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07 Settembre 2013: Veglia di Preghiera per la Pace in Siria e nel Mondo
Misteri Dolorosi
07 Settembre 2013:
Cattedrale di San Pietro
Veglia di Preghiera per la Pace in Siria e nel Mondo
Misteri Dolorosi
Canto iniziale (eseguito dal coro di CL):
Troppo perde il tempo
Laudario di Cortona, sec. XIII
Troppo perde il tempo chi ben non t’ama,
dolc’amor Jesù sovr’ogni amore.
Amor, chi t’ama non sta ozïoso,
tanto li par dolze de Te
gustare;
ma tutto sor vive desideroso
come te possa stretto più amare;
chè tanto sta per te lo cor gioioso:
chi non sentisse nol saprie parlare
quant’è dolz’a gustare lo tuo savore
Dulcior che tolli forza ad ogni amaro
et ogne cosa muti in tua dulcezza;
questo sanno li sancti che’l provaro
che feciar dolze morte in amarezza
ma confortolli el dolze latovare
di te Jesù che vensar ogni asprezza,
tanto fosti suave in li lor cori.
Savor cui non si trova simillianza,
o lasso! Lo mio cor poco t’asaggia;
null’altra cosa non m’è consolanza,
se tutto ’l mondo avesse e te non agio.
O dulz’amor Jesù in cui ho speranza
Tu regi mio cor che da te non caggia,
ma sempre più restringa ’l tuo dolzore.
Cor che te non sente ben pò star tristo,
Jesù, letitia e gaudio de la gente;
solazo non pot’essar senza Cristo;
tanpino ch’eo non t’amo ben fervente!
Chi far potesse totto ogni altro acquisto
e te non aggia di tutt’è perdente;
e
senza te sirebbe in amarore. |
Amaro in nullo coro pote stare
cui tua dolcezza dona condimento:
ma Tuo savor, Jesù, non pò gustare
chi lassa Te per altro intendimento.
Non sa né può lo cor terreno amare
sì gran celestïal delectamento:
non vede lume, Cristo, in tuo spendore.
Splendor che doni a tutto ’l mondo luce
amor, Jesù, de li angeli bellezza,
cielo e terra per te se conduce
e splende in tutte cose tua forteza:
ognumque creatura a te s’ aduce,
ma solo ’l peccator el tuo amor sprezza,
e pàrtise da te, suo Creatore.
Scripti sul sancto libro de la vita,
per tua pietà, Jesù, ne rappresenta:
la tua scriptura già non sia fallita,
el nome che portam de Te non menta.
La mente nostra fa’ di Te condita,
dulcissimo Jesù, si che te senta
et strittamente t’ami con ardore.
Servire a Te, Jesù, mi’ amoroso,
più soav’è che nul altro delecto;
non può saper chi di Te sta otïoso
quant’è dolze ad amar Te con affecto:
gemai el cor non trova altro riposo
si non se en Te, Jesù, amor perfecto,
che de
li tuoi servi se’ consolatore.
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Appello di Papa Francesco all’angelus di
domenica 1 settembre 2013
Cari fratelli e sorelle… vorrei farmi interprete del grido
che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno,
dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il
grido della pace! E’ il grido che dice con forza: vogliamo un mondo di pace,
vogliamo essere uomini e donne di pace, vogliamo che in questa nostra
società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace; mai più la
guerra! Mai più la guerra! La pace è un dono troppo prezioso, che deve
essere promosso e tutelato.
Vivo con particolare
sofferenza e preoccupazione le tante situazioni di conflitto che ci sono in
questa nostra terra, ma, in questi giorni, il mio cuore è profondamente
ferito da quello che sta accadendo in Siria e angosciato per i drammatici
sviluppi che si prospettano.
Rivolgo un forte Appello per
la pace, un Appello che nasce dall’intimo di me stesso!
