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29 SETTEMBRE 2002:
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Proteggimi, o Dio:
in te mi rifugio. Per i santi, che
sono sulla terra, Il Signore è mia
parte di eredità e mio calice: |
Benedico il
Signore che mi ha dato consiglio; Mi indicherai il
sentiero della vita, |
I sacerdoti
[…] Il primo a
mettere piede quassù fu don Casagrande, il 5 agosto 1938. Con lui si apre
il capitolo dei pastori martiri di Monte Sole. Meteore della carità. Il
loro sangue era nel conto della prima Messa.
[…] Sono
sacerdoti secolari ordinati, come si dice, titulo paupertatis seu
servitío dioecesis: volgarmente il «diritto della sporta». Appena
freschi del crísma, e quindi senza lo spessore di esperienza di cui
potevano disporre i colleghi anziani maturati nel periodo antecedente la
dittatura fascista, si trovarono in mezzo a tensioni oltre ogni limite di sopportabilità.
Erano andati sul
campo di lavoro come bastoni della vecchiaia; ma ben presto, ancor prima del
congedo dei vecchi parroci, diventarono loro i protagonisti.
[…] Don Ferdinando, don Giovanni e don Ubaldo,
ultimo aggregato alla giovane schiera, seppero unire lo spirito di
profezia a un'insolita concretezza. E fu il frutto della volontà e della
grazia.
Fra tutte le aree di
questa topografia dell'Ecclesia patiens, Monte Sole rappresenta il
punto culminante; e i nostri tre giovani preti si comportano in modo
esemplare, come teleguídati dallo Spirito; ciascuno con un segno specifico
e una sua luce. Don Giovanni fu l'angelo nel senso biblico, pronto per ogni
emergenza, sempre e dovunque; don Ubaldo la sentinella di Dio sulla cima del
monte; don Ferdinando un amico e un fratello per tutti.
Salmo 22 (21);17,19 (i
versetti del salmo vengono alternati dal canone "Confitemini
Domino")
Un branco di cani
mi circonda, |
Essi mi guardano, mi osservano: si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte. Gloria al Padre, al Figlio |
Da “Le Querce di Monte Sole”
29 settembre-5 ottobre 1944: la furia sanguinaria
delle SS decide lo sterminio dei contadini di Monte Sole per colpire la
brigata partigiana Stella Rossa. 800 persone vengono sacrificate. Tra essi
muoiono i tre preti, il dehoniano p. Martino Capelli e il salesiano p. Elia
Comini; non hanno voluto abbandonare le comunità a loro affidate.
Casaglia
Elide Ruggeri racconta:
Ci fecero uscire e formarono una lunga colonna; fummo avviati con le armi
puntate ai fianchi verso il cimitero a duecento metri di distanza. Era
recintato e la porta di ferro chiusa. La sfondarono coi calci dei fucili e
ci fecero entrare tutti nel recinto e noi ci addossammo in mucchio contro la
cappella. Poi piazzarono una mitragliatrice all’ingresso e cominciarono a
sparare, mirando in basso per colpire i bambini, mentre dall’esterno
cominciarono a lanciare su di noi decine di bombe a mano. Durò per tre
quarti d’ora circa, e smisero solo quando finì l’ultimo lamento.
Cerpiano
Dal memoriale di Antonietta Benni:
A Cerpiano quel tragico venerdì 29 settembre don Marchioni era
atteso per celebrare la Santa Messa nell’oratorio dedicato all’Angelo
Custode. Ma la paura più folle aveva invaso tutti poiché i tedeschi
stavano per arrivare. […] Arrivano i tedeschi. Fanno salire queste 49
persone dalla cantina alla cappella attigua al «Palazzo»: sono 20 bambini,
due vecchi quasi invalidi e 27 donne fra le quali tre maestre. Chiudono
accuratamente le porte e poi… comincia il getto fatale delle bombe a mano.
Sono le nove del mattino e 30 vittime sono immolate.
Silenzio
- PURIFICAZIONE DELLA
MEMORIA
Da “La purificazione della memoria” – introduzione di mons. Nogaro
Ma
l’oblio delle vittime è il depauperamento più grave dell’umanità.
