversario della strage di Monte Sole; il primo in collaborazione con la parrocchia dei Santi Bartolomeo e Gaetano si è svolto presso la sagrestia Teatina della stessa parrocchia, ed ha visto la partecipazione di Francesco Pirini (testimone oculare della strage di Cerpiano), don Tonio Dell'Olio (coordinatore nazionale di Pax Christi Italia) e Nadia Baiesi (direttrice della Scuola di Pace di Monte Sole). Il secondo incontro si è svolto sui luoghi dell'eccidio dove Francesco Pirini ci ha raccontato quei tragici giorni.

Nel 60° anniversario di Pax Christi Germania, una ventina di persone provenienti da varie città tedesche, sono arrivate a Monte Sole per passare tre giorni di MEMORIA, IMPEGNO, AMICIZIA; i tre giorni sono stati scanditi da vari incontri tra cui quelli con: Pier Paolo Lanzarini che ci ha accompagnato nei luoghi dell'eccidio; Francesco Pirini che ci ha parlato come testimone della strage di Cerpiano; mons. Luigi Bettazzi che ci ha ricordato la figura di don Giuseppe Dossetti.

Il 27 gennaio 2011 in occasione della Giornata della Memoria con la collaborazione del Comune di Crevalcore e la parrocchia di San Silvestro di Crevalcore, abbiamo organizzato l'incontro: "Memoria, Martirio, Santità. Un ricordo di comunità, sacerdoti e bambini vittime della tragedia della guerra", all'incontro hanno preso parte: mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea ed ex-presidente di Pax Christi Italia; Anna Rosa Nannetti, scrittrice sopravissuta alla strage di Monte Sole; la serata è stata presentata da Mariarosa Nannetti, presidente del Consiglio Comunale

Nel 70° anniversario del martirio delle comunità di Monte Sole, insieme alla comunità delle clarisse del Santuario Corpus Domini (dove è esposto di Santa Caterina da Bologna), abbiamo organizzato un incontro "Raccontare la strage di Monte Sole dopo 70 anni. Il valore della testimonianza" invitando a parlare  Francesco Pirini testimone oculare della strage di Cerpiano.
 

INCONTRI E SEMINARI

 

 

Dal 1999 al 2003 abbiamo organizzato 4 campi estivi residenziali, dal titolo "Vangelo e Nonviolenza", dove Monte Sole era al centro della settimana

Dal 2008 Pax Christi Italia con la collaborazione del Coordinamento Regionale dell'Emilia Romagna, organizza una Route da Monte Sole a Barbiana
Monte Sole è il luogo dove nel settembre del 1944 le SS di Hitler hanno massacrato più di 772 persone.  Tra loro c'erano cinque sacerdoti, una suora e 250 minori. La partenza della route  vuol quindi dare continuità al comune riflettere sulla storia affinché la morte di quelle persone non sia stata vana, tracciando  un percorso che sia al tempo stesso  di opposizione all’affermarsi di derive razziste, xenofobe e autoritarie e di riconciliazione tra i popoli per mezzo di  soluzioni nonviolente ai conflitti.
Barbiana è il luogo di arrivo, dove fu esiliato don Lorenzo Milani  dall’allora Arcivescovo di Firenze Card. Florit, sulla spinta dei vertici militari e politici dell’epoca. Luogo reso famoso dalla scuola fondata da don Milani che riuscì a trasformare una chiesa con la canonica ormai fatiscente e senza nessun servizio (luce, strada, acqua, ecc...) in un progetto di rinnovamento religioso ed umano che ancora oggi continua  ad interpellare la Chiesa e la società ponendosi come pietra angolare sulla quale inciampano le ideologie, i fanatismi e le sicurezze dei forti. La sua voce anziché tacitarsi si è fatta più forte; morto a soli 44 anni, ha continuato e continua tuttora a parlare e ad assolvere a quella funzione di pietra angolare e di scandalo, che viene ad assumere qualsiasi progetto coraggioso di rinnovamento umano e religioso.
 