Quanta sofferenza, quanta
devastazione, quanto dolore ha portato e porta l’uso delle armi in quel
martoriato Paese, specialmente tra la popolazione civile e inerme! Pensiamo:
quanti bambini non potranno vedere la luce del futuro! Con particolare
fermezza condanno l’uso delle armi chimiche! Vi dico che ho ancora fisse
nella mente e nel cuore le terribili immagini dei giorni scorsi! C’è un
giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui
non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace.
Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza!
Con tutta la mia forza, chiedo alle parti in
conflitto di ascoltare la voce della propria coscienza, di non chiudersi nei
propri interessi, ma di guardare all’altro come ad un fratello e di
intraprendere con coraggio e con decisione la via dell’incontro e del
negoziato, superando la cieca contrapposizione. Con altrettanta forza esorto
anche la Comunità Internazionale a fare ogni sforzo per promuovere, senza
ulteriore indugio, iniziative chiare per la pace in quella Nazione, basate
sul dialogo e sul negoziato, per il bene dell’intera popolazione siriana.
Non sia risparmiato alcuno
sforzo per garantire assistenza umanitaria a chi è colpito da questo
terribile conflitto, in particolare agli sfollati nel Paese e ai numerosi
profughi nei Paesi vicini. Agli operatori umanitari, impegnati ad alleviare
le sofferenze della popolazione, sia assicurata la possibilità di prestare
il necessario aiuto.
Che cosa possiamo fare noi
per la pace nel mondo? Come diceva Papa Giovanni: a tutti spetta il compito
di ricomporre i rapporti di convivenza nella giustizia e nell’amore.
Una catena di impegno per la
pace unisca tutti gli uomini e le donne di buona volontà! E’ un forte e
pressante invito che rivolgo all’intera Chiesa Cattolica, ma che estendo a
tutti i cristiani di altre Confessioni, agli uomini e donne di ogni
Religione e anche a quei fratelli e sorelle che non credono: la pace è un
bene che supera ogni barriera, perché è un bene di tutta l’umanità.
Ripeto a voce alta: non è la cultura dello scontro,
la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e
tra i popoli, ma questa: la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo;
questa è l’unica strada per la pace.
Il grido della pace si levi alto perché giunga al
cuore di tutti e tutti depongano le armi e si lascino guidare dall’anelito
di pace.
Per questo, fratelli e
sorelle, ho deciso di indire per tutta la Chiesa […] una giornata di digiuno
e di preghiera per la pace in Siria, in Medio Oriente, e nel mondo intero, e
anche invito ad unirsi a questa iniziativa, nel modo che riterranno più
opportuno, i fratelli cristiani non cattolici, gli appartenenti alle altre
Religioni e gli uomini di buona volontà.
[…]
L’umanità ha bisogno di
vedere gesti di pace e di sentire parole di speranza e di pace!
[…]
A Maria chiediamo di aiutarci a rispondere alla
violenza, al conflitto e alla guerra, con la forza del dialogo, della
riconciliazione e dell’amore. Lei è madre: che Lei ci aiuti a trovare la
pace; tutti noi siamo i suoi figli! Aiutaci, Maria, a superare questo
difficile momento e ad impegnarci a costruire ogni giorno e in ogni ambiente
un’autentica cultura dell’incontro e della pace. Maria, Regina della pace,
prega per noi!
I mistero del dolore:
L'agonia di Gesù nel Getsemani
«Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani, e disse
ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". E, presi con sé
Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia.
Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate
con me". E, avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava
dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non
come voglio io, ma come vuoi tu!"» (Mt 26,
36-39)
Decina del Rosario
Preghiera
Dio dei nostri padri, grande e misericordioso, Signore della pace e
della vita, padre di tutti.
Tu hai progetti di pace e non di afflizione, condanni le guerre e abbatti
l’orgoglio dei violenti.
Tu hai inviato il tuo figlio Gesù ad annunziare la pace ai vicini e ai
lontani, a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe in una sola
famiglia.
Ascolta il grido unanime dei tuoi figli, supplica accorata di tutta
l’umanità: mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra,
spirale di lutti e di violenza, minaccia per le tue creature in cielo, in
terra e in mare.
