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Parrocchia di Gesù Buon Pastore | Pax Christi punto pace Bologna |
VIA
CRUCIS IN CAMMINO CON I MARTIRI DI MONTE SOLE
ho la coppa tra le mani
li sento tremare alle mie spalle
sento i loro sguardi confusi vagare per la chiesa
apro il tabernacolo
stringo il calice con le mani
li sento stringersi l'uno all'altro
l'uno nel respiro dell'altro, vicini
in un unico respiro che riempe la chiesa e mi preme sulle spalle
il calice trema fra le mani che cercano la cavità del tabernacolo,
immagino l'intrecciarsi dei loro sguardi
intarsiare nella luce fragile
la forma scura di un albero spoglio
sento il mio respiro
nudo
sospeso
in equilibrio
perduto
nella densità vuota della chiesa
è un battito d'ali l'oscurità nuda del tabernacolo,
attraversa la chiesa un boato profondo d'armi lontane
come limpidezza ferisce il respiro.
Ora ho di fronte a me i loro volti.
Il calice è chiuso nel tabernacolo.
Sale dal fondo della montagna il silenzio del suono delle armi.
Ho di fronte a me la pace buia dei loro corpi che attendono.
Le vostre mani mute intrecciate immobili sepolte nella luce del mattino
che invade l'interno della chiesa.
"E' necessario che raggiunga Casaglia per consumare le specie
consacrate. Pregate. Sarà quel che Dio vuole."
(testo liberamente adattato di Davide Forbicini)
Sal.14
Signore, chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul tuo santo monte?
Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia
e parla lealmente,
non dice calunnia con la lingua, non fa danno al suo prossimo e non
lancia insulto al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio, ma onora
chi teme il Signore.
Anche se giura a suo danno, non cambia; presta denaro senza fare usura e
non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo resterà saldo per sempre.
CANONE Il Signor è la mia forza e io spero in
Lui. Il Signor è il Salvator in lui confido non ho timor, in lui confido
non ho timor
2a STAZIONE
Da “Le
Querce di Monte Sole” di mons. Gherardi
“ Zio, le cose vanno male per me; i partigiani da una parte, i tedeschi
dall'altra: non mi libero più. ”
“ Perché non l'hai detto al Cardinale? ”
“ Ne ho parlato: mi ha detto di venire via; di venire con gli altri
parroci sfollati. ”
“ E tu cosa gli hai detto? ”
“ Cosa vuoi che gli abbia detto? Gli ho detto che non posso venir via;
se resta la mia gente, io debbo restare con loro.
Ho appena preso possesso. ”
“ Ma ti faranno fuori! ”
“ Lo so: andrà a finire così, ma io non mi posso muovere di là. ”
Commenta Mons. Gherardi:
dall'insieme delle testimonianze traspare uno stato d'animo oscillante
da fiducia a timore, con il deteriorarsi progressivo delle sicurezze
legate alla leggenda partigiana. Di fermo e incrollabile c'è il dato
comune a tutti i pastori di quella terra: restare insieme al proprio
gregge, condividendone la sorte nel bene e nel male, fino all'ultimo.
Sal. 120
Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà
l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra.
Non lascerà vacillare il tuo piede,
non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d’Israele.
Il Signore è il tuo custode, il Signore è come
ombra che ti copre, e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.
Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli
proteggerà la tua vita.
Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per
sempre.
CANONE L’ajuda em vindrà del Senyor, del Senyor,
el nostre Deu, que ha fet el cel i la terra, el cel i la terra
3a STAZIONE
A San Giovanni di Sotto non vi fu nessuna lotta,
nessuna resistenza. Gli uomini si erano nascosti nei boschi; rimase allo
scoperto chi riteneva di essere protetto dalla propria debolezza.
I Nazisti entrarono dispiegandosi a tenaglia, sloggiando dalle case e
dalle stalle gli occupanti e ammassandoli sullo sfondo della concimaia
insieme agli altri che erano stati strappati dal rifugio. Li misero in
fila con un macabro rituale: davanti i bimbi; dietro i giovani e gli
anziani. Le mitragliatrici falciarono 50 vite umane. Fra le vittime,
Maria Fiori con il collarino bianco e la tipica cuffietta delle Maestre
Pie rendeva l’immagine di un angelo confortatore che fino all’ultimo
aveva sostenuto quella folla inerme.