Le vittime della violenza e dell’ingiustizia hanno un ruolo fondamentale
nella storia umana. E' grazie al sacrificio dell’innocente che il valore
prende corpo e riesce ad affermarsi.
La tolleranza
non proviene certamente dalle argomentazioni dei filosofi, ma dalle vittime
dell’intolleranza.
La libertà non viene dalle leggi, ma dalle vittime dell’oppressione. Sono
esse che fanno sentire il valore inderogabile dell’essere libero. Non i
tribunali fanno la giustizia, ma le vittime dell’ingiustizia. Con il loro
sacrificio le vittime fanno trionfare quel valore per cui sono cadute.
Sono le vittime che costruiscono la vera storia umana.
Non ricordarle significherebbe tentare una pacificazione che evita il dovere
della verità e della fedeltà nella ricostruzione storica. Trascurandole
si commetterebbe un reato gravissimo di falsificazione della storia,
ledendo, in tal modo, la stessa dignità dell’uomo.
Dalla lettera agli Ebrei 1;1,4
Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi
modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha
parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose
e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è
irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto
con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei
peccati si è assiso alla destra della maestà nell'alto dei cieli, ed è
diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il
nome che ha ereditato.
Da ”Le Querce di
Monte Sole” introduzione di don Dossetti.
Ci resta da
dire ciò che dovrebbero fare, in ogni caso, i cristiani — i singoli e le
Chiese — alla luce di eventi come quelli di Monte Sole. Procederemo solo
per accenni: perché ormai se ne parla da alcuni anni, anche se certamente
c’è ancora molto da fare nel chiarimento dottrinale (storico, teologico
ed esegetico) e ancora più nelle iniziative o negli orientamenti. pratici
(dove regna ancora molta improvvisazione, sia pure ben intenzionata, ma non
per questo meno confusa).
La prima cosa da fare, in modo molto risoluto,
sistematico, profondo e vasto, e l’impegno per una lucida coscienza
storica e perciò ricordare: rendere testimonianza in modo corretto degli
eventi.
A tutti i
livelli. Dalla pura ma rigorosa ricostruzione dei fatti,
Non si deve
pensare che ciò contrasti col tassativo dovere cristiano di perdonare e di
avvolgere tutto, qualsiasi cosa, anche La più tremenda, in un’atmosfera
viva e conseguente di vera pace cnstiana.
Elie Wiesel anche in questo può insegnarci. Egli per esempio non ha
concordato col processo israeliano ad Eichmann, pur essendo ben convinto che
Eichmann era colpevole, anzi l’incarnazione del male. Ha visto Eichmann
due volte: una alla stazione di Sighet mentre partiva il suo treno con gli
altri ebrei deportati, e l’altra a Gerusalemme durante il processo. Eppure
Wiesel dice di avere abbassato lo sguardo davanti ad Eichmann, perché ha
sentito «paura di se stesso» e delle proprie potenze di male, della
possibilità di divenire anche lui un carnefice, e ha sentito La
colpevolezza di tutti fuorché dei morti: tutti quanti eravamo vivi allora e
non siamo morti, per il fatto solo di essere vivi, abbiamo una certa misura
di colpa. I morti solo sono innocenti.
Si sarà osservato che in queste pagine io mi sono dato cura il più
possibile di non fare mai un nome delle persone colpevoli, morte o viventi
che siano: appunto per La convinzione che a Monte Sole innocenti in assoluto
siano stati solo gli uccisi e specialmente i bimbi.
Ma questo radicatissimo convincimento e lo stesso che mi fa dire che non le
persone singole ma il sistema — ciò che impersonalmente ho sempre
chiamato il III Reich — e le SS come il corpo scelto dei suoi
sacrificatori specializzati, quelli sì bisogna ricordarli. Bisogna
studiarli, enuclearli, scoprirne sempre meglio le origini, Le occasioni, le
implicazioni, i fatti, le procedure; per rendere sempre più evidenti e
inconfutabili le responsabilità del sistema e per poterci sempre più
convincere come e perché, e con quali complicità, anche nostre, esplicite
o implicite, prossime e remote, coscienti e incoscienti, abbiano potuto
verificarsi queste catastrofi umane.
