|
| Home | Che cos'è Pax Christi | Chi siamo | don Tonino Bello | Monte Sole | Attività | Appelli/Campagne | Agenda pace | I Link | |
|
Parrocchia di Gesù Buon Pastore | Pax Christi punto pace Bologna |
ADORAZIONE
EUCARISTICA GUIDATA NEL RICORDO DEI MARTIRI DI MONTE SOLE
CANTO INIZIALE
Benedici il Signore anima mia
RIT Benedici il Signore
anima mia, |
Lui perdona tutte le tue colpe Il Signore agisce con giustizia, Il Signore è buono e pietoso |
Come dista Oriente da Occidente Benedite il Signore voi angeli, |
Oggi inizia l’anno
indetto dal Cardinale di preghiera per le vocazioni sacerdotali…
All’inizio di questo
momento di preghiera ricordiamo i pastori che hanno scelto di rimanere
con la loro gente…
In aiuto ai vecchi parroci pieni di anni e di malanni l'arcivescovo
Nasalli Rocca, che più volte aveva visitato Monte Sole, mandò due
giovanissimi collaboratori: don Ferdinando Casagrande e don Giovanni
Fornasini.
[…] Il primo a mettere piede quassù fu don Casagrande, il 5 agosto 1938.
Con lui si apre il capitolo dei pastori martiri di Monte Sole. Meteore
della carità. Il loro sangue era nel conto della prima Messa.
[…] Sono sacerdoti secolari ordinati, come
si dice, titulo paupertatis seu servitío dioecesis: volgarmente
il “diritto della sporta”. Appena freschi del crisma, e quindi senza lo
spessore di esperienza di cui potevano disporre i colleghi anziani
maturati nel periodo antecedente la dittatura fascista, si trovarono in
mezzo a tensioni oltre ogni limite di sopportabilità.
Erano andati sul campo di lavoro come bastoni della vecchiaia; ma ben
presto, ancor prima del congedo dei vecchi parroci, diventarono loro i
protagonisti.
[…] Don Ferdinando, don Giovanni
e don Ubaldo, ultimo aggregato alla giovane schiera, seppero unire lo
spirito di profezia a un’insolita concretezza. E fu il frutto della
volontà e della grazia.
Fra tutte le aree
di questa topografia dell'Ecclesia patiens, Monte Sole
rappresenta il punto culminante; e i nostri tre giovani preti si
comportano in modo esemplare, come teleguidati dallo Spirito; ciascuno
con un segno specifico e una sua luce. Don Giovanni fu l'angelo nel
senso biblico, pronto per ogni emergenza, sempre e dovunque; don Ubaldo
la sentinella di Dio sulla cima del monte; don Ferdinando un
amico e un fratello per tutti.
Ritrovamento della
Pisside
Da “Le querce di Monte Sole” di mons. Gherardi
Là nell’autunno 1980 trovammo tracce dell’olocausto; e rimuovendo le macerie, vedemmo pezzi di legno carbonizzato, impronte di fuoco sul gradino di marmo, una lastra di metallo che rivestiva la porticina del tabernacolo trapassata da un proiettile. Ricuperammo anche la pisside, dalla quale don Ubaldo, prima del massacro, aveva tolto le ostie per l’ultima Comunione: schiacciata e contorta, ma ancora rilucente nella coppa dorata, divenne il simbolo del Congresso eucaristico di zona del 1981
Il seguente brano è tratto dal discorso tenuto il 15 settembre 1985, giorno in cui il card. Biffi consegnò alla Piccola Famiglia dell'Annunziata, la pisside schiacciata e colpita dai proiettili, trovata sotto le macerie della chiesa di Santa Maria Assunta di Casaglia.
[…] Lei, venerato Padre, ci consegna il corpo del Signore nella pisside
schiacciata e colpita dai proiettili, trovata sotto le macerie della
chiesa di Santa Maria Assunta di Casaglia.
