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1 OTTOBRE 2006: 
6ª VEGLIA DI PREGHIERA IN MEMORIA DEL 62° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DI MONTE SOLE

PARROCCHIA DI GESÙ BUON PASTORE - PAX CHRISTI PUNTO PACE BOLOGNA
VEGLIA IN RICORDO DEI MARTIRI DI MONTE SOLE - 1 OTTOBRE 200
6

“La memoria come risorsa per la pace - «Le Donne  di Monte Sole»”

CANTO INIZIALE:
CANTICO DEI REDENTI
RIT: RE- DO RE-
Il Signore è la mia salvezza
SIb DO RE-
e con Lui non temo più,
SIb DO RE-
perché ho nel cuore la certezza
SIb DO RE-
la salvezza é qui con me.

RE- DO RE-
Ti lodo Signore, perché
SIb DO RE- DO
un giorno eri lontano da me;
RE-
ora invece sei tornato
SIb DO RE-
e mi hai preso con te.

RIT: Il Signore è la mia salvezza...

Berrete con gioia alle fonti,

alle fonti della salvezza;
e quel giorno voi direte:
"Lodate il Signore, invocate il Suo nome!.

RIT: Il Signore è la mia salvezza...

Fate conoscere ai popoli

tutto quello che Lui ha compiuto,
e ricordino per sempre,
ricordino sempre che il Suo nome è grande.

RIT: Il Signore è la mia salvezza...

Cantate a chi ha fatto grandezze
e sia fatto conoscere al mondo;
grida forte la tua gioia, abitante di Sion, perché grande è con te il Signore.

 

 

MARIA

Dal Vangelo secondo Luca (1;39,55)

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44 Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
«L'anima mia magnifica il Signore
 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
 perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
 D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
 e Santo è il suo nome:
 di generazione in generazione la sua misericordia
 si stende su quelli che lo temono.
 Ha spiegato la potenza del suo braccio,
 ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
 ha rovesciato i potenti dai troni,
 ha innalzato gli umili;
 ha ricolmato di beni gli affamati,
 ha rimandato a mani vuote i ricchi.
 Ha soccorso Israele, suo servo,
 ricordandosi della sua misericordia,
 come aveva promesso ai nostri padri,
 ad Abramo e alla sua discendenza,
 per sempre».

Uno spoglio del catalogo scolastico della montagna – da Cerpiano, a San Mamante, a San Giovanni di Sotto, a Gardelletta, a La Quercia, a Salvaro – mette in luce alcune di queste donne, religiose e laiche, che hanno preso sulle spalle il mondo circostante. Fra esse Teresa Bortolucci, Anita Serra, Antonietta Benni, Giulia Casagrande, Maria Fiori, Alberta Taccini.
(da “Le querce di Monte Sole” di mons. Luciano Gherardi)

ANTONIETTA BENNI

Cerpiano
A Cerpiano quel tragico venerdì 29 settembre don Marchioni era atteso per celebrare la Santa Messa nell’oratorio dedicato all’Angelo Custode. Ma la paura più folle aveva invaso tutti poiché i tedeschi stavano per arrivare. […] Arrivano i tedeschi. Fanno salire queste 49 persone dalla cantina alla cappella attigua al «Palazzo»: sono 20 bambini, due vecchi quasi invalidi e 27 donne fra le quali tre maestre. Chiudono accuratamente le porte e poi… comincia il getto fatale delle bombe a mano. Sono le nove del mattino e 30 vittime sono immolate.
(da “Le querce di Monte Sole” di mons. Luciano Gherardi)

MOMENTO DI SILENZIO

CANTO: IN MANO TUAS PATER
In mano tuas Pater commendo spiritum meum
In mano tuas Pater commendo spiritum meum

