Gruppo In Cammino di Bologna
Pax Christi punto pace Bologna
04 Aprile 2008
Messaggio
introduttivo
I PARTE
Dal Libro della Sapienza (Sap 11.22 – 12,2)
Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai
compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non
guardi ai peccati degli uomini, in vista del pentimento.
Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l`avresti neppure
creata.
Come
potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O
conservarsi se tu non l`avessi chiamata all`esistenza?
Tu
risparmi tutte le cose,
perché tutte
son tue, Signore, amante della vita,
poiché il
tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu castighi
poco alla volta i colpevoli
e li ammonisci ricordando loro i propri peccati,
perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.
Atto penitenziale
Razzismo, sessismo,
omofobia, sono solo alcune delle forme di discriminazione xenofobiche che
possiamo incontrare ogni giorno attorno a noi e che portano inevitabilmente
all'emarginazione ed alla violenza. Il loro riconoscimento, però, in ognuno
di noi, dovrebbe passare attraverso un sincero esame di coscienza, dal quale
sicuramente possiamo far emergere almeno una circostanza della nostra vita
in cui noi stessi siamo stati, direttamente o indirettamente, strumento di
esclusione o "violenza" nei confronti di un qualcuno in quel momento
ritenuto "scomodo".
A volte non servono
gesti eclatanti per fare di un "fratello" un "escluso", e a volte sono
proprio i gesti più semplici e quotidiani i più dolorosi, quelli che rendono
invisibile o "danno per scontata" una realtà che può invece non esserlo per
chi la vive in prima persona. Oppure a volte è proprio la mancanza di un
semplice gesto di umanità ad arrecare cosi tanto dolore, quella "omissione"
per la quale ad ogni confessione chiediamo perdono, ma a cui, spesso, non
diamo nemmeno importanza.
Nei foglietti della veglia
possiamo trovare due post-it colorati: scriviamo ora su uno di essi un
episodio ricordato nel nostro piccolo esame di coscienza. Uno ad uno, poi,
ci incamminiamo e lo attacchiamo sulla croce, riconoscendo che con quel
gesto forse abbiamo contribuito anche noi ad appesantire la croce di
qualcuno, e abbiamo cosi ulteriormente appesantito la croce di colui che si
è fatto carico delle sofferenze del mondo, al cui lamento ci uniamo, come
attori e spettatori….
Tornando al nostro posto rimaniamo qualche minuto in silenzio.
Canto: Quando busserò
SALMO 3
Recitato a cori alterni ed intercalato dal canone:
Nada te turbe, nada te espante,
Quien à Dios
tiene nada le falta.
Nada te
turbe, nada te espante,
Solo Dios
basta.
Signore, quanti sono i miei oppressori!
Molti contro di me insorgono.
Molti di me vanno dicendo:
«Neppure Dio lo salva!».
Ma tu, Signore, sei mia difesa,
tu sei mia gloria e sollevi il mio capo.
Al Signore innalzo la mia voce
e mi risponde dal suo monte santo.
Io mi corico e mi addormento,
mi sveglio perché il Signore mi sostiene.
Non temo la moltitudine di genti
che contro di me si accampano.
Sorgi, Signore,
salvami, Dio mio.
Hai colpito sulla guancia i miei nemici,
hai spezzato i denti ai peccatori.
Del Signore è la salvezza:
sul tuo popolo la tua benedizione.
II PARTE
La Santa Collera
Qual è il compito del predicatore oggi? Dovrei rispondere Fede,
Speranza, Carità. Sembra una bella risposta, ma vorrei dire piuttosto:
Coraggio. Ma no, neppure questo è abbastanza provocatorio per costituire
l’intera verità. Il nostro compito oggi è la Temerarietà, perché ciò di cui
noi come Chiesa manchiamo non é certamente né di psicologia né di
letteratura. Quello che a noi manca è una santa Collera, una santa Collera!
La temerarietà che scaturisce dalla conoscenza di Dio e dell’umanità, la
capacità di indignarsi quando la giustizia giace prostrata sulle strade e
quando la menzogna furoreggia sulla faccia della Terra; una santa collera
contro tutto ciò che nel mondo è ingiusto. La collera contro il saccheggio
della Terra del Signore e la distruzione del mondo di Dio, la collera per
l’indulgenza di tanti verso la Chiesa, che non si avvede di poter vivere
solo grazie alla verità e ignora che la nostra paura sarà la morte di tutti
noi. Quello che ci è necessario è di perseguire senza sosta quella
temerarietà che saprà lanciare la sua sfida e di cercare di cambiare la
storia umana fino a che essa giunga a conformarsi alle norme del Regno. (Kaj
Munk)
Silenzio
SALMO 101 (100)
Recitato a cori alterni ed intercalato dal canone:
Laudate omnes gentes, laudate dominum,
Laudate omnes
gentes, laudate dominum.
Amore
e giustizia voglio cantare,
voglio cantare inni a te, o Signore.
Agirò con saggezza nella via dell'innocenza:
quando verrai a me?
Camminerò con cuore integro,
dentro la mia casa.
Non
sopporterò davanti ai miei occhi
azioni malvage;
detesto chi fa il male,
non mi sarà vicino.
Lontano da me il cuore perverso,
il malvagio non lo voglio conoscere.
Chi calunnia in segreto il suo prossimo
io lo farò perire;
chi ha occhi altezzosi e cuore superbo
non lo potrò sopportare.
I miei
occhi sono rivolti ai fedeli del paese
perché restino a me vicino:
chi cammina per la via integra
sarà mio servitore.