CAMPI

 

 

 

Domenica 26 settembre 2004 abbiamo partecipato alle celebrazioni diocesane per il 60° anniversario della strage di Monte Sole; la Celebrazione Eucaristica è stata preceduta da una processione che dalla Pozza Rossa (luogo dell'eccidio di don Casagrande), ha portato a S. Martino di Caprara.

Domenica 26 settembre 2004 a S. Martino di Caprara l'Arcivescovo Carlo Caffarra ha celebrato la Messa per l'anniversario delle stragi
Monte Sole, una profezia da ascoltare
«Il carnefice è sempre sconfitto, perché uccide in se stesso la propria umanità» 

1. La pagina evangelica (Lc 16;19,31) appena proclamata merita di essere attentamente meditata ed assimilata, perché siamo liberati da quella sorta di «ipnosi della realtà visibile» che ci impedisce di vedere oltre essa. Anzi, che ci porta fino alla negazione che esista una realtà invisibile.
Come avete sentito, la pagina evangelica disegna due quadri nei quali sono raffigurate due persone separate dalla loro condizione sociale: «un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante di nome Lazzaro ... coperto di piaghe bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco».
In realtà questa è la condizione, se così possiamo dire, storica dei due personaggi. Ma questa - la condizione storica - non è la condizione definitiva. Essa infatti finisce inesorabilmente: «un giorno il povero morì... morì anche il ricco e fu sepolto". La morte «pareggia tutte le erbe del prato»! ma la morte non dice l'ultima parola sulle vicende umane. Essa introduce in una condizione definitiva, eterna, nella quale si ha un totale capovolgimento del proprio destino: il povero «fu portato dagli angeli nel seno di Abramo»; il ricco nell'inferno tra i tormenti.
2. Carissimi fedeli, ci troviamo in un luogo che nella storia e nella coscienza del nostro popolo è luogo sacro per il sacrificio di vittime innocenti, di sacerdoti che diedero la vita per non abbandonare il loro gregge.
La presenza delle autorità civili e militari, che ringrazio sentitamente, indica che questo luogo rivolge una parola che riguarda l'uomo come tale, prima che si distingua la sua appartenenza alla città e la sua appartenenza religiosa. Parola grande, che oggi ci arriva attraverso la pagina santa del Vangelo.
Anche qui si incontrarono due persone in condizioni morali diametralmente opposte: la persona di innocenti deboli coinvolti dentro ad una tragedia senza limiti e la persona di carnefici prepotenti. La «povertà» della vittima; la «prepotenza» del carnefice. Ed in quei momenti, le prime sembrarono risultare soccombenti, vinte. Ma in realtà non è stato questo l'esito definitivo di quello scontro.
Non pensate, in questo momento, che stia parlando dell'esito finale della guerra: avvenimento che accade pur sempre nel mondo della storia visibile degli uomini. La pagina evangelica ci educa ad uno sguardo ben più penetrante.
Le vittime qui cadute ci indicano l'esistenza di un universo di valori ben più solido, ben più reale dell'universo nel quale siamo normalmente immersi e nel quale ogni giorno rischiamo di perire. Qui è stata affermata una forza nella debolezza, una giustizia contro la prepotenza, una carità contro l'odio, che sono le uniche ragioni per cui vale veramente la pena di vivere e se necessario anche di morire.
Le vittime qui cadute sono così le pietre immacolate di una dimora - di una società - che sia veramente adeguata alla dignità della persona. Alla fine chi ha vinto: la vittima o il carnefice? Il carnefice è sempre sconfitto, perché non uccide la vittima, ma uccide in se stesso la propria umanità.
«Ma Abramo rispose: hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro». Anche su questo monte si può, si deve ascoltare una profezia detta non con le parole ma col sangue versato. È la profezia che non si può costruire una società basata sul conflitto e sulla estraneità dell'uomo dall'uomo. E quindi la «profezia di Monte Sole» non è ascoltata da chi ne fa occasione per ricostruire fazioni e contrapposizioni.
Su questo monte, non senza una divina ispirazione, Don Dossetti ha voluto che i figli e le figlie della comunità dell'Annunciazione fossero il segno permanente di quel mondo nuovo che Cristo ha ricreato; che proprio su questo monte essi intercedessero quotidianamente mediante «un sacrificio di lode a Dio, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome» (Eb 13,15).
3. Carissimi fedeli, fra pochi istanti attraverso i santi segni sacramentali saremo presenti al sacrificio di Cristo, vittima innocente di tutte le nostre ingiustizie. È questo sacrificio che ha abbattuto ogni muro di separazione: dell'uomo da Dio, dell'uomo dall'uomo, dell'uomo da se stesso. È solo in Lui che l'umanità disgregata può ritrovare la sua vera unità.
Le vittime innocenti qui cadute; i sacerdoti che hanno donato la loro vita, siano uniti a noi perché la partecipazione a questo grande Mistero ci ridoni speranza e forza per non rassegnarci mai al male.  