Dal memoriale di Antonietta Benni
A San Giovanni di Sotto
vi furono ben 50 vittime; fra esse la numerosa famiglia
Fiori con suor Maria che in quell’epoca era con i suoi cari. La nipotina
Anna Maria di otto anni era rimasta viva. Per tre giorni è stata
aggrappata al collo della mamma morta, chiamandola, baciandola e
piangendo… il babbo, unico superstite, l’ha trovata così, morta di
fame e di sfinimento.
Lamentazioni 2;18,22
Grida dal tuo cuore al Signore, vergine figlia di
Sion;
fa’ scorrere come torrente le tue lacrime, giorno e notte!
Non darti pace, non abbia tregua la pupilla del tuo occhio.
Alzati, grida nella notte quando cominciano i turni di sentinella;
effondi come acqua il tuo cuore, davanti al Signore;
alza verso di lui le mani per la vita dei tuoi bambini, che muoiono di
fame all’angolo di ogni strada.
<Guarda, Signore, e considera: chi mai hai trattato così?
Sono trucidati nel santuario del Signore sacerdoti e profeti!
Giacciono a terra per le strade ragazzi e vecchi;
le mie vergini e i miei giovani sono caduti di spada.
Come ad un giorno di festa hai convocato i miei terrori dall’intorno.
Quelli che io avevo portati in braccio e allevati li ha sterminati il
mio nemico>.
CANONE Jesus, remenber me when you come into your kingdom. Jesus,
remember me when you come into your kingdom
4a STAZIONE
Da “Silenzio su Monte Sole” di J. Olsen
I tedeschi li
fecero mettere in fila nella grande piazza di Caprara e le donne
cominciarono a piangere, a singhiozzare; alcune si gettarono in terra
implorando pietà. Arrivarono altri dodici o quindici tedeschi, che si
unirono agli altri e prima che avessero finito di parlare tra loro passò
quasi un’ora, durante la quale il gruppo rimase in piedi sul piazzale.
Poi i nazisti cominciarono a dar ordini. “ Avanti! ”gridarono, e
cominciarono a spingere la gente verso il vano della porta di una delle
case.
Dal Vangelo di Luca (Lc. 22,39-45)
Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli
Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro:
<pregate, per non entrare in tentazione>. Poi si allontanò da loro quasi
un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: <padre, se vuoi, allontana
da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà>.
Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda
all’angoscia, pregava più intensamente; e il sudore diventò come gocce
di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò
dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza.
CANONE In manus tuas Pater commendo spiritum
meum, in manus tuas Pater commendo spiritum meum
5a STAZIONE
I tedeschi
sparavano a chiunque appariva alla finestra, e ben presto si formò uno
strato di corpi alto quanto il davanzale. Mentre Gilberto guardava, tre
o quattro persone saltarono fuori, e per ognuna che usciva udì una
raffica. Pensò che tanto valeva morire all’aperto, corse su quella
specie di pedana di corpi e con un salto di circa tre metri fu
dall’altra parte, sul terreno della vigna. Proprio davanti a lui i
tedeschi stavano lottando con una donna ai cui piedi c’era un bambino
che strillava. Gilberto sentì degli spari, ma continuò a correre per la
vigna fin quando arrivò in fondo ai filari. Con lui correvano altri due
e, mentre saltava dentro il fogliame, sentì il tintinnio metallico delle
ss che si lanciavano dietro a loro.
Col corpo sanguinante, Gilberto si
nascose meglio che poté tra le viti e si accorse che a qualche passo una
bambina stava facendo come lui. Dal suo nascondiglio vide che i
tedeschi legarono la giovane madre a un albero, le misero il bambino in
braccio e le lanciarono delle granate finché tutti e due furono ridotti
a brandelli. Una donna anziana vestita di nero corse attraverso i campi
che si aprivano verso la macchia, distante qualche centinaio di metri,
ma ansimava e inciampava. A pochi passi da lei una ss la seguiva ridendo
e agitando la pistola come se volesse incoraggiare la sua fuga. La donna
rallentava sempre più, e alla fine cadde sul terreno fangoso del campo,
con una mano aggrappata alla gola. Il tedesco l’afferrò per i capelli
bianchi con la mano nuda, le girò lentamente la testa verso di sé e le
sparò due colpi sulla faccia.
Sal. 129
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà sussistere?
Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella sua parola.
L’anima mia attende il Signore più che le
sentinelle l’aurora.
Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e
grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
CANONE Bonum est confidere in Domino, bonum
sperare in Domino
6a STAZIONE
Dal memoriale di Antonietta Benni
Nel libro “ La Notte” di Elie Wiesel si narra che
una sera, tornando dal lavoro, (ad Auschwitz) i prigionieri furono
portati davanti a tre forche per assistere all’impiccagione di tre
condannati; si trattava di sue adulti presso i quali erano state
scoperte delle armi ed un bambino che, pur sapendolo, non aveva tradito
il suo protettore, nonostante le torture.
Mentre i due adulti morirono subito, il bambino agonizzò per più di
mezzora. Wiesel scrive che in quel momento era là e sentì dietro di sé
“il solito uomo domandare: dov’è dunque Dio?. E io sentivo in me una
voce che gli rispondeva: dov’è? Eccolo: è appeso lì a quella forca”.
Isaia 53;1,11
Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi
sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui, e come una radice in terra
arida.
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non
splendore per provare in lui diletto.
Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il
patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato
e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i
nostri dolori
E noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre
iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue
piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua
strada;
il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge
per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l’iniquità del mio popolo
fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno sulla sua
bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a
lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua
conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro
iniquità.
CANONE Christe lux mundi qui sequitur te habebit lumen vitae lumen vitae
7a STAZIONE
Elide Ruggeri racconta:
Ci fecero uscire e formarono una lunga colonna;
fummo avviati con le armi puntate ai fianchi verso il cimitero a
duecento metri di distanza. Era recintato e la porta di ferro chiusa. La
sfondarono coi calci dei fucili e ci fecero entrare tutti nel recinto e
noi ci addossammo in mucchio contro la cappella. Poi piazzarono una
mitragliatrice all’ingresso e cominciarono a sparare, mirando in basso
per colpire i bambini, mentre dall’esterno cominciarono a lanciare su di
noi decine di bombe a mano. Durò per tre quarti d’ora circa, e smisero
solo quando finì l’ultimo lamento.
Sal. 12
Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
Fino a quando nell’anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore in ogni momento?
Fino a quando su di me trionferà il nemico?
Guarda, rispondimi, Signore mio Dio, conserva la
luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
perché il mio nemico non dica :”l’ho vinto” e non esultino i miei
avversari quando vacillo.
Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza e canti al Signore, che mi ha
beneficato.
Mc 15,33-34.39
Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra,
fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì,
Eloì, lemà sabactani? Che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?
Gesù dando un forte grido, spirò.
Il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo,
disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio”.
CANONE Bleibet hier und wachet mit mir. Wachet und betet, wachet und
betet
8a STAZIONE
Dal memoriale di Antonietta Benni
Il giovane parroco don Marchioni era ben noto ai tedeschi e ai fascisti che lo avevano qualificato il grande partigiano. Trovarlo lì in chiesa e fucilarlo, chissà in qual modo, è stato tutt’uno. Due giovani che nel pomeriggio dello stesso giorno entrarono coraggiosamente nella chiesa di Casaglia, mentre bruciava, poiché i tedeschi prima di partire l’avevano incendiata, ci hanno assicurato di aver visto il giovane sacerdote morto, disteso sulla predella dell’altare maggiore, mentre le fiamme circondavano tutt’intorno quasi timorose di lambire quel corpo immacolato. Un grande cartello gli stava accanto: “ribelli, questa è la vostra sorte”.
Era un degno sacerdote di Cristo che per i suoi parrocchiani aveva messo a repentaglio la vita, riconoscendo nei partigiani dei fratelli estremamente bisognosi di affetto, di aiuto, di comprensione.
1 Cor. 1;17,25
Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a
predicare il vangelo, non però con un discorso sapiente, perché non
venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è
stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si
salvano, per noi, è potenza di Dio.
E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi
predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i
pagani; perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini e
ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Sal 22
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su
pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.
Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
Se dovessi camminare in una valle oscura, non
temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi
dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca.
Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i
giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.
CANONE Nada te turbe, nada te espant; quien a
Dios tiene nada le falta. Nada te turbe, nada te espante: solo Dios
basta.
9a STAZIONE
A Cerpiano quel
tragico venerdì 29 settembre don Marchioni era atteso per celebrare la
Santa Messa nell’oratorio dedicato all’Angelo Custode. Ma la paura più
folle aveva invaso tutti poiché i tedeschi stavano per arrivare.
