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1 OTTOBRE 2008: 
8ª VEGLIA DI PREGHIERA IN MEMORIA DEL 64° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DI MONTE SOLE

PARROCCHIA DI GESÙ BUON PASTORE - PAX CHRISTI PUNTO PACE BOLOGNA
VEGLIA IN RICORDO DEI MARTIRI DI MONTE SOLE - 1 OTTOBRE 200
8

Canto iniziale
È BELLO LODARTI

È BELLO CANTARE IL TUO AMORE,
È BELLO LODARE IL TUO NOME.
È BELLO CANTARE IL TUO AMORE,
È BELLO LODARTI SIGNORE,
È BELLO CANTARE A TE!    (x2)

Tu che sei l'Amore infinito,
che neppure il cielo può contenere,
ti sei fatto uomo, tu sei venuto qui
ad abitare in mezzo a noi, allora...
Rit.
Tu, che conti tutte le stelle
e le chiami una ad una per nome,
da mille sentieri ci hai radunati qui,
ci hai chiamati figli tuoi, allora...
Rit.
È bello lodarti!
(Lodate, lodate, lodate...)

L'Armadio della vergogna: tra storia e cronaca
 

Tra il 1943 e il 1945 l’Italia è stata investita da una tragica catena di crimini commessi dai soldati tedeschi e dai fascisti. I civili uccisi sono stati più di 15.000. Gli episodi più gravi avvennero fra il giugno e l’ottobre del 1944 in Toscana e in Emilia. La Toscana, da sola, annovera più di quattromila morti per mano nazifascista, uccisi in 281 episodi differenti, in ben 83 Comuni. Fra le stragi più gravi ricordiamo, per l’Emilia, quella di Marzabotto in provincia di Bologna e, per la Toscana, Sant’Anna di Stazzema in provincia di Lucca (560 vittime). Dopo la fine della guerra, il Governo italiano, presieduto da Ferruccio Parri e gli Alleati dettero inizio alle istruttorie sulle stragi. Furono celebrati alcuni processi, dagli esiti ben presto vanificati. Le istruttorie aperte vennero progressivamente insabbiate. Nel maggio 1994, cinquant’anni dopo, il procuratore militare di Roma, Antonio Intelisano, nel corso delle indagini per il processo Priebke, scopre, in una stanza seminascosta di Palazzo Cesi, sede della Procura Generale Militare, un armadio con le porte sigillate e rivolto verso la parete situato in uno stanzino chiuso da un cancello di ferro. Lo si apre. Contiene 695 fascicoli relativi ad altrettanti crimini nazifascisti e anche informazioni sugli eccidi dei militari italiani che non si arresero ai tedeschi, a Cefalonia e in altre località. Il materiale viene inviato alle Procure Militari di competenza che avviano le indagini tra mille difficoltà: delle migliaia di crimini citati nei fascicoli solo due, Marzabotto e le Fosse Ardeatine sono arrivati a processo. Nel settembre 2000 si costituisce a Stazzema il Comitato per la verità e la giustizia sulle stragi nazifasciste, che chiede una Commissione parlamentare d’inchiesta per fare luce sulle responsabilità dell’occultamento dei fascicoli in quello che ormai viene definito Armadio della vergogna.
Subito dopo il Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, invia una petizione al Presidente della Repubblica e ai Presidenti di Camera e Senato, in cui chiede chiarezza e giustizia. Alla Camera vengono presentate due proposte di legge per l’istituzione della Commissione parlamentare d’inchiesta.
Consiglio Regionale della Toscana


FILMATO VIDEOPROIETTATO

CANONE
SE UNO È IN CRISTO
Se uno è in Cristo è una creatura nuova
Le cose di prima sono passate ne sono nate di nuove.
Alleluia, alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia.


