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1 OTTOBRE 2006:
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CANTO
INIZIALE: |
alle fonti della
salvezza;
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MARIA |
Dal Vangelo secondo Luca (1;39,55)
In quei giorni Maria
si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di
Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41 Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel
grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che
debbo che la madre del mio Signore venga a me? 44 Ecco, appena la voce del
tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel
mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole
del Signore».
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per
sempre».
Uno spoglio del
catalogo scolastico della montagna – da Cerpiano, a San Mamante, a San
Giovanni di Sotto, a Gardelletta, a La Quercia, a Salvaro – mette in luce
alcune di queste donne, religiose e laiche, che hanno preso sulle spalle
il mondo circostante. Fra esse Teresa Bortolucci, Anita Serra, Antonietta
Benni, Giulia Casagrande, Maria Fiori, Alberta Taccini.
(da “Le querce di Monte Sole” di
mons. Luciano Gherardi)
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ANTONIETTA BENNI |
Cerpiano
A Cerpiano quel tragico venerdì 29 settembre don Marchioni era atteso per
celebrare la Santa Messa nell’oratorio dedicato all’Angelo Custode. Ma la
paura più folle aveva invaso tutti poiché i tedeschi stavano per arrivare.
[…] Arrivano i tedeschi. Fanno salire queste 49 persone dalla cantina alla
cappella attigua al «Palazzo»: sono 20 bambini, due vecchi quasi invalidi
e 27 donne fra le quali tre maestre. Chiudono accuratamente le porte e
poi… comincia il getto fatale delle bombe a mano. Sono le nove del mattino
e 30 vittime sono immolate.
(da “Le querce di Monte Sole” di
mons. Luciano Gherardi)
MOMENTO DI SILENZIO
CANTO: IN MANO TUAS
PATER
In mano tuas Pater commendo
spiritum meum
In mano tuas Pater commendo spiritum meum
Nell’ascoltare i vari discorsi celebrativi del 29 settembre u.s., ho notato che è rimasta esclusa quella località che è stata teatro di uno degli eccidi più crudeli, ma che non dipende dal comune di Marzabotto, bensì da quello di Monzuno. Intendo parlare di Cerpiano dove aveva sede un asilo, una scuola comunale, l’abitazione di due maestre e di alcuni coloni e dove era un oratorio pubblico. Cerpiano era il vero centro della vita di Canaglia. Là è avvenuto uno degli episodi più tragici dei massacri di Marzabotto… In una gran fossa, accanto al distrutto oratorio, sono state inumate le 46 salme delle povere vittime. Sento il dovere di segnalare l’unica persona adulta superstite dell’asilo, Antonietta Benni, che da 16 anni ha fatto gratuitamente da madre ai bambini della zona. Scampata miracolosamente dal feroce eccidio, è giunta a Bologna dopo quasi due mesi, passando di spavento in spavento, di rifugio in rifugio. Essa ha due grandi meriti:
(lettera di Mary Romagnoli Toffoletto, in data 4 ottobre 1946, al ministro dell’assistenza post-bellica, on. Sereni tratta da “Le querce di Monte Sole" di mons. Gherardi).
Salmo
130(129) Dal profondo a te grido, o Signore; 2
Signore, ascolta la mia voce. 3 Se
consideri le colpe, Signore, 4 Ma
presso di te è il perdono: |
5
Io spero nel Signore, 6
L'anima mia attende il Signore 7
Israele attenda il Signore, 8
Egli redimerà Israele |
Il più grande
frutto della Fede: il perdono delle vittime.
"Proprio in questi giorni sono
stata turbata e assediata dai giornalisti in seguito alla supplica inviata
ai Sindaco di Marzabotto dal maggiore Reder, uno dei responsabili
dell'eccidio e condannato all'ergastolo dal Tribunale militare di Bologna.
Implora dai superstiti e dai parenti delle vittime il perdono. La
rievocazione di questi fatti tanto dolorosi mi ha turbato assai. Tuttavia
come cristiana e come appartenente a un ordine religioso, ho detto che io
perdono.