Tutto questo non può turbare la pace, personale o comunitaria, ma è
l’unica via autentica per fondarla ed edificarla stabilmente.
Silenzio
- ATTENZIONE ALLE NUOVE IDOLATRIE
Guardare
il presente per fare emergere tutti gli aspetti di violenza in cui siamo
immersi.
Rm. 8;31,36
Inno all'amore di Dio
Che diremo dunque in proposito? Se Dio
è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio
Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme
con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica.
Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è
risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà
dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta
scritto:
"Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati
come pecore da macello".
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù
di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né
angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né
profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di
Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.
Da ”Le Querce di
Monte Sole” introduzione di don Dossetti.
In quarto luogo, occorre compiere
una revisione rigorosa di tutto il proprio patrimonio culturale e
specialmente religioso, purificandolo radicalmente da ogni infiltrazione
emotiva e da ogni elemento spurio, che non attenga al nucleo essenziale
della fede e che possa favorire anche solo in. maniera indiretta ritorni
materialistici o idealistici capaci di alimentare miti classisti,
nazionalisti, razzisti, ecc.
Questa revisione
e già in corso nel seno delle Chiese cristiane, e specialmente nella Chiesa
Cattolica dal Concilio Vaticano II in poi: ma e ancora inadeguatamente
svolta e soprattutto insufficientemente divulgata. E anzi in questi ultimi
tempi, nonostante il Concilio, si può avere l’impressione che non poche
Chiese locali, del vecchio e del nuovo mondo, rischino di ridursi a un
piatto spirito nazionalistico, che non ha niente a che vedere con una
autentica pluriformità propriamente ecclesiale e spirituale.
Da “La purificazione della memoria”
Se questi aspetti riguardano il passato, non meno
urgente era l’analisi che la TMA proponeva come esame di
coscienza che la Chiesa deve fare sulla condizione del presente, condizione
che impone ai cristiani di “porsi umilmente davanti al Signore per
interrogarsi sulle responsabilità che anch’essi hanno nei confronti dei
mali del nostro tempo”.
E’ questo interrogarsi uno dei
momenti più decisivi del senso profondo del Giubileo. E tra i mali del
presente si chiedeva Giovanni Paolo II:
“come non provare dolore per il mancato discernimento, diventato
talvolta perfino acquiescenza, di non pochi cristiani di fronte alla
violazione di fondamentali diritti umani da parte di regimi
totalitari?
E non è forse da lamentare tra le ombre del presente, la corresponsabilità
di tanti cristiani in gravi forme di ingiustizia e di emarginazione
sociale?”.
Sono parole queste che devono essere ascoltate con vigilante attenzione in
grado di tradursi in capacità operante di comprensione della storia. Esse
richiamano alla mente la condizione dello scandaloso squilibrio planetario e
gli immensi scenari di morte della terra. Innanzitutto la storia
dell’orrore bellico di questo secolo. Guerre senza precedenti per
estensione geografica, letalità e coinvolgimento di non militari tra le
vittime….
Sono le logiche delle guerre, anche quelle a
“bassa intensità” e quelle non dichiarate, che producono e impongono
quei bassifondi della storia in cui miliardi di esseri umani vivono nella
disperazione, vittime dell’economia di morte del capitalismo liberista e
della politica della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale che
distruggono ogni futuro ratificando come assolute le leggi del mercato e
come necessaria la condizione della schiavitù e la
delocalizzazione in paesi impoveriti di quelle attività industriali
altamente tossiche e pericolose come ha dimostrato, per esempio, l’immane
ecatombe di Bhopal. […]
Ma il prodotto più grave è il principio della irresponsabilità che guida decine di migliaia di scienziati a porre
la propria intelligenza al servizio della realizzazione di sofisticate armi
capaci di uccidere.[…]
Quel principio vorrebbe
giustificare anche coloro che di quelle armi fanno lucroso e impunito
commercio, come molti istituti bancari italiani che però non
risparmiano beneficenze e donazioni purché ben pubblicizzate, o che quel
commercio sostengono e promuovono come alcuni irresponsabili e cinici
politici.
articolo di Mosaico di Pace di giugno 2002
Si sono fatte imponenti marce della pace,
senza capire che la vera questione non sta nella pace, ma nei mezzi per
conseguirla, che non possono essere che mezzi pacifici e nonviolenti….