DAL MESSAGGIO DEL PAPA PER IL 1 GENNAIO 2002
NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA, NON C'è GIUSTIZIA SENZA PERDONO
(essenzialità di giustizia e perdono)
La vera pace è frutto della giustizia, virtù morale e garanzia legale che vigila sul pieno rispetto di diritti e doveri e sull'equa distribuzione di benefici e oneri. Ma poiché la giustizia umana è sempre fragile e imperfetta, esposta com'è ai limiti e agli egoismi personali e di gruppo, essa va esercitata e in un certo senso completata con il perdono che risana le ferite e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati. Ciò vale tanto nelle tensioni che coinvolgono i singoli, quanto in quelle di portata più generale ed anche internazionale. Il perdono non si contrappone in alcun modo alla giustizia, perché non consiste nel soprassedere alle legittime esigenze di riparazione dell'ordine leso. Il perdono mira piuttosto a quella pienezza di giustizia che conduce alla tranquillità dell'ordine, la quale è ben più che una fragile e temporanea cessazione delle ostilità, ma è risanamento in profondità delle ferite che sanguinano gli animi. Per un tale risanamento la giustizia e il perdono sono ambedue essenziali.

MOMENTO DI SILENZIO

Il più grande frutto della Fede: il perdono delle vittime. (lettere di Antonietta Benni)
(esperienza diretta)
"Proprio in questi giorni sono stata turbata e assediata dai giornalisti in seguito alla supplica inviata ai Sindaco di Marzabotto dal maggiore Reder, uno dei responsabili dell'eccidio e condannato all'ergastolo dal Tribunale militare di Bologna. Implora dai superstiti e dai parenti delle vittime il perdono. La rievocazione di questi fatti tanto dolorosi mi ha turbato assai. Tuttavia come cristiana e come appartenente a un ordine religioso, ho detto che io perdono.
Ho fatto bene?, non lo so, Il mio parroco ha detto che ho fatto bene, ma certo che ho provocato nei parenti delle vittime che non si sentono di perdonare al massacratore, un po' di scalpore. Però quelli di Gardelletta, a me personalmente, non hanno detto niente. Si sono meravigliati che dopo tutto quello che ho sofferto abbia avuto il coraggio di perdonare..."
Nello stesso contesto, in data 21 luglio, scrive alla nipote Maria:"Sto bene, grazie a Dio, Il caldo torrido non mi dà fastidio. Mi hanno disturbato invece le numerose interviste. Ormai non ne potevo più; tanto che il 15 sono andata via dalla zona e anche a Marzabotto non sono andata... Il mio voto l'ho mandato per iscritto. Perdono cristiano sì, grazia no. Perdono cristiano si, perché ogni cristiano ha da Cristo l'esplicito ordine di perdonare, e se qualcuno non perdona diventa in fondo come Reder: cioè odia e l'odio porta a fare quello che ha fatto lui... La parola perdono non è piaciuta a molti e ha provocato molti commenti. Ad ogni modo io sono tranquilla e questo mi basta".

Dalla prima lettera di Giovanni (1Gv 4,7-12)
(amore di Dio per l'uomo)
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9 In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. 10 In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. 11 Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. 12 Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi.

DAL MESSAGGIO DEL PAPA PER IL 1 GENNAIO 2002
NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA, NON C'è GIUSTIZIA SENZA PERDONO
(Dio di misericordia e di perdono)
La violenza terrorista è contraria alla fede in Dio Creatore dell'uomo, in Dio che si prende cura dell'uomo e che lo ama. in particolare, essa è totalmente contraria alla fede in Cristo Signore, che ha insegnato ai suoi discepoli a pregare: <rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori> (Mt. 6.12). Seguendo l'insegnamento e l'esempio di Gesù, i cristiani sono convinti che dimostrare misericordia significhi vivere pienamente la verità della nostra vita: possiamo e dobbiamo essere misericordiosi perché ci è stata mostrata misericordia da un Dio che è Amore misericordioso (cfr 1 Gv. 4,7-12). Il Dio che ci redime mediante il suo ingresso nella storia e attraverso il dramma del venerdì santo prepara la vittoria del giorno di Pasqua, è un Dio di misericordia e di perdono. Gesù,nei confronti di quanti lo contestavano per il fatto che mangiava con i peccatori così i è espresso: <Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori> (Mt. 9,13). i seguaci di Cristo, battezzati nella sua morte e nella sua risurrezione devono essere sempre uomini e donne di misericordia e di perdono.

