|
| Home | Che cos'è Pax Christi | Chi siamo | don Tonino Bello | Monte Sole | Attività | Appelli/Campagne | Agenda pace | I Link | |
1 OTTOBRE 2007:
|
|
|
MOMENTO DI SILENZIO
LA SCUOLA. L’Orsolina Antonietta Benni era una
delle maestre della comunità di Monte Sole…
Quello del segantino era uno dei vari giochi onomatopeici, una dozzina
circa, in cui i ragazzi cercavano di imitare i suoni tipici di vari
mestieri: il suono della sega in quello del segantino, i colpi di martello
in quello del fabbro e così via. Finiti i giochi, suor Antonietta portava
la conversazione su argomenti come questi: « Che cosa fa il segantino?
Che cosa fa il fabbro? » Era convinta che i ragazzi imparassero più in
fretta se si mettevano da parte i testi scolastici e si faceva loro
osservare i vari aspetti della vita del villaggio. Così essa mostrava loro
l’immagine di un chicco d’uva, quindi chiedeva che cos’era. « Uva, »
gridavano i bambini. « E come si dice la prima parte di uva?
«Ecco che avete imparato una vocale!»…Suor Antonietta teneva i bambini
solo per tre anni e non si faceva illusioni: la maggior parte dei genitori
del paese la considerava soltanto una brava bambinaia che custodiva i
piccoli fino alle quattro del pomeriggio, un’innocua zitella che
permetteva alle mamme di quella poverissima zona agricola di fare qualche
lavoro per contribuire a mandare avanti la famiglia. La vera istruzione,
per i bambini, cominciava all’età di sei anni, quando entravano alle
elementari dove maestri diplomati li seguivano per altri tre anni; poi
venivano dichiarati idonei a cominciare quella vita che per i maschi
portava al lavoro dei campi e per le donne alla maternità, i due
principali ruoli della regione.
(brano tratto da:
“Silenzio su Monte Sole” di Jack Olsen)
CANONE
SE UNO È IN CRISTO
Se uno è in
Cristo è una creatura nuova
Le cose di prima sono passate ne sono nate di nuove.
Alleluia, alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia.
|
|
MOMENTO DI SILENZIO
SAN GIOVANNI DI SOTTO. Arrivano i giorni della
strage che inizia il 29 settembre 1944
Antonietta Benni, nel suo memoriale, dà un particolare che fa capire
l’immensità della tragedia riflessa nei volto di una bambina:
“A S. Giovanni dì Sotto — dice — ben 56 vittime... Fra esse la numerosa
famiglia Fiori... Una figlia, suor Maria delle Maestre Pie di Bologna che
in quell’epoca era coi suoi cari, ha trovato con loro la più orribile
delle morti. La nipotina dì suor Maria, di sei anni, era rimasta viva. Per
tre giorni è stata aggrappata al collo della mamma morta, baciandola e
piangendo. Il babbo, unico superstite, l’ha trovata così morta di farne e
di sfinimento.
La bambina, al centro di questo episodio tenero ed eroico non può essere
che la secondogenita di Gerardo e di Venusta Bartolini: Anna Maria nata il
9 novembre 1936. Non è caduta sotto i colpi di un’arma da guerra. E morta
d’amore e di dolore, facendo risuonare in tutta la valle il compianto per
la madre, Icona della pietà a parti scambiate.
(brano tratto da: “Le
Querce di Monte Sole” di mons Giovanni Gherardi)
CANONE
IN MANO TUAS PATER
In mano tuas Pater commendo spiritum meum
In mano tuas Pater commendo spiritum meum
|
|
MOMENTO DI SILENZIO
CERPIANO
A Cerpiano, quel tragico venerdì 29 settembre Don Marchioni era atteso per
celebrare la Santa Messa nell’Oratorio dedicato all’Angelo Custode. Ma la
paura più folle aveva invaso tutti, poiché i tedeschi stavano per
arrivare. QuaIcuno aveva suggerito di nascondersi nel rifugio del bosco,
anzi il grosso della gente vi era già; ma ecco che si dice essere
imprudente lasciare una casa così grande abbandonata: «Ci verranno a
cercare, ci crederanno tutti partigiani nascosti e ci uccideranno»
Qualcuno resta, ma una cinquantina ritorna indietro seguendo il consiglio
dì chi ha più autorità e rifugiandosi nella cantina del «Palazzo» dove
abitualmente ci si riparava per le cannonate frequenti. Arrivano i
tedeschi. Fanno salire queste 49 persone dalla cantina alla cappella
attigua al «Palazzo» sono 20 bambini, due vecchi quasi invalidi e 27
donne, fra le quali tre maestre. Chiudono accuratamente le porte e poi…
comincia il getto fatale delle bombe a mano. Sono le nove del mattino e 30
vittime sono immolate. Chi può ridire ciò che è passato fra quelle mura
nella lunga giornata, nell’ancor più lunga notte e nella penosa mattinata
del giorno 30?