Ho fatto bene?, non lo so, Il mio parroco ha detto che ho fatto bene, ma
certo che ho provocato nei parenti delle vittime che non si sentono di
perdonare al massacratore, un po' di scalpore. Però quelli di Gardelletta,
a me personalmente, non hanno detto niente. Si sono meravigliati che dopo
tutto quello che ho sofferto abbia avuto il coraggio di perdonare..."
Nello stesso contesto, in data 21 luglio, scrive alla nipote Maria:
"Sto bene, grazie a Dio, Il caldo torrido non mi dà fastidio. Mi hanno
disturbato invece le numerose interviste. Ormai non ne potevo più; tanto
che il 15 sono andata via dalla zona e anche a Marzabotto non sono
andata... Il mio voto l'ho mandato per iscritto. Perdono cristiano sì,
grazia no. Perdono cristiano si, perché ogni cristiano ha da Cristo
l'esplicito ordine di perdonare, e se qualcuno non perdona diventa in
fondo come Reder: cioè odia e l'odio porta a fare quello che ha fatto
lui... La parola perdono non è piaciuta a molti e ha provocato molti
commenti. Ad ogni modo io sono tranquilla e questo mi basta".
(lettera di Antonietta Benni
tratta da “Le querce di Monte Sole" di mons. Gherardi).
CANTO:
MISERICORDIAS DOMINI
Misericordias Domini in aeternum
cantabo
SUOR MARIA FIORI |
J.M.J. S. Martino di Caprara 15‑8‑44
Ho ricevuto la sua tanto, ma tanto gradita
lettera del 2 corr. […] Quanto mi addolora nel sentire che la nostra casa
Generalizia è tutta in rovine! Almeno potessimo salvare quella di Bologna!
Io offro al Signore tutti i miei sacrifici per ottenere questa grazia. Sr.
Elvira mi ha scritto questi giorni e m'invita a fare ritorno, dato che
anche le Suore di Monzuno hanno chiesto di andare a Bologna, perché lassù
non vivono tranquille. lo ho risposto che aspetterei ormai a settembre
dato che qui mi sono anche impegnata a preparare i bimbi alla prima
Comunione, sperando che in questi giorni il Signore voglia provvedere. Il
Sig. Arciprete di qui mi ha fatto capire che desidererebbe rimanessi,
perché lui è quasi sempre impegnato avendo anche un'altra Parrocchia da
curare e i bimbi li ha quasi completamente affidati a me. Il 3 settembre
faranno la prima Comunione. Tra questi c'è anche una mia nipotina. Ci sarà
anche la festa della Madonna, quindi sto insegnando una messa alle giovani
che dovranno eseguire quel giorno. Dopo direi di fare ritorno a Bologna e
rimettermi al lavoro con le mie consorelle. […]
Ora termino augurandole ogni bene. Gesù sia sempre con noi e ci
salvi.
Sempre sua aff.ma nel Signore.
Sr. Maria Fiori
(lettera di sr. Maria Fiori a
madre Teresa Bertani tratta da “Le querce di Monte Sole" di mons. Gherardi).
Quella brutta mattina
di fine settembre qui da noi c’erano molte persone; poi ne vedemmo
giungere delle altre. Qualcuno riferì di aver sentito dire che i nazisti
uccidevano tutti. Eravamo smarriti, non sapevamo da quale parte andare.
Qualcuno ci invitò nel rifugio a pregare, perché fra la gente c’era anche
suor Maria Fiori. Mente una parte raggiunse il rifugio, poco lontano da
qui io vidi i nazisti sbucare, proprio come ha fatto lei Margherita,
quando è giunta qui. Allora gridai: «scappiamo in fretta, ci sono i
tedeschi». Io mi avviai nel bosco e una figlia (Paolina) mi seguì; invece
l’altra (Genoveffa) con Pietro mio marito andò con gli altri. I nazisti li
uccisero tutti vicino al rifugio… Io e mia figlia eravamo nascoste a pochi
metri. Vedemmo i nazisti quando puntarono le mitraglie e spararono; vidi
mio marito e mia figlia cadere sotto il piombo dei barbari e morire come
tutti gli altri. Restammo nascosti tre giorni; poi, insieme a mio figlio
Bruno e a qualcun altro, demmo sepoltura alle povere vittime…
(dalla testimonianza di Malvina
raccolta da Margherita Janelli tratta da “Le querce di Monte Sole" di
mons. Gherardi).