Nell’ascoltare i vari discorsi celebrativi del 29 settembre u.s., ho notato che è rimasta esclusa quella località che è stata teatro di uno degli eccidi più crudeli, ma che non dipende dal comune di Marzabotto, bensì da quello di Monzuno. Intendo parlare di Cerpiano dove aveva sede un asilo, una scuola comunale, l’abitazione di due maestre e di alcuni coloni e dove era un oratorio pubblico. Cerpiano era il vero centro della vita di Canaglia. Là è avvenuto uno degli episodi più tragici dei massacri di Marzabotto… In una gran fossa, accanto al distrutto oratorio, sono state inumate le 46 salme delle povere vittime. Sento il dovere di segnalare l’unica persona adulta superstite dell’asilo, Antonietta Benni, che da 16 anni ha fatto gratuitamente da madre ai bambini della zona. Scampata miracolosamente dal feroce eccidio, è giunta a Bologna dopo quasi due mesi, passando di spavento in spavento, di rifugio in rifugio. Essa ha due grandi meriti:

  1. Nel periodo della persecuzione dei fascisti repubblicani ha saputo rintracciare uno per uno i superstiti di quella zona nascostisi a Bologna, perché ritenuti pericolosi e sospetti ribelli o favoreggiatori dei ribelli, li ha assistiti moralmente e materialmente come ha potuto, sempre segnalandoli a chi poteva fare qualche cosa per loro.
  2. Ha voluto ritornare, poco dopo la liberazione, in mezzo a quei derelitti, dividendo con loro ogni sacrificio e riaprendo nella borgata di Gardelletta il suo asilo che accoglie gratuitamente i bambini superstiti in gran parte orfani… Questa benemerita maestra non ha stipendio e al suo mantenimento ha provveduto la carità fraterna.

(lettera di Mary Romagnoli Toffoletto, in data 4 ottobre 1946, al ministro dell’assistenza post-bellica, on. Sereni  tratta da “Le querce di Monte Sole" di mons. Gherardi).

Salmo 130(129)
1 Canto delle ascensioni.

 Dal profondo a te grido, o Signore;

 2 Signore, ascolta la mia voce.
 Siano i tuoi orecchi attenti
 alla voce della mia preghiera.

 3 Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?

 4 Ma presso di te è il perdono:
 e avremo il tuo timore.

5 Io spero nel Signore,
 l'anima mia spera nella sua parola.

 6 L'anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l'aurora.

 7 Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.

 8 Egli redimerà Israele
 da tutte le sue colpe

 

Il più grande frutto della Fede: il perdono delle vittime.
"Proprio in questi giorni sono stata turbata e assediata dai giornalisti in seguito alla supplica inviata ai Sindaco di Marzabotto dal maggiore Reder, uno dei responsabili dell'eccidio e condannato all'ergastolo dal Tribunale militare di Bologna. Implora dai superstiti e dai parenti delle vittime il perdono. La rievocazione di questi fatti tanto dolorosi mi ha turbato assai. Tuttavia come cristiana e come appartenente a un ordine religioso, ho detto che io perdono.
Ho fatto bene?, non lo so, Il mio parroco ha detto che ho fatto bene, ma certo che ho provocato nei parenti delle vittime che non si sentono di perdonare al massacratore, un po' di scalpore. Però quelli di Gardelletta, a me personalmente, non hanno detto niente. Si sono meravigliati che dopo tutto quello che ho sofferto abbia avuto il coraggio di perdonare..."
Nello stesso contesto, in data 21 luglio, scrive alla nipote Maria:
"Sto bene, grazie a Dio, Il caldo torrido non mi dà fastidio. Mi hanno disturbato invece le numerose interviste. Ormai non ne potevo più; tanto che il 15 sono andata via dalla zona e anche a Marzabotto non sono andata... Il mio voto l'ho mandato per iscritto. Perdono cristiano sì, grazia no. Perdono cristiano si, perché ogni cristiano ha da Cristo l'esplicito ordine di perdonare, e se qualcuno non perdona diventa in fondo come Reder: cioè odia e l'odio porta a fare quello che ha fatto lui... La parola perdono non è piaciuta a molti e ha provocato molti commenti. Ad ogni modo io sono tranquilla e questo mi basta".
(lettera di Antonietta Benni tratta da “Le querce di Monte Sole" di mons. Gherardi).