 


da MERCOLEDI' 29 SETTEMBRE a MARTEDI' 5 OTTOBRE
nel 60° anniversario della strage di Monte Sole:
NEL NOME DI "MONTE SOLE"...

Per creare un momento celebrativo pubblico di attenzione nella città per tutta la settimana del 60° anniversario della strage a Monte Sole che sia non solo ricordo, ma memoria viva e vicinanza con le attuali "Monte Sole" della terra,
Pax Christi Bologna leggerà ogni sera alle ore 18,30 fino al 5 ottobre in piazza Nettuno  (per motivi organizzativi, il giorno 1 ottobre sarà in via IV Novembre e il 4 ottobre in via D'Azeglio angolo via Farini) i nomi delle vittime dell'eccidio e predisporrà un quaderno per le firme della gente che vuole riaffermare il proprio no assoluto alla guerra.

Tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944 la zona di Monte Sole fu invasa dalle truppe nazifasciste: fecero diventare i due fiumi il Reno e il Setta fossati di confine, Monte Sole in campo di sterminio, e poi entrò il frastuono, la violenza, l'orrore: tutte le comunità di quei monti furono decimate. Monte Sole per Bologna è il ricordo di una parte delle origini moderne della nostra città, é il richiamo a una particolare attenzione a tutti i "Monte Sole" che ancora oggi scoppiano tra chi si sente superiore e chi viene schiacciato e non ascoltato perché debole.
Giuseppe Dossetti partendo dai fatti di Monte Sole ricordava "l'importanza di essere vigilanti".
Monte Sole é quindi la memoria che non si ferma a ricordare un sistema di male, ma cerca strade per fermarle, non farle rinascere, e costruire un sistema di bene.
In questo inizio del XXI secolo sentiamo come gruppo di Pax Christi Bologna più che mai attuali e importanti i sei punti che Giuseppe Dossetti (in relazione all'evento nazismo) suggeriva di impegnarsi come cristiani.
Come gruppo locale di Pax Christi sentiamo quindi importante creare un momento quotidiano simbolico per tutta la settimana del 60° anniversario dove i cittadini hanno la possibilità di ricordare pubblicamente la strage di Monte Sole e riconfermare l'impegno alla vigilanza che suggeriva Giuseppe Dossetti.
Per questo motivo il punto pace Bologna di Pax Christi ha deciso di leggere pubblicamente ogni giorno tutti i nomi della gente uccisa nella strage del '44.
Sul luogo delle lettura verrà posto un quaderno che potrà essere firmato da quanti vorranno aiutarci a leggere i nomi e a sottoscrivere il seguente impegno:

In memoria delle donne; dei bimbi, degli uomini, degli anziani, ammazzati
60° anni fa a Monte Sole dai nazifascisti
mi impegno
non solo a conservare una coscienza lucida , ma ad averla vigile, capace cioè di opporsi a ogni inizio di sistema di male, finché ci sia tempo e per questo
mai più guerre
mai più razzismo
mai più civiltà superiore ad altre
mai più il culto del super-uomo
mai più caccia al diverso
mai più esclusione
mai più mistificazione, manipolazione dell'informazione

A seguito di tale iniziativa Paolo (del punto pace di Bologna) ha scritto questo "resoconto":