MOMENTO DI SILENZIO
Dal libro del
profeta Geremia (31;15)
Così dice il Signore: «Una voce
si ode da Rama, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli,
rifiuta d'essere consolata perché non sono più».
Quando apprese della
sua tragica morte, don Elio (parroco di San Paolo di Ravone), che era uomo
di poche parole, disse: «Un’altra suor Maria Fiori per la mia parrocchia
la Madre generale non ce l’ha più!». E nella Messa in anniversario del 1°
ottobre 1945, ricordandone con visibile commozione lo spirito di
apostolato, dichiarò testualmente: «Per me è una martire della prima
Comunione».
(da “Le querce di Monte Sole" di
mons. Gherardi).
CANTO: TU SEI
SORGENTE VIVA
Tu sei sorgente viva tu sei
fuoco sei carità
Vieni Spirito Santo, Vieni Spirito Santo
SUOR ALBERTA TACCINI |
Il 29 settembre ‘44,
verso le 10, mi vennero a chiamare perché medicassi un civile ferito
alle mani, che non avevano ucciso perché in possesso di un tesserino da
cui risultava che lavorava sulla Porrettana. Uscita di parrocchia ho
incontrato un SS che teneva sotto il tiro di una mitragliatrice 11
civili, brava gente che conoscevo. Ho cercato di spiegargli che erano
persone inermi, insistendo in tutte le maniere possibili; ma quello,
prese un sasso da terra e mostrandolo mi disse: “Questo, mio cuore!”.
Dopo di che con una raffica uccise tutte quelle persone... Fui presa da
una terribile rabbia e nello stesso tempo mi resi conto della mia
impotenza; ero come fuori di me e convinta che di lì a poco anch’io
sarei finita così.
(da “Le querce di Monte Sole" di
mons. Gherardi).
MOMENTO DI SILENZIO
ETTY HILLESUM |
Mio Dio, sono tempi tanto angosciosi. Stanotte, per la prima
volta ero sveglia al buio con gli occhi che mi bruciavano, davanti a me
passavano immagini su immagini di dolore umano. Ti prometto una cosa, Dio,
soltanto una piccola cosa: cercherò di non appesantire l’oggi con i pesi
delle mie preoccupazioni per il domani – ma anche questo richiede una
certa esperienza. Ogni giorno ha già la sua parte. Cercherò di aiutarti
affinché tu non venga distrutto dentro di me, ma a priori non posso
promettere nulla. Una cosa, però, diventa sempre più evidente per me, e
cioè che tu non puoi aiutare noi, ma che siamo noi a dover aiutare te, e
in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare di
questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di
te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a
disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì, mio dio, sembra
che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali ma anche
esse fanno parte di questa vita. Io non chiamo in causa la tua
responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi
a ogni battito del mio cuore, cresce la mia certezza: tu non puoi
aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa
in noi. Esistono persone che all’ultimo momento si preoccupano di metter
in salvo aspirapolveri, forchette e cucchiai d’argento – invece di salvare
te, mio dio. E altre persone, che sono ormai ridotte a semplici
ricettacoli di innumerevoli paure e amarezze, vogliono a tutti i costi
salvare il proprio corpo. Dicono: me non mi prenderanno. Dimenticano che
non si può essere nelle grinfie di nessuno se si è nelle tue braccia.
Comincio a sentirmi un po’ più tranquilla, mio Dio, dopo questa
conversazione con te. Discorrerò con te molto spesso, d’ora innanzi, e in
questo modo ti impedirò di abbandonarmi. Con me vivrai anche tempi magri,
mio Dio, tempi scarsamente alimentati dalla mia povera fiducia; ma
credimi, io continuerò a lavorare per te e a esserti fedele e non ti
caccerò via dal mio territorio.