In comunione con Maria, la madre di Gesù, ancora ti supplichiamo: parla ai
cuori dei responsabili delle sorti dei popoli, ferma la logica della
ritorsione e della vendetta, suggerisci con il tuo Spirito soluzioni nuove,
gesti generosi e onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa più
feconde delle affrettate scadenze della guerra.
Concedi al nostro tempo giorni di pace.
Mai più la guerra.
Amen
(Preghiera di Giovanni Paolo II)
Canto
Canone: Restate qui e
pregate con me, vegliate e pregate, vegliate e pregate
(gruppo di Taizè)
II
mistero del dolore: La flagellazione di Gesù
«Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati,
intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso
un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: "Salve,
re dei Giudei!". E gli davano schiaffi » (Gv 19,1-3)
Decina del Rosario
Preghiera
Vediamo la gente intorno a noi e pensiamo: “Domani hanno deciso di
bombardarci”.
Domani ci faranno respirare i gas tossici dei depositi colpiti, per punirci
dei gas che già abbiamo respirato?» Oggi non abbiamo parole, se non quelle
dei salmi che la preghiera liturgica ci mette sulle labbra in questi giorni:
Minaccia la belva dei canneti, il branco debitori con i vitelli dei
popoli... o Dio disperdi i popoli che amano la guerra....Il Signore dal
cielo ha guardato la terra, per ascoltare il gemito del prigioniero, per
liberare i condannati a morte... ascolta o Dio la voce del mio lamento, dal
terrore del nemico preserva la mia vita; proteggimi dalla congiura degli
empi, dal tumulto dei malvagi. Affilano la loro lingua come spada, scagliano
come frecce parole amare... Si ostinano nel fare il male, si accordano per
nascondere tranelli, dicono: “Chi li potrà vedere? meditano iniquità,
attuano le loro trame. Un baratro è l’uomo, e il suo cuore un abisso”.
Lodate il mio Dio con i timpani, cantate al Signore con cembali, elevate a
lui l’accordo del salmo e della lode, esaltate e invocate il suo nome.
POICHE’ IL SIGNORE E’ IL DIO CHE STRONCA LE GUERRE. “Signore, grande sei tu
e glorioso,mirabile nella tua potenza e invincibile”. Guardiamo la gente
attorno a noi, i nostri operai che sono venuti a lavorare tutti come
sospesi, attoniti: «Hanno deciso di attaccarci». Oggi siamo andate a Tartous...sentivamo
la rabbia, l’impotenza, l’incapacità di formulare un senso a tutto questo:
la gente cerca di lavorare, come può, di vivere normalmente. Vedi i
contadini bagnare la loro campagna, i genitori comprare i quaderni per le
scuole che stanno per iniziare, i bambini chiedere ignari un giocattolo o un
gelato... vedi i poveri, tanti, che cercano di raggranellare qualche soldo,
le strade piene dei rifugiati “interni” alla Siria, arrivati da tutte le
parti nell’unica zona rimasta ancora relativamente vivibile... guardi la
bellezza di queste colline, il sorriso della gente,lo sguardo buono di un
ragazzo che sta per partire per il militare, e ci regala le due o tre
noccioline americane che ha in tasca, solo per “sentirsi insieme”... E pensi
che domani hanno deciso di bombardarci... Così. Perché “è ora di fare
qualcosa”, così si legge nelle dichiarazioni degli uomini importanti, che
domani berranno il loro thé guardando alla televisione l’efficacia del loro
intervento umanitario...
Domani ci faranno respirare i gas tossici dei depositi colpiti, per punirci
dei gas che già abbiamo respirato? La gente qui è davanti alla televisione,
con gli occhi e le orecchie tesi: «Si attende solo una parola di Obama»!!!!
Una parola di Obama?? Il premio Nobel per la pace, farà cadere su di noi la
sua sentenza di guerra? Aldilà di ogni giustizia, di ogni buon senso, di
ogni misericordia, di ogni umiltà, di ogni saggezza? Parla il Papa, parlano
Patriarchi e vescovi, parlano innumerevoli testimoni, parlano analisti e
persone di esperienza, parlano persino gli oppositori del regime...