Non
abiterà nella mia casa,
chi agisce con inganno,
chi dice menzogne non starà alla mia presenza.
Sterminerò ogni mattino
tutti gli empi del paese,
per estirpare dalla città del Signore
quanti operano il male.
Canto al Vangelo:
Alleluia, cantate al Signore!
Dal
Vangelo secondo Luca (Lc 7, 36-50)
La peccatrice perdonata
Uno dei farisei lo
invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a
tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si
trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e
fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a
bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li
cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui
fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è
una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed
egli: «Maestro, dì pure». «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva
cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire,
condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?».
Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù:
«Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi
questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i
piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con
i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono
entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo
di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti
dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece
quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati
i tuoi peccati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è
quest'uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua
fede ti ha salvata; và in pace».
Meditazione guidata da
Don Giovanni Nicolini
Silenzio
III PARTE
Preghiere libere, intercalate dal canone:
Questa notte non è più notte davanti a te:
il buio come luce risplende.
Il nostro piccolo
contributo
"A voi che non contate nulla agli occhi degli uomini, ma che
davanti agli occhi di Dio siete grandi, coraggio! Dio non fa graduatorie.
Non sempre si lascia incantare da chi sa parlare meglio. (..) Non sempre si
fa sedurre dal profumo dell'incenso, più di quanto non si accorga del tanfo
che sale dai sotterranei della storia. (..)
Carissimi, non scrivo per
consolarvi. Anche perché so bene quanto fastidio vi diano le declamazioni di
coloro che sentendosi sempre in dovere di spendere qualche parola con voi,
ricorrono ai prontuari dei più indisponenti fraseggi. Non è di compatimento
che avete bisogno. Prima di tutto, perché il compatimento è una spartizione
fittizia del dolore. Poi, perché vi toglie la fierezza di rimaner soli sulla
croce. E infine, perché rischia di fermarsi alla soglia delle parole. (..)
Che conforto possono recare i luoghi comuni tratti dai repertori della
compassione? Dire che con il vostro dolore contribuite alla salvezza del
mondo, può sembrarvi letteratura consolatoria. (..) Accennarvi che, in
fondo, ognuno si porta dentro il suo carico di dolori e che, tutto sommato,
non siete poi così soli come sempre, potrebbe accrescere il vostro sdegno.
Aggiungere che un giorno sarete schiodati pure voi dalla croce, può apparire
uno scampolo di quell'eloquenza mistificatoria che non convince nessuno.
Ma dirvi che sulla croce un giorno ci è salito un uomo innocente, e che
sul retro della croce c'è un posto vuoto dove un altro innocente è
chiamato a fare compagnia ai rantoli di Cristo, appartiene al messaggio
inquietante, e pur dolcissimo, che (..) non si può mettere tra parentesi.
Chiamalo, il tuo Signore: è un nome breve. Non può non sentirti: è
inchiodato appena dietro di te. Forse un giorno quel posto sarà mio. O lo è
già da adesso, ed è solo l'esemplarità del vostro martirio più grande che me
ne rende agevole il tormento." (Don T. Bello)
Riflessione
Mettiamoci quindi
sul retro della croce di coloro ai quali pensiamo di avere fatto
volontariamente o involontariamente un torto, o universalmente sul retro
della croce di tutti gli "esclusi" che portano ancora da soli il peso di
quel legno….
Abbiamo ancora un post-it vuoto
tra i nostri fogli. Scriviamo su di esso un gesto di accoglienza, di
solidarietà, di amore fraterno che possiamo compiere al nostro ritorno a
casa dopo questa riflessione. Uno ad uno ci incamminiamo e lo attacchiamo
sul retro vuoto della croce. Rimaniamo poi tutti attorno alla croce e
formiamo un cerchio, prendendoci per mano.
Insieme, come fratelli, reciteremo la nostra preghiera al Padre:
Padre Nostro che sei nei cieli…..
Tornando poi al
nostro posto, porteremo con noi due post-it, prendendoli a caso tra quelli
che troviamo rispettivamente sul davanti e sul retro della croce. Portiamo
così a casa un'azione da evitare ed una da compiere, perché almeno nel
nostro giardino o sui nostri balconi possano crescere la tolleranza e la
solidarietà e muoia il seme dell'esclusione.
Canto:
Chi ci separerà
Benedizione finale
Canto: Resurrezione
Diversi
No, non è vero che la
diversità viene accettata
spontaneamente.
Ci sono momenti in cui
essa mette a dura prova i
nostri nervi,
ci sono frangenti in
cui vorremmo annullarla,
come d'incanto,
per trovare tutti
d'accordo con noi,
con gli stessi gusti e gli stessi desideri.
Tu ci hai fatti diversi:
lo vogliamo o no, questa è la realtà.
Una realtà scomoda,
per chi ama troppo l'ordine e la compattezza.
Una realtà colma di ricchezza,
per chi sa apprezzare le risorse
in qualunque persona.
Una realtà
imbarazzante,
per chi la avverte come un attentato
alle sue opinioni, alla sua personalità.
Una realtà benefica
per chi ama la propria e l'altrui libertà.
Grazie, Signore, per tutte le differenze
di pelle, di cultura, di tradizioni.
Grazie per averci
salvati
dall'omologazione e dall'appiattimento,
dalla clonazione e dalla massificazione.
Grazie per tutti quelli che ci obbligano
a prendere atto del loro pensiero,
del loro temperamento,
delle loro abitudini
così diversi dai nostri.
( Roberto Laurita )
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