Carissima   montanara………. che stai nel vento,  
anche quest’anno la settimana della strage a Monte Sole (che la storia ufficiale ricorda come la strage di Marzabotto) è passata. È passata la settimana, è passato il ricordo, ma sembra che le Monte Sole sparse per il mondo non vogliono passare mai.  
La scena sembra un continuo replay di un film di cui nessuno vuole assumersi la responsabilità: chi la commette dice che la colpa è degl’altri (dei partigiani, dei tedeschi, dei kamikaze, dei palestinesi, degli israeliani, dei ceceni, dei russi, degli islamici, degl’americani,
dei sudanesi, degli indios, dei…), e quindi bisogna distruggere questi altri…
Così anche tu piccola montanara eri questi altri che faceva parte del problema, e così mentre tuo papà, tuo fratello si nascondevano perché pensavano di essere loro il problema, tu, la nonna e la mamma restavate al villaggio…
Ogni sera in piazza Nettuno, durante la settimana del 60° anniversario della strage, abbiamo pronunciato il nome tuo e il nome degli altri per tutte quelle piccole 38 comunità sparse per i monti che tra la fine di settembre e inizio ottobre del ’44 non hanno avuto tanto tempo per capire che la loro esistenza era il problema. Era il problema che proveniva dal fare la guerra, dalla fede nel razzismo, dalla certezza di essere civiltà superiore, dal culto del super-uomo, dalla caccia al diverso, dall’escludere, dal mistificare e manipolare l’informazione…

Era o è?
Siamo andati in piazza non per radunare tanta gente, non per fermare i passanti, non per distribuire dei volantini, non perché fossero ascoltate le nostre idee, non per trovare consenso…
Siamo andati in piazza con l’unico scopo di pronunciare ad alta voce i vostri nomi…
I vostri nomi facevano sostare qualcuno, i vostri nomi fermavano altri a leggere le parole sul perché si era in piazza, i vostri nomi bloccavano dei passanti a guardare la mappa delle località della strage, i vostri nomi facevano scegliere ad altri di firmare il quaderno per riaffermare il proprio no assoluto alla guerra, i vostri nomi ricordavano a qualche persona di impegnarsi ad essere vigilante, i vostri nomi avvicinavano alcuni che ci chiedevano, suggerivano, commentavano… i vostri nomi erano la voce della piazza ad ogni vespro del giorno…

Era o è?
A noi di questa settimana rimane il ricordo dei vostri nomi, degli incontri casuali che i vostri nomi hanno avvicinato.: lo studente universitario che si è fermato per raccontarci che per lui il concetto di Nice del super-uomo è stato male interpretato, mentre dovrebbe avere più considerazione…;
l’anziano che ha firmato il quaderno perché è certo che lo avrebbe fatto anche suo fratello se fosse sopravissuto alle botte che aveva preso per essere un partigiano…;
la persona che nelle prime sere passava per dirci che quei nomi lo disturbavano e che non voleva ricordare…;
la ragazza inglese che proprio quel giorno era stata in visita a Monte Sole…;
quell’unica suora, tra i tanti preti e suore (che sono passati, alla fine della messa per la festa di S. Petronio, senza fermarsi), che voleva fermarsi se non l’avesse trascinata via una sua consorella.;
le due mamme e i loro figli di un dio minore che hanno lasciato il loro nome sul quaderno…
quell’unico frate francescano, che ha firmato il quaderno e benedetto lo striscione, con il quale a volte ci troviamo ad avere idee diverse…

Carissima montanara,
la cronaca della settimana in piazza nettuno, non cercarla tra le notizie riportate dai giornalisti, perché non la troverai… i giornalisti si sono occupati delle iniziative che hanno coinvolto le istituzioni… la
lettura del tuo nome, fatta da un gruppo sgangherato,  sulla terra non ha la rilevanza di notizia, come invece esiste …….. da te nel vento.
                         Paolo
Punto Pace Bologna

 