Qualcuno aveva suggerito di nascondersi nel rifugio del bosco, anzi il
grosso della gente vi era già; ma ecco che si dice essere imprudente
lasciare una casa così grande abbandonata: “Ci verranno a cercare, ci
crederanno tutti partigiani nascosti e ci uccideranno”. Qualcuno resta,
ma una cinquantina ritorna indietro seguendo il consiglio di chi ha più
autorità, e rifugiandosi nella cantina del “Palazzo” dove abitualmente
ci si riparava dalle cannonate frequenti. Arrivano i tedeschi. Fanno
salire queste 49 persone dalla cantina alla cappella attigua al
“Palazzo”: sono 20 bambini, due vecchi quasi invalidi e 27 donne fra le
quali tre maestre. Chiudono accuratamente le porte e poi... comincia il
getto fatale delle bombe a mano. Sono le nove del mattino e 30 vittime
sono immolate. Chi può ridire ciò che è passato fra quelle mura nella
lunga giornata, nell’ancor più lunga notte e nella penosa mattinata del
giorno 30? Siamo esattamente informati dall’unica persona adulta
superstite: la buona Orsolina, maestra dell’asilo, Antonietta Benni,
che per ben 33 ore ferita e sfinita, fingendosi morta è rimasta in quel
sacro luogo fra morti e feriti, quasi volesse Iddio un testimonio
oculare che potesse riferire simili stragi.
Ap 12, 7-12
Scoppiò quindi una guerra
nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il
drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci
fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico,
colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu
precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi
angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: «Ora si è
compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza
del suo Cristo, poiché è stato precipitato l’accusatore dei nostri
fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma
essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e grazie alla
testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita fino a
morire. Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi» .
CANONE Dona la pace Signore a chi confida in te.
Dona dona la pace Signore, dona la pace.
10a STAZIONE
Intervista a Francesco Pirini
(testimone oculare della strage di Cerpiano)
La mattina del 29 settembre mi alzai presto perché stava piovendo e
dovevo trovare erba da seccare per i conigli: aveva appena albeggiato,
quando giù nella valle vidi bruciare le prime case. Un rastrellamento!
La voce si sparse subito e gli uomini che rischiavano la deportazione si
affrettarono a rifugiarsi nel bosco. Con me, verso la cima di Monte
Sole, si avviarono i partigiani che dormivano nel fienile, per lo più
giovani della mia età senza esperienza militare e con tanta paura.
Donne, anziani e bambini rimasero, era impensabile che avessero qualcosa
da temere…era già successo che i Tedeschi buttassero giù le porte di
Cerpiano in cerca di partigiani, per poi rimanere di sale nel vedere che
lì non vi erano che bambini; il comandante stesso fu così turbato che si
raccomandò di scrivere in italiano e in tedesco che quello era un asilo
e niente più! Un segno che avevamo anche buoni rapporti con la Wermacht.
MA STAVOLTA ERA DIVERSO!
Salendo, i Tedeschi ci sparavano così vicino che mi spaventai e che
decisi di ritornare indietro, nascondendomi nel fosso davanti al Palazzo
per vedere ciò che accadeva. Così vidi le SS chiudere tutti
nell’oratorio, vidi le bombe a mano lanciate attraverso le finestre, e
sentii le grida e i lamenti innalzarsi subito e spegnersi molto
lentamente, mentre nel Palazzo un tedesco suonava l’armonium.
Paralizzato dalla paura, rimasi nel fosso, sotto la pioggia, fino a
notte, poi scappai dal mio rifugio. Dalla prima casa che incontrai mi
scacciarono dandomi un tozzo di pane: sapevano già che ero un testimone
troppo pericoloso da ospitare. Così, intriso di pioggia, con quel
pezzetto di pane e qualche castagna vagai nei boschi per 10 giorni,
finché non incrociai una pattuglia di americani che mi inviò a Monzuno,
dandomi una scatola “magica” con roba che non sapevo neanche esistesse:
ma ricordo la cioccolata, soprattutto! Rimasi con loro per 7 mesi.
Sal 137
Ti rendo grazie, Signore, con
tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
mi prostro verso il tuo tempio santo.
Rendo grazie al tuo nome
per la tua fedeltà e la tua misericordia.
Nel giorno in cui t’ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.