Noi, ricevendola da Lei, la riceviamo idealmente da don Ubaldo Marchioni
che fu l'ultimo a toccarla, poco prima dell'olocausto, nel giorno di san
Michele del 1944: egli la vuotò, questa pisside, distribuendo il corpo
di Cristo alla comunità riunita nella chiesa. Quasi immediatamente dopo
egli fu ucciso sull'altare, e la comunità di donne, di vecchi e di
bambini fu sterminata!
Quindi, tramite Lei, la riceviamo anche da tutte le altre comunità di
fedeli e dai loro pastori morti in quei tragici giorni: li vogliamo
nominativamente ricordare ancora una volta: oltre a don Ubaldo
Marchioni, don Giovanni Fornasini, don Ferdinando Casagrande, p. Elia
Comini e p. Martino Capelli.
Questa sera li sentiremo ben presenti, e speriamo che entrino con noi a
prendere possesso della “Casetta”: soprattutto sentiamo presenti le
anime dei bimbi, i cui angeli vedevano e vedono la faccia del Padre
che è nei cieli (cfr. Mt 18, 10). Nella nostra adorazione speriamo
di essere circondati e sostenuti dalla loro adorazione, per trarne
ispirazione di purezza, di umiltà, di offerta sacrificale veramente
immacolata e irreprensibile. Soprattutto da loro, che secondo la parola
del Signore sono “í più grandi nel regno dei cieli”, ci proponiamo di
trarre incitamento e aiuto per conservarci sempre in una autentica
piccolezza evangelica.
Mentre la ringraziamo ancora, La preghiamo di guidare e mantenere con
mano ferma tutta la nostra Famiglia e il nucleo che si insedia quassù,
in questa via di rinuncia fedele e di concreta piccolezza, che ci farà ‑
speriamo ‑ capaci di mitezza, di mansuetudine, di discrezione, di
rispetto religioso verso tutti.
Soltanto così noi potremo da qui contribuire a ‑quella pace che non sia
per il nostro peccato né pace di parte né irenismo ambiguo, pace che non
è astratta ma concretissima, perché è una persona, è lui stesso, il
Signore Cristo.
At. 2,42-46 – La
prima comunità cristiana
Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Da “Le querce di Monte Sole”
Comunità di
fede e di resistenza.
…La prima cosa che colpisce è che
“soggetto di questa storia è la comunità nel suo insieme: la gente umile
e inerme, che trema come una foglia, ma reagisce in modo splendido”: le
vittime di Monte Sole sono state intere comunità unite precipuamente dal
vincolo religioso che le qualificava e che nell'ora estrema è emerso -
con molta semplicità e senza enfasi - in modo inequivoco attraverso
qualche originale e inimitabile elemento di vita, proprio di ognuna di
esse, sempre caratterizzate come comunità di fede.
A Casaglia la strage
è compiuta prelevando la gente dalla chiesa, dopo la preghiera
eucaristica presieduta dal sacerdote, Ubaldo Marchioni, alla sua volta
sacrificato ai piedi dell'altare.
A Cerpiano le
vittime sono state riunite e massacrate nell'oratorio dell'asilo
dedicato all'Angelo Custode.
A Salvaro e a
Malfolle un teste ricorderà, nei giorni precedenti, “chiesate piene di
gente
Ben a ragione, a
questo punto, Luciano Gherardi fa osservare “la carità esercitata giorno
per giorno fino al sacrificio, la fraternità sacerdotale e religiosa, il
morire pregando e benedicendo, la comunione totale in vita e in morte
con il popolo affidato per una sola estate, e quasi per caso, al loro
ministero”: comunione fra tutti effettiva e reale, voluta ed operata non
da una forza umana, ma dallo stesso Cristo Signore.
Le comunità, dunque, in quanto tali
rivivono principalmente come comunità di fede.
È ovvio che si stagliano sul loro
sfondo tanti protagonisti o comprimari: non solo in ambito ecclesiale,
ma anche in ambito civile, sociale, educativo e resistenziale.