Francesco Pirini si racconta
(esperienza diretta)
Grazie al lavoro di alcuni giornalisti tedeschi ho imparato pochi anni fa il nome dell’ufficiale che comandava la pattuglia che a Cerpiano ha sterminato la mia famiglia: Albert Meier. Era ottantenne e oramai paralitico, ferito sette volte in guerra, e, durante un’intervista, aveva detto che, se avesse ricevuto l’ordine, avrebbe ripetuto ciò che ha fatto. Dopo di ciò, si è presentato qui un giornalista dalla Germania che mi ha chiesto un parere su questa intervista: be’, io gli ho risposto che, se avessi incontrato Meier, l’avrei perdonato (con sua grande sorpresa, tanto che gliel’ho dovuto ripetere più d’una volta) e, anzi, che sua moglie l’avrei abbracciata, perché deve essere stato difficile vivere accanto ad un uomo simile. Nel frattempo, il Tribunale militare di La Spezia aveva avviato il procedimento per l’interrogatorio di Meier, ma lui è morto prima che potesse venite in Italia: mi è venuto da dire che adesso i conti li fa con qualcun altro di più importante! A queste considerazioni non sono arrivato facilmente, per niente: solamente per iniziare a parlare di questi fatti mi sono serviti vent’anni…e solo perché qualcuno ha insistito tantissimo sull’importanza che lo facessi. Non parlavo, ma scrivevo, segnavo su un foglietto tutti i nomi dei massacratori che emergevano dalle indagini: senza vendetta, ma dovevo ricordare e sapere.
Francesco Pirini

CANONE
IL SIGNOR
Il Signor è la mia forza e io spero in lui
Il Signor è il Salvator
In lui confido non ho timor

DAL MESSAGGIO DEL PAPA PER IL 1 GENNAIO 2002
NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA, NON C'è GIUSTIZIA SENZA PERDONO
(perdono scelta personale di fede)
Il perdono è innanzi tutto una scelta personale, una opzione del cuore che va contro l'istinto spontaneo di ripagare il male con il male. Tale opzione ha il suo termine di confronto nell'amore di Dio, che ci accoglie nonostante il nostro peccato e ha il suo modello supremo nel perdono di Cristo che sulla croce ha pregato:<Padre, perdona loro, perché non sano quello che fanno> (Lc. 23,34)
La proposta del perdono non è di immediata comprensione né di facile accettazione; è un messaggio per certi versi paradossale. il perdono infatti comporta sempre un'apparente perdita a breve termine, mentre assicura un guadagno reale a lungo termine. la violenza è l'esatto opposto: opta per un guadagno a scadenza ravvicinata, ma prepara a distanza una perdita reale e permanente. il perdono potrebbe sembrare una debolezza, in realtà sia per essere concesso che per essere accettato, suppone una grande forza spirituale e un coraggio morale a tutta prova. Lungi dallo sminuire la persona, il perdono la conduce ad una umanità più piena e più ricca, capace di riflettere in sé un raggio dello splendore del Creatore.

Dal libro del profeta Isaia (Is. 2 2-5)
Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. 3 Verranno molti popoli e diranno: "Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri". Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. 4 Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra. 5 Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.