(brano tratto da: “Le
Querce di Monte Sole” di mons Giovanni Gherardi)
CANONE
MISERICORDIAS DOMINI
Misericordias Domini in aeternum cantabo
|
|
MOMENTO DI SILENZIO
Pochi giorni prima
la furia era passata anche nei villaggi montani della Versilia. Ascoltiamo
le testimonianze di due sopravvissuti.
I BAMBINI DI SANT’ANNA DI STAZZEMA – ENRICO PIERI
Sono nato a Sant’Anna di Stazzema il 19 aprile 1934. Quella mattina
eravamo già alzati. La mia famiglia era composta da babbo, mamma e due
sorelle.
Quella mattina c’hanno avvisato che c’erano i tedeschi all’Argentiera. C’è
stato un piccolo consulto fra i miei zii e mio padre e hanno deciso di
rimanere a casa, gli uomini. Dopo dieci minuti, che ci hanno avvisato che
c’erano i tedeschi, sono scesi giù dal boschetto e sono arrivati nella
nostra cucina. C’hanno fatto uscire, con modi bruschi e ci hanno avviato
verso la piazza della chiesa insieme alla famiglia Pierotti. Abbiamo fatto
appena cinquanta metri, ci hanno fatto ritornare indietro e ci hanno
portato nella cucina della famiglia Pierotti, gente di Pietrasanta,
sfollata in casa della nonna materna. Noi bambini eravamo davanti. Appena
si è arrivati dentro la cucina, sono entrati gli uomini che ci hanno fatto
da scudo. I tedeschi hanno iniziato a sparare e, hanno sparato... Nel
frattempo, dato che noi bambini eravamo davanti, una delle sorelle
Pierotti, che si chiama Grazia, m’ha chiamato e m’ha fatto entrare sotto
un piccolo sottoscala.
Hanno continuato a sparare con la pistola, le bombe a mano e noi ci siamo
salvati sotto questo piccolo sottoscala. Poi hanno dato fuoco alla casa e,
per fortuna, non è bruciata. Dopo un po’ non si poteva respirare dal fumo
che c’era dentro la casa. Siamo usciti, dopo dieci minuti. Ci siamo
nascosti in una piana di fagioli che era molto vicina alla casa e siamo
stati lì diverse ore, fino al pomeriggio. Poi siamo rientrati anche in
cucina per vedere se c’era ancora qualcosa e abbiamo visto che erano tutti
morti.
Alle cinque del pomeriggio ho attraversato tutta la vallata e sono sceso
dalla parte del colle di Vallecava. Lì ho trovato la prima famiglia, le
prime persone viventi. Abbiamo iniziato a piangere perché prima, mentre
eravamo nascosti non s’è né pianto, né avevamo bisogno di fare né pipi,
... né niente. Siamo stati delle ore impietriti dentro una piana di
fagioli, così,.. Spaventatissimi perché ad ogni rumore si pensava che ci
fossero sempre i tedeschi che ammazzavano.
Sì. Ho perso tutta la mia famiglia, sono rimasto solo, perché anche il
nonno e la nonna materna, zii sono stati uccisi. La mia infanzia è stata
un po’ un calvario... Però, sono ancora qui, a sessantott’anni, a
raccontarvi questo. Io, recentemente, ho detto che ho perdonato. Ho detto
questa parola: che avevo perdonato. Però non perdono le ideologie così
cattive.
Ma ho perdonato,... l’odio, via! L’odio, ho capito che non porta da
nessuna parte, anzi!
Perciò, oggi, perdonare è un credo. E devo esser sincero: quando vedo i
giovani tedeschi che salgono a Sant’Anna mi fa sempre piacere.