Il giorno 14 aprile 2007, con alcuni amici di Pax Christi Germania (Barbara, Martin, Veronica e Monica), e gli obiettori della Casa per la Pace di Firenze, abbiamo visitato Monte Sole, ripercorrendo i luoghi dell'eccidio ed incontrando Francesco Pirini sopravissuto e testimone oculare della strage di Cerpiano; sia la visita ai luoghi dell’eccidio, che la testimonianza di Francesco Pirini, sono stati molto pregnanti di significato ed importanti per il recupero della propria storia.
Qui sotto presentiamo alcune foto di quella giornata. (clicca sull'immagine per avviare la slideshow)

 

 

 

 

Nel 60° anniversario di Pax Christi Germania, i giorni dal 27 al 29 marzo 2008, una ventina di persone provenienti da varie città tedesche, sono arrivate a Monte Sole per passare tre giorni di MEMORIA, IMPEGNO, AMICIZIA; i tre giorni sono stati scanditi da vari incontri tra cui quelli con: Pier Paolo Lanzarini che ci ha accompagnato nei luoghi dell'eccidio; Francesco Pirini che ci ha parlato come testimone della strage di Cerpiano; mons. Luigi Bettazzi che ci ha ricordato la figura di don Giuseppe Dossetti.
Qui sotto riportiamo alcune foto di quei giorni.
(clicca sull'immagine per avviare la slideshow)

 

 

qui sotto i link alla photogallery di Martin per vedere altre foto

Le testimonianze di Enrico Peyretti e Monika Nickel

Monte Sole
Tedeschi e italiani insieme: dal martirio l’impegno

In treno, nel viaggio di ritorno ho letto di nuovo la grande Introduzione di Giuseppe Dossetti al libro di Luciano Gherardi Le querce di Monte Sole. Su quelle colline avvenne, tra settembre e ottobre 1944, una delle maggiori stragi naziste, più conosciuta come strage di Marzabotto.

A Monte Sole ho partecipato a un incontro tra le associazioni italiana e tedesca di Pax Christi: la seconda celebra i sessant’anni dalla fondazione. Con loro ho visitato i luoghi, le chiese, i cimiteri (in quello di Casaglia sono sepolti anche Dossetti e Gherardi, vicini a quelle vittime a cui hanno dato voce) dove sono state uccise 771 persone, di cui 189 bambini sotto i 12 anni, 30 giovani fra i 12 e i 18, 315 donne, 161 uomini tra i 18 e i 60 anni, e 76 oltre i 60. Abbiamo ascoltato un testimone, Francesco Pirini, che da ragazzo vide sterminare la sua famiglia, oggi ha la missione di raccontare, e si sente ormai di perdonare i colpevoli. Fra i militari delle SS, scatenati ad uccidere, ci furono anche alcuni pochissimi che rifiutarono di sparare ai civili. Vengono spesso a Monte Sole altri gruppi di cittadini tedeschi.  Essi tengono a distinguere tra la Wehrmacht, l’esercito tedesco di allora, e le SS, selezionate, fanatizzate nell’ideologia nazista e addestrate ad obbedire agli ordini più crudeli. Abbiamo ricordato che c’è stata non solo l’acquiescenza, ma anche una reale resistenza tedesca al nazismo, in condizioni difficilissime. Abbiamo pregato, abbiamo incontrato le monache dossettiane. Cinque preti morirono con quelle vittime, per stare con loro in tutto, amandole fino alla fine. Ma la chiesa bolognese per vent’anni lasciò quella vicenda alla sola interpretazione politica, mentre ha anche aspetti chiari di martirio nella fede e nell’amore cristiano. Era presente il vescovo Bettazzi, già presidente di Pax Christi, che ha parlato sulla figura di Dossetti, il quale scelse Monte Sole come centro significativo della sua famiglia monastica.