MOMENTO DI SILENZIO

SUDAFRICA: LA COMMISSIONE PER LA VERITA' E LA RICONCILIAZIONE
(esperienza storica reale)
La commissione per la verità e la riconciliazione è nata dopo una lunga discussione e acceso dibattito come modo per non dimenticare il passato e nello stesso tempo per non mettere in atto persecuzioni. Ciò che si voleva era costruire un meccanismo che permettesse di capire cosa era successo, ma senza innescare azioni di vendetta.
La commissione è articolata in tre sottocomitati indipendenti ma che collaborano strettamente e sono uniti dal filo rosso dei diritti dell'uomo.
Il primo comitato si occupa delle violazioni dei diritti dell'uomo. il suo compito è di trovare le vittime e farne un lungo elenco. in collaborazione con tutte le realtà sociali, si portano le vittime di violazioni dei diritti dell'uomo a scrivere una dichiarazione. vengono poi organizzati degli incontri pubblici nei quali le vittime parlano delle violazioni subite. questo momento è molto importante perché permette alle vittime di recuperare la propria dignità, anche nei casi in cui le famiglie hanno perso una persona cara diventa un modo per celebrare la vita di questa persona deceduta combattendo per i diritti dell'uomo.

Sal.. 130 (129) De profundis
 Dal profondo a te grido, o Signore;
 
2 Signore, ascolta la mia voce.
 Siano i tuoi orecchi attenti
 alla voce della mia preghiera.

 3 Se consideri le colpe, Signore,
 Signore, chi potrà sussistere?
 
4 Ma presso di te è il perdono:
 e avremo il tuo timore.

5 Io spero nel Signore,
 l'anima mia spera nella sua parola.
 
6 L'anima mia attende il Signore
 più che le sentinelle l'aurora.

 7 Israele attenda il Signore,
 perché presso il Signore è la misericordia
 e grande presso di lui la redenzione.
 
8 Egli redimerà Israele
 da tutte le sue colpe.

CANONE
MISERICORDIAS DOMINI
Misericordias Domini in aeternum cantabo

SUDAFRICA: LA COMMISSIONE PER LA VERITA' E LA RICONCILIAZIONE
(esperienza storica reale)
Il secondo comitato si occupa dell'amnistia e organizza i processi per far sì che i colpevoli di certi reati non vadano impuniti. il comitato ha il compito specifico di esaminare le richieste di amnistia per le gravi violazioni dei diritti dell'uomo indicati dalla legge costitutiva della commissione. occorre però che alcune regole vengano rispettate: la prima condizione riguarda l'arco temporale. l'amnistia può essere concessa solo se il reato è stato commesso tra marzo 1960, quando l'african National Congress iniziò la lotta armata come risposta alla strage di Soweto e il 10 maggio 1994 quando Mandela fu eletto primo presidente delle nuova repubblica.
La seconda condizione è che il reato deve essere stato commesso con motivazioni politiche; la terza condizione è che ci deve essere una confessione piena e totale: bisogna dichiarare tutto quello che si è fatto, assumendosi responsabilità definite e precise.
Le famiglie delle vittime o la vittima stessa possono opporsi alla concessione dell'amnistia affermando che non è stata detta tutta la verità oppure che non c'era nessuna motivazione politica per quel determinato crimine.

Salmo 84 (85)
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.
10 La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.

11 Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
12 La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.

13 Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
14 Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza.