CANTO: MISERICORDIAS DOMINI
Misericordias Domini in aeternum cantabo

SUOR MARIA FIORI

                                                       J.M.J. S. Martino di Caprara 15‑8‑44

     Ho ricevuto la sua tanto, ma tanto gradita lettera del 2 corr. […] Quanto mi addolora nel sentire che la nostra casa Generalizia è tutta in rovine! Almeno potessimo salvare quella di Bologna! Io offro al Signore tutti i miei sacrifici per ottenere questa grazia. Sr. Elvira mi ha scritto questi giorni e m'invita a fare ritorno, dato che anche le Suore di Monzuno hanno chiesto di andare a Bologna, perché lassù non vivono tranquille. lo ho risposto che aspetterei ormai a settembre dato che qui mi sono anche impegnata a preparare i bimbi alla prima Comunione, sperando che in questi giorni il Signore voglia provvedere. Il Sig. Arciprete di qui mi ha fatto capire che desidererebbe rimanessi, perché lui è quasi sempre impegnato avendo anche un'altra Parrocchia da curare e i bimbi li ha quasi completamente affidati a me. Il 3 settembre faranno la prima Comunione. Tra questi c'è anche una mia nipotina. Ci sarà anche la festa della Madonna, quindi sto insegnando una messa alle giovani che dovranno eseguire quel giorno. Dopo direi di fare ritorno a Bologna e rimettermi al lavoro con le mie consorelle. […]
     Ora termino augurandole ogni bene. Gesù sia sempre con noi e ci salvi.
     Sempre sua aff.ma nel Signore.
                                                                                                                                       Sr. Maria Fiori
(lettera di sr. Maria Fiori a madre Teresa Bertani tratta da “Le querce di Monte Sole" di mons. Gherardi).

Quella brutta mattina di fine settembre qui da noi c’erano molte persone; poi ne vedemmo giungere delle altre. Qualcuno riferì di aver sentito dire che i nazisti uccidevano tutti. Eravamo smarriti, non sapevamo da quale parte andare. Qualcuno ci invitò nel rifugio a pregare, perché fra la gente c’era anche suor Maria Fiori. Mente una parte raggiunse il rifugio, poco lontano da qui io vidi i nazisti sbucare, proprio come ha fatto lei Margherita, quando è giunta qui. Allora gridai: «scappiamo in fretta, ci sono i tedeschi». Io mi avviai nel bosco e una figlia (Paolina) mi seguì; invece l’altra (Genoveffa) con Pietro mio marito andò con gli altri. I nazisti li uccisero tutti vicino al rifugio… Io e mia figlia eravamo nascoste a pochi metri. Vedemmo i nazisti quando puntarono le mitraglie e spararono; vidi mio marito e mia figlia cadere sotto il piombo dei barbari e morire come tutti gli altri. Restammo nascosti tre giorni; poi, insieme a mio figlio Bruno e a qualcun altro, demmo sepoltura alle povere vittime…
(dalla testimonianza di Malvina raccolta da Margherita Janelli  tratta da “Le querce di Monte Sole" di mons. Gherardi).

MOMENTO DI SILENZIO

Dal libro del profeta Geremia (31;15)
Così dice il Signore: «Una voce si ode da Rama, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta d'essere consolata perché non sono più».

Quando apprese della sua tragica morte, don Elio (parroco di San Paolo di Ravone), che era uomo di poche parole, disse: «Un’altra suor Maria Fiori per la mia parrocchia la Madre generale non ce l’ha più!». E nella Messa in anniversario del 1° ottobre 1945, ricordandone con visibile commozione lo spirito di apostolato, dichiarò testualmente: «Per me è una martire della prima Comunione».
(da “Le querce di Monte Sole" di mons. Gherardi).