I due gruppi, tedesco e italiano, si sono interrogati su come agire di fronte ai neonazismi, razzismi e fascismi, la cui realtà è stata documentata, in entrambi i paesi, con dati preoccupanti (più di quanto temessi): odio per gli stranieri, difesa della razza, culto della violenza. Fanno propaganda organizzata tra i giovani e persino tra i bambini, solleticando l’istinto di sopraffazione in gruppo. Specialmente in Germania, azioni educative e manifestazioni contrastano il fascino oscuro della violenza, che minaccia soprattutto i giovani dal futuro precario e incerto. La vecchia propaganda antisemita corre ancora. L’incontro umano con questi fratelli tedeschi è stato felice, ma il ricordo delle violenze naziste sommato all’allarme per il presente e il futuro, ci turba. La fede pasquale e l’impegno nella costruzione di pace nonviolenta attiva, spinge a superare rassegnazione e paura.

Dei fatti tragici del ’44 a Monte Sole c’è una spiegazione più strategica: la necessità tedesca di liberare senza pietà il terreno, via obbligata in quel punto dell’Appennino per la prevista ritirata. Ma perché infierirono sulla popolazione più che attaccare i partigiani poco sopra? E c’è un’altra interpretazione, più grave. In quel testo di Dossetti, a commento della strage, leggo: «È l’eccidio totale. (...) Ma perché, sino a questo punto? Non è possibile trovare alcun perché, se non nella lunga e sistematica preparazione dottrinaria e pratica di questi sacrificatori al loro compito castale» (p. XXI). Dossetti definisce delitto “castale” quello che suppone «un sistema e una gerarchia di distinzioni non solo sociologicamente ma metafisicamente rigido» (p. XVI). Egli vede in questa concezione una realtà demoniaca, una potenza spirituale che asservisce nell’idolatria le persone e le spinge alla «negazione radicale dell’umanità di chi è diverso, dell’esservi un uomo in ogni individuo umano» (p. XXIII). Dossetti approfondisce sul piano teologico, filosofico, storico questa sua lettura dei fatti, e ci lascia domande sconvolgenti, non solo sul nazismo di allora, ma anche  sugli elementi di nazismo presenti anche nel sistema mondiale di oggi (segnalo al proposito Giuliano Pontara, L’Antibarbarie, Ega 2006). Poiché il cuore nero del nazismo è il preteso diritto dei forti sui deboli, c’è un nazismo perenne, che va sempre individuato e superato: è facile condannare Hitler per la Shoah e per le stragi di civili, meno facile condannare quella identica pretesa, seppure meno rozza, in chi oggi approfitta della forza e compie delitti economici e strutturali ancora più gravi, profondi ed estesi dei delitti bellici. 

Chiunque compie questa prepotenza è posseduto dall’idolo omicida, come le SS delle stragi naziste. Libere dall’idolo, erano le vittime di Monte Sole, e chi si pone dalla loro parte.

Enrico Peyretti, 30 marzo 2008

Le  radici del futuro. Memoria, amicizia, impegno

Dal mercoledì dopo Pasqua 2008 alla Domenica ( 26-30 marzo 2008)  un gruppo composto da 22 membri di Pax Christi provenienti da tutta la Germania (Wurzburg, Berlino, Francoforte, Monaco, Gottingen ecc.) ha fatto visita a Monte Sole (circa 30 Km a sud di Bologna). Il viaggio di incontro è stato organizzato dalla diocesi di Wurzburg, all’insegna del motto “Le radici del futuro”.

Tra la fine di settembre e l’inizio ottobre del 1944, nel territorio vicino a Marzabotto si verificò un massacro, ai danni della popolazione italiana, nel quale furono uccisi brutalmente dalle SS 771 persone , donne, bambini e anziani. La visita è servita per commemorare le atrocità commesse sul posto e per l’incontro con i sopravvissuti, con persone che si adoperano per l’opera di perdono, come Enrico Peyretti – uno degli attuali rappresentanti del movimento italiano per il perdono, con una delle rappresentanti della locale congregazione di Monte Sole (dossettiane), con numerosi e ospitali associati del Movimento Pax Christi di Bologna, Reggio Emilia e Bolzano, il vicepresidente di Pax Christi Italia e l’ex Presidente di Pax Christi Italiana ed Internazionale, l’emerito Vescovo di Ivrea Monsignore Luigi Bettazzi.