A Barbiana c’è una fonte limpida a cui attingere. E' la fonte della vita
e della morte di Lorenzo Milani, della sua ricerca appassionata di coerenza
evangelica, della sua scelta senza incertezze per il Vangelo della pace.
Dobbiamo ascoltare ancora il silenzio di Barbiana, quella povertà, quella
radicalità evangelica, che sono uno straordinario dono di Dio per la sua
Chiesa e il nostro Paese.
Barbiana indica
la strada della povertà alla nostra Chiesa e della riforma morale al nostro
Paese. indica che è nella piccolezza che si possono fare cose grandi, che
è nella debolezza che si diventa forti, che è nella pace evangelica che si
distrugge alla radice la guerra, ogni guerra.
Milani ancora oggi ci consegna
la sua “Lettera ai giudici”, per comprendere il tempo della guerra che
stiamo vivendo. C’è un passaggio che è utile ricordare. Scrive Milani:
“E infine affrontiamo il problema più cocente delle ultime guerre e
di quelle future. Nella prima guerra mondiale i morti furono 5% civili e
95% militari. . .. Nella seconda 48% civili e 52% militari
Sappiamo tutti che i generali studiano la strategia di oggi
con l’unità di misura del megadeath (un milione di morti) dove con le
armi attuali mirano direttamente ai civili e che si salveranno forse
solo i militari. Che io sappia nessun teologo ammette che un
soldato possa mirare direttamente (si può ormai dire esclusivamente)
ai civili. Dunque in casi del genere il cristiano deve obiettare
anche a costo della vita, io aggiungerei che a una guerra
simile il cristiano non potrà partecipare nemmeno come cuciniere “.
Canto: Symbolum 77
Tu sei la mia vita altro io non ho,
Tu sei la mia strada la mia verità.
Nella tua parola io camminerò,
finché avrò respiro fino a quando tu vorrai.
Non avrò paura sai, se tu sei con me:
io ti prego resta con me.
Credo in te Signore nato da Maria
Figlio eterno e santo, uomo come noi.
Morto per amore vivo in mezzo a noi:
una cosa sola con il Padre e con i tuoi,
fino a quando - io lo so - tu ritornerai
per aprirci il regno di Dio.
- LA SPERANZA
Dalla presa di coscienza alla denuncia,
all'opera rigeneratrice ispirata dalla Grazia di Dio e realizzata con azione
nonviolenta.
segno:
ognuno porta alla foto della pisside un lumino acceso
(durante il segno si canta il canone "Ubi
Caritas")
Da “La purificazione della memoria”
Noi certo non siamo
Cristo e non siamo chiamati a redimere il mondo con le nostre azioni e la
nostra sofferenza; non dobbiamo proporci l’impossibile né angosciarci per
non esserne all’altezza; non siamo il Signore, ma strumenti nelle mani del
Signore della storia, e possiamo condividere realmente le sofferenze degli
altri uomini solo in misura molto limitata. Noi non siamo Cristo, ma se
vogliamo essere cristiani, dobbiamo condividere la sua grandezza di cuore
nell’azione responsabile, che accetta liberamente l’ora e si espone al
pericolo, e nell’autentica compassione che nasce non dalla paura, ma
dall’amore liberatore e redentore di Cristo per tutti cobra che soffrono. (Dietrich
Bonhoeffer)
Dal Vangelo di S. Giovanni
20;1,10
La tomba vuota
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala
si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la
pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon
Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro:
“Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno
posto!”. Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si
recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo
corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide
le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo
seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che
gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un
luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per
primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la
Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto
se ne tornarono di nuovo a casa.