CANONE
NADA TE TURBE
Nada te turbe nada te espante; quien a Dios tiene nada le falta
Nada te turbe nada te espante; solo Dios basta
|
|
MOMENTO DI SILENZIO
I BAMBINI DI SANT’ANNA DI STAZZEMA – ENNIO BAZZICCHI
Sono nato a Pietrasanta, il 22 giugno 1941. Io mi trovavo con la mia
mamma, la mia sorella Ivana, il mi’ babbo. Noi si abitava nel borgo “Le
Case di Berna” che poi è l’ultimo borgo del paese di Sant’Anna.
Io ho perso le mie zie, le sorelle della mia mamma e poi cugine, cugini,
secondi, terzi cugini, zii e zie: ho un po’ questo ricordo, seppur
fievole, lieve, perché quello di un bimbo di tre anni, poco più. Però è
sempre stato rinnovato, perché in tutto il paese, sempre, non si faceva
che parlare di queste cose, di questi fatti. Quasi quasi, mi sembra
d’averli vissuti, in maniera quasi diretta.
Mi ricordo com’era la casa dei miei nonni prima che bruciasse, mi ricordo
l’aspetto, il volto delle mie zìe. Perché io, insomma, stavo lì, coi miei
nonni. Io sono sposato, ho una figlia e un figlio.
E’ stata trasmessa la memoria, è stata trasmessa. Ma, secondo me, si
trasmettono queste cose solo e soltanto con la vita! Bisognerebbe che
questo paese, a mio avviso, che è lui che racchiude queste cose, fosse
vissuto in una maniera diversa. Un pochino più spesso. Un pochino più
sentito.
Se muore la vita in un paese... se muore…si perde anche la memoria. Vedere
in televisione cose che avvengono nel mondo, analoghe: non le posso vedè.
Mi danno un senso di smarrimento.
L’uomo ritorna quello che è, si smarrisce, si riperde.. Il sentimento
dell’odio. L’odio porterà altro odio. E poi odiare, odiare chi? Odiare
perché? Sono momenti veramente di smarrimento di un popolo o dei popoli.
Invece ci sarebbe da ritrovarsi, riflettere e poi, se fosse possibile,
volersi bene e ricominciare da capo.
CANONE
CONFITEMINI DOMINO
Confitemini Domino quoniam bonus
Confitemini Domino alleluia
|
|
MOMENTO DI SILENZIO
Salmo 148 Lode cosmica 1 Alleluia. Lodate il Signore dai cieli, 3
Lodatelo, sole e luna, 5 Lodino tutti il nome del Signore, 7 Lodate il Signore dalla terra, |
9 monti e voi
tutte, colline, 11
I re della terra e i popoli tutti, 13 lodino il
nome del Signore: Alleluia. |
CANONE
DONA LA PACE
Dona la pace Signore a chi confida in te. Dona
Dona la pace Signore. Dona la pace
|
|
LUNGO MOMENTO DI SILENZIO
Dal Vangelo secondo Marco (10;13,16)
13Gli presentavano dei bambini
perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano.
14Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate
che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro
appartiene il regno di Dio. 15In verità
vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in
esso». 16E prendendoli fra le braccia e
ponendo le mani sopra di loro li benediceva.
PREGHIERE LIBERE
PADRE NOSTRO
|
|
Ascoltiamo la seguente canzone
Lilli, l'unica superstite A Bettola stava scendendo la sera I partigiani hanno ucciso un tedesco Ci hanno svegliato e radunato in cucina
|
E hanno incendiato le case E sentivo le grida mischiate agli spari Mi hanno trovata soltanto al mattino Ora vivo una vita serena |
Recitiamo insieme la poesia
HO DIPINTO LA PACE di Tali Sorek
(12 anni),
Beersheba, Israele.
Avevo
una scatola di colori brillanti, decisi, vivi. Avevo una scatola di colori, alcuni caldi, altri molto freddi. Non avevo il rosso per il sangue dei feriti. Non avevo il nero per il pianto degli orfani. |
Non avevo il bianco |
BENEDIZIONE
CANTO FINALE
TI SEGUIRO’
TI SEGUIRÒ, TI SEGUIRÒ, O SIGNORE
E NELLA TUA STRADA CAMMINERÒ.
Ti seguirò nella via dell'amore
e donerò al mondo la vita.
Rit.
Ti seguirò nella via del dolore
e la Tua Croce ci salverà.
Rit.
Ti seguirò nella via della gioia
e la Tua luce ci guiderà.
Rit.
| Home | Che cos'è Pax Christi | Chi siamo | don Tonino Bello | Monte Sole | Attività | Appelli/Campagne | Agenda pace | I Link | |