Ti loderanno, Signore, tutti i re della terra
quando udranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore,
perché grande è la gloria del Signore.
CANONE Misericordias Domini in aeternum cantabo
11a STAZIONE
"Lo stato di eccezione"
dedicato al processo per Monte Sole.
Riportiamo il comunicato stampa scritto da Luciana Sali del 5 maggio
2008:
Il documentario Lo Stato di eccezione. Processo per Monte Sole 62 anni
dopo ha per oggetto lo svolgimento del processo tenutosi presso il
Tribunale Militare di La Spezia, tra il febbraio del 2006 e il gennaio
del 2007, sulle responsabilità penali di 17 ex militari tedeschi SS
imputati per i delitti perpetrati nell’autunno del 1944 in Italia,
durante quella che è considerata una delle più grandi stragi
nazifasciste dell’Europa Occidentale: l’eccidio di Monte Sole. La strage
avvenne nell’Appennino bolognese, lungo la Linea Gotica, dove un intero
Reparto SS, al comando del Maggiore Walter Reder, uccise centinaia di
civili inermi, uomini, donne, infermi, vecchi, bambini. Lo Stato di
eccezione, oltre a ricordare nel titolo un noto saggio di Giorgio
Agamben, allude anche a un’eccezione che sbigottisce e addolora, quella
per cui, dal secondo dopoguerra ad oggi, in merito a questo tragico
episodio di storia recente, in Italia si è avuto un solo processo contro
un solo imputato: il processo del 1951 in cui il Tribunale Militare di
Bologna condannò Walter Reder alla pena dell’ergastolo, interrotto nel
1985 su intercessione del governo austriaco.
L’eccezione, ancora una volta, è quella di un’anomalia che per decenni
ha visto 695 fascicoli processuali, riguardanti stragi nazifasciste
avvenute in Italia, occultati nei corridoi della Procura Militare
Generale di Roma a Palazzo Cesi, dimenticati nel tristemente noto
“armadio della vergogna” con un provvedimento di “archiviazione
provvisoria” (questa l’insolita formula stampata su quelle carte). Si
sarebbero potuti giudicare altri criminali ex-SS coinvolti negli eccidi
di Monte Sole, ma ciò non è avvenuto.
Oggi, dopo 62 anni, dopo che nel 1994 quei fascicoli sono stati
riesumati, si sono finalmente rese possibili nuove istruttorie. Ecco,
quindi, l’eccezionalità del processo che questo film ha documentato. A
La Spezia, nell’aula dibattimentale, hanno sfilato, col carico di un
dolore ancora bruciante, decine di testimoni tra superstiti e familiari
delle vittime dell’eccidio, in un’estenuante rappresentazione
processuale. Teatro del processo è stato un Tribunale Militare la cui
architettura evoca ambivalenti e assurde suggestioni, poiché mostra ciò
che un tempo era stato, cioè la sala di un cinema, un luogo abituato a
vedere ben altro tipo di rappresentazioni.
L’eccezione, infine, che suscita sdegno e turbamento, è quella della
beffa di un’assenza irreale. L’assenza dei 17 ex-SS accusati di violenza
pluriaggravata e continuata con omicidio, in un processo che si è svolto
perciò in contumacia. Tutti, infatti, hanno scelto di non presentarsi,
rimanendo lontani da ogni situazione di giudizio, come già per 62 lunghi
anni.
Mt. 21;12,17
Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli
che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute
e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «La Scrittura dice:
La mia casa sarà chiamata casa di
preghiera
ma voi ne fate una spelonca di
ladri».
Gli si avvicinarono ciechi e storpi nel tempio ed egli li guarì. Ma i
sommi sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che faceva e i
fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide», si
sdegnarono e gli dissero: «Non senti quello che dicono?». Gesù rispose
loro: «Sì, non avete mai letto:
Dalla bocca dei bambini e dei
lattanti
ti sei procurata una lode?».
E, lasciatili, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la
notte.
CANONE The kingdom of God is justice and peace and joy in the Holy
Spirit. Come, Lord, and open in us the gates of your kingdom
12a STAZIONE
PERDONO
Intervista a Francesco Pirini
(testimone oculare della strage di Cerpiano)
Gv 20;19,23
La sera di quello
stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del
luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù,
si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò
loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me,
anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse:
«Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi
e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
CANTO FINALE
Dio è amore, osa amare senza timore. Dio è amore: non temere mai
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