I cinque sacerdoti caduti e tutta
la catena dei pastori precedenti: di ciascuno dei quali è colta, almeno
per qualche accenno o sviluppo, la fisionomia propria; e poi gli
amministratori comunali, i promotori della incipiente rete di
organizzazioni sociali e sindacali; le maestre; i capi delle formazioni
partigiane.
(dall’introduzione a “Le querce
di Monte Sole” di don Dossetti).
CANTO
SILENZIO
La guerra e i suoi “effetti collaterali”
Chi vide Monte Sole
in quel tragico giorno di San Michele, lo paragona alla navata maggiore
di una cattedrale nel rito lucernare della notte di Pasqua.
Tutta l'operazione,
elaborata dal maggiore Loos, si svolse con teutonica pignoleria sotto il
comando del gen. Simon mediante una classica manovra, in cui i vari
reparti (c'erano persino dei russi di razza mongola) muovendo da
Vergato, Pioppe-Sibano, Marzabotto, Vado, Rioveggio, investirono la zona
“X” in una morsa di ferro. Cunei di SS penetrarono all'interno di questo
sconosciuto lembo dell’Appennino, e colpirono
spietatamente.…Successivamente, alcuni ufficiali diranno di avere
eseguito gli ordini con grande ripugnanza. A Cerpiano e a Casaglia, come
alla Creda, dovettero verificarsi episodi di obiezione di coscienza da
parte di soldati che reagirono agli orrori della carneficina. Attuando
il piano di Kesselring di ripulire la zona a tergo della linea gotica
dai partigiani della Stella rossa, le SS portarono a compimento l'escalation
più volte minacciata nei proclami degli ultimi mesi: prima la
rappresaglia - dieci ostaggi contro uno; poi la criminalizzazione di
tutta la popolazione come complice dei ribelli; quindi la strage.
(da “Le querce di Monte
Sole” di mons. Gherardi)
SALMO 50(51) 12-19
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza e non
privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.
Insegnerò agli
erranti le tue vie e i peccatori a te
ritorneranno.
Liberami dal
sangue, Dio, Dio mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia.
Signore, apri le
mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode;
poiché non
gradisci il sacrificio e, se offro
olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato,
Dio, tu non disprezzi.
Nel libro “ La Notte” di Elie Wiesel si
narra che una sera, tornando dal lavoro, (ad Auschwitz) i prigionieri
furono portati davanti a tre forche per assistere all’impiccagione di
tre condannati; si trattava di sue adulti presso i quali erano state
scoperte delle armi ed un bambino che, pur sapendolo, non aveva tradito
il suo protettore, nonostante le torture.
Mentre i due adulti morirono subito, il bambino
agonizzò per più di mezzora. Wiesel scrive che in quel momento era là e
sentì dietro di sé “il solito uomo domandare: dov’è dunque Dio?. E io
sentivo in me una voce che gli rispondeva: dov’è? Eccolo: è appeso lì a
quella forca”.
Genesi 9,12-16
Dio disse: “Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo
tra me e voi e tra ogni essere
vivente che è con voi
per le generazioni eterne.
Il mio arco pongo sulle nubi ed esso
sarà il segno dell’alleanza tra me e la
terra.
Quando radunerò le nubi sulla terra
e apparirà l’arco sulle nubi
ricorderò la mia alleanza che è tra me e
voi e tra ogni essere che vive in ogni
carne e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne.
L’arco sarà sulle
nubi e io lo guarderò per ricordare
l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere
che vive in ogni carne che è sulla
terra”.
CANTO
SILENZIO
Giovanni 15,12-17
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Martin Luther King
Un quinto punto riguardante la
resistenza nonviolenta è che essa evita non solo la violenza fisica
esterna, ma anche la violenza interiore dello spirito. Un resistente non
violento non solo rifiuta di sparare all'avversario, ma rifiuta anche di
odiarlo. Al centro della nonviolenza sta il principio dell'amore.
Il resistente nonviolento sostiene
che, nella lotta per la dignità umana, i popoli oppressi del mondo non
devono soccombere alla tentazione di divenire pieni di rabbia o di
indulgere a campagne di odio. Reagire nella stessa maniera non farebbe
altro che intensificare l'esistenza dell'odio nell'universo. Lungo il
corso della vita, qualcuno deve avere giudizio sufficiente e moralità
sufficiente per troncare la catena dell'odio. Questo può essere fatto
soltanto proiettando l'etica dell'amore al centro delle nostre vite.
Parlando di amore, a questo punto,
non ci stiamo riferendo a qualche emozione sentimentale o affettiva.
Sarebbe privo di senso esortare gli uomini ad amare i loro oppressori in
un senso affettivo. Amore in questo contesto significa comprensione,
buona volontà redentrice. Qui la lingua greca viene in nostro aiuto. Ci
sono tre parole per esprimere amore nel Nuovo Testamento in greco. La
prima è eros. Nella filosofia di Platone eros
significava l'aspirazione dell'anima al regno del divino. Essa è giunta
oggi ad esprimere una specie di amore estetico o romantico. La seconda
parola è philia, che significa affetto intimo fra amici
personali. Philia denota una specie di amore reciproco; la
persona ama perché è amata. Quando diciamo di amare i nostri oppositori,
non ci riferiamo ne a eros ne a philia; parliamo di un amore che
è espresso dal termine greco agape. Agape
significa comprensione, buona volontà redentrice per tutti gli uomini. È
un amore traboccante, puramente spontaneo, non motivato, ingiustificato
e creativo. Non è messo in moto da qualche qualità o funzione del suo
oggetto. È l'amore di Dio operante nel cuore umano.
Agape
è amore disinteressato. È amore nel
quale l'individuo non cerca il proprio bene, ma il bene del prossimo (I
Cor. 10,24). Agape non comincia col discriminare fra persone
degne e indegne, o le qualità che le persone possiedono. Comincia con
l'amare gli altri per il loro bene. È un “interesse completamente
altruistico per gli altri ”, che scopre il prossimo in ogni uomo che
incontra. Perciò, agape non fa nessuna distinzione fra amico e nemico;
si dirige verso entrambi. Se uno ama un individuo semplicemente a causa
della benevolenza che riceve, lo ama per i benefici da guadagnare
attraverso l'amicizia, piuttosto che per il bene dell'amico. Di
conseguenza, il miglior modo per assicurarvi che l’Amore è
disinteressato è di provare amore per il prossimo-nemico, dal quale non
potete attendervi nessun bene in cambio, ma solo ostilità e
persecuzione.
SILENZIO
Un altro punto fondamentale
riguardante l'agape è che nasce dal bisogno dell'altra
persona - il suo bisogno di appartenere alla parte migliore nella
famiglia umana. Il samaritano che aiutò l'ebreo sulla strada di Gerico
fu “buono” perché rispose al bisogno umano che gli fu presentato.
L'amore di Dio è eterno e non viene meno, perché l'uomo ha bisogno di
questo amore.
S. Paolo ci assicura che l'atto
d'amore della redenzione fu compiuto “ mentre eravamo ancora peccatori ”
- cioè, nel momento del nostro più grande bisogno di amore. poiché la
personalità dell'uomo bianco è grandemente distorta dalla segregazione,
e la sua anima è grandemente sfregiata, egli ha bisogno dell'amore del
negro. Il negro deve amare il bianco, perché il bianco ha bisogno del
suo amore per rimuovere le proprie tensioni, insicurezze e paure.
Agape
non è un amore debole, passivo. E’
amore in azione. Agape è amore che cerca di preservare e creare
comunione. Agape è disposizione al sacrificio nel. l'interesse
del bene comune. Agape è disposizione a percorrere qualunque di.
stanza per restaurare la comunione. Non si ferma al primo miglio, ma fa
anche il secondo per restaurare la comunione. E’ disposizione a
perdonare, non sette volte, ma settanta volte sette per restaurare la
comunione. La croce è l'eterna espressione della distanza alla quale Dio
andrà allo scopo di restaurare la comunione infranta. La resurrezione è
un simbolo del trionfo di Dio su tutte le forze che cercano di
ostacolare la comunione. Lo Spirito Santo è la comunione continua,
creante la realtà, che si muove attraverso la storia. Coui che opera
contro la comunione, sta operando contro l'intera creazione. Perciò, se
rispondo di ricambiare l'odio, non faccio altro che intensificare la
spaccatura nella comunione infranta. Posso soltanto sanare la rottura
della comunione affrontando l'odio con l'amore. Se affronto l'odio con
l'odio, divengo privo di personalità, perché la creazione è così
concepita che la mia personalità può realizzarsi soltanto nel contesto
della comunione. Booker T. Washington aveva ragione: “Non lasciatevi
spingere da nessuno così in basso da giungere al punto di odiarlo”.
Quando vi spinge così in basso, vi porta ad operare contro la comunione;
vi trascina al punto di sfidare la creazione e così di diventare privi
di personalità.
In conclusione, agape
significa il riconoscimento del fatto che tutta la vita è in
correlazione. Tutta l'umanità è coinvolta in un singolo processo, e
tutti gli uomini sono fratelli. Nella misura in cui faccio del male al
mio fratello - non importa che cosa egli mi sta facendo - faccio del
male a me stesso. Per esempio, i bianchi spesso rifiutano il sussidio
federale all'educazione allo scopo di non concedere ai negri i loro
diritti; ma poiché tutti gli uomini sono fratelli, essi non possono
escludere i bambini dei negri senza far del male ai propri. Finiscono
per danneggiare se stessi, nonostante tutti gli sforzi in senso
contrario. Perché accade questo? Perché gli uomini sono fratelli. Se mi
fai del male, lo fai a te stesso.
L'amore, agape, è l'unico
cemento che può ripristinare la comunione, quando è spezzata. Quando mi
si comanda di amare, mi si comanda di restaurare la comunione, di
resistere all'ingiustizia, e di andare incontro ai bisogni dei miei
fratelli.
Sal. 8
O Signore, nostro
Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio
nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu
hai fissate,
che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e
il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Eppure l’hai fatto
poco meno degli angeli, di gloria e di
onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i
suoi piedi;
tutti i greggi e
gli armenti, tutte le bestie della campagna;
Gli uccelli del
cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare.
O
Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
CANTO
SILENZIO
Giovanni 17,1-23
Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo,
disse: "Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio
glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli
dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita
eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato,
Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi
hai dato da fare.
E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella
gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho
manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano
tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi
sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole
che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno
veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per
coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue,
e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel
mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo,
custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola
cosa, come noi.
Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome,
quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato
perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la
Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo,
perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro
la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo,
come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li
custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del
mondo.
Consacrali nella verità. La tua parola è verità.
Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo;
per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella
verità.
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che
crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola
cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a
loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in
loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che
tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
L’eccidio della Botte fu consumato
il 1° ottobre, a vespro…In due gruppi gli ostaggi erano stati condotti
alla canapiera. Prima che venissero falciati a colpi di mitraglia, don
Comini aveva intonato le litanie della Vergine. Il canto alla Regina del
cielo sull’orlo dell’abisso si sente in lontananza...
Solo una fantasia macabra poteva
trasformare la cisterna della filanda in un poligono di tiro. Era,
quella vasca quadrata, un‘immagine popolare, simbolo di una faticosa
prosperità lungo la sponda del fiume. Lo stabilimento tessile,
considerato come un fiore all’occhiello dalla popolazione del
medio-Reno, entra nella topografia della strage con l’oratorio di
Cerpiano, il cimitero di Casaglia, l’aia di San Martino, la concimaia
di San Giovanni di Sotto, la rimessa della Creda...
Pio Borgia, scampato insieme ad
Aldo Ansaloni — altri tre non fecero che trascinare per un piccolo
tratto le loro membra straziate — riuscì ad arrivare alla canonica di
Salvaro: “Con la faccia insanguinata — ricorda don Angelo Carboni junior
— entrò in cucina, dove le donne e i bambini erano intorno al fuoco con
il vecchio arciprete... Parzialmente coperto dal corpo di don Comini,
era sfuggito alla scarica mortale; e, pur ferito, poté scorgere padre
Martino che con uno sforzo immane si alzava dal fango della botte; e,
premendosi con una mano il ventre orribilmente squarciato, con l’altra
tracciava un segno di croce ampio e solenne sulle vittime della
carneficina. Poi era ricaduto con le braccia aperte nella cisterna…”
(Da “Le Querce di Monte Sole” di Mons. Luciano
Gherardi).
Sal. 120
Alzo gli occhi verso i
monti: da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal
Signore, che ha fatto cielo e terra.
Non lascerà vacillare il
tuo piede, non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non
prenderà sonno, il custode d’Israele.
Il Signore è il tuo
custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà
il sole, né la luna di notte.
Il Signore ti proteggerà
da ogni male, egli proteggerà la tua vita.
Il Signore veglierà su
di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre.
INVOCAZIONI
Rit: Oh! Oh! Oh! Adoramus te Domine
TI ADORIAMO Figlio del Padre, Verbo fatto carne nel grembo di Maria, inviato a noi per annunciare e inaugurare il Regno
TI ADORIAMO o Dio con noi, che, assunta la nostra fragile natura di servi, hai voluto condividere gioie e speranze, fatiche e sofferenze dell’intera umanità fino al dono pieno di Te, nell’immolazione della Croce che questo sacramento ineffabile rende ancora presente tra noi
TI ADORIAMO Signore Gesù, nostra Pasqua e nostra Pace, mentre dalla tua Passione Morte e Risurrezione riceviamo, in questo segno eucaristico, la forza della speranza e il conforto della riconciliazione
TI ADORIAMO Gesù, il Veniente, nell’attesa del tuo ritorno, quando verrai a giudicare l’uomo, il mondo, la storia, recando a tutti nella gloriosa tua Croce elevata sopra le nubi la vittoria della giustizia e dell’amore
TI ADORIAMO Gesù, prostrati al tuo altare proclamando, oggi e sempre, la tua presenza di grazia e di misericordia.
INTENZIONI LIBERE
PADRE NOSTRO
CANTO DI ADORAZIONE: Davanti al re
Davanti al Re
c’inchiniamo insieme per adorarlo con tutto il cuor.
Verso di Lui eleviamo
insieme canti di gloria al nostro Re dei Re.
PREGHIAMO
Signore Gesù Cristo, che
nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale
della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del Tuo
Corpo e del Tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della
redenzione.
Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli. Amen
BENEDIZIONE
EUCARISTICA
ACCLAMAZIONI
Dio sia
benedetto.
Benedetto il
Suo Santo Nome.
Benedetto Gesù
Cristo vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il
Nome di Gesù.
Benedetto il
suo Sacratissimo Cuore.
Benedetto il
suo Preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù
nel santissimo sacramento dell’altare.
Benedetto lo
Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la
gran Madre di DioMariar>
Benedetta la
sua Santa ed Immacolata Concezione.
Benedetta la
sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il
nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto San
Giuseppe suo castissimo sposo.
Benedetto Dio
nei suoi angeli e nei suoi santi
CANTO FINALE
Come fuoco vivo
Come fuoco vivo si accende in noi |
Spezzi il pane davanti a noi mentre il sole è al tramonto: ora gli occhi ti vedono, sei tu! Resta con noi. RIT |
E
per sempre ti mostrerai in quel gesto d'amore: mani che ancora spezzano pane d'eternità. RIT |
| Home | Che cos'è Pax Christi | Chi siamo | don Tonino Bello | Monte Sole | Attività | Appelli/Campagne | Agenda pace | I Link | |