CANTO: TU SEI SORGENTE VIVA
Tu sei sorgente viva tu sei fuoco sei carità
Vieni Spirito Santo, Vieni Spirito Santo

SUOR ALBERTA TACCINI

Il 29 settembre ‘44, verso le 10, mi vennero a chiamare perché medicassi un civile ferito alle mani, che non avevano ucciso perché in possesso di un tesserino da cui risultava che lavorava sulla Porrettana. Uscita di parrocchia ho incontrato un SS che teneva sotto il tiro di una mitragliatrice 11 civili, brava gente che conoscevo. Ho cercato di spiegargli che erano persone inermi, insistendo in tutte le maniere possibili; ma quello, prese un sasso da terra e mostrandolo mi disse: “Questo, mio cuore!”. Dopo di che con una raffica uccise tutte quelle persone... Fui presa da una terribile rabbia e nello stesso tempo mi resi conto della mia impotenza; ero come fuori di me e convinta che di lì a poco anch’io sarei finita così.
(da “Le querce di Monte Sole" di mons. Gherardi).

MOMENTO DI SILENZIO

ETTY HILLESUM

Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte, per la prima volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me passavano immagini su immagini di dolore umano. Ti prometto una cosa, Dio, soltanto una piccola cosa: cercherò di non appesantire l’oggi con i pesi delle mie preoccupazioni per il domani – ma anche questo richiede una certa esperienza. Ogni giorno ha già la sua parte. Cercherò di aiutarti affinché tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso promettere nulla. Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì, mio dio, sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali ma anche esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi. Esistono persone che all’ultimo momento si preoccupano di metter in salvo aspirapolveri, forchette e cucchiai d’argento – invece di salvare te, mio dio. E altre persone, che sono ormai ridotte a semplici ricettacoli di innumerevoli paure e amarezze, vogliono a tutti i costi salvare il proprio corpo. Dicono: me non mi prenderanno. Dimenticano che non si può essere nelle grinfie di nessuno se si è nelle tue braccia. Comincio a sentirmi un po’ più tranquilla, mio Dio, dopo questa conversazione con te. Discorrerò con te molto spesso, d’ora innanzi, e in questo modo ti impedirò di abbandonarmi. Con me vivrai anche tempi magri, mio Dio, tempi scarsamente alimentati dalla mia povera fiducia; ma credimi, io continuerò a lavorare per te e a esserti fedele e non ti caccerò via dal mio territorio.
(dal “Diario” di Etty Hillesum)

CANTO: NADA TE TURBE
Nada te turbe nada te espante; quien a Dios tiene nada le falta
Nada te turbe nada te espante; solo Dios basta

Maria, donna che conosce la danza.
Santa Maria, donna che ben conosci la danza, ma anche donna che ben conosci il patire, intenta, già sotto la croce, a come trasporre nei ritmi della festa i rantoli di tuo figlio, aiutaci a comprendere che il dolore non è l’ultima spiaggia dell’uomo. È solo il vestibolo obbligato da cui si passa per deporre i bagagli: non si danza col guardaroba in mano!
Noi non osiamo chiederti né il dono dell’anestesia, né l’esenzione dalle tasse dell’amarezza. Ti preghiamo solo che, nel momento della prova, ci preservi dal pianto dei disperati.
Santa Maria, donna che ben conosci la danza, se ti imploriamo di starci vicino nell’ora della nostra morte corporale, è perché sappiamo che tu, la morte, l’hai sperimentata davvero.
Non tanto quella tua: quella l’hai «vissuta» per poco, poiché essa ha fermato le tue membra per pochi attimi appena, prima dell’ultimo leggerissimo slancio verso il cielo. Ma la morte assurda, violenta, di tuo figlio.
Ti supplichiamo: rinnova per noi, nell’attimo supremo, la tenerezza che usasti per Gesù, quando «da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece gran buio su tutta la terra». In quelle ore tenebrose, disturbate solo dai rantoli del condannato, forse danzasti attorno alla croce i tuoi lamenti di madre, implorando il ritorno del sole.
Ebbene, donna dell’eclissi totale, ripeti la danza attorno alle croci dei tuoi figli. Se ci sei tu, la luce non tarderà a spuntare. E anche il patibolo più tragico fiorirà come un albero in primavera.
Santa Maria, donna che ben conosci la danza, facci capire che la festa è l’ultima vocazione dell’uomo.
Accresci, pertanto, le nostre riserve di coraggio.
Raddoppia le nostre provviste di amore.
Alimentaci le lampade della speranza.
E fa’ che, nelle frequenti carestia di felicità che contrassegnano i nostri giorni, non smettiamo di attendere con fede colui che verrà finalmente a «mutare il lamento in danza e la veste di sacco in abito di gioia».
(Da “Maria, donna dei nostri giorni” di Don Tonino Bello)