Nella serata del 26 marzo c’è stato un incontro con il Gruppo Pax Christi di Bolzano, che sul posto ha creato, anche con l’aiuto finanziario del Comune, un Centro della Pace. Il mattino seguente l’archivista di Stato Carla Giacomazzi ha raccontato la storia del NS-lager di Bolzano esistente dalla primavera del 1944 sino al 3 maggio 1945, situato nella via Resia (quartiere Gries a Bolzano).

Almeno 11.000 persone, per motivi politici o razzistici sono stati qui deportati per essere poi trasportati o in altri campi di concentramento al nord delle Alpi (Mauthausen, Dachau, Auschwitz ecc.) o per essere costretti ai lavori forzati.

Dopo l’arrivo a Monte Sole, il gruppo P.C. di Bologna ha dato informazioni sulla storia di Monte Sole, sui motivi sottostanti al massacro che fu compiuto nel settembre-ottobre del 1944 ad opera delle unità delle SS (16. SS-Panzer-divisione ”Reichsfuhrer SS”) e della Wehrmacht nella regione di Marzabotto, presumibilmente contro il gruppo partigiano comunista “Stella Rossa”.

In modo brutale fu distrutta la maggior parte della popolazione di parecchi piccoli comuni (Caprara, Casaglia, Cerpiano ecc) così come furono uccisi i numerosi fuggitivi di Bologna. Furono altresì uccisi 5 sacerdoti della diocesi di Bologna, che non abbandonarono i loro Comuni per affrontare i tedeschi. Francesco Pirini, uno dei sopravvissuti e testimoni del massacro di massa ha raccontato cosa egli visse e subì. Lui è riuscito a perdonare tutti i partecipanti al massacro. Pierpaolo Lanzarini, zio di una vittima, ha relazionato sullo sviluppo del Parco  storico di Monte Sole, che è dedicato alla commemorazione delle vittime.

Il gruppo italo-tedesco ha pensato alle vittime stazionando presso le importanti stazioni di questo Parco,così come presso le rovine della chiesa di Casaglia. Qui perse la vita anche Don Ubaldo  Marchioni, il quale tentò di evitare la sciagura.del suo Comune, parlando con i soldati nella loro lingua. Egli fu ucciso davanti all’altare. Al termine, il gruppo ha celebrato Messa nella chiesa delle dossettiane insieme con il Vescovo Luigi Bettazzi. La congregazione bolognese fondata da Giuseppe Dossetti ( 1913-1996) ha costituito su Monte Sole una sede.con lo scopo di trasformare un luogo di morte .in un luogo di preghiera. Madre Teresa ha spiegato le idee, la storia ed il modo di vivere dei dossettiani e della dossettiane; Monsignor Bettazzi, amico di Dossetti, ha illustrato con una efficace.relazione  i diversi aspetti e significati di questo uomo. Il giurista e sacerdote non è stato solo il vicesegretario della Democrazia Cristiana ed uno dei fondatori della Costituzione italiana; lui influenzò anche il Concilio Vaticano II con le sue pregnanti riflessioni sull’ordinamento liturgico e la Diocesi di Bologna in qualità di vicario generale.

L’incontro presso la parrocchia di  Vado tra la direzione di P.C.Italia ed il gruppo bolognese P.C. era dedicato al passato ed al presente. La mattinata iniziava con una Messa celebrata presso la Chiesa di Vado con Don Luigi. E’ stato all’insegna del motto”M.A.I. più”. Questo gioco di parole abbraccia lo scopo centrale dell’opera di P.C. Italia: Mai deve ripetersi la violenza tra uomini come si verificò a Monte Sole. Per questo dovranno essere contrapposti orientamenti  come Memoria, Amicizia e Impegno.

Il pranzo conclusivo in comune, ha reso chiaro che sul punto si era già sulla buona strada, in relazione agli italiani e tedeschi presenti. 

Dopo il comiato di Don Luigi Bettazzi e degli italiani, il Gruppo ha concluso le giornate con una processione a lume di candela verso le rovine di San Martino ed una biblica benedizione.

Monika Nickel

 

 

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