[…]
Ma ormai, a cosa servono ancora le parole? Una nazione distrutta,
generazioni di giovani sterminate, bambini che crescono con le armi in mano,
donne rimaste sole, spesso oggetto di vari tipi di violenza... distrutte le
famiglie, le tradizioni, le case, gli edifici religiosi, i monumenti che
raccontano e conservano la storia e quindi le radici di un popolo...
Domani, dunque (o domenica ? bontà loro...) altro sangue.
Noi, come cristiani, possiamo almeno offrirlo alla misericordia di Dio,
unirlo al sangue di Cristo che in tutti coloro che soffrono porta a
compimento la redenzione del mondo.
Cercano di uccidere la speranza, ma noi a questo dobbiamo resistere con
tutte le nostre forze. A chi ha un vero amore per la Siria (per l’uomo, per
la verità...) chiediamo tanta preghiera... tanta, accorata, coraggiosa...
(Sorelle trappiste Siria 30 agosto 2013)
Preghiamo per le vittime della guerra per ognuno di loro. Non sono numeri,
ma nomi e membri di una famiglia. Sono madri, padri, figli e figlie. Sono
fratelli e sorelle, figli di Dio, che creati a Sua immagine e somiglianza.
Preghiamo affinché il diritto alla vita di ognuno sia rispettato e difeso.
Canto
Canone: Dona la pace Signore a chi confida in te, dona la pace
Signore, dona la pace. (gruppo di Taizè)
III mistero del
dolore: L'incoronazione
di spine
«Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli
radunarono attorno tutta la corte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto
scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con
una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo
schernivano: "Salve, re dei Giudei!"». (Mt 27, 27-29)
Decina del Rosario
Preghiera
Si diffonde sempre più tra gli esseri umani la persuasione che le
eventuali controversie tra i popoli non debbono essere risolte con il
ricorso alle armi; ma invece attraverso il negoziato.
Vero è che sul terreno storico quella persuasione è piuttosto in rapporto
con la forza terribilmente distruttiva delle armi moderne; ed è alimentata
dall’orrore che suscita nell’animo anche solo il pensiero delle distruzioni
immani e dei dolori immensi che l’uso di quelle armi apporterebbe alla
famiglia umana; per cui è contrario alla ragione pensare [alienum est a
ratione ] che nell’era atomica la guerra possa essere utilizzata come
strumento di giustizia.
Però tra i popoli, purtroppo, spesso regna ancora la legge del timore. Ciò
li sospinge a profondere spese favolose in armamenti: non già, si afferma -
né vi è motivo per non credervi - per aggredire, ma per dissuadere gli altri
dall’aggressione.
È lecito tuttavia sperare che gli uomini, incontrandosi e negoziando,
abbiano a scoprire meglio i vincoli che li legano, provenienti dalla loro
comune umanità e abbiano pure a scoprire che una fra le più profonde
esigenze della loro comune umanità è che tra essi e tra i rispettivi popoli
regni non il timore, ma l’amore: il quale tende ad esprimersi nella
collaborazione leale, multiforme, apportatrice di molti beni....
[Dalla “Pacem in Terris” di Giovanni XXIII, (n°67)]
Preghiamo per chi lavora per
la pace, per quanti si adoperano per alleviare il dolore e asciugare le
lacrime del popolo di Siria, affinché continuino nella loro opera,
nonostante le minacce e l’indifferenza internazionale. Tra i tanti un
ricordo particolare và a
padre Paolo Dall’Oglio e
Domenico Quirico.
Canto
Canone: Bonum est confitere in Domino, bonum sperare in Domino
(gruppo di Taizè)
IV mistero del dolore
mistero del dolore: Il viaggio al Calvario di Gesù carico della croce
«Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene
che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.
Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che significa luogo del cranio»
(Mc 15, 21-22)
Decina del Rosario
Preghiera
Guerre e rumori di guerre; popoli contro popoli, e interi regni e
continenti si accostano man mano per aggredirsi e frantumarsi a vicenda: che
dobbiamo fare, Signore, per salvarci dalla catastrofe e amare tutti gli
uomini e salvare la tua pace?
E però hai detto anche di vendere il mantello per comperarci una spada (cfr
Luca 22,36), e di non essere venuto a portare la pace, ma ancora la spada
(cfr Matteo 10,34). E il profeta annunzia che la tua presenza sarebbe il
segno di rovina e di contraddizione fra molti popoli (cfr Luca 2,34): noi
non comprendiamo più nulla, il mistero ci avvolge da ogni parte. (...)
Che dobbiamo fare, Signore, per conservare la tua pace? Hai detto:”Vi mando
come agnelli tra i lupi (Matteo 10,16). Non resistete al male (cfr Matteo
5,39). Se vi si perseguita in una città fuggite in un’altra. (cfr Matteo
10,23). Se vi si colpisce su una guancia offrite l’altra. Se vi si vuol
costringere a fare mille passi, voi fatene duemila. Se si disputa con voi
per prendere la vostra tunica, cedete anche il vostro mantello. Date a tutti
quelli che vi chiedono. Amate i vostri nemici; fate del bene, prestate senza
farci più conto”(cfr Matteo 5,39-43).
E’ questa forse la pace che volevi? Come faremo a vedere in ogni uomo il
volto del figlio di Dio?
La dolcezza non è assenza della giustizia o l’oblio della verità; non è
abbandono dei nostri fratelli ingiustamente perseguitati, debolezza davanti
al male. Intanto dalle tue parole una cosa è chiara: che non possiamo
prendere la difesa di noi stessi.
Ma in quale modo, quando e come è lecito difendere gli innocenti
perseguitati, gli umiliati e offesi di tutto il mondo, la tua vera chiesa,
il tuo corpo, straziato nelle carni degli oppressi dai malvagi?
Questo insegnaci con chiarezza, o Signore.
( “Quale la
nostra guerra e quale la nostra pace?”
di Padre David Maria Turoldo)
Canto
Canone:
Per crucem et passionem
tuam,libera nos Domine (3vv), Domine
(gruppo di Taizè)
V mistero del dolore: Gesù è crocifisso
e muore in croce
«Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i
due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: "Padre,
perdonali, perché non sanno quello che fanno"... Era verso mezzogiorno,
quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del
pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran
voce, disse: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". Detto questo
spirò» (Lc 23, 33-46)
Decina del Rosario
Preghiera
Gesù è sceso sulla terra tormentata dalla sete. Con la sua croce,
piantata sul Calvario come una trivella, ha scavato un pozzo d'acqua
freschissima. Una volta risorto, ha consegnato questo pozzo agli uomini
dicendo: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace". Ora tocca a noi attingere
l'acqua della pace per dissetare la terra. A noi, il compito di farla venire
in superficie, di canalizzarla, di proteggerla dagli inquinamenti, di farla
giungere a tutti.
La pace, dunque, è dono. Anzi, è " perdono ". Un dono " per ". Un dono
moltiplicato. Un dono di Dio che, quando giunge al destinatario, deve
portare anche il "condono" del fratello.
(Servo di Dio Tonino Bello)
Signore della storia, ti preghiamo
affinché il cuore dei grandi della Terra
si apra a prospettive nuove, accolga la cultura del dialogo e dell’incontro
secondo giustizia e verità, e non ceda alle illusioni della forza, dello
scontro, della distruzione.
Canto finale:
Qui presso a te
Anonimo
Qui presso a te, Signor, restar vogl’io!
È il grido del mio cuor, l’ascolta, o Dio!
La sera scende oscura sul cuor che s’impaura;
mi tenga ognor la fe’, qui presso a te.
Qui presso a te, Signor, restar vogl’io!
Niun vede il mio dolor; tu ’l vedi, o Dio!
O vivo Pan verace, sol tu puoi darmi pace;
e pace v’ha per me, qui presso a te.
(eseguito dal coro di CL)
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