CANTO: ALLELUIA

Dal Vangelo secondo Luca (24;1,6)
Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti.  Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato.

MOMENTO DI SILENZIO

PADRE NOSTRO

Le querce di Monte Sole

Si piegano le querce
come salici
sul cuore delle rocce
a Monte Sole.

Hanno memoria le querce,
hanno memoria!

Memoria di sanguigne uve
pigiate in torchi amari
memoria di stermini e di paure
memoria della scure
nel ventre delle madri.

Hanno memoria le querce,
hanno memoria!

Memoria di recinti profanati
memoria dell'agnello e del pastore crocifissi
tra reliquie di santi sull'altare.

oria le querce,
hanno memoria!

Memoria dell'inverno desolato
memoria della bianca
ostia di neve
e del kyrie degli angeli
sul corpo del profeta decollato.
Ardono le querce
come il cero pasquale
sul candelabro della notte
a Monte Sole.

Cristo, Figlio del Dio vivo, pietà di noi.
Vergine del giglio e dell'ulivo, intercedi per noi.
Beati martiri di Monte Sole, pregate per noi.

 

 

CANTO FINALE:
SAN FRANCESCO

DO DO5+ LA- DO5+
O Signore, fa' di me uno strumento,
DO DO5+ FA LA7
fa' di me uno strumento della Tua pace,
RE- RE-7 SOL
dov'è odio, che io porti l'amore,
LAb SOL DO FA SOL
dov'è offesa, che io porti il perdono,
DO DO5+ LA- DO5+
dov'è dubbio che io porti la fede,
DO DO5+ FA LA7
dov'è discordia che io porti l'unione,
RE- SOL MI- LA
dov'è errore che io porti verità,
RE- SOL DO DO7

a chi dispera , che io porti la speranza,
FA SOL MI- LA
dov'è errore che io porti verità,
RE- SOL DO DO7
a chi dispera , che io porti la speranza.

RIT:
FA LA RE- RE
O maestro dammi Tu un cuore grande,
SOL- SOL-7 DO
che sia goccia di rugiada per il mondo,
SIb DO
che sia voce di speranza ,

LA- RE-
che sia un buon mattino,
SIb7+ DO FA FA7
per il giorno di ogni uomo.
SIb7+ DO LA-
E con gli ultimi del mondo
RE- SIb7+ DO FA
sia il mio passo, lieto nella povertà,
SOL- DO
nella povertà, (2 v.)

SOL- SIb-6 FA
(2°v.)...nella povertà.

O Signore, fa' di me il Tuo canto,
fa' di me il Tuo canto di pace,
a chi è triste, che io porti la gioia,
a chi è nel buio, che io porti la luce.
È donando che si ama la vita,
è servendo che si vive con gioia,
perdonando che si trova il perdono,
è morendo che si vive in eterno,
perdonando che si trova il perdono,
è morendo che si vive in eterno.

RIT: O maestro dammi Tu...

 

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