Preghiere libere
Padre nostro
LITANIE DEI SANTI DI OGGI Dio,
Padre di tutti, abbi pietà di noi che fratelli non siamo. |
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Bartolomè de Las Casas e Leonidas Proano, vescovi degli indios | pregate per noi |
Oscar Arnulfo Romero, vescovo e martire dell’America latina, | prega per noi |
Sergio Mendes Arceo, vescovo della solidarietà, | prega per noi |
Chico Mendes, sindacalista, martire deIl’Amazzonia | prega per noi |
Marianela Garcia, martire della giustizia e della pace, | prega per noi |
Lele Ramin, missionario, martire per i senza terra, | prega per noi |
Ignacio Ellacuria, gesuita, e piccola Celina, martiri del Centroamerica | pregate per noi |
Steve Biko, giornalista e martire sudafricano, | prega per noi |
Mohandas
Gandhi, Martin Luther King, Beato Giovanni XXIII, |
pregate per noi |
Leone
Tolstoj, Maria Montessori, don Lorenzo Milani, Aldo Capitini, |
pregate per noi |
Dietrich Bonhoeffer, Tani Latmiral, Dorothy Day e Bertha Von Sutter, testimoni della nonviolenza |
pregate per noi |
S. Massimiliano e Franz Jaegerstatter, primi martiri obiettori di coscienza | pregate per noi |
Giorgio La Pira, Bentrand Russel, Olaf Palme, politici nonviolenti | pregate per noi |
Don Zeno Santin, don Primo Mazzolari, David Maria Turoldo, Carlo Carretto, Ernesto BaIducci, Sirio Politi, don Tonino Bello, testimoni della radicalità evangelica, |
pregate per noi |
Aldo Moro, Vittorio Bachelet, Ezio Tarantella martiri del terrorismo | pregate per noi |
Piersanti Mattarella, Pio La Torre e Bonsignore, martiri del servizio politico | pregate per noi |
Mauro Di Mauro, Walter Tobagi, Giancanlo Siani, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Marcello Palmisano e tutti i giornalisti martiri della verità |
pregate per noi |
Ciaccio Montalto, Chinnici, Saetta, Livatino, Giovanni e Francesca Falcone, Borsellino, Terranova, martiri per la giustizia, |
pregate per noi |
Dalla Chiesa, Montana, Cassarà, Antiochia, Emanuela Loi e tutti i carabinieri e agenti uccisi dalle mafie, |
pregate per noi |
Libero Grassi, industniale, e Giordano, negoziante, martiri antiracket, | pregate per noi |
Don Pino Puglisi e don Peppe Diana, sacerdoti uccisi dalla mafia, | pregate per noi |
Donne maltrattate, violentate, uccise nelle case e in tutte le guerre, | pregate per noi |
Donne bosniache, somale, rwandesi, cecene, nostre sorelle, | pregate per noi |
Bambini delle guerre dimenticate, | pregate per noi |
Bambini dei vicoli di Napoli e Palermo, | pregate per noi |
Ninos de las calles, meninos de rua, bambini iracheni e jugoslavi | pregate per noi |
Bambini
uccisi per le strade e dalle mafie, |
Amen. |
Preghiera
“Le querce di Monte Sole” (mons.
Gherardi)
Si
piegano le querce come salici Hanno
memoria le querce, Memoria
di sanguigne uve Hanno
memoria le querce, Memoria
di recinti profanati |
Hanno
memoria le querce, Memoria
dell'inverno desolato Ardono
le querce Cristo,
Figlio del Dio vivo, |
segno:
ognuno va a riprendersi il lumino acceso da portare a casa come segno di
speranza.
Canto: Symbolum 77
Tu sei la mia forza altro io non ho,
Tu sei la mia pace la mia libertà.
Niente nella vita ci separerà:
so che la tua mano forte non mi lascerà.
So che da ogni male tu mi libererai:
e nel tuo perdono vivrò.
Padre della vita noi crediamo in te
Figlio Salvatore noi speriamo in te:
Spirito d’amore vieni in mezzo a noi:
Tu da mille strade ci raduni in unità.
E per mille strade poi dove tu vorrai,
noi saremo il seme di Dio.
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