SUDAFRICA: LA COMMISSIONE PER LA VERITA' E LA RICONCILIAZIONE
(esperienza storica reale)
il nesso fra i due sottocomitati consiste nel fatto che se una persona riesce a farsi concedere l'amnistia, le persone che sono state torturate o uccise automaticamente diventano delle vittime e a questo punto inizia il lavoro del terzo sottocomitato, quello addetto alla riparazione e alla riabilitazione.
Compito specifico di questa commissione è di esaminare ciascuna vittima e dei decidere le misure adeguate di risarcimento e di riabilitazione. a volte si tratta di cure mediche, altre persone chiedono di riprender gli studi interrotti, altri chiedono una tomba per i proprio cari, altre volte si chiede che venga dato il nome di una persona a strade, scuole ed è compito del governo decidere se dare seguito o meno a queste richieste. le risorse sono limitate, si spera che il governo riesca a dare una risposta al maggior numero di queste richieste.
concludendo:
le vittime si sono viste assegnare un ruolo preminente nella commissione.
In un processo comune, in tribunale, l'accusato ha sempre la tendenza a proteggersi, a dire bugie, a negare. Nel processo per l'amnistia è proprio dire la verità che evita la condanna, perché se non si dice la verità, se non si dice tutto non c'è l'amnistia.  è un fenomeno molto interessante perché le vittime e le famiglie delle vittime a volte si vedono assegnare un posto più importante di quello dell'avocato nello stabilire la verità, soprattutto se si tratta di sopravvissuti. ecco l'importanza della presenza delle vittime: questo è un diritto fondamentale perché la riconciliazione non è solamente un processo storico, ma è anche il modo in cui la società tratta le vittime dei diritti umani.
La riconciliazione non è un processo facile. perché un processo che non si propone solo di sapere che è la vittima o il carnefice; il compito è cercare di capire in tutte le sue sfaccettature e in tutta la sua complessità quello che è successo. questo non è un problema che riguarda solo l'oggi, ma il futuro.

CANONE
NADA TE TURBE
Nada te turbe nada te espante;
quiena Dios tiene nada le falta.
Nada te turbe, nada te espante
sòlo Dios basta

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 25,31-46)
(Il giudizio finale)
31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

DA "LE QUERCE DI MONTE SOLE DI MONS. LUCIANO GHERARDI
(particolarità di Monte Sole)
Nelle vicende di Casaglia, San Martino, Sperticano, Pioppe di Salvaro, c'è qualcosa di particolare: popolo e pastori accomunati nel sacrificio, nell'ambito di una situazione di fede, dove ci celebra l'Eucaristia e si prega la vergine. La comunità morì unita perché viveva unita.
È un dato che differenzia Monte Sole da episodi cruenti verificatesi in altre parti della nostra terra. Un'assidua riflessione aiuterà a cogliere tutta questa ricchezza di significato. si è tardato molto a farlo. può aver influito un certo tipo di lettura parziale degli eventi, che si fermava ai giorni dell'ira. oggi, al di là della barbarie e della crudeltà degli oppressori, sta affiorando un valore che la fede rende più evidente: il prevalere dell'amore sulla forza bruta, la vittoria delle vittime sopra i carnefici.
Il ritardo, pur non scevro di colpa, nella presa di coscienza globale di ciò che Monte sole è e rappresenta, può rivelarsi provvidenziale. Era indispensabile un tempo di ripensamento allo storico per ricostruire fatti e figure; ma molto più ad una comunità di fede che volesse assumere responsabilmente e fino in fondo la verità tutta intera in un momento in cui la violenza torna ad esplodere in tante forme.
Vi sono poi altri segnali che debbono essere fatti riemergere dal silenzio: la dignità e il senso di giustizia e di solidarietà di queste popolazioni, il culto della libertà, la forza della compagine familiare, l'eroismo continuato degli inermi - donne vecchi, bambini - espresso nelle forme più semplici e quotidiane, la resistenza morale ad ogni sistema di oppressione e di sopruso.
Vanno segnalati in particolare l'esercizio eroico della carità dei cinque giovani pastori che si fecero guide e difensori del gregge  a prezzo della vita, e l'olocausto dei 189 bambini sotto i 12 anni che formano la quarta parte di questa ostia spezzata nel sacrificio.

CANONE
DONA LA PACE

PADRE NOSTRO

BENEDIZIONE

CANTO FINALE
TI SEGUIRO’
TI SEGUIRÒ, TI SEGUIRÒ, O SIGNORE
E NELLA TUA STRADA CAMMINERÒ.
Ti seguirò nella via dell'amore
e donerò al mondo la vita.
Rit.
Ti seguirò nella via del dolore
e la Tua Croce ci salverà.
Rit.
Ti seguirò nella via della gioia
e la Tua luce ci guiderà.
Rit.

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