(dal “Diario” di Etty Hillesum)
CANTO: NADA TE
TURBE
Nada te turbe nada te espante; quien a Dios tiene nada le falta
Nada te turbe nada te espante; solo Dios basta
Maria, donna che conosce la danza.
Santa Maria, donna che ben conosci la danza, ma anche donna
che ben conosci il patire, intenta, già sotto la croce, a come trasporre
nei ritmi della festa i rantoli di tuo figlio, aiutaci a comprendere che
il dolore non è l’ultima spiaggia dell’uomo. È solo il vestibolo obbligato
da cui si passa per deporre i bagagli: non si danza col guardaroba in
mano!
Noi non osiamo chiederti né il dono
dell’anestesia, né l’esenzione dalle tasse dell’amarezza. Ti preghiamo
solo che, nel momento della prova, ci preservi dal pianto dei disperati.
Santa Maria, donna che ben conosci la danza, se ti imploriamo di starci
vicino nell’ora della nostra morte corporale, è perché sappiamo che tu, la
morte, l’hai sperimentata davvero.
Non tanto quella tua: quella l’hai «vissuta» per poco, poiché essa ha
fermato le tue membra per pochi attimi appena, prima dell’ultimo
leggerissimo slancio verso il cielo. Ma la morte assurda, violenta, di tuo
figlio.
Ti supplichiamo: rinnova per noi, nell’attimo supremo, la tenerezza che
usasti per Gesù, quando «da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si
fece gran buio su tutta la terra». In quelle ore tenebrose, disturbate
solo dai rantoli del condannato, forse danzasti attorno alla croce i tuoi
lamenti di madre, implorando il ritorno del sole.
Ebbene, donna dell’eclissi totale, ripeti la danza attorno alle croci dei
tuoi figli. Se ci sei tu, la luce non tarderà a spuntare. E anche il
patibolo più tragico fiorirà come un albero in primavera.
Santa Maria, donna che ben conosci la danza, facci capire che la festa è
l’ultima vocazione dell’uomo.
Accresci, pertanto, le nostre riserve di coraggio.
Raddoppia le nostre provviste di amore.
Alimentaci le lampade della speranza.
E fa’ che, nelle frequenti carestia di felicità che contrassegnano i
nostri giorni, non smettiamo di attendere con fede colui che verrà
finalmente a «mutare il lamento in danza e la veste di sacco in abito di
gioia».
(Da “Maria, donna dei nostri
giorni” di Don Tonino Bello)
CANTO: ALLELUIA
Dal Vangelo secondo
Luca (24;1,6)
Il primo giorno dopo il sabato,
di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che
avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma,
entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora
incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti.
Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi
dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è
risuscitato.
MOMENTO DI SILENZIO
PADRE NOSTRO
Le querce di Monte Sole
Hanno memoria
le querce,
Memoria di
sanguigne uve
Hanno memoria
le querce,
Memoria di recinti profanati |
oria le querce,
Memoria
dell'inverno desolato
Cristo, Figlio
del Dio vivo, pietà di noi. |
CANTO
FINALE:
DO DO5+ LA- DO5+ |
LA- RE- che sia un buon mattino, SIb7+ DO FA FA7 per il giorno di ogni uomo. SIb7+ DO LA- E con gli ultimi del mondo RE- SIb7+ DO FA sia il mio passo, lieto nella povertà, SOL- DO nella povertà, (2 v.) SOL- SIb-6 FA (2°v.)...nella povertà. O Signore, fa' di me il Tuo canto, fa' di me il Tuo canto di pace, a chi è triste, che io porti la gioia, a chi è nel buio, che io porti la luce. È donando che si ama la vita, è servendo che si vive con gioia, perdonando che si trova il perdono, è morendo che si vive in eterno, perdonando che si trova il perdono, è morendo che si vive in eterno. RIT: O maestro dammi Tu... |
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