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1 OTTOBRE 2010: 
10ª VEGLIA DI PREGHIERA IN MEMORIA DEL 66° ANNIVERSARIO DEL MARTIRIO DI MONTE SOLE

Parrocchia di Gesù Buon Pastore Pax Christi punto pace Bologna


ADORAZIONE EUCARISTICA GUIDATA NEL RICORDO DEI MARTIRI DI MONTE SOLE

CANTO INIZIALE
Benedici il Signore anima mia

RIT Benedici il Signore anima mia,
quanto è in me benedica il suo nome,
non dimenticherò tutti i suoi benefici,
benedici il Signore anima mia.

Lui perdona tutte le tue colpe
E t i salva dalla morte,
ti corona di grazia e ti sazia di beni
nella tua giovinezza. RIT

Il Signore agisce con giustizia,
con amore verso i poveri.
Rivelò a Mosè le sue vie ad Israele,
le sue grandi opere. RIT

Il Signore è buono e pietoso
Lento all’ira e grande nell’amor.
Non conserva in eterno il suo sdegno e la sua ira
Verso i nostri peccati. RIT

Come dista Oriente da Occidente
Allontana le tue colpe,
perché sa di che polvere siam tutti noi plasmati.
Come l’erba i nostri giorni. RIT

Benedite il Signore voi angeli,
voi tutti suoi ministri,
benedirtelo voi tutte sue opere e domini,
benedicilo tu anima mia. RIT

 

Oggi inizia l’anno indetto dal Cardinale di preghiera per le vocazioni sacerdotali…
All’inizio di questo momento di preghiera ricordiamo i pastori che hanno scelto di rimanere con la loro gente…

I sacerdoti

In aiuto ai vecchi parroci pieni di anni e di malanni l'arcivescovo Nasalli Rocca, che più volte aveva visitato Monte Sole, mandò due giovanissimi collaboratori: don Ferdinando Casagrande  e don Giovanni Fornasini.
     […] Il primo a mettere piede quassù fu don Casagrande, il 5 agosto 1938. Con lui si apre il capitolo dei pastori martiri di Monte Sole. Meteore della carità. Il loro sangue era nel conto della prima Messa.
     […] Sono sacerdoti secolari ordinati, come si dice, titulo paupertatis seu servitío dioecesis: volgarmente il “diritto della sporta”. Appena freschi del crisma, e quindi senza lo spessore di esperienza di cui potevano disporre i colleghi anziani maturati nel periodo antecedente la dittatura fascista, si trovarono in mezzo a tensioni oltre ogni limite di sopportabilità.
     Erano andati sul campo di lavoro come bastoni della vecchiaia; ma ben presto, ancor prima del congedo dei vecchi parroci, diventarono loro i protagonisti.
     […] Don Ferdinando, don Giovanni e don Ubaldo, ultimo aggregato alla giovane schiera, seppero unire lo spirito di profezia a un’insolita concretezza. E fu il frutto della volontà e della grazia.
    Fra tutte le aree di questa topografia dell'Ecclesia patiens, Monte Sole rappresenta il punto culminante; e i nostri tre giovani preti si comportano in modo esemplare, come teleguidati dallo Spirito; ciascuno con un segno specifico e una sua luce. Don Giovanni fu l'angelo nel senso biblico, pronto per ogni emergenza, sempre e dovunque; don Ubaldo la sentinella di Dio sulla cima del monte; don Ferdinando un amico e un fratello per tutti.


Ritrovamento della Pisside

Da “Le querce di Monte Sole” di mons. Gherardi

Là nell’autunno 1980 trovammo tracce dell’olocausto; e rimuovendo le macerie, vedemmo pezzi di legno carbonizzato, impronte di fuoco sul gradino di marmo, una lastra di metallo che rivestiva la porticina del tabernacolo trapassata da un proiettile. Ricuperammo anche la pisside, dalla quale don Ubaldo, prima del massacro, aveva tolto le ostie per l’ultima Comunione: schiacciata e contorta, ma ancora rilucente nella coppa dorata, divenne il simbolo del Congresso eucaristico di zona del 1981

Il seguente brano è tratto dal discorso tenuto il 15 settembre 1985, giorno in cui il card. Biffi consegnò alla Piccola Famiglia dell'Annunziata, la pisside schiacciata e colpita dai proiettili, trovata sotto le macerie della chiesa di Santa Maria Assunta di Casaglia.

 […] Lei, venerato Padre, ci consegna il corpo del Signore nella pisside schiacciata e colpita dai proiettili, trovata sotto le macerie della chiesa di Santa Maria Assunta di Casaglia.
    Noi, ricevendola da Lei, la riceviamo idealmente da don Ubaldo Marchioni che fu l'ultimo a toccarla, poco prima dell'olocausto, nel giorno di san Michele del 1944: egli la vuotò, questa pisside, distribuendo il corpo di Cristo alla comunità riunita nella chiesa. Quasi immediatamente dopo egli fu ucciso sull'altare, e la comunità di donne, di vecchi e di bambini fu sterminata!
    Quindi, tramite Lei, la riceviamo anche da tutte le altre comunità di fedeli e dai loro pastori morti in quei tragici giorni: li vogliamo nominativamente ricordare ancora una volta: oltre a don Ubaldo Marchioni, don Giovanni Fornasini, don Ferdinando Casagrande, p. Elia Comini e p. Martino Capelli.
    Questa sera li sentiremo ben presenti, e speriamo che entrino con noi a prendere possesso della “Casetta”: soprattutto sentiamo presenti le anime dei bimbi, i cui angeli vedevano e vedono la faccia del Padre che è nei cieli (cfr. Mt 18, 10). Nella nostra adorazione speriamo di essere circondati e sostenuti dalla loro adorazione, per trarne ispirazione di purezza, di umiltà, di offerta sacrificale veramente immacolata e irreprensibile. Soprattutto da loro, che secondo la parola del Signore sono “í più grandi nel regno dei cieli”, ci proponiamo di trarre incitamento e aiuto per conservarci sempre in una autentica piccolezza evangelica.
    Mentre la ringraziamo ancora, La preghiamo di guidare e mantenere con mano ferma tutta la nostra Famiglia e il nucleo che si insedia quassù, in questa via di rinuncia fedele e di concreta piccolezza, che ci farà ‑ speriamo ‑ capaci di mitezza, di mansuetudine, di discrezione, di rispetto religioso verso tutti.
    Soltanto così noi potremo da qui contribuire a ‑quella pace che non sia per il nostro peccato né pace di parte né irenismo ambiguo, pace che non è astratta ma concretissima, perché è una persona, è lui stesso, il Signore Cristo.


At. 2,42-46 – La prima comunità cristiana

Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.


Da “Le querce di Monte Sole”
Comunità di fede e di resistenza.

…La prima cosa che colpisce è che “soggetto di questa storia è la comunità nel suo insieme: la gente umile e inerme, che trema come una foglia, ma reagisce in modo splendido”: le vittime di Monte Sole sono state intere comunità unite precipuamente dal vincolo religioso che le qualificava e che nell'ora estrema è emerso - con molta semplicità e senza enfasi - in modo inequivoco attraverso qualche originale e inimitabile elemento di vita, proprio di ognuna di esse, sempre caratterizzate come comunità di fede.
A Casaglia la strage è compiuta prelevando la gente dalla chiesa, dopo la preghiera eucaristica presieduta dal sacerdote, Ubaldo Marchioni, alla sua volta sacrificato ai piedi dell'altare.
A Cerpiano le vittime sono state riunite e massacrate nell'oratorio dell'asilo dedicato all'Angelo Custode.
A Salvaro e a Malfolle un teste ricorderà, nei giorni precedenti, “chiesate piene di gente
 Ben a ragione, a questo punto, Luciano Gherardi fa osservare “la carità esercitata giorno per giorno fino al sacrificio, la fraternità sacerdotale e religiosa, il morire pregando e benedicendo, la comunione totale in vita e in morte con il popolo affidato per una sola estate, e quasi per caso, al loro ministero”: comunione fra tutti effettiva e reale, voluta ed operata non da una forza umana, ma dallo stesso Cristo Signore.
Le comunità, dunque, in quanto tali rivivono principalmente come comunità di fede.
È ovvio che si stagliano sul loro sfondo tanti protagonisti o comprimari: non solo in ambito ecclesiale, ma anche in ambito civile, sociale, educativo e resistenziale.
I cinque sacerdoti caduti e tutta la catena dei pastori precedenti: di ciascuno dei quali è colta, almeno per qualche accenno o sviluppo, la fisionomia propria; e poi gli amministratori comunali, i promotori della incipiente rete di organizzazioni sociali e sindacali; le maestre; i capi delle formazioni partigiane.
(dall’introduzione a “Le querce di Monte Sole” di don Dossetti).


CANTO

SILENZIO


La guerra e i suoi “effetti collaterali”

Chi vide Monte Sole in quel tragico giorno di San Michele, lo paragona alla navata maggiore di una cattedrale nel rito lucernare della notte di Pasqua.
Tutta l'operazione, elaborata dal maggiore Loos, si svolse con teutonica pignoleria sotto il comando del gen. Simon mediante una classica manovra, in cui i vari reparti (c'erano persino dei russi di razza mongola) muovendo da Vergato, Pioppe-Sibano, Marzabotto, Vado, Rioveggio, investirono la zona “X” in una morsa di ferro. Cunei di SS penetrarono all'interno di questo sconosciuto lembo dell’Appennino, e colpirono spietatamente.…Successivamente, alcuni ufficiali diranno di avere eseguito gli ordini con grande ripugnanza. A Cerpiano e a Casaglia, come alla Creda, dovettero verificarsi episodi di obiezione di coscienza da parte di soldati che reagirono agli orrori della carneficina. Attuando il piano di Kesselring di ripulire la zona a tergo della linea gotica dai partigiani della Stella rossa, le SS portarono a compimento l'escalation più volte minacciata nei proclami degli ultimi mesi: prima la rappresaglia - dieci ostaggi contro uno; poi la criminalizzazione di tutta la popolazione come complice dei ribelli; quindi la strage.
(da “Le querce di Monte Sole” di mons. Gherardi)


SALMO 50(51) 12-19

Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.
Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.

Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia.
Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode;

poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.


Nel libro “ La Notte” di Elie Wiesel si narra che una sera, tornando dal lavoro, (ad Auschwitz) i prigionieri furono portati davanti a tre forche per assistere all’impiccagione di tre condannati; si trattava di sue adulti presso i quali erano state scoperte delle armi ed un bambino che, pur sapendolo, non aveva tradito il suo protettore, nonostante le torture.
Mentre i due adulti morirono subito, il bambino agonizzò per più di mezzora. Wiesel scrive che in quel momento era là e sentì dietro di sé “il solito uomo domandare: dov’è dunque Dio?. E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: dov’è? Eccolo: è appeso lì a quella forca”.


Genesi 9,12-16

Dio disse: “Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne.
Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra.
Quando radunerò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne.
L’arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra”.


CANTO

SILENZIO


Giovanni 15,12-17

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.  Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.


Martin Luther King

Un quinto punto riguardante la resistenza nonviolenta è che essa evita non solo la violenza fisica esterna, ma anche la violenza interiore dello spirito. Un resistente non violento non solo rifiuta di sparare all'avversario, ma rifiuta anche di odiarlo. Al centro della nonviolenza sta il principio dell'amore.
Il resistente nonviolento sostiene che, nella lotta per la dignità umana, i popoli oppressi del mondo non devono soccombere alla tentazione di divenire pieni di rabbia o di indulgere a campagne di odio. Reagire nella stessa maniera non farebbe altro che intensificare l'esistenza dell'odio nell'universo. Lungo il corso della vita, qualcuno deve avere giudizio sufficiente e moralità sufficiente per troncare la catena dell'odio. Questo può essere fatto soltanto proiettando l'etica dell'amore al centro delle nostre vite.
Parlando di amore, a questo punto, non ci stiamo riferendo a qualche emozione sentimentale o affettiva. Sarebbe privo di senso esortare gli uomini ad amare i loro oppressori in un senso affettivo. Amore in questo contesto significa comprensione, buona volontà redentrice. Qui la lingua greca viene in nostro aiuto. Ci sono tre parole per esprimere amore nel Nuovo Testamento in greco. La prima è eros. Nella  filosofia di Platone eros significava l'aspirazione dell'anima al regno del divino. Essa è giunta oggi ad esprimere una specie di amore estetico o romantico. La seconda parola è philia, che significa affetto intimo fra amici personali. Philia denota una specie di amore reciproco; la persona ama perché è amata. Quando diciamo di amare i nostri oppositori, non ci riferiamo ne a eros ne a philia; parliamo di un amore che è espresso dal termine greco agapeAgape significa comprensione, buona volontà redentrice per tutti gli uomini. È un amore traboccante, puramente spontaneo, non motivato, ingiustificato e creativo. Non è messo in moto da qualche qualità o funzione del suo oggetto. È l'amore di Dio operante nel cuore umano.
Agape è amore disinteressato. È amore nel quale l'individuo non cerca il proprio bene, ma il bene del prossimo (I Cor. 10,24). Agape non comincia col discriminare fra persone degne e indegne, o le qualità che le persone possiedono. Comincia con l'amare gli altri per il loro bene. È un “interesse completamente altruistico per gli altri ”, che scopre il prossimo in ogni uomo che incontra. Perciò, agape non fa nessuna distinzione fra amico e nemico; si dirige verso entrambi. Se uno ama un individuo semplicemente a causa della benevolenza che riceve, lo ama per i benefici da guadagnare attraverso l'amicizia, piuttosto che per il bene dell'amico. Di conseguenza, il miglior modo per assicurarvi che l’Amore  è disinteressato è di provare amore per il prossimo-nemico, dal quale non potete attendervi nessun bene in cambio,  ma solo ostilità e persecuzione.


SILENZIO


Un altro punto fondamentale riguardante l'agape è che nasce dal bisogno dell'altra persona - il suo bisogno di appartenere alla parte migliore nella famiglia umana. Il samaritano che aiutò l'ebreo sulla strada di Gerico fu “buono” perché rispose al bisogno umano che gli fu presentato. L'amore di Dio è eterno e non viene meno, perché l'uomo ha bisogno di questo amore.
S. Paolo ci assicura che l'atto d'amore della redenzione fu compiuto “ mentre eravamo ancora peccatori ” - cioè, nel momento del nostro più grande bisogno di amore. poiché la personalità dell'uomo bianco è grandemente distorta dalla segregazione, e la sua anima è grandemente sfregiata, egli ha bisogno dell'amore del negro. Il negro deve amare il bianco, perché il bianco ha bisogno del suo amore per rimuovere le proprie tensioni, insicurezze e paure.
Agape non è un amore debole, passivo. E’ amore in azione. Agape è amore che cerca di preservare e creare comunione.  Agape è disposizione al sacrificio nel. l'interesse del bene comune. Agape è disposizione a percorrere qualunque di. stanza per restaurare la comunione. Non si ferma al primo miglio, ma fa anche il secondo per restaurare la comunione. E’ disposizione a perdonare, non sette volte, ma settanta volte sette per restaurare la comunione. La croce è l'eterna espressione della distanza alla quale Dio andrà allo scopo di restaurare la comunione infranta. La resurrezione è un simbolo del trionfo di Dio su tutte le forze che cercano di ostacolare la comunione. Lo Spirito Santo è la comunione continua, creante la realtà, che si muove attraverso la storia. Coui che opera contro la comunione, sta operando contro l'intera creazione. Perciò, se rispondo di ricambiare l'odio, non faccio altro che intensificare la spaccatura nella comunione infranta. Posso soltanto sanare la rottura della comunione affrontando l'odio con l'amore. Se affronto l'odio con l'odio, divengo privo di personalità, perché la creazione è così concepita che la mia personalità può realizzarsi soltanto nel contesto della comunione. Booker T. Washington aveva ragione: “Non lasciatevi spingere da nessuno così in basso da giungere al punto di odiarlo”. Quando vi spinge così in basso, vi porta ad operare contro la comunione; vi trascina al punto di sfidare la creazione e così di diventare privi di personalità.
In conclusione, agape significa il riconoscimento del fatto che tutta la vita è in correlazione. Tutta l'umanità è coinvolta in un singolo processo, e tutti gli uomini sono fratelli. Nella misura in cui faccio del male al mio fratello - non importa che cosa egli mi sta facendo - faccio del male a me stesso. Per esempio, i bianchi spesso rifiutano il sussidio federale all'educazione allo scopo di non concedere ai negri i loro diritti; ma poiché tutti gli uomini sono fratelli, essi non possono escludere i bambini dei negri senza far del male ai propri. Finiscono per danneggiare se stessi, nonostante tutti gli sforzi in senso contrario. Perché accade questo? Perché gli uomini sono fratelli. Se mi fai del male, lo fai a te stesso.
L'amore, agape, è l'unico cemento che può ripristinare la comunione, quando è spezzata. Quando mi si comanda di amare, mi si comanda di restaurare la comunione, di resistere all'ingiustizia, e di andare incontro ai bisogni dei miei fratelli.


Sal. 8

O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.

Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate,

che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il figlio dell’uomo perché te ne curi?
Eppure l’hai fatto poco meno degli angeli,  di gloria e di onore lo hai coronato:

gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna;

Gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.


CANTO

SILENZIO


Giovanni 17,1-23

Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: "Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare.
E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.
Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.


L’eccidio della Botte fu consumato il 1° ottobre, a vespro…In due gruppi gli ostaggi erano stati condotti alla canapiera. Prima che venissero falciati a colpi di mitraglia, don Comini aveva intonato le litanie della Vergine. Il canto alla Regina del cielo sull’orlo dell’abisso si sente in lontananza...
Solo una fantasia macabra poteva trasformare la cisterna della filanda in un poligono di tiro. Era, quella vasca quadrata, un‘immagine popolare, simbolo di una faticosa prosperità lungo la sponda del fiume. Lo stabilimento tessile, considerato come un fiore all’occhiello dalla popolazione del medio-Reno, entra nella topografia della strage con l’oratorio di Cerpiano, il cimite­ro di Casaglia, l’aia di San Martino, la concimaia di San Giovanni di Sotto, la rimessa della Creda...
Pio Borgia, scampato insieme ad Aldo Ansaloni — altri tre non fecero che trascinare per un piccolo tratto le loro membra straziate — riuscì ad arrivare alla canonica di Salvaro: “Con la faccia insanguinata — ricorda don Angelo Carboni junior — entrò in cucina, dove le donne e i bambini erano intorno al fuoco con il vecchio arciprete... Parzialmente coperto dal corpo di don Comini, era sfuggito alla scarica mortale; e, pur ferito, poté scorgere padre Martino che con uno sforzo immane si alzava dal fango della botte; e, premendosi con una mano il ventre orribilmente squarciato, con l’altra tracciava un segno di croce ampio e solenne sulle vittime della carneficina. Poi era ricaduto con le braccia aperte nella cisterna…”
(
Da “Le Querce di Monte Sole” di Mons. Luciano Gherardi).


Sal. 120

Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede,  non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d’Israele.

Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra.
Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.

Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita.
Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre.


INVOCAZIONI

Rit: Oh! Oh! Oh! Adoramus te Domine

TI ADORIAMO Figlio del Padre, Verbo fatto carne nel grembo di Maria, inviato a noi per annunciare e inaugurare il Regno

TI ADORIAMO o Dio con noi, che, assunta la nostra fragile natura di servi, hai voluto condividere gioie e speranze, fatiche e sofferenze dell’intera umanità fino al dono pieno di Te, nell’immolazione della Croce che questo sacramento ineffabile rende ancora presente tra noi

TI ADORIAMO Signore Gesù, nostra Pasqua e nostra Pace, mentre dalla tua Passione Morte e Risurrezione riceviamo, in questo segno eucaristico, la forza della speranza e il conforto della riconciliazione

TI ADORIAMO Gesù, il Veniente, nell’attesa del tuo ritorno, quando verrai a giudicare l’uomo, il mondo, la storia, recando a tutti nella gloriosa tua Croce elevata sopra le nubi la vittoria della giustizia e dell’amore

TI ADORIAMO Gesù, prostrati al tuo altare proclamando, oggi e sempre, la tua presenza di grazia e di misericordia.

INTENZIONI LIBERE

PADRE NOSTRO

CANTO DI ADORAZIONE: Davanti al re

Davanti al Re c’inchiniamo insieme per adorarlo con tutto il cuor.
Verso di Lui eleviamo insieme canti di gloria al nostro Re dei Re.


PREGHIAMO

Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del Tuo Corpo e del Tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen


BENEDIZIONE EUCARISTICA


ACCLAMAZIONI

Dio sia benedetto.
Benedetto il Suo Santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il suo Sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo Preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di DioMariar> Benedetta la sua Santa ed Immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto San Giuseppe suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi  
 

CANTO FINALE
Come fuoco vivo

Come fuoco vivo si accende in noi
un'immensa felicità
che mai più nessuno ci toglierà
perché tu sei ritornato.

Chi potrà tacere, da ora in poi,
che sei tu in cammino con noi,
che la morte è vinta per sempre,
che ci hai ridonato la vita?

Spezzi il pane davanti a noi
mentre il sole è al tramonto:
ora gli occhi ti vedono,
sei tu! Resta con noi.
RIT
E per sempre ti mostrerai
in quel gesto d'amore:
mani che ancora spezzano
pane d'eternità.
RIT

 

veglie